La mia passione Trail mi fa sentire bene a prescindere
risultato
Matteo SIMONE
Una volta scoperta una passione che fa star bene, fa sperimentare buone sensazioni e benessere psicofisico ed emotivo, si cerca di dedicarsi sempre di più e meglio cercando di alzare l’asticella dei chilometri e delle difficoltà scegliendo di partecipare a gare sempre più impegnative e sfidanti ma non impossibili.
Di seguito Vittoria racconta la sua
esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?
“No, campionessa mai, contenta della mia
prestazione sprizzando di felicità da fare capriole in alcune gare …tipo
maratona di Padova, Milano e tante altre. Ora c'è la mia passione Trail che mi
fa sentire bene a prescindere risultato.”
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle? “La maratona di Padova
dove ho fatto il personale e mi sentivo un leone giocando e ridendo per tutta
la maratona.”
Fare bene una maratona fa star bene per il solo fatto di averla portata a termine dopo tanti dubbi e allenamenti, anche il trail procura benefici perché si tratta di corse su sentieri che fanno apprezzare l’ambiente circostante nonostante la fatica.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a correre che avevo 28 anni giusto per dimagrire, sul mio cammino ho incontrato due bellissime persone Rosa Mastromauro e Piero De Palma, docenti di educazione fisica. Mi hanno creato direi, dall'abbigliamento all'allenamento, ero fuori da questo mondo completamente. Allenamenti intensivi ripetute brevi, lunghe, medi, ecc.”
Ritengo fortunati coloro che riescono a
passare dalla fase del pensiero alla fase dell’azione, dalla cosiddetta fase
contemplativa dove sono consapevoli che vogliono fare qualcosa per star meglio
alla fase dell’azione dove iniziano un percorso di cambiamento.
La tua gara più difficile?
“La mia gara più difficile è stata la
maratona di Bari. Forte dolore alla schiena e volevo arrivare al traguardo. Sofferenza
tanta.”
Dopo la fase dell’azione è importante
restare nella fase del mantenimento, dove la persona continua a restare nell’azione
notando i benefici che ne riceve e con l’aiuto di persone di riferimento riesce
a progredire nel percorso di crescita personale e sportiva cercando di
partecipare a gare sempre più impegnative ma con più preparazione e sapendo
gestire meglio le crisi o eventuali difficoltà lungo il percorso.
Quale tua esperienza ti può dare
la convinzione di potercela fare? “L'esperienza
che mi dato la convinzione che ce la potevo fare è il trail Nazionale di
Falterona in Toscana. Nella prima parte ero messa male rispetto alle altre
atlete, dopo il 25° km mi sono accorta che iniziava in quel momento la mia gara,
potevo farcela e così è stato.”
Nello sport si apprendere a gestire le gare
e a comprendere cosa si può fare in ogni fase della gara in base a come ci si
sente e alla propria preparazione, l’atleta sa se può accelerare o conviene
stare tranquilli, sa quanto vale e conta molto la fiducia in sé per cercare
sempre di osare e fare del proprio meglio.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Mi piace molto giocare. Divertente è
stato al trail di Gravina, cadere di faccia nel fango e diventare africana con
tutti che ridevano.”
Lo sport va preso all’inizio a piccole
dose e gradualmente e poi si può incrementare il chilometraggio e la difficoltà
con la consapevolezza che comunque si tratta di una prova da affrontare e
meglio se si ha un approccio gioioso con la voglia di scoprire se stessi nella
difficoltà e nella condivisione dell’esperienza.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in
gara, post-gara? “Prima della gara
tensione che scarichi durante la gara. Il Post gara è meraviglioso, cmq vada
sei felice perché hai sfogato le tue emozioni su quella gara.”
Lo sport non è solo fatica ma anche un
raccolto di sensazioni ed emozioni a fine gare comunque sia andata, per aver
messo l’organismo a dura prova e attraversato momenti diversi che possono
andare dallo sconforto alla gioia del fine gara.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo
sport? “I rischi sono tanti almeno
nei trail. Ho fatto 4 o 5 cadute bruttissime, fortunatamente tutto bene. Le
difficoltà dipendono dal percorso, più sali più vai in affaticamento, crampi,
ecc.”
Quali condizioni che
ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “A parte la maratona di Bari ho sofferto di tendinite, ho dovuto
lasciare le gare e stare 4 mesi ferma.”
Attraverso lo sport si apprende a
conoscersi meglio, a superare situazioni varie, a sviluppare la resilienza
rialzandosi sempre da situazioni dolorose e spiacevoli e tornado a essere
pronti per nuove esperienze.
Cosa ti fa
continuare a fare sport? “Non saprei
farne a meno, per me è una valvola di scarico.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ho superato l'infortunio o crisi stando a
riposo, è l'unica cura più efficace, naturalmente ho fatto terapie, onde
d'urto, laser e ginnastica; inutile dire che stavo male.”
C’è sempre almeno un rimedio a tutto, soprattutto
quando si tratta di fare uno sport che prevede un equilibrio tra allenamenti,
alimentazione, attrezzature, gestione del tempo. Importante focalizzarsi sul
problema e organizzarsi per porvi il giusto rimedio avvalendosi di amici più
esperti, professionisti, strutture.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Riuscire a trascinare i giovani è una mia
quasi missione ma non è facile. Ragazzi venite vi aspettiamo.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Sono contenti o meglio mi lasciano fare.”
La pratica dello sport è molto educativa
per i ragazzi e procura benessere soprattutto per gli adulti che si dedicano
per smaltire stress e calorie in eccesso, senza per forza primeggiare, ognuno
con i suoi tempi e modalità.
C’è stato
il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Mai fatto uso di queste porcherie, un messaggio
ai giovani è di non usare queste sostanze che fanno male alla salute e si
rischia multa.”
Cosa hai scoperto di
te stessa nel praticare attività fisica? “Ho scoperto che sono una buona combattente anche nella vita quotidiana.”
La pratica dello sport mette in situazioni
dove bisogna andare avanti con coraggio e forza di volontà scoprendo che se si
vuole si può fare e ciò poi viene trasferito anche nella vita quotidiana,
affrontando e varie vicissitudini con più sicurezza e determinazione.
Hai mai pensato per infortuni o altro di
smettere di essere atleta? “Mi capita
di pensare a questo ma subito caccio via questi pensieri. Le gare posso anche
non farle più ma la corsetta la voglio fare sempre se Dio vuole.”
L’atleta può avere nella sua mente
pensieri e dubbi che possono remare contro, i cosiddetti sabotatori interni ed
è importante in questi casi far leva con eventuali aiutatori interni per non
farsi prendere dallo sconforto, per continuare a crederci e fidarsi delle
proprie capacità di riuscita.
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali
fasi? “Si, ritengo che sia una figura
che è importante anche per un supporto per l'atleta che magari non accetta
sconfitte o per infortuni che spesso provocano crisi nell'atleta o altro. Lo
psicologo è cmq una persona con cui puoi esprimere le tue emozioni, si si sono
d'accordo.”
Nella mente degli atleti ci sono sempre
programmi e piani per allenarsi, per partecipare a gruppi di allenamento o gare
sfiziose e sfidanti.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “I miei prossimi obiettivi sono gare trail
sempre con distanze più lunghe. Il sogno realizzato è stato vincere l'anno
scorso campionato Italiano Trail di categoria, vincere il Puglia Trail, arrivare
2^ al trofeo Ulivi. Sono soddisfatta
anche perché ormai l'età avanza e i ritmi diminuiscono.”
Matteo SIMONE
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