Il team che ci accompagna è davvero
disponibile e preparato
Matteo SIMONE
I Campionati Mondiali 2019 di Trail si svolgeranno domani 8 Giugno a Miranda do Corvo in Portogallo e l’Italia si presenta con 12 atleti di cui 6 donne (Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia) e 6 uomini (Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer).
Tra i convocati anche Gloria Giudici,
tesserata FIDAL con Free-Zone, che è nel giro della nazionale da alcuni anni
avendo indossato la maglia azzurro già il 4 Luglio 2015 in occasione dei
Campionati del Mondo di corsa in montagna lunga distanza, inoltre nel 2017 ha
fatto parte della Nazionale ai Campionati Mondiali Trail a Badia
Prataglia (AR), nel 2018 ha partecipato ai Campionati Europei Corsa in Montagna
a Skopje e ai Campionati Mondiali di corsa in montagna a Canillo.
Di seguito, le impressioni di Gloria prima del suo impegno ai Mondiali attraverso risposte ad alcune mie domande.
Di seguito, le impressioni di Gloria prima del suo impegno ai Mondiali attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ciao Gloria, rispetto ai mondiali ti senti pronta? “Eccomi! Difficile che mi senta pronta davvero per una gara, nonostante faccia sempre il possibile per arrivarci nel migliore dei modi.”
In effetti le gare prevedono sempre
imprevisti da gestire, controllare, affrontare, superare, per questo i campioni
sono coloro capaci di essere sereni e pronti a tutto ciò che può cadere in una
competizione soprattutto se si tratta di un trail
che ha tante variabili di percorso e di cambi di ritmi.
Partecipare a un mondiale cosa significa per te? Sensazioni, emozioni
prima della grande gara? “Indossare
la maglia azzurra è sempre un'emozione forte e mai uguale alla precedente, un
privilegio e una responsabilità.”
Questo è vero, la maglia azzurra è un
privilegio e una responsabilità, si viene scelti perché si è dimostrato di
valere ma poi in campo bisogna confermare il proprio valore e a volte si può
sentire un po’ dio pressione, ma l’importante è fare del proprio meglio e
godersi la gara con tutto ciò che comprende dal paesaggio alla cultura locale
alle coccole di amici e staff.
Hai una
parola o frase che porti con te? “Non
ho nessun motto che utilizzo per motivarmi, cerco solo la concentrazione
necessaria ad affrontare lo sforzo con la giusta tranquillità.”
Il percorso per arrivare ai mondiali è
stato impegnativo fatto di allenamenti, test e gare, una volta arrivati sul
luogo di partenza non c’è altro se non dedicarsi a quei giorni considerati
importanti per raccogliere energie sufficienti a gestire la gara importante per
cercare di fare del proprio meglio per se stessi, per l’Italia, per la squadra
intera.
Cosa pensi del percorso di gara,
della fatica in gara e delle salite? “Il
percorso è un po' insidioso, soprattutto nei tratti di discesa che prediligo
meno: serve sempre molta attenzione. Salita e tratti da correre non mi
spaventa, la lunghezza sì.”
Si tratta di affrontare una gara che può
essere insidiose per ciò che riserva in termini di percorso nervoso con non
solo salite e cambi di ritmo ma anche discese dove bisogna lanciarsi in testa o
all’inseguimento ma sempre con l’accortezza di vedere dove mettere i piedi,
sentendo il proprio corpo e la propria testa che chiede di spingere al massimo,
e poi la lunghezza può sfiancare se non si calibra bene il ritmo di corsa fin
dall’inizio, bisogna conoscersi benissimo per tale lunghezza e difficoltà in
modo da gestirsi fino alla fine.
Com'è
il clima della squadra Italia? “In
squadra siamo molto distesi e cerchiamo di passare tempo insieme, confrontandoci
e dandoci supporto.”
Bella storia far parte di una squadra con
le stesse intenzioni, dove si condividono aspettative, progetti, sensazioni ed
emozioni, si accolgono nuovi ingressi, si raccontano aneddoti di atleti più
esperti e ci si presenta alla partenza con spirito di unione a aggregazione,
una forza che la si sente dentro anche se poi ognuno fa la sua gara.
Avete con voi medici, fisioterapisti,
tecnici, nutrizionista, psicologo? “Il
team che ci accompagna è davvero disponibile e preparato, sempre pronti a
metterci nella condizione migliore. Con noi ci sono due tecnici, un medico e un
fisioterapista.”
Lo staff che affianca gli atleti è molto
importante, sono loro che guidano e consigliano, che conoscono le problematiche
degli atleti con la loro esperienza di accompagnamento in altre occasioni, perché
se l’atleta di alto livello può durare una decina d’anni, lo staff può maturare
sempre di più e restare in gioco anche più di dieci anni acquisendo sempre più
esperienza soprattutto internazionale con i diversi atleti che accompagno e con
gli altri team con i quali si confrontano, c’è sempre da imparare e si può fare
sempre meglio.
Soddisfatta della
preparazione e dello stato di forma? Eventuali problemi o difficoltà prima
della gara? “Purtroppo
nell'avvicinamento alla gara ho rimediato una leggera lesione muscolare che mi
ha costretta ad allenamenti alternativi per una decina di giorni, gli ultimi
prima di partire, perciò non so bene ora quale sia realmente il mio stato di
forma. L'importante è che il quadricipite resista bene alla discesa.”
Si fa quel che si può con la consapevolezza
che medici e fisioterapisti hanno capacità di ripristinare muscoli e corpi e se
l’atleta ci crede, non è contratto può fare la sua gara senza tensione forse
più di testa che di fisico.
Cosa pensano
familiari e amici della tua attività sportiva? Quali capacità, risorse,
caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport? “In ogni momento ho il supporto e sostegno
del mio fidanzato e della mia famiglia, che vivono e condividono
quotidianamente il mio impegno. È importante per me avere alle spalle persone
che sanno bene cosa significhi incastrare nella giornata lavorativa
allenamenti, gare, fisioterapia e tutto quello che comporta correre a buoni
livelli. Per farlo serve anche una forte motivazione, determinazione e la
voglia di mettersi in gioco.”
Fare sport ad alto livello è un grande
impegno e bisogna mettere in conto tante ore da dedicare oltre agli
allenamenti anche al ripristino, alle cure, al riposo e le persone che sono
vicine all'atleta possono comprendere quanto è importante questa fetta di vita e i
benefici che si ottengono, soprattutto se poi si arriva ad alti livelli e si ha
l’opportunità e il privilegio di rappresentare la propria nazione, ora è il momento,
tutto passa.
Ritieni utile la figura
dello psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Pur non avendolo mai avuto occasione di
sperimentarlo credo che la figura dello psicologo sportivo possa essere una
grande risorsa per l'atleta, soprattutto per accrescere la consapevolezza di sé.”
In effetti lo psicologo può essere un ausilio
per incrementare non solo la consapevolezza delle proprie potenzialità ma anche
sviluppare autoefficacia e soprattutto resilienza soprattutto nei momenti di
crisi, infortuni, demotivazione.
Grazie Gloria per questa testimonianza
utile a capire il duro ma sorprendente mondo dello sport di fatica come il
trail che comunque prevede un contatto con la natura e una condivisione con
altri atleti della stessa squadra o anche avversari.
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