Bisogna continuare a martellare in questa direzione
Matteo SIMONE
Il 16 aprile 2023 si è svolta l’Ultramarathon Festival Venice 6h corsa su strada e il vincitore è stato Marco Menegardi con 88,952 km, precedendo Massimo Giacopuzzi 86,251 km e Luigi Pecora 81,600 km.
Tra le donne ha vinto Elena Fabiani con 68,160 km, precedendo Sara Marin e Stefania Albiero 62,203 km.
L’atleta meno giovane, il francese Paul Henri Michel Aillery e l’atleta più giovane, Giovanni Checchin sono arrivati quasi insieme, rispettivamente al 19° e 20° posto totalizzando 62,144 km e 61,280 km.
Marco Menegardi con questa prestazione risulta essere al 3° posto nella lista dei migliori del mondo nella 6h dell'anno 2023, preceduto solamente da due atleti spagnoli: Antonio Jesus Aguilar Conejo con 93,633 km il 2 aprile 2023 a Burjassot (ESP) e Manel Deli Andujar 92,406 km il 5 marzo 2023 a Barcelona (ESP).
Marco Menegardi risulta essere il terzo atleta italiano sulla 6 h di tutti i tempi, il record italiano è di Mario Ardemagni 90.400 km ottenuto il lontano 28 settembre 2003 a San Giovanni Lupatoto (VR), a seguire Marco Boffo 89,633 km il 19 aprile 2008 a Ciserano (BG).
Complimenti per la prestazione alla 6h? Soddisfatto? Parzialmente, nel senso che avrei voluto arrivare a 90km ma i fattori che devono allinearsi sono tanti in una gara di endurance. Inoltre, ho ripreso ad allenarmi da poco e sono reduce da due infortuni. So che c'è ancora tanto margine e la strada è quella giusta. Bisogna continuare a martellare in questa direzione.
Da alcuni anni si può dire che Marco sta martellando nella direzione giusta essendosi avvicinato ai 90 km già un paio di anni fa, il 9 maggio 2021 a Cinisello Balsamo (MI) vincendo la seconda edizione della “La Sei Ore del Parco Nord” con 88,349 km. Ora tra altri e bassi sta continuando nel suo intento migliorandosi di quasi 600 metri.
Come ti sei preparato? Gli allenamenti più importanti? Tanti allenamenti in Z1 e Z2 con picco di circa 227 km a settimana. Come detto c'è ancora tanto da fare, soprattutto poi cominciare a lavorare sulla potenza aerobica dopo quella organica.
Cosa hai scoperto di te stesso in questa 6h? Che posso mettermi in discussione anche nei miei punti più deboli. Queste gare servono anche a testarsi e provare situazione organiche e tecniche nuove per crescere atleticamente e mentalmente.
Marco oltre a essere un atleta esperto e performante è anche un medico e riesce a seguire programmi di allenamento nel modo più scientifico possibile per poter costruire allenamento dopo allenamento una grande performance.
Convenzionalmente si definiscono 5 zone cardiache, di cui la Z1 è la zona cardiaca che corrisponde al riscaldamento, solitamente è circa il 60-65% della FC massima e la Z2 è la zona del lento, quella che si usa negli allenamenti di fondo lento.
Gli ultramaratoneti corrono tantissimi chilometri, anche 200km e oltre a settimana, ma diversificando l’andatura e utilizzando tante gare intermedie come allenamenti.
Cosa cambia ora? Niente. Semplicemente sempre più convinti e decisi cercando di fare le scelte giuste a mente fredda.
Cosa pensano familiari e amici di questa prestazione? Sono felici per me.
Quali sensazioni hai sperimentato nel pre-gara, in gara, post-gara? Sana tensione pre-gara, il giusto mix di emozioni positive e negative in gara, vari spunti di riflessione nel post gara.
Quali erano tuoi pensieri in gara? Volevo cercare di correre più km possibili e tutto era finalizzato a essere il più efficace ed efficiente possibile.
Gare servono per mettersi in gioco, per testarsi, per confrontarsi con altri atleti e dopo si tirano le somme, si rimodulano piani e programmi, proseguendo nel percorso di crescita, inseguendo propri sogni, mete, obiettivi.
Come hai superato eventuali crisi durante le 6h? Cercando di non perdere la determinazione e la concentrazione.
Una frase o parola che ti ha aiutato nelle 6h? "Stay focused" e "in gara, come gli squali, voglio sentire l'odore del sangue".
Gare di endurance della durata di più ore sono molto difficili da interpretare e da restare concentrati per tutto il periodo di gara, non è sufficiente la preparazione fisica nel periodo precedente la gara ma son o opportune anche strategie di mentali di gestione della gara, cecando forte motivazione e determinazione nel fare mene, il meglio possibile, centrati dul risultato da raggiungere, in sintonia con il proprio corpo e sensazioni corporee. Risulta davvero essere un grande studio di se stessi.
Cosa e chi ti ha aiutato? Un mio amico mi faceva assistenza. Quello con cui ogni tanto mi confronto e mi confido e che mi accompagna sempre anche al Passatore.
Prossimi obiettivi? Passatore poi vediamo, ho un po' di idee…
A quando il PB sulla 100km? Devo ancora pianificare la stagione dopo il Passatore. Non bisogna avere fretta per queste cose.
Il 25 maggio 2019 Marco ha vinto la 100 km del Passatore, Firenze-Faenza in 7h12’48” e ha ottenuto la sua miglior prestazione sulla 100km vincendo l’11 settembre 2021 a Winschoten (NED) in 6h37’09”.
Dedichi a qualcuno questa prestazione? Al mio amico che mi sostiene sempre e a mio fratello e alla sua famiglia che mi hanno accompagnato. È stato un weekend molto piacevole a 360 gradi. Ci vogliono queste giornate, per questo il bilancio è sicuramente positivo.
Marco non è un professionista ma un atleta amatore, anche se fa prestazioni straordinarie, ed è importante coniugare con allenamenti e gare anche amicizie, relazioni, benessere, svago, cultura per non stressarsi troppo.
Un’intervista a Marco è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Psicologo, Psicoterapeuta
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