Matteo Simone
Francesco Cesare e Lara la Pera hanno vinto la prova più lunga, 50km con 2.200 metri di dislivello, del Pantelleria Trail 2019.
Completano il podio maschile Gianluca Verza
e Diego Luigi Leonello Trabucchi mentre il podio femminile è completato da Marta
Cereda e Antonella Di Carlo.
L’evento è stato organizzato dall’ASD
Ecotrail Sicilia in collaborazione con Pantelleria Outdoor e col patrocinio del
Comune di Pantelleria. Di seguito approfondiamo la conoscenza di Francesco e
Lara attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Cesare:
“Per più di vent'anni ho giocato a calcio
arrivando fino alla serie c2 oltre a diverse esperienze nei settori giovanili
professionistici. Poi per bisogno di agonismo sono passato alla corsa e oggi, posso
dire di essere diventato un riferimento nel mondo del trail e dell'ultratrail
soprattutto nella mia amata Sicilia.”
Lara: “Ho
iniziato a fare sport a livello agonistico a 12 anni, ne ho 41 e non ho ancora
smesso. Ho iniziato con la pallanuoto, poi nuoto in acque libere e a 30 anni
sono passata dall’acqua alla terra ferma, dedicandomi esclusivamente alla
corsa. Ho iniziato subito a correre maratone con risultati soddisfacenti, poi
mi sono dedicata alla corsa in natura (trail) su lunghe distanze.”
Una volta scoperta la passione ci si
innamora di quello che piace e diventa un mondo tutto da vivere come può essere
il mondo della corsa o dell’ultratrail
a contatto con la natura.
Una tua
esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare?
Lara: “Sono
nata e cresciuta in Sicilia, ho sempre vissuto sul mare, da bambina i miei
genitori mi portavano sempre e solo in vacanza al mare, la montagna non la
prendevano nemmeno in considerazione. Adesso in età adulta ho affrontato corse
su montagne difficili come il Monte Bianco o le Dolomiti, percorsi over 100km
completamente sola di giorno e di notte…raggiungendo sempre il traguardo. Per
noi ‘Gente di mare’ che ci alleniamo su colline alte 500/600m non è una cosa
scontata.”
Cesare:
“Quando corri un ultratrail e ti ritrovi
quasi a svenire dopo 10/12/14h di corsa continua e comunque nonostante tutto
non ti fermi e continui trovando risorse mentali che ti aiutano a superare le
peggiori crisi del tuo fisico ti rendi conto che nella vita non c'è nulla che
non può essere superato. Affronti poi il quotidiano con uno spirito e un
approccio differente, totalmente positivo.”
La passione ti fa andare avanti
nonostante la fatica, tutto diventa possibile, fattibile, raggiungibile, se ce
la fanno gli altri è possibile, basta impegnarsi, allenarsi comprendere come si
può fare, metterci fisico, testa e cuore. Più dura è la lotta, più grande è il trionfo,
questo sembra essere il motto di Lara e Francesco nello sport e nella vita.
Sembrano essere molto resilienti, decisi, determinati, sanno quello che vogliono
e come ottenerlo.
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Cesare:
“Una delle cose più divertenti è stato
all’Ultra trail del Lago d'Orta nel 2015 quando correndo insieme a un amico ci
siamo resi conto dopo 4 km di essere usciti fuori percorso accumulando in totale
8km in piu' sui 90 previsti.”
Lara: “Mi
diverto molto quando sulle lunghe distanze dopo metà gara…da lontano avvisto
mio marito e lo raggiungo. Lui è più veloce di me, ma io sono più resistente e
sulle lunghe distanze ha la meglio chi va piano e resiste.”
Lara: “Corro tutti i giorni innanzitutto per me stessa, poi per
raggiungere determinate prestazioni sportive. Correre mi dà un senso di
benessere mentale e fisico aldilà dell’agonismo che comunque ha sempre avuto un
aspetto importante per me nella pratica dello sport.”
Cesare:
“Gioia, felicità, libertà, piacere,
sofferenza, dolore, crisi, resilienza.”
A cosa devi fare
attenzione nella pratica del tuo sport?
Lara: “La corsa
in natura ed in particolare in montagna è soprattutto rispetto assoluto della
natura che comunque vince sempre. Quindi bisogna rispettare determinate norme
di sicurezza e valutare sempre le proprie condizioni fisiche prima di
imbattersi in corse di 50/100km che ti portano spesso oltre i 2500m di
altitudine. Personalmente sto molto attenta in montagna alle discese, quelle
troppo tecniche e ripide mi fanno un po’ paura quindi penso prima alla mia
sicurezza e poi all’avversario che mi insegue.”
Cesare:
“Bisogna saper ascoltare sempre il
proprio corpo e restare concentrati ogni singolo passo nelle gare di trail.”
Con gare di endurance non si scherza, la
fatica è tanta e prolungata nel tempo, bisogna essere presenti a se stesso ogni
momento, comprendere cosa può essere utile per se stessi per alleviare lo
sforzo e la fatica, per prendersi cura di se nonostante il lungo e duro impegno
di prestazione fisica. Estrema attenzione
e consapevolezza delle proprie capacità e i propri limiti, anche il Re della
100km Giorgio Calcaterra mi disse che lui teme le gare di ultratrail perché in
discesa non vuol rischiare e poi perché c’è sempre il rischio di sbagliare
strada e perdersi.
Come
hai superato eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà?
Lara: “Ho
avuto solo un infortunio nella mia carriera sportiva ed è stato molto lungo. Un
banale strappo muscolare non è stato diagnosticato nel modo giusto e mi ha
costretta a uno stop di 5 mesi…in quel periodo mi sono un po’ depressa perché
non né venivo fuori a causa del medico che non aveva capito assolutamente
nulla. Poi un bravissimo preparatore atletico mi ha tirato fuori da questo
tunnel di incomprensione del problema e mi ha ridato fiducia in me stessa.
Da
allora ho iniziato a studiare molto per cercare di capire quali sono tutti i
processi meccanici e fisiologici a cui il nostro corpo va incontro quando
corriamo. La comprensione del problema e la conoscenza mi hanno dato la serenità
per andare avanti, superare l’infortunio e ripartire. Adesso in generale nello
sport e nella vita se ci sono dei momenti di difficoltà, invece di andare
avanti a oltranza, mi fermo e cerco di capire. Se capisco mi sento padrona
della situazione e riesco a gestirla.”
Cesare:
“Con la testa e la pazienza.”
Quando c’è un problema, una difficoltà, una crisi,
si tratta di fermarsi e organizzarsi, comprendere quello che c’è e capire cosa
fare per poter risolvere con pazienza e cercando aiuto adeguato.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport?
Lara: “La
vita è movimento, non è staticità. La vita è luce, aria, è il cuore che batte,
è avere un obiettivo e lottare per raggiungerlo facendo anche grandi sacrifici.
La vita non è ipnotizzarsi su quei dannati smartphone…quella è una vita finta,
virtuale. Arriveranno a quarant’anni che avranno messo milioni di “mi piace” su
facebook e non sapranno mai cosa sono le emozioni vere.
Quando a 13 anni
giocando una partita di campionato a pallanuoto, ho segnato il mio primo gol ho
provato un’emozione che mi è rimasta appiccicata all’anima e che probabilmente
ha contribuito a fare di me quella che sono oggi. Avevo fatto tanti sacrifici
per guadagnarmi quel posto da titolare ed ero pure riuscita a contribuire alla
vittoria della mia squadra era un motivo per continuare con lo stesso impegno,
anzi di più perché mettere la palla in rete mi piaceva da morire.”
Cesare:
“Lo sport è vita, ti migliora come
singolo individuo e all'interno dei contesti sociali. Ti permette di
approcciare la vita in maniera positiva e ad avere rispetto di tutto e tutti.”
Hai
un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno?
Lara: “Mio
padre che non c’è più da 11 anni, lui mi ha insegnato ad amare il movimento, lo
sport, la competizione.”
Cesare:
“No nessuno in particolare, al massimo
Javier Zanetti.”
Quali
sono i prossimi obiettivi e sogni che hai realizzato e da realizzare?
Lara: “Ho
finito da poco di leggere, anzi di divorare uno dei tuoi libri Ultramaratoneti
e gare estreme. È stato bellissimo conoscere l'anima e il cuore di chi fa
quello che faccio io. Tra pochi giorni correrò una gara veramente estrema,
Etnatrail 90km, che lo scorso anno non ho concluso. Farò tesoro di tutto quello
che ho letto. E’
stato l’unico ritiro della mia vita…che ancora mi brucia. Ma alle volte
ritirarsi è da saggi, andare avanti ad oltranza è da stupidi. Ho appena
realizzato un sogno…la settimana scorsa ho corso la Tuscany Crossing 103Km,
gara che preparavo da mesi e che speravo di chiudere in 12h30’. Ero consapevole
che era un tempo molto ambizioso ma non impossibile. Ho tagliato il traguardo
dopo 12h30’18’’.”
Un’intervista a Lara è riportata nel libro “Cosa spinge le persone a
fare sport”, edito da Aracne.
Unitevi a noi correndo o donando, insieme è molto meglio.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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