mercoledì 16 settembre 2020

Allenare testa, cuore e corpo per non mollare

Matteo Simone

3804337230- 21163@tiscali.it

Cosa spinge a fare sport, sudare, faticare? Non solo la performance ma anche la voglia di mettersi in gioco, mantenersi in forma, rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale; la voglia di fidarsi e affidarsi a qualcuno che fa compagnia, porge una bevanda, aspetta.

Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per non mollare, per far parte di una squadra con progetti di gare, per ricordare momenti passati insieme, per condividere pregara fatti di viaggi e incontri, per superarsi. 

Interessante la testimonianza dell'ultrarunner Aurelia RocchiPrima di un allenamento importante o gara quali sono le sensazioni corporee? “Prima di un allenamento sono sempre tranquilla e libera di testa invece prima di una gara è diverso. Una gara è come se fosse la prima, emozioni fortissime e in quel momento le mie gambe sono importantissime, con loro ci parlo, mi fido di loro e le sento leggere conoscendo bene la loro fatica negli allenamenti”.

Aurelia sembra essere tranquilla perché si allena bene e duramente, da sola e in compagnia. 
Quando corro con l’atleta non vedente Ada Ammirata, lei mi racconta degli allenamenti di Aurelia e di Edith, mi dice: “Ma quelle due sono pazze ad allenarsi a mezzogiorno con questo caldo” e io gli spiego che per partecipare a gare estreme come l’Etna Extreme 100km o una gara di 48 ore al festival di Policoro Campionato Italiano, bisogna allenarsi nelle ore più impensabili, di giorno con il sole e di notte con il buio per abituare corpo e mente alla fatica e permettersi di fare una gara fino in fondo, fino alla fine.
Altri consigli li riporto in un altro mio libro "Psicologia dello sport e dell'esercizio fisico": "...considerare di più le parti di tutto il proprio organismo e cercare di instaurare un dialogo con loro, trovare dei compromessi, fare dei patti, proporre degli scambi, per esempio alle proprie gambe e piedi si potrebbe provare a chiedere di fare uno sforzo estremo per quella giornata importante promettendo un meritato riposo o un massaggio. Potrebbe essere anche una semplice occasione per divertirsi con se stessi e si potrebbe estendere questa modalità anche ad altre occasioni in cui si affrontano situazioni difficili. Andrebbero comunque personalizzate per ottenere il massimo risultato possibile".
Praticare sport significa organizzarsi fisicamente e mentalmente, si tratta di un approccio basato sulla pazienza, sull’attesa senza fretta, sul focalizzarsi sul momento presente considerando che l’arrivo, il termine della gara è in là nel tempo, quindi no panico, non problema ora, si gode il percorso verso la meta serenamente sperimentando un mondo di sensazioni e disposti anche a incontrare, affrontare, gestire le eventuali crisi che arrivano e che poi se ne vanno.
Riporto la testimonianza di Stefano Bonazzoli, basket: Quali sono le difficoltà e i rischi? "I rischi sono gli infortuni, se si sbaglia il tempo o una scelta si rischia di farsi male seriamente. Inoltre devo sempre ascoltare il mio corpo e capire quando è il momento di spingere e quando è il momento di fermarsi per evitare di farmi male. Ogni scelta condiziona me e la squadra ed è per questo che bisogna sempre stare attenti". 

Per diventare campione e per consolidare la posizione di leader nello sport è importante considerare non solo il duro e costante allenamento fisico ma diventa importante anche il sapersi gestire.

Ecco cosa ne pensa l’ultrarunner Matteo Nocera: Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell’attività fisica? “Quasi nulla, mi adatto. Cerco di superarle considerando tutto come un avversario da battere prima mentalmente e poi con l’applicazione fisica.”

Il primo avversario da battere è se stessi, a volte ci si sente insicuri, non si crede sufficientemente in se stessi, si pensa che l’obiettivo sia irraggiungibile, ed allora il primo lavoro da fare è mentale, vedersi vincitore, sconfiggere le credenze negative, e poi la strada diventa più percorribile: Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare attività fisica? “Mollare, si alcune vicissitudini della vita… continuare? Mia moglie i miei figli e il mio papà.”

Diventa importante sperimentarsi e non mollare, la passione e la motivazione diventano il motore per ogni cosa, non si ottiene niente se non c’è vera passione, qualsiasi cosa si intende fare ha bisogno di essere alimentata da tanta passione che diventa il carburante per impegnarsi, per essere costante e determinato, per voler raggiungere mete e obiettivi.

Ecco cosa dice Giovanni Gualdi: Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Ci sono state, fortunatamente, molte occasioni in cui mi sono sentito Campione, però come in tutti gli sport sono più le sconfitte che le vittorie, ma lo stimolo per continuare dopo una brutta prestazione è l'amore per lo sport che ti spinge a continuare e non mollare.

Nella carriera di un atleta ci sono tanti allenamenti, tante gare, tante vittorie e tante sconfitte, si impara sempre, ci sono anche tanti infortuni, importante è coltivare sempre la passione, la voglia di continuare a mettersi in gioco, ad allenarsi duramente e a gareggiare seriamente.
Lo sport rende felici, incrementa consapevolezza, sviluppo autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di poter far qualcosa, di riuscire in qualcosa, inoltre lo sport incrementa la Resilienza, si affrontano e si superano meglio i problemi, crisi, difficoltà, si è più presenti, attenti, gentili.
Sto continuando ad approfondire e sperimentare il mondo degli ultrarunner fatto di fatica e soddisfazioni, di programmi, di obiettivi, di percorsi, di viaggi interiori. L’esperienza sta continuando sia in modo diretto partecipando ad alcune gare, sia attraverso interviste, racconti e testimonianze da parte di atleti di queste discipline di sport di endurance e di ricerca personale.
Tanti sono i messaggi di apprezzamento e gratitudine da parte dei tanti atleti che fanno parte del mondo degli ultrarunner, un grazie a Nico Leonelli  per la sua gentilezza e le sue cortesi parole che riporto di seguito: “Matteo è veramente uno dei pochi che ha dato voce al mondo dell'Ultramaratona.” 
Di seguito un breve stralcio della prefazione della Prof.  Isa Magli, del libro Ultramaratoneta: analisi interminabile: “Visioni peculiari dell’ultramaratoneta sono strade, percorsi, sudore, fatica, amici ed avversari di gare che lo aiutano ad andare avanti e ad affrontare situazioni sempre più difficili. Sebbene abbia sopportato momenti di panico, paura, incertezze con rischi, pericoli e problemi di salute, tuttavia, apprezzando ancor di più la vita e rafforzandosi nella resilienza è pronto a rialzarsi e a ricominciare consapevole del suo passato, l’avventura con la corsa, perché in tal modo si sente vivo, attivo e con approccio meditativo.”

Chi pratica sport di endurance incontra, gestisce e supera diversi tipi di crisi e difficoltà, si scopre che si può fare tutto con passione, dedizione, impegno, concentrazione, testa, cuore, gambe.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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