giovedì 6 giugno 2019

Luca Cagnati convocato per i Campionati Mondiali di Trail 2019

Quante gare o anche stagioni ho buttato a causa della testa e non delle gambe

Sono programma a Miranda do Corvo (Portogallo) il prossimo 8 Giugno i Campionati Mondiali di Trail e l’Italia partecipa con 12 azzurri, 6 donne:

Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia, e 6 uomini: Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer.
Tra i convocati Luca Cagnati, tesserato FIDAL con l’Atl. Valli Bergamesche Leffe e che il prossimo 8 Giugno festeggerà il suo 29° compleanno indossando la maglia azzurra per rappresentare l’Italia ai Mondiali di Trail.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Luca attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a 7 anni a gareggiare nello sci e nella corsa, ed ora sono ancora qua che gareggio. Il mio percorso è venuto da se, per passione e divertimento. Quando non mi divertirò più smetterò.” 
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Fare sport (qualsiasi) è la migliore palestra di vita per crescere anche nella vita, non si può vivere e crescere solo di smartphone e social network, quando non c’erano era meglio, penso si apprezzassero di più le cose semplici. Ora la nostra vita è una vita virtuale. Non sarebbe male tornare indietro di 20 anni.”

Lo sport non è tutto nella vita ma può diventare una fetta importante, una componente importante che a volte fa da trampolino nella vita, dà le basi e le fondamenta per vivere meglio la quotidianità e anche la difficoltà soprattutto se si tratta di sport di endurance o comunque complessi dove bisogna mettere in campo non solo qualità fisiche ma anche mentali e di management di se stessi e dell’ambiente circostante, una vera e propria scuola di addestramento alla vita e a superare imprevisti, crisi, difficoltà.
Nello sport quali fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere o performance?I fattori principali son stati i risultati, e le amicizie che ho trovato nell’ambiente sportivo.”

La passione diventa un buon motore per far sport, un buon punto di partenza, poi si può sperimentare altro come il contatto con l’aria aperta e con la natura a volte unica e incontaminata; poi se si scopre di valere, di essere competitivo, di primeggiare, il resto viene da solo e basta curare un po’ di più gli aspetti utili a migliorare la performance e continuare a dedicarsi con passione, intenzione, dedizione.
Quali meccanismi psicologici ritieni abbiano contribuito nello sport al benessere o performance?Sicuramente la determinazione nell’essere costante negli allenamenti, ma ci sono anche dei meccanismi che ti bloccano o impediscono di fare quello che vorresti come la tensione per i risultati o i periodi no.” 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)? Nel pregara sempre tensione, tanta. In gara sensazioni sempre diverse: ‘oggi sto bene’, ‘oggi non vado avanti’, ‘adesso mi fermo’, nel post gara quasi sempre consapevole di aver potuto dar di più. È difficile che sia veramente soddisfatto dopo una gara.

Bella e importante testimonianza da parte di Luca, per far capire che ognuno vive lo sport a modo suo, con le sue tensioni e preoccupazioni, con le sue soddisfazioni e insoddisfazioni, dagli ultimi ai primi, siamo tutti sullo stesso treno dello sport.
Qual è stata la gara dove hai sperimentato le emozioni più belle?Ce ne sono tante, non necessariamente una vittoria, solitamente quelle in cui c'è stato il tifo più forte o l’atmosfera più bella.” 
La tua gara più difficile? Più di una, quelle in cui non riesci a dare quello che vorresti.”

Ognuno si impegna, fa un percorso, si mette in gioco, si testa in allenamento e in gara, poi certo vincitori sono pochi e lì c’è di mezzo prima di tutto il talento e poi gli altri aspetti che costruiscono la performance e da non sottovalutare l’aspetto mentale che stabilizza la persona soprattutto in gara, che ti rende consapevole di quello che stai facendo e come far meglio e superare soprattutto i blocchi mentali che ti vogliono ostacolare o eventuali sabotatori mentali che ti remano contro.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? Nella mia prima gara a 7 anni in partenza caddi e mi ruppi un braccio, ripartii e arrivai comunque sesto. La settimana dopo con il braccio ingessato arrivai sul podio.
Un’esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare nello sport o nella vita?Le esperienze in cui arriva un risultato inaspettato, ti danno la consapevolezza che puoi raggiungere quello che vuoi.”

Vero, molti preferiscono la vita comoda e ricca di confort, preferiscono non rischiare di sporcarsi, di sudare, di cadere, molti non si vogliono esporre, non vogliono rischiare di mettersi in gioco, di fallire, di sbagliare, di perdere.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Nel mio caso no, non ho mai fatto uso di sostanze proibite, né mi hanno mai proposto di farlo ma chi dice che in certi sport ‘minori’ non esiste il doping è un ipocrita secondo me, il fenomeno del doping c'è in tutti gli sport, dal primo all'ultimo, in tutte le categorie di atleti, dall'amatore al professionista. Il mio messaggio per sconsigliare il doping è: doparsi fa male alla salute, perché è come drogarsi, ma soprattutto sei un perdente, un imbroglione, uno scorretto.” 
Quali sono le difficolta e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Le difficoltà e i rischi sono tanti. Dal rischio di infortuni alla difficoltà nell’allenarsi in certe condizioni metereologiche. Bisogna stare attenti a mille fattori che possono far la differenza come l’alimentazione e il recupero, oppure il rischio di overtraining.”

Purtroppo c’è sempre qualcuno che confonde lo sport con potere e soldi, o qualcuno che può avere una personalità fragile e cascare nell’illusione che il doping possa essere un aiutino a costo zero dal punto di vista del benessere fisico e mentale, chi ci casca poi conosce il prezzo che ha pagato in termini di salute e di visibilità oscurata dalla sua condotta disdicevole: 
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?I miei famigliari mi hanno sempre incentivato e seguito nel mio sport, cosi come i miei amici, anche se tante volte mi fanno notare che dal mio sport ho anche preso delle ‘fregature’, che se avessi preso altre strade sportive la mia vita sarebbe stata più facile, e questo a volte lo penso anch’io con qualche rimpianto.”

La vita non è facile per nessuno, non è lineare, non è scontate bisogna assumersi dei rischi e delle responsabilità, bisogna avere delle intenzioni, passioni, prendere decisioni e scegliendo fare delle rinunce, nello sport come nella vita dalla scelte scolastiche a quelle lavorative a quelle familiari.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?Ho scoperto che le mie performance dipendono quasi sempre dal mio stato emotivo e non da quello fisico. Quante gare o anche stagioni ho buttato a causa della testa e non delle gambe.

E questo è vero, si può fare tutto il dovuto, tutti i compiti a casa, tutta la preparazione utile, importante e indispensabile di questo mondo ma poi in gara entrano in gioco tanti altri aspetti e incognite, non gareggia solo la parte fisica, ma anche quella mentale, emotiva, affettiva, tante sensazioni ed emozioni che combattono tra di loro che cerca di comunicare e di darsi spazio l’uno con l’altro trovando ogni volta il giusto accordo e cercando di fare il massimo per venirne fuori nel miglio modo possibile.
Riesci ad immaginare una vita senza sport? Riesco a immaginare una vita senza competizioni, ma senza praticare sport, quello no.” 
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Le condizioni in cui ho fatte brutte performance son quelle in cui avevo carenza di ferro. Condizioni ambientali nessuna, le condizioni sono sempre le stesse per tutti in gara. Si gareggia contro gli altri o contro te stesso ma mai contro il meteo.”

L’esperienza aiuta a sviluppare consapevolezza, a conoscersi sempre di più, ad accettare se stessi anche se non totalmente; momento per momento valutare cosa è meglio per se stessi e per il proprio team.
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?Certo, più di una volta e sempre per i miei stati emotivi, ma alla fine non ho mai mollato.” 
Se potessi tornare indietro cosa faresti o cosa faresti?Tornassi indietro punterei di più nello sci nordico e non nell' atletica perché forse ora sarei professionista. Però se non avessi fatto atletica non avrei conosciuto la mia attuale ragazza, quindi non è stata proprio una sconfitta la mia.”

Questa è una bella e coraggiosa dichiarazione, c’è sempre un rovescio della medaglia, da una parte c’è il professionismo dall’altra c’è l’amore per qualcosa, a volte vince il romanticismo a volte vince la performance, entrambe non guastano.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Penso che la psicologia nello sport sia importante nei casi come il mio, dove lo stato emotivo a volte non ti permette di raggiungere i risultati voluti. Parlare con una persona che può aiutarti a migliorare penso sia una cosa valida e da fare.”

A volte c’è necessità di mettere un po’ di cose a posto, di organizzarsi, sistemare pensieri, sensazioni ed emozioni, provare ad ascoltare tutto, a dare il giusto valore a tutto, ma gestendoli nei momenti opportuni e con la calma e l’attenzione necessaria, attraverso metodi e tecniche che possono essere di attivazione ottimale, di focalizzazione e attenzione per esempio.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?Il prossimo obiettivo è quello di fare il lavoro che voglio, il vigile del fuoco come mio papà, ed è anche il mio sogno per ora, spero anzi devo realizzarlo.  I sogni realizzati fan parte del passato quindi adesso bisogna guardare avanti e pensare a quello che verrà.”

Uno sguardo al presente, uno al passato e uno al futuro sarebbe l’ottimale, i sogni realizzati restano come base e fondamenta di una personalità che ha dimostrato di essere valido e capace; esperienze di successo, benessere e competenza dimostrata aiutano a sentirsi più sicuri e fiduciosi, incrementano l’autoefficacia nel dedicarsi ad altre mete e obiettivi sia nello sport che in ambito lavorativo o relazionale.
Cosa ti fa continuare a fare sport?Fare sport mi piace e mi fa stare bene. Se non mi alleno per un po’ di tempo, sento che mi manca qualcosa. Le gare sono un‘altra cosa, non lo considero un bisogno primario.” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Con la determinazione di non mollare. Crisi, momenti difficili o infortuni, fanno parte della vita di tutti gli atleti, prima o poi capitano a tutti.”

Interviste a Luca sono riportate nei libri: 

Sogni olimpici Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione di: Sonia De Leonardis.  

https://www.aracneeditrice.eu/it/pubblicazioni/sogni-olimpici-matteo-simone-9791259943088.html   

Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura.

https://www.mondadoristore.it/Correre-mente-Perche-Matteo-Simone/eai978883356330/ 


Matteo SIMONE - 21163@tiscali.it

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html

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