Matteo Simone
La 47^ edizione della 100 km del Passatore è stata vinta da Marco Menegardi che ha preceduto l'ucraino Serhii Popov e il croato Dejan Radanac 7h23’37”.
Al 6° posto e prima delle donne si classifica la
croata Nikolina Sustic precedendo Federica Moroni la croata Veronika Jurisic e
Sara Trevisan. Di seguito, le impressioni di Nanda Bianconi attraverso risposte
ad alcune mie domande.
Come ti è
sembrato il Passatore? La parte più critica? “Il Passatore è un viaggio bellissimo, un sogno ricco di emozioni. La
parte più critica, la discesa della Colla, quando mi ha abbandonato la lampada
frontale e mi sono ritrovata sola ho avuto un po' paura del buio poi ho pensato
che potevo usare la luce del telefonino.”
Riuscire a portare a termine una 100km è
davvero un sogno soprattutto per una ragazza che si è inoltrata nel mondo delle
ultramaratone passando dalla maratona alla 6 ore e poi al grande salto della
100km, un sogno che si avvera ma dopo una proficua preparazione e convinzione
di potercela fare.
La parte più bella?
“La parte più bella quando al 75° si è
unito in corsa con me mio figlio Matteo, una gioia indescrivibile una carica
che sarei arrivata anche a Ravenna, non sentivo più la stanchezza!”
La compagnia in gare lunghe e faticose, soprattutto nei tratti notturni non può che fa piacere e provare entusiasmo stimolando l’atleta nella ricerca di energie e forze rinnovate.
Prima, durante, dopo com'è stato? “Il pre-gara è stato agitato, essendo per me il primo avevo paura di non farcela di aver sognato troppo in alto, ma grazie ad un mio grande compagno di squadra Riccardo che mi è stato vicino fino al 50° km ho ritrovato il mio sorriso che mi ha accompagnato fino al traguardo e mi ha permesso di condividere l'emozioni dei partecipante e la bellezza del paesaggio. Dopo la Colla, quando sono rimasta sola, continuavo a ripetermi mentalmente: ‘Nanda sei forte, Nanda sei una leonessa, Nanda non mollare’ e Nanda mi ha dimostrato di esserlo, non ha mai pensato di mollare. Ho incoraggiato durante il percorso molte persone, soprattutto i ‘nonnini’, quanta stima per loro.”
Ho visto Nanda correre e camminare in buona compagnia, ma la gara di 100km è soprattutto una gara individuale e personale è difficile partire e arrivare insieme, può capitare che si hanno ritmi ed esigenze diverse e ci si perde durante il lungo percorso, ma la solitudine alla fine rinforza il carattere e sviluppa resilienza, la prossima volta si è più sicuri e coraggiosi.
Ho visto Nanda correre e camminare in buona compagnia, ma la gara di 100km è soprattutto una gara individuale e personale è difficile partire e arrivare insieme, può capitare che si hanno ritmi ed esigenze diverse e ci si perde durante il lungo percorso, ma la solitudine alla fine rinforza il carattere e sviluppa resilienza, la prossima volta si è più sicuri e coraggiosi.
Cosa hai scoperto? “L'unico inconveniente di questo viaggio è
che essendo io una ‘chiacchierona’ ogni qual volta cercavo di parlare con i
podisti, non mi rispondevano oppure brevi risposte, giustamente cercavano di
risparmiare energia o erano troppo concentrati. Se fossi stata più veloce
l'avrei potuta fare con te Matteo e potevamo parlare!”
La gara di 100km del Passatore per alcuni
è una gara mistica da interpretare in silenzio e con intimità con se stessi,
comunque fa sempre piacere scambiare se non lunghi discorsi almeno cenni o
parole di incoraggiamento o stima.
Ho incontrato Nanda al Cross Trofeo Città di
Nettuno dove oltre a presentare in modo informale il mio libro “lo sport delle
donne” ho avuto l’opportunità di far conoscere anche la mia ultima opera
inerente l’ultramaratona dal titolo “Maratoneti e ultrarunner” e in tale
occasione ho stretto un patto con Nanda di correre la Nove Colli Running di 202,4km l’anno prossimo.
A chi dedichi questo arrivo? “Dedico
il mio Passatore alla mia mamma che nei mesi precedenti ha corso per me nei
supermercati, nelle lavanderie, alle poste, mi ha sostituito brillantemente in
molte cose.”
Bella la dedica alla mamma sensibile alle
esigenze della figlia.
Cosa ti è
rimasto? “Di questo Passatore mi
resta il desiderio di volerlo rifare l'anno prossimo: troppo bello!”
Vero, il passatore è un bel viaggio che si
vuol sempre ripetere.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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