martedì 25 giugno 2019

Intervista doppia agli ultrarunner Francesco Cesare e Lara la Pera

Matteo Simone 

Francesco Cesare e Lara la Pera hanno vinto la prova più lunga, 50km con 2.200 metri di dislivello, del Pantelleria Trail 2019. 

Completano il podio maschile Gianluca Verza e Diego Luigi Leonello Trabucchi mentre il podio femminile è completato da Marta Cereda e Antonella Di Carlo.
L’evento è stato organizzato dall’ASD Ecotrail Sicilia in collaborazione con Pantelleria Outdoor e col patrocinio del Comune di Pantelleria. Di seguito approfondiamo la conoscenza di Francesco e Lara attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?
Cesare: “Per più di vent'anni ho giocato a calcio arrivando fino alla serie c2 oltre a diverse esperienze nei settori giovanili professionistici. Poi per bisogno di agonismo sono passato alla corsa e oggi, posso dire di essere diventato un riferimento nel mondo del trail e dell'ultratrail soprattutto nella mia amata Sicilia.
Lara: “Ho iniziato a fare sport a livello agonistico a 12 anni, ne ho 41 e non ho ancora smesso. Ho iniziato con la pallanuoto, poi nuoto in acque libere e a 30 anni sono passata dall’acqua alla terra ferma, dedicandomi esclusivamente alla corsa. Ho iniziato subito a correre maratone con risultati soddisfacenti, poi mi sono dedicata alla corsa in natura (trail) su lunghe distanze.”

Una volta scoperta la passione ci si innamora di quello che piace e diventa un mondo tutto da vivere come può essere il mondo della corsa o dell’ultratrail a contatto con la natura.
Una tua esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare?
Lara: “Sono nata e cresciuta in Sicilia, ho sempre vissuto sul mare, da bambina i miei genitori mi portavano sempre e solo in vacanza al mare, la montagna non la prendevano nemmeno in considerazione. Adesso in età adulta ho affrontato corse su montagne difficili come il Monte Bianco o le Dolomiti, percorsi over 100km completamente sola di giorno e di notte…raggiungendo sempre il traguardo. Per noi ‘Gente di mare’ che ci alleniamo su colline alte 500/600m non è una cosa scontata.”
Cesare: “Quando corri un ultratrail e ti ritrovi quasi a svenire dopo 10/12/14h di corsa continua e comunque nonostante tutto non ti fermi e continui trovando risorse mentali che ti aiutano a superare le peggiori crisi del tuo fisico ti rendi conto che nella vita non c'è nulla che non può essere superato. Affronti poi il quotidiano con uno spirito e un approccio differente, totalmente positivo.”

La passione ti fa andare avanti nonostante la fatica, tutto diventa possibile, fattibile, raggiungibile, se ce la fanno gli altri è possibile, basta impegnarsi, allenarsi comprendere come si può fare, metterci fisico, testa e cuore.
Più dura è la lotta, più grande è il trionfo, questo sembra essere il motto di Lara e Francesco nello sport e nella vita. Sembrano essere molto resilienti, decisi, determinati, sanno quello che vogliono e come ottenerlo.
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Cesare: “Una delle cose più divertenti è stato all’Ultra trail del Lago d'Orta nel 2015 quando correndo insieme a un amico ci siamo resi conto dopo 4 km di essere usciti fuori percorso accumulando in totale 8km in piu' sui 90 previsti.”
Lara: “Mi diverto molto quando sulle lunghe distanze dopo metà gara…da lontano avvisto mio marito e lo raggiungo. Lui è più veloce di me, ma io sono più resistente e sulle lunghe distanze ha la meglio chi va piano e resiste.”
Quali sensazioni sperimenti nello sport?
Lara:Corro tutti i giorni innanzitutto per me stessa, poi per raggiungere determinate prestazioni sportive. Correre mi dà un senso di benessere mentale e fisico aldilà dell’agonismo che comunque ha sempre avuto un aspetto importante per me nella pratica dello sport.”
Cesare: “Gioia, felicità, libertà, piacere, sofferenza, dolore, crisi, resilienza.”
A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport?
Lara:La corsa in natura ed in particolare in montagna è soprattutto rispetto assoluto della natura che comunque vince sempre. Quindi bisogna rispettare determinate norme di sicurezza e valutare sempre le proprie condizioni fisiche prima di imbattersi in corse di 50/100km che ti portano spesso oltre i 2500m di altitudine. Personalmente sto molto attenta in montagna alle discese, quelle troppo tecniche e ripide mi fanno un po’ paura quindi penso prima alla mia sicurezza e poi all’avversario che mi insegue.”
Cesare
: “Bisogna saper ascoltare sempre il proprio corpo e restare concentrati ogni singolo passo nelle gare di trail.”

Con gare di endurance non si scherza, la fatica è tanta e prolungata nel tempo, bisogna essere presenti a se stesso ogni momento, comprendere cosa può essere utile per se stessi per alleviare lo sforzo e la fatica, per prendersi cura di se nonostante il lungo e duro impegno di prestazione fisica. Estrema attenzione e consapevolezza delle proprie capacità e i propri limiti, anche il Re della 100km Giorgio Calcaterra mi disse che lui teme le gare di ultratrail perché in discesa non vuol rischiare e poi perché c’è sempre il rischio di sbagliare strada e perdersi.
Come hai superato eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà?
Lara:Ho avuto solo un infortunio nella mia carriera sportiva ed è stato molto lungo. Un banale strappo muscolare non è stato diagnosticato nel modo giusto e mi ha costretta a uno stop di 5 mesi…in quel periodo mi sono un po’ depressa perché non né venivo fuori a causa del medico che non aveva capito assolutamente nulla. Poi un bravissimo preparatore atletico mi ha tirato fuori da questo tunnel di incomprensione del problema e mi ha ridato fiducia in me stessa. 
Da allora ho iniziato a studiare molto per cercare di capire quali sono tutti i processi meccanici e fisiologici a cui il nostro corpo va incontro quando corriamo. La comprensione del problema e la conoscenza mi hanno dato la serenità per andare avanti, superare l’infortunio e ripartire. Adesso in generale nello sport e nella vita se ci sono dei momenti di difficoltà, invece di andare avanti a oltranza, mi fermo e cerco di capire. Se capisco mi sento padrona della situazione e riesco a gestirla
.”
Cesare: “Con la testa e la pazienza.”

Quando c’è un problema, una difficoltà, una crisi, si tratta di fermarsi e organizzarsi, comprendere quello che c’è e capire cosa fare per poter risolvere con pazienza e cercando aiuto adeguato.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport?
Lara: “La vita è movimento, non è staticità. La vita è luce, aria, è il cuore che batte, è avere un obiettivo e lottare per raggiungerlo facendo anche grandi sacrifici. La vita non è ipnotizzarsi su quei dannati smartphone…quella è una vita finta, virtuale. Arriveranno a quarant’anni che avranno messo milioni di “mi piace” su facebook e non sapranno mai cosa sono le emozioni vere. 
Quando a 13 anni giocando una partita di campionato a pallanuoto, ho segnato il mio primo gol ho provato un’emozione che mi è rimasta appiccicata all’anima e che probabilmente ha contribuito a fare di me quella che sono oggi. Avevo fatto tanti sacrifici per guadagnarmi quel posto da titolare ed ero pure riuscita a contribuire alla vittoria della mia squadra era un motivo per continuare con lo stesso impegno, anzi di più perché mettere la palla in rete mi piaceva da morire
.”
Cesare: “Lo sport è vita, ti migliora come singolo individuo e all'interno dei contesti sociali. Ti permette di approcciare la vita in maniera positiva e ad avere rispetto di tutto e tutti.”
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno?
Lara:Mio padre che non c’è più da 11 anni, lui mi ha insegnato ad amare il movimento, lo sport, la competizione.”
Cesare: “No nessuno in particolare, al massimo Javier Zanetti.”
Quali sono i prossimi obiettivi e sogni che hai realizzato e da realizzare?
Cesare: “Riuscire ad entrare nel giro di qualche anno tra i professionisti nell'ultratrail.”
Lara: “Ho finito da poco di leggere, anzi di divorare uno dei tuoi libri Ultramaratoneti e gare estreme. È stato bellissimo conoscere l'anima e il cuore di chi fa quello che faccio io. Tra pochi giorni correrò una gara veramente estrema, Etnatrail 90km, che lo scorso anno non ho concluso. Farò tesoro di tutto quello che ho letto. E’ stato l’unico ritiro della mia vita…che ancora mi brucia. Ma alle volte ritirarsi è da saggi, andare avanti ad oltranza è da stupidi. Ho appena realizzato un sogno…la settimana scorsa ho corso la Tuscany Crossing 103Km, gara che preparavo da mesi e che speravo di chiudere in 12h30’. Ero consapevole che era un tempo molto ambizioso ma non impossibile. Ho tagliato il traguardo dopo 12h30’18’’.”

Un’intervista a Lara è riportata nel libro “Cosa spinge le persone a fare sport”, edito da Aracne.

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