venerdì 7 giugno 2019

Gloria Giudici tra gli atleti convocati ai Campionati Mondiali di Trail 2019

Il team che ci accompagna è davvero disponibile e preparato
Matteo SIMONE

I Campionati Mondiali 2019 di Trail si svolgeranno domani 8 Giugno a Miranda do Corvo in Portogallo e l’Italia si presenta con 12 atleti di cui 6 donne (Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia) e 6 uomini (Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer).

Tra i convocati anche Gloria Giudici, tesserata FIDAL con Free-Zone, che è nel giro della nazionale da alcuni anni avendo indossato la maglia azzurro già il 4 Luglio 2015 in occasione dei Campionati del Mondo di corsa in montagna lunga distanza, inoltre nel 2017 ha fatto parte della Nazionale  ai Campionati Mondiali Trail a Badia Prataglia (AR), nel 2018 ha partecipato ai Campionati Europei Corsa in Montagna a Skopje e ai Campionati Mondiali di corsa in montagna a Canillo.
Di seguito, le impressioni di Gloria prima del suo impegno ai Mondiali attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ciao Gloria, rispetto ai mondiali ti senti pronta? “Eccomi! Difficile che mi senta pronta davvero per una gara, nonostante faccia sempre il possibile per arrivarci nel migliore dei modi.”

In effetti le gare prevedono sempre imprevisti da gestire, controllare, affrontare, superare, per questo i campioni sono coloro capaci di essere sereni e pronti a tutto ciò che può cadere in una competizione soprattutto se si tratta di un trail che ha tante variabili di percorso e di cambi di ritmi.
Partecipare a un mondiale cosa significa per te? Sensazioni, emozioni prima della grande gara? Indossare la maglia azzurra è sempre un'emozione forte e mai uguale alla precedente, un privilegio e una responsabilità.”

Questo è vero, la maglia azzurra è un privilegio e una responsabilità, si viene scelti perché si è dimostrato di valere ma poi in campo bisogna confermare il proprio valore e a volte si può sentire un po’ dio pressione, ma l’importante è fare del proprio meglio e godersi la gara con tutto ciò che comprende dal paesaggio alla cultura locale alle coccole di amici e staff.
Hai una parola o frase che porti con te?Non ho nessun motto che utilizzo per motivarmi, cerco solo la concentrazione necessaria ad affrontare lo sforzo con la giusta tranquillità.”

Il percorso per arrivare ai mondiali è stato impegnativo fatto di allenamenti, test e gare, una volta arrivati sul luogo di partenza non c’è altro se non dedicarsi a quei giorni considerati importanti per raccogliere energie sufficienti a gestire la gara importante per cercare di fare del proprio meglio per se stessi, per l’Italia, per la squadra intera.
Cosa pensi del percorso di gara, della fatica in gara e delle salite?Il percorso è un po' insidioso, soprattutto nei tratti di discesa che prediligo meno: serve sempre molta attenzione. Salita e tratti da correre non mi spaventa, la lunghezza sì.”

Si tratta di affrontare una gara che può essere insidiose per ciò che riserva in termini di percorso nervoso con non solo salite e cambi di ritmo ma anche discese dove bisogna lanciarsi in testa o all’inseguimento ma sempre con l’accortezza di vedere dove mettere i piedi, sentendo il proprio corpo e la propria testa che chiede di spingere al massimo, e poi la lunghezza può sfiancare se non si calibra bene il ritmo di corsa fin dall’inizio, bisogna conoscersi benissimo per tale lunghezza e difficoltà in modo da gestirsi fino alla fine.
Com'è il clima della squadra Italia? In squadra siamo molto distesi e cerchiamo di passare tempo insieme, confrontandoci e dandoci supporto.”

Bella storia far parte di una squadra con le stesse intenzioni, dove si condividono aspettative, progetti, sensazioni ed emozioni, si accolgono nuovi ingressi, si raccontano aneddoti di atleti più esperti e ci si presenta alla partenza con spirito di unione a aggregazione, una forza che la si sente dentro anche se poi ognuno fa la sua gara.
Avete con voi medici, fisioterapisti, tecnici, nutrizionista, psicologo?Il team che ci accompagna è davvero disponibile e preparato, sempre pronti a metterci nella condizione migliore. Con noi ci sono due tecnici, un medico e un fisioterapista.”

Lo staff che affianca gli atleti è molto importante, sono loro che guidano e consigliano, che conoscono le problematiche degli atleti con la loro esperienza di accompagnamento in altre occasioni, perché se l’atleta di alto livello può durare una decina d’anni, lo staff può maturare sempre di più e restare in gioco anche più di dieci anni acquisendo sempre più esperienza soprattutto internazionale con i diversi atleti che accompagno e con gli altri team con i quali si confrontano, c’è sempre da imparare e si può fare sempre meglio.
Soddisfatta della preparazione e dello stato di forma? Eventuali problemi o difficoltà prima della gara?Purtroppo nell'avvicinamento alla gara ho rimediato una leggera lesione muscolare che mi ha costretta ad allenamenti alternativi per una decina di giorni, gli ultimi prima di partire, perciò non so bene ora quale sia realmente il mio stato di forma. L'importante è che il quadricipite resista bene alla discesa.”

Si fa quel che si può con la consapevolezza che medici e fisioterapisti hanno capacità di ripristinare muscoli e corpi e se l’atleta ci crede, non è contratto può fare la sua gara senza tensione forse più di testa che di fisico.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport?In ogni momento ho il supporto e sostegno del mio fidanzato e della mia famiglia, che vivono e condividono quotidianamente il mio impegno. È importante per me avere alle spalle persone che sanno bene cosa significhi incastrare nella giornata lavorativa allenamenti, gare, fisioterapia e tutto quello che comporta correre a buoni livelli. Per farlo serve anche una forte motivazione, determinazione e la voglia di mettersi in gioco.”

Fare sport ad alto livello è un grande impegno e bisogna mettere in conto tante ore da dedicare oltre agli allenamenti anche al ripristino, alle cure, al riposo e le persone che sono vicine all'atleta possono comprendere quanto è importante questa fetta di vita e i benefici che si ottengono, soprattutto se poi si arriva ad alti livelli e si ha l’opportunità e il privilegio di rappresentare la propria nazione, ora è il momento, tutto passa.
Ritieni utile la figura dello psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?Pur non avendolo mai avuto occasione di sperimentarlo credo che la figura dello psicologo sportivo possa essere una grande risorsa per l'atleta, soprattutto per accrescere la consapevolezza di sé.”

In effetti lo psicologo può essere un ausilio per incrementare non solo la consapevolezza delle proprie potenzialità ma anche sviluppare autoefficacia e soprattutto resilienza soprattutto nei momenti di crisi, infortuni, demotivazione.
Grazie Gloria per questa testimonianza utile a capire il duro ma sorprendente mondo dello sport di fatica come il trail che comunque prevede un contatto con la natura e una condivisione con altri atleti della stessa squadra o anche avversari.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230

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