sabato 8 giugno 2019

Daniele Cesconetto: Cercare i miei limiti e provare sempre l'emozione del viaggio

Mi definisco un grande appassionata di corsa a 360 gradi, come uno stile di vita

Daniele Cesconetto è un ultramaratoneta a cui piace faticare da solo ed in compagnia, sa essere competitivo e portare a termine gare estreme nello stesso anno come la gara del Monte Bianco, la nove colli running di 202 km e la Spartathlon gara podistica di 247 km.
Ma la cosa bella è che si diverte faticando e fa divertire anche gli altri, si diverte a contribuire anche ad altri a compiere imprese come è il caso di Albertini Marco.
Mi è capitato di vedere un atleta in carrozzina che veniva spinto da un paio di atleti su un percorso di salita durissimo per 50 chilometri da Pistoia all’Abetone, salivano e correvano come un treno, ed io affannavo piano piano un passo alla volta per portarmi avanti fin su al traguardo, ecco cosa ne pensa Marco Albertini: “Grazie ai miei spingitori ho potuto partecipare a: 3 Pistoia-Abetone, 2 Trasimeno e 1 Passatore, finora.”
Per Daniele l’ultramaratona diventa uno stile di vita, una necessità primaria e quotidiana come il mangiare e bere: “Mi definisco un grande appassionata di corsa a 360 gradi, come uno stile di vita. Un po' come mangiare e bere. Direi una sana abitudine quotidiana.”
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Significa mettersi in gioco, provare emozioni nuove e intendere l'ultramaratona come un viaggio dentro a se stessi e non come una gara. A me le classifiche non interessano minimamente.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?Ho affrettato i tempi fin dall'inizio. Dopo pochi mesi che correvo, nel lontano 1999, ho corso la prima maratona. Dopo 15 giorni un'altra maratona ... e poi un'altra ancora. In pochi mesi ne corsi 5. La stagione successiva ero all'arrivo del Passatore ... e il gioco era fatto.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Spingermi un po' più in là. Cercare i miei limiti e provare sempre l'emozione del viaggio. Perchè non è la meta che conta ma il viaggio per raggiungerla.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?No. Finchè il fisico me lo permette non ci penso nemmeno. Vorrei correre fino all'ultimo dei miei giorni. Vedremo strada facendo cosa succede.
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta?Fortunatamente no. La buona sorte mi ha sempre graziato e evitato problemi seri.”
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?Nell'ultramaratona sono le motivazioni a fare la differenza. Soprattutto tra uno che arriva e uno che si ritira.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?E' una delle regole del gioco. A Ciserano (Bergamo) nel 2002 durante una 24h, dopo 20 ore di pioggia e 209 km percorsi, sono svenuto. Quel giorno il limite lo avevo oltrepassato. Altre volte ci sono andato vicino, come alla Spartathlon e alla Nove Colli Running.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?Da quel poco che sono riuscito a capire di questo mondo, secondo me ci vuole tanto spirito di sacrificio e una buona dose di follia. E tanta tanta passione.
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? Sicuramente la Spartathon senza ombra di dubbio.”
Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?Le gare oltre i 200 km. Dopo tanti anni di fatica, il mio limite della ‘sofferenza’ si è di molto abbassato e non mi diverto più come un tempo quindi mi ‘accontento’ di distanze più umane.”
C’è una gara estremi che non faresti mai?Mai dire mai nella vita.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?Il fatto che ancora mi diverto a fare fatica. Se un giorno non sentirò più questo brivido è ora di smettere.”
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme?I miei familiari ormai si sono abituati e non si sorprendono più di niente. Gli amici anche. Anzi sono orgoglioso di essere da traino per chi vuole provare e mettersi in gioco su queste distanze.”
Che significa per te partecipare ad una gara estrema?Vuol dire divertirsi in maniera alternativa rispetto a chi non ha mai provato a fare queste corse.”
Ti va di raccontare un aneddoto?Potrei fare un libro di aneddoti. In gare della durata di 30 ore o di 6 giorni succedono talmente tante cose che non saprei da dove iniziare.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?Ho fatto delle cose che quando ero piccolo neppure immaginavo minimamente di poterci riuscire.”
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa?Da quando corro la mia vita lavorativa e famigliare si è organizzata in maniera tale da riuscire a fare almeno 1h di corsa ogni giorno. Tutto gira intorno a quel paio di Asics che mi aspetta fuori dalla porta.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Farei tutto quello che ho fatto e ancora di più.”
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?Non uso nessun integratore. Non concepisco la chimica nello sport ne tanto meno l'uso degli antidolorifici per riuscire a terminare una gara. Se il dolore è insopportabile preferisco ritirarmi e andarmene a casa con la testa alta piuttosto che imbottirmi di farmaci e ‘rubare’ un posto in classifica. Ma pochi la pensano come il sottoscritto. Il mondo è bello perché è vario.”
Ai fini del certificato per attività agonistica fai indagini più accurate? Non faccio altre indagini se il medico sportivo non me lo prescrive.”
Qualcuno ti ha consigliato di ridurre la tua attività sportiva? Per il momento no.”
Hai un sogno nel cassetto?Sogni? Avere la fortuna di essere in salute sia la mia che dei miei cari e una vita tranquilla. Il resto sono solo numeri.”

Daniele è menzionato più volte nel mio libro “Ultramaratoneti e gare estreme” edito da Prospettiva Editrice.
Un’intervista a Daniele è riportata nel mio nuovo libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta

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