Il 25 aprile sarò alla 50km di
Romagna e il 12 maggio alla 50km del Mar Morto
Matteo SIMONE
Domenica 19 marzo 2023, si è corsa la Maratona di Roma e Adriano Leidi, carissimo amico della Podistica Solidarietà si è classificato 1° categoria M80 in 4h38’07”, precedendo Vito Carignani 6h06’36” e il carissimo amico Domenico Anzini (ASD Magic Runners Tagliacozzo) 6h09’11”, uno dei “Senatori” che ha corso tutte le edizioni della maratona di Roma.
Di seguito le parole di Adriano Leidi, conosciuto qualche anno fa alla
transumanza podistica Anzio Jenne e incontrato di recente in diverse gare quali
“La Natalina” a Monterotondo, la maratona della Maga Circe, Talenti Run.
Prossima
gara? Il 25 aprile
sarò a fare la 50km di Romagna e il 12 maggio la 50km del Mar Morto in Giordania
vieni anche tu?
Instancabile Adriano all’età di 82 anni,
una settimana dopo la maratona di Roma corre anche la Talenti Run 10km e alla
partenza aveva preventivato di impiegarci 56’, e l’ha terminata in 55’15”,
primo della sua categoria M80.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta? Intorno ai 50 anni portavo i mei due figli al Centro di
Atletica "Tre Fontane" e mentre stavo a guardare i loro allenamenti,
vedevo diverse persone, anche anziane, che correvano. A un certo punto mi è
venuta voglia di corricchiare per non stare sempre fermo. Per cui salivo sul
boschetto dietro la "Madonna delle 3 fontane" e mi muovevo. Dopo
qualche giorno mi sono permesso di entrare nella pista e mia figlia si è
avvicinata e mi ha detto: Vai a correre al boschetto, perché non ti si può
vedere come corri. Così ho migliorato il movimento e il 15 marzo 1992, mi è
capitata l'occasione di fare la prima corsa, la "Roma Ostia" in 1h47'06,
sostituendo un certo Tulli che non poteva partecipare causa lavoro.
In
una precedente esperienza di Transumanza da Anzio a Jenne, Adriano raccontava
di aver iniziato a correre all’età di 50 anni. Doveva accompagnare i suoi due
figli per gli allenamenti allo stadio delle tre fontane e così ha iniziato
anche lui a correre e non si è più fermato, conseguendo primati importanti
soprattutto in gare di lunga distanza come la 100km con un personale di
8h45’54” (all’età di 60 anni) il 22 settembre 2001 alla Lupatotissima, capace
ancora di fare maratone di poco sopra le 4 ore e ultramaratone come le 50km in
circa 6 ore.
In
effetti, il 22 settembre 2001, Adriano si è classificato al 5° posto alla
"7^ Lupatotissima 100 km su strada” in 8h45’54”, la gara è stata vinta da
Salvatore Naccari in 7h54’12”, precedendo Eraldo Loi 8h26’37” e Daniele Camoni
8h32’30”.
La
gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? La gara dove ho sperimentato le
emozioni più belle è stata la “100km dei Faraoni”, svoltasi in Egitto con
partenza “Oasi del Fayun” e arrivo davanti all’unica piramide a gradoni del
Faraone Djoser. La bellezza dell’itinerario in mezzo al deserto, poi mi sono
dovuto fermare, attraversando un villaggio, per il passaggio di un breve
funerale e la visione di alcune piccole piramidi, insomma mi sembrava di essere
calato a 4000 anni fa e con questo ho potuto vedere e godere la storia
dell’Egitto visitando piramidi e la storia e il museo del Cairo.
Il
28 novembre 2003, Adriano si classifica al 4° posto 10h07’22” (all’età di 62
anni) alla “3rd 100 km Pharaonic Race (EGY)”, vinta in 8h34’10” dall’egiziano
Dehaise Mahmoud, che ha preceduto il tedesco Oliver Lechtenfeld 9h29’41” e il
britannico Howard White 9h58’17”.
Cosa
pensano familiari e amici del tuo sport? Di questa e di altre gare fatte in altre nazioni, i miei
familiari e amici mi guardano con una certa ammirazione e mi chiedono sempre
qual è la prossima gara e di quanti km è fatta.
Adriano
sembra essere una grande viaggiatore ed esploratore prima di tutto di se stesso
e poi di mondi, popoli e culture spostandosi con il camper e la sua famiglia in
giro per il mondo.
Hai
sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? Sì, perché la mia gara più lunga è
stata di 150km da Castiglion Fiorentino a Cesena, chiamata “TransAppenCup”,
passando il valico di Montecoronaro che ricorda la zona dove nasce il Tevere,
ma è stata anche una gara di sofferenza perché non assistita. Ricordo che
intorno al 100° km, era notte, mi ha fermato la polizia chiedendomi dove
andavo.
Lo
sport di endurance come le ultramaratone prevede una grande preparazione fisica
e mentale ma anche delle avventure e aneddoti bizzarri in quanto si tratta di
gare considerate estreme e fuori la normale quotidianità, non considerate da
atleti e nemmeno da passanti o forze di polizia.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara? A parte qualche gara, praticamente
l’unica quella citata di 150km, le sensazioni provate sono sempre state
positive. Primo perché dall’allenamento alla gara e poi al traguardo della
competizione, il fisico si irrobustisce e la fatica non è elemento che ti
abbatte ma ti fortifica sapendo che elimina quelle sostanze negative che si
creano con l’alimentazione tipo colesterolo cattivo e zuccheri nocivi. Qualche
volta esagero mangiando qualche cosa che non dovrei (tipo dolci che mi
piacciono molto) sapendo che dopo le elimino facendo allenamento prolungato e
veloce.
Interessante
la testimonianza di adriano, soprattutto relativa al concetto di fatica che
tanto fastidio non fa ma anzi irrobustisce, rende più forti e sicuri, permette
di sviluppare la consapevolezza di potercela fare se si continua, persiste,
insiste, con fiducia e resilienza.
Quali
sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? I pensieri in allenamento sono
legati ai vari modi di correre, per acquistare la velocità e la potenza, che ho
appreso sulle varie riviste di “Correre” (non ho mai avuto un allenatore mi
sono sempre adattato leggendo ma devo anche dire che alle volte un bravo allenatore
mi avrebbe aiutato a non cadere in fasi di affaticamento in gara).
A
volte è importante avere persone vicine che consigliano, che sono esperti e
competenti e sanno dare le giuste indicazioni per fare meglio e/o per evitare
infortuni e/o insuccessi.
La
tua gara più estrema o più difficile? La mi gara più estrema e difficile ma anche più esaltante,
torna a essere la “100km dei Faraoni” perché essendo in clima secco non sentivo
necessità di bere spesso e questo mi ha condannato a camminare intorno al 65° km
e dal terzo posto sono passato al sesto, essendomi passati avanti 3
concorrenti. Ogni partecipante alla gara aveva una persona in macchina con
acqua e qualcosa da mangiare e questa persona mi diede una pepsi cola, ebbene
intorno al 75°km ho ripreso a correre recuperando due che mi avevano superato
ma non sono riuscito a riprendere il terzo, per cui arrivai quarto e questo mi
ha “roduto” parecchio perché essere premiati all’estero è una cosa esuberante
come mi capitò alla 50km del Mar Morto in Giordania.
Adriano
vince la sua categoria M60 alla “Dead Sea Ultra Marathon (JOR) 48.7km” il 15 aprile 2005 con il crono di 3h53’06” e il 10
aprile 2009 con il crono di in 4h34’49” sale sul podio della categoria M65.
Cosa
ti fa continuare a fare sport? Mi fa continuare a fare sport la salute perché lo sport, e
in questo caso la corsa, è la medicina più buona, tutte le altre servono a poco
o addirittura sono nocive.
Lo
sport risulta essere sempre più una sorta di medicinale senza effetti
collaterale se praticato con metodo, testa, preparazione fisica e mentale.
Sogni
realizzati e da realizzare? Sono riuscito a fare in quasi 30 anni 109 mezze maratone, 101
maratone, 24 – 50km, 8 – 100km, 1- 150km, 2 volte la 6 ore. Le gare inferiori
neanche le conto a me piacciono le ultra dove godo fatica e panorami. La centesima
maratona l’ho fatta alla Maga Circe la quale mi ha detto: ‘ sei bravo e non ti
trasformo in porcellino ma ti faccio andare avanti per altre 100 maratone perché
te lo meriti’.'
Un mese e mezzo prima della maratona di Roma,
alla Maratona della Maga Circe del 5 febbraio 2023, con il crono di 4h41’16”,
si è classificato al 267° posto su 355 arrivati.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Una frase o parola che ti aiuta
nelle difficoltà?
Purtroppo, nelle mie serie di gare e soprattutto le “supergare” c’è una
sconfitta che mi rimane nella mente e nel fisico e si chiama “Spartathlon” che
richiama alla mente la storia greca. Infatti, la leggenda dice che Filippide
andò da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria dei Greci sui Persiani,
mentre la storia vera dice che Filippide andò da Atene a Sparta per chiedere
aiuto che non ottenne e quindi non fece 40km ma 240 e altrettanti di ritorno.
Per questo io nel 2002 mi ero iscritto alla Spartathlon ma in seguito alla gara
di 150km fatta prima, avevo perso tutti i valori di ferritina e sideremia che
non riuscivo più a recuperare. Alla Spartathlon, intorno al 93°km, ho visto che
facevo troppa fatica e non potevo portarla a termine per cui decisi di
ritirarmi e questa gara, legata alla storia della corsa che mi ha visto
sconfitto, è rimasta nella mia memoria ma come in tutti gli eventi negativi ho
anche una frase che mi fa andare avanti e conquistare qualche successo e si
chiama: “Boia chi molla”.
Gare
dure ed estreme come la Spartathlon potrebbero anche lasciare il segno, se c’è
bisogno ci si può arrendere e fermarsi, ritirarsi senza considerarla una
sconfitta perché si mette in conto che trattasi di una grande sfida e comunque
si apprende sempre dall’esperienza, da qualsiasi esperienza andando sempre
avanti.
Un
tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? A tutti i ragazzi direi di
avvicinarsi e fare sport perché fa stare bene in salute e sa aiutare a superare
le difficoltà della vita.
Nello sport cosa e/o chi contribuisce al tuo
benessere e/o performance? Io ho sempre corso a modo mio però se
avessi avuto un allenatore che capiva le mie capacità forse il tempo alla 100
km a 60 anni sarebbe stato ancora meglio di 8h45'54''.
Psicologo,
Psicoterapeuta
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