Erano il mio obiettivo sin da quando
ho iniziato a gareggiare
Matteo SIMONE
La maratona è una bella sfida per tanti runner che iniziano ad approcciarsi alla corsa.
E' necessario allenarsi
adeguatamente facendo allenamenti mirati e soprattutto allenamenti di lunga
durata per abituare il fisico e la mente alla fatica prolungata per non rischiare
di andare a sbattere contro il temuto “muro” del maratoneta che potrebbe
presentarsi virtualmente tra il 30° e il 35° km.
Di seguito Margherita Acampora racconta la sua esperienza rispondendo ad
alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno
della tua vita? “Dopo aver concluso la
mia prima regina. Quei famosi 42,195 Km che sembravano impossibili. Km che
sognavo e che erano il mio obiettivo sin da quando ho iniziato a gareggiare.
Quel giorno, senza pensare al come e in quanto tempo avrei compiuto la missione,
il mio unico pensiero era arrivare al traguardo. Una volta all'arrivo mi sono
voltata ed esultato “ci sono riuscita. E' fatta!"
Nella mente dell’atleta si prefigura la voglia di fare qualcosa di importante, una gara sfidante come la maratona per esempio, ma deciso l’obiettivo bisogna impegnarsi e crederci, trovare voglia, spazio e tempo per allenarsi e mettere un po’ da parte qualcos'altro ma si tratta di un periodo di tempo che procura benessere all’atleta per farlo sentire efficace, autoefficace, sempre meglio e più vicino al raggiungimento del proprio sogno.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Diciamo che se sono così vicina allo sport e se ancora oggi non ne posso fare a meno, è anche grazie ai miei genitori che all'età di 6 anni mi hanno "buttato" in piscina. Da quel giorno non ho passato giorno senza sport. Ho cambiato sport di frequente passando dalla piscina, alla pallavolo, al tennis, alla palestra; prima frequentando corsi di step e poi sala fitness, fino all'incontro con la corsa e le gare.”
Lanciarsi o essere lanciati in uno sport e
poi si prosegue sperimentando benessere praticando gli sport che più ci
aggradano, notando progressi e cambiamenti.
Nello sport quali fattori e persone hanno contribuito al tuo benessere e
performance? “Le persone
che hanno contribuito sono stati i miei genitori. Sono loro che hanno dato il
"la" per poi farmi camminare con le mie gambe e scegliere lo sport
che più preferivo. I fattori, o meglio il fattore, il benessere che mi porta
sia a livello fisico che mentale. Una liberazione, uno sfogo e un vero e proprio
scarico.”
I genitori possono invogliare senza
insistere, possono consigliare, coinvolgere e poi dipende tutto dal ragazzo/a
la continuità e la motivazione in base all’ambiente che trova, amici,
allenatori, educatori.
Quale esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport e
nella vita? “Ultima mezza maratona a
Padova 2019. Siamo partiti già zuppi d'acqua e il freddo non faceva presagire
nulla di buono. Una volta in griglia con gli amici saltellavamo per mantenere
alta la temperatura e l'umore. Poi siamo partiti e da lì la sfida. Diluvio
universale, scarpe pesanti come piombo sin da subito, ma nonostante tutto
continuavo a gridare a me stessa 'ormai sei in ballo...…testa alta e vai
avanti'. Poi l'arrivo. Una grande gioia mixata al freddo che mi ha portato
all'ipotermia, mai accaduto prima.
L'amico che mi aspettava al traguardo si è
preoccupato per me e non sapeva come aiutarmi. Non riuscivo a smettere di
tremare. Lui mi abbracciava per riscaldarmi, ma i suoi abbracci ostacolavano il
mio tremore e non mi portavano giovamento al punto tale di dirgli "non
abbracciarmi". Anche nel parlare avevo difficoltà. L'unico cambio che
avevo era una maglietta e una felpa. I piedi continuavano a sguazzare nelle
scarpe bagnate. A quel punto dovevamo raggiungere l'hotel che si trovava a
2.5km. Traffico e mezzi bloccati e la pioggia continuava imperterrita senza
sosta, come se la sfida non fosse ancora finita. A quel punto ho pensato "qual
è il modo che mi può aiutare per smettere di tremare?" L'unica risposta
che mi è balenata per la testa è stata "continua a correre". Così ho
detto al mio amico, corriamo e raggiungiamo l'albergo. Il mio amico non ha
proferito parola e ha cominciato a correre con me. Una volta in albergo ho
realizzato quello che avevo fatto e solo in quel momento ho fatto uscire quelle
lacrime di gioia, che forse prima sarebbero state di disperazione. Tutto questo
mi ha insegnato che in molte situazioni quando tutto sembra impossibile/difficile,
la via di fuga c'è sempre. Sta tutto in noi. Nel riflettere, capire dove siamo,
dove ci troviamo, rimanere lucidi quanto più possibile, per poi dare spazio
alla nostra reazione e forza.”
Interessante testimonianza che fa
comprendere come ci si può comportare sotto stress o in condizioni di panico, e
quindi bisogna capire cosa si può fare senza troppa fretta, organizzarsi,
essere fiduciosi che almeno una soluzione c’è, comprendere quali possono essere
le nostre risorse a disposizione e in questo caso la corsa che ci permette di
riscaldarci e arrivare a destinazione e anche amici che possono sostenere, una
volta risolto ci si arricchisce dell’esperienza avuta.
Cosa pensano i tuoi familiari e amici della tua attività sportiva?
“Mio padre fa il tifo per me, mio
fratello è sempre più incredulo dei miei tempi e traguardi (lui ha iniziato da
poco a correre), mia madre nei casi come quelli di Padova (situazioni
atmosferiche che potevano causarmi problemi di salute) mi reputa incosciente e
mi dice "quando cresci" ma alla fine è la prima che mi chiama per
sapere com'è andata la gara. Tutti sanno che la corsa/lo sport mi fa bene e
quindi se io sono felice loro sono felici. Mi reputano spesso pazza quando
sanno che il sabato e la domenica mi sveglio presto per un allenamento lungo ma
alla fine sanno che più che un sacrificio per me è passione.”
La corsa diventa una passione impegnativa
e faticosa che fa trovare tempo per allenamenti lunghi e faticosi anche la
mattina all’alba ma i benefici che si sperimentano sono tanti e compensano
tutto l’impegno.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Nulla di particolare a dire il vero. Ricordo
che una volta ho preso parte alla 3 Comuni. La mia intenzione era fare un
allenamento lungo in compagnia. Non mi sono applicata molto. Rimanevo con un
filo di gas per poter scherzare e ridere con chi mi stava accanto. Ad un certo
punto passiamo davanti una pianta piena di fiori. A quel punto chiedo ai
maschietti vicino "chi di voi si ferma a raccogliere qualche fiore per noi
femminucce?" Proprio il ragazzo che mi stava accanto esclama ridendo
"Wow super concentrata eh!" A quel punto decide di starmi a fianco
per finire in serenità la sua prima gara lunga. Mi sono trovata a fare il pacer
senza saperlo.”
Più è dura la gara e meno bisogna preoccuparsi
per evitare di spendere troppe energie nell’essere insicuri di terminarla o di
soffrire troppo, l’umorismo e la buona compagnia diventano due armi a
disposizione dell’atleta per gareggiare con serenità e fiducia.
Quali capacità, risorse, caratteristiche,
qualità possiedi nella pratica del tuo sport? “Sono una persona molto diligente (forse anche troppo mi viene detto).
Costante e determinata. Quando devo seguire una tabella o un particolare
allenamento, la/lo seguo in maniera "ossessiva". Spesso mi definisco
"autistica" ossia, anche se non devo dar conto a nessuno di com'è
andata una gara piuttosto che un allenamento, io devo mettere in atto tutto ciò
che è richiesto. Devo fare quanto programmato. Es. se mi viene detto di fare
10km, beh saranno 10.01km e non 9,99Km.”
Importante è definire l’inizio e la fine
dell’allenamento in modo da delimitare l’eventuale ossessività, decidere che
quando bisogna allenarsi ci si allena e poi si può recuperare e fare altro, c’è
un momento per faticare e un momento per fare altro, ogni cosa a suo tempo.
Che significa per te praticare attività
fisica? “Libertà, sfogo, uno spazio
solo mio. A volte evito anche di uscire in gruppo perché ho necessità di sentirmi
sola. Significa ritrovare quella scarica di adrenalina che vivevo pre e post
esame all'università. Ripensandoci, è stato proprio al termine degli studi che
ho deciso di trovare qualcosa che mi facesse sentire quel 'peso' sullo stomaco, quello stesso stato d'animo che provavo nel pre e post sessione
d'esame. Quando ho iniziato a partecipare alle gare competitive ho capito che
l'avevo trovato. Dove? Sotto il pallone prima dell'inizio e all'arrivo dopo la
gara.”
Le persone sanno cosa le fa star bene e
cosa no e cercano di ricercare le situazioni per sperimentare, anche
sperimentare di superare situazioni spiacevoli, a volte si ricercano situazioni
di sofferenza per goderne quando se ne viene fuori, e così la corsa fa
sperimentare l’ansia pre gara che comune poi finisce e la soddisfazione
dell’arrivo e della riuscita vale molto di più.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “Tante e diverse tra loro. Molto dipende dalle giornate e dalla mia
soddisfazione in quello che ho fatto e/o dato. Se un allenamento tecnico non è
andato come speravo non sono serena, anzi mi crea un bel po’ di domande e
scoramento. Se tutto è andato bene l'unico pensiero è.... non vedo l'ora di
riuscire di nuovo.”
Tutto serve, le criticità servono per
migliorare, per apprendere, per studiare e documentarsi, le cose riuscite
servono a darsi pace, a essere sereni e soddisfatti.
Quali sono le difficoltà e i rischi nella pratica del tuo sport? A cosa
devi prestare attenzione? “Le
difficoltà maggiori riguardano il tempo che bisogna incastrare nella giornata
per dedicarsi alla cosa che ci fa star bene. Quando per eventi esterni non
posso allenarmi, mi arrabbio e quindi mi rendo conto che questa passione ogni
tanto si trasforma in frustrazione e quindi invece di trarne giovamento ne
"soffro". Quindi il rischio è che mi si rovinino le giornate per un
allenamento mancato.”
La vita è fatta di ambiti e orti da
coltivare e bisogna sviluppare la consapevolezza che non si può investire tutto
in qualcosa di specifico ma distribuire un po’ l’attenzione attorno a ciò che
ci circonda che comunque continua a farci sperimentare benessere.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti
ostacolano nella pratica dell'attività fisica? “Per fortuna non ho mai avuto grandi problemi fisici che mi hanno
richiesto momenti di pausa. Per quanto riguarda le condizioni ambientali non mi
faccio fermare dalle nuvole ma a volte mi rifugio in palestra sul tappeto se
eccessivamente burrascoso fuori. Magari anche quando mi sento più debole o poco
sicura di uscire da sola.”
Importante conoscersi bene e capire cosa
possiamo fare e come, sviluppare sempre più consapevolezza delle nostre
sensazioni corporee e organizzarsi per stare nel miglior modo possibile.
Cosa ti fa continuare a fare attività
fisica? Hai rischiato di mollare? “Si
ho rischiato di mollare o meglio ho ridotto parecchio le uscite. Proprio la
sensazione di malessere che mi provocava l'assenza delle mie uscite però, è
stata la spinta affinché non mollassi mai del tutto e mi ha guidato nella
ripresa.”
Bisogna sempre capire cosa è meglio per
noi, trovare un equilibrio, tra fare e non fare, correre e non correre, cosa
mettiamo da parte ed evitiamo, dove fuggiamo, a cosa andiamo incontro ed è
importante assumersi sempre la responsabilità delle proprie scelte con la
consapevolezza che ora è così e quando vogliamo possiamo cambiare modalità o
direzione.
Ritieni utile lo psicologo
nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Secondo me è molto importante. Io in ogni aspetto della mia vita (non
solo nella corsa) nasco come una persona molto severa con me stessa. Se sbaglio
un allenamento piuttosto che una gara non lo accetto facilmente. Io mi
definisco la mia peggior nemica e quindi sono in una lotta continua. Forse
ascoltare qualcuno esterno a me stessa mi aiuterebbe a immagazzinare e
accettare che sono un essere umano e che i giorni "no" possono accadere.
Seppur penso che anche ascoltando tali pareri esterni finirei comunque col
dirmi "niente scuse, potevi fare meglio."
Nella vita succede di avere sensi di
colpa, rabbia, incredulità, sfiducia e a volte si dimentica a che punto della
nostra vita siamo, cosa abbiamo fatto finora, dove siamo arrivati, come e quali
sono state le nostre migliori esperienze, quali nostre caratteristiche e
qualità ci hanno permesso di arrivare finora.
La figura di un professionista
psicologo può aiutare anche ad evidenziare risorse, a far emergere il positivo
di ognuno di noi perché a volte ci focalizziamo sul negativo, sulle criticità e
perdiamo di vista le cose belle cha abbiamo a disposizione, che possiamo
riscoprire, che possiamo coltivare.
La gara dove hai dato il meglio o hai sperimentato le emozioni più
belle? “Maratona di Roma 2018. PB
3h15'. Mi sono dedicata così tanto che non avrei accettato un risultato diverso.
Soprattutto per la maratona, il grande lavoro lo si fa in allenamento; la gara
diventa un test di ciò che è stato fatto e come è stato fatto. Mi ricordo
ancora la tensione come se fossi alla partenza ora. Ero cosciente che sarei
stata per ore da sola e che avrei dovuto considerare la sfida come un'amica e
non nemica. Ho gestito la gara ristoro per ristoro e spugnaggio per spugnaggio,
a piccoli obiettivi. Alla fine ho vinto io tagliando il traguardo neanche
troppo sfinita e con il tempo che volevo. Non scorderò mai quel momento.”
La tua gara più difficile? “La Maratona di Roma 2018 visto le alte aspettative e la non accettazione di un risultato diverso da quello prefissato.”
Interessante una gara vinta non chilometro
per chilometro, ma ristoro per ristoro, spugnaggio per spugnaggio, sì perché a
volte è determinante l’integrazione in gara, il prevenire la disidratazione, il
focalizzarsi sul momento presente considerando la gara una serie di 5km da fare
nel miglior modo possibile e continuativamente la cui somma ti dà la regina
maratona.
Se si è tropo severi con se stessi, si
diventa troppo rigide e allora non si può sbagliare tutto deve filare liscio e
il rischio è che non si vuol rischiare di fallire, il rischio è di abbandonare,
di spendere energie utili alla partenza o prima per l’insicurezza della
prestazione eccellente, si può cambiare atteggiamento e viverla serenamente ma
prima bisogna cambiare la persona che si dovrebbe mettere in gioco anche
prendendosi in giro in modo sfidante lo stesso ma con ironia.
Come superi eventuali crisi, sconfitte,
infortuni? “Sconfitte: all'inizio mi
piango addosso, sono arrabbiata per giorni. Poi cerco di metabolizzare e
ritornare lucida. Inizio a pensare che tale atteggiamento non mi porterà a
nulla di costruttivo ma solo frustrazione e ancor di più ad odiare ciò che amo.
E io non voglio odiare la corsa.
Crisi: cerco di andare avanti a piccoli
obiettivi (un cartello stradale, piuttosto che una persona davanti a me. Penso
al benessere che proverò all'arrivo e alle persone che stanno facendo il tifo
per me. Cerco di partecipare con tutta me stessa: testa, cuore e gambe. Cerco
di accettare la crisi e farla diventare mia complice. A volte inizio a parlare
con me stessa e a ricordare cosa ho fatto in passato.”
Interessante testimonianza di un’atleta
che attraversa diverse fasi successive a criticità come l’accettare, riorganizzarsi,
riprendere, definire nuovi obiettivi da raggiungere gradualmente immaginare
cosa ci aspetta all’arrivo, aiutarsi con esperienze precedenti per andare
avanti con più fiducia.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Vivete all'aria aperta, respirate a pieni
polmoni, divertitevi e condividete i vostri spazi. Frequentate vostri coetanei
o coloro dai quali potete imparare. A testa in giù su un display non vi darà
nulla se non calo della vista e solitudine. Scegliete uno sport e ponetevi
obiettivi. Lo sport è educazione e disciplina, una scuola di vita a 360° che vi
servirà come bagaglio nella vita. Che sia di squadra o individuale dallo sport
potete imparare a gestire le diverse situazioni e sensazioni, le vostre
debolezze e paure; massimizzare il vostro potenziale con il minimo sforzo.”
Questo è lo sport che vogliamo, che fa
sperimentare benessere all’aria aperta e lontano dalla tecnologia che costringe
ad essere poltroni e sedentari, lo sport che fa organizzare per raggiungere
mete e obiettivi, per sfidare altri, per apprendere da tante esperienze da soli
o in condivisione con altri.
C'è stato
il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso? “Non mi ha mai sfiorato il pensiero. Sport è
benessere. Benessere non va di certo a braccetto con prodotti chimici che
migliorano la performance ma creano danni con il tempo. Se il raggiungimento di
un obiettivo deve essere una sfida per capire i nostri limiti, che gusto c'è a rendere
il gioco più facile? Il mio consiglio è solo uno: anche con la competizione
bisogna rimanere se stessi. Veri e leali, prima con noi e poi con le persone
che condividono questa passione e fanno i nostri stessi sacrifici per riuscire.
Giocare sporco che soddisfazione da? Meglio arrivare ultimi avendo dato tutto
noi stessi che sorpassare qualcuno e non avere il coraggio di guardarlo in
faccia una volta al traguardo.”
Dipende da noi l’eventuale performance o
il fallimento se siamo sereni e siamo più fiduciosi vedrai che la performance
prima o poi arriva senza spingere troppo e senza barare, perché l’impegno paga
sempre soprattutto se non si hanno pretese e si è disposti ad aspettare
apprendendo dall’esperienza.
Cosa hai
scoperto di te stessa nel praticare attività fisica? “Che devo credere di più in me stessa. Che quando mi balena per la testa
"ma oggi come farai a portare a termine l'allenamento/la gara?" devo
pensare alle volte in cui a questa stessa domanda ho trovato la risposta nella
performance portata a casa.”
Bisogna sempre guardarsi attorno e capire
come stiamo, come vogliamo stare, come stanno gli altri, cosa possiamo cambiare
per star meglio.
Hai un modello di
riferimento, ti ispiri a qualcuno? “Non
ho mai avuto un modello specifico di riferimento. Per quanto riguarda le
persone alle quali mi ispiro sono maggiormente quelle persone che, seppur con
grandi problemi fisici, in qualsiasi ambito della loro vita, riescono a raggiungere
i loro obiettivi grazie alla loro mente, forza di volontà e voglia di vivere. Perché
loro vivono, non si lasciano vivere. Beh loro sono il più grande esempio per me
soprattutto in quelle giornate in cui sono più lamentosa e negativa per un
motivo o per un altro.”
A volte dimentichiamo dove siamo arrivati,
da dove siamo partiti, il percorso che abbiamo fatto, i problemi che abbiamo
superato, tutto ciò ci aiuta a considerare in ogni momento tutto noi stessi,
negatività e positività, stress e rilassamento, nostre bellezze e bruttezze e
ci permette di accettare tutto e poi noi stessi interamente nel complesso.
C'è una parola o una frase che ti aiuta a
crederci e impegnarti? “Ogni volta
che mi giro indietro e vedo quello che ho raggiunto. Allora esclamo ‘visto?
eppure ti sembrava impossibile’.”
Nella mente degli atleti ci sono sempre
dubbi e desideri, sogni da voler trasformare in realtà, obiettivi prossimi e
lontani, strade e direzioni da prendere.
Prossimi
obiettivi? Sogni da realizzare? “Al
momento non sto vivendo un periodo tale per il quale posso fare programmi. O
meglio evito una pianificazione perché se mi prefissassi dei programmi che poi
per un motivo o un altro non potrei portare avanti, soffrirei per frustrazione.
Al momento mi vivo quello che si presenta senza pretendere nulla da me stessa perché
so di non essere nella situazione mentale per poter chiedere troppo. Il fisico
è ok ma la maggior parte delle volte ultimamente è la testa che non mi segue.”
Quello che sembra avere dalla sua parte
Margherita è tanta consapevolezza delle sue capacità e dei suoi limiti, ora si
tratta solamente di decidere di continuare così o lavorarci per capire cosa
vuole da se stessa e come.
Un messaggio
per le donne del mondo? “Siete forti
e lo dimostrate in tutti i campi. Nonostante il vostro hobby o lo spazio che vi
ritagliate, riuscite a non far mancare nulla ai vostri cari. Siete presenti e
forti anche quando l'unico vostro pensiero sarebbe sedervi in un angolo e
recuperare le forze. Invece no. Imperterrite e come macchine da guerra portate
a termine tutto ciò che amate senza dimenticare che siete donne e che vi dovete
amare in quanto tale.”
A proposito di donne il 2 Giugno, in occasione del “Cross Trofeo
città di Nettuno”, Elisa Tempestini e l’Associazione Spiragli di
luce mi hanno dato la possibilità di presentare il libro “Lo sport delle donne”
edito da Prospettiva Editrice e altri miei libri quali: Sport, benessere e
performance; Sviluppare la resilienza; O.R.A.
Obiettivi, Risorse, Autoefficacia.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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