giovedì 17 settembre 2020

 Tanta fatica, tanti pettorali e tanta passione

Prima o poi la trovi una bici che ti permette di trovare l'equilibrio in sella, fare tanti chilometri e tanta fatica, partecipare a tante gare, portare a casa trofei e podi, scoprire tanti luoghi.

Di seguito Fabrizio che è anche atleta dell'Atletica La Sbarra, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? "Nasce tutto con l’amore per i motori e per guidare tutto ciò che avesse una manopola del Gas già da molto piccolo. Per allenare la guida e la resistenza usavo la Mtb e il motocross e funzionava. Poi è successo una cosa fantastica, mi innamorai della Bici e da lì tanti chilometri, tanta fatica, tanti pettorali e tanta passione".
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? "Ho scoperto che non esistono limiti".

Alla base della pratica di uno sport c'è sempre tanta passione e tanta voglia di mettersi in gioco, a volte di osare, scoprire caratteristiche e capacità di se stesso incrementando consapevolezza di sé.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? "Per fortuna, come capita per molti atleti o sportivi, in genere crescendo se incontri la persona sbagliata che ti mette i bastoni tra le ruote è difficile, invece io ho incontrato Ambra che come non bastasse gli piaceva il fatto che mi allenassi forte, mi spronava e lì è nata la passione per il triathlon che abbiamo praticato per 2 anni insieme fino all’arrivo di Edoardo. Lei si è dovuta fermare per tornare a scegliere solo la corsa, io un po’ per me è un po’ per la famiglia dovevo dimostrare che potevo farcela e migliorare in ogni disciplina per diventare un triatleta davvero".

La pratica di uno sport permette di conoscere meglio se stessi ma anche altre persone e Fabrizio ha incontrato Ambra, anche lei atleta dell'Atletica La sbarra, e da lì è nata un'intesa, un amore che li ha portati a condividere non solo la bici ma il triathlon e cioè tre discipline sportive: nuoto, bici e corsa. E così tra un allenamento e un altro, tra una gara e un'altra c'è anche il tempo per mettere al mondo Edoardo.
Un'esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? "L’esperienza più sconvolgente è stato dimostrare a me a alla mia famiglia che potevo diventare un triatleta, però all’arrivo di Edoardo non abbiamo dormito per 7 mesi e sì è lì che ho conosciuto la sofferenza. Ad ogni allenamento sempre più stanco, tutti che ti dicono ma sei venuto uguale (sì) ma ce la fai (sì) ma sei bianco, ma hai perso qualche chilo (sì), gli svenimenti al campo dall’atletica, ma passato quel periodo è stato tutto in discesa rientrare nella forma fisica".

Fabrizio voleva diventare triatleta come piace a lui e anche ad Ambra e c'è riuscito dimostrando che se davvero vuoi qualcosa ce la puoi fare, certo all'inizio può essere difficile e in salita con tante difficoltà, ma poi man mano ti accorgi che cresci atleticamente e mentalmente e come dice Fabrizio tutto sembra più facile e in discesa, raggiungendo risultati notevoli che appagano e soddisfano.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? "Molti ti stimano, molti si chiedono come è possibile, molti pensano che sei un pazzo e una piccola fetta  di persone, che non comprendono lo sport e la vita sana, pensano che sei uno che ha tanto tempo da buttare, però io rispondo sempre che la domenica mattina mi alzo alle 6:00 per fare il lavoro lungo di corsa o il lungo di bici per tornare e stare con la famiglia che si sveglia a mezzogiorno. I pazzi sono loro ad usare la loro vita, una sola, così male". 

Se la passione dello sport è altissima e fortissima, si fa di tutto e si trova sempre un tempo per allenarsi o gareggiare, c'è tempo per tutto, per stare in famiglia e per fare sport, sono come due grandi orti da coltivare. Chi non lo fa non lo sa e non può giudicare, il benessere fisico, emotivo e relazionale è elevato, importante è avere una famiglia che comprende e si organizza.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
"Curioso ok, il giorno della nascita di Edoardo era di venerdì ed io avevo organizzato il sabato mattina una bella uscita in bici e ci tenevo molto e l’appuntamento era alle 8:00 all’Aniene. Ho dovuto scrivere a tutti i compagni che non potevo esserci perché la mattina dovevo andare alla anagrafe che apriva alle 7:00 però la pazzia dovevo provare a farla, sono partiti presto alle 6:30 in fila per l’anagrafe in divisa da ciclista. Ero il primo, spiegando al volo la situazione ho trovato una signora che mia a detto: 'che pazzia Waaaauuuu, questo bimbo ha un papà forte' e fortuna, sono arrivato in tempo per partire con loro e le facce dei compagni di allenamento quando mi hanno visto è stata incredibile, specialmente la faccia di fabrizio Terrinoni che mi ha detto: 'e sì, sei davvero un bel matto'.

La forte passione dello sport fa diventare davvero resilienti, si riesce a fare tutto nonostante le difficoltà. Fabrizio sembra essere uno che ama le sfide, che osa, che non ha impedimenti, apprezzabile la pratica del suo sport come papà che deve prima di tutto adempiere i doveri quotidiani.
Quali capacità, caratteristiche, qualità possiedi per il tuo sport? "Analizzando la mia pratica sportiva anche dal lato più scientifico sono sempre stato un atleta con molta forza è molto veloce forse per la testa ma anche al livello di fibre infatti io gareggio nelle distanze sprint ed olimpici  dove ho dovuto lavorare sul ampliare la velocità e la forza per aumentare la resistenza  seguito da Massimo Fucili uno dei migliori allenatori e persona che abbia mai conosciuto".
Hai un riferimento? Ti ispiri a qualcuno? "Il mio riferimento è il mio allenatore Massimo Fucili, un allenatore come pochi possono dire di esserlo ed una persona stupenda".

Per praticare sport ad alti livelli è importante avere validi e competenti amici di allenamento e gara e un bravo allenatore che ti segue e consiglia.
Che significa per te praticare attività fisica? "E' uno sfogo, non può mancare nella giornata sennò manca qualcosa, è uno stile di vita, avere sempre uno stimolo e un'obiettivo: gareggiare sempre contro te stesso".
Un messaggio rivolto ai ragazzi per farli avvicinare allo sport? "Secondo me il messaggio più giusto sarebbe: provate a fare sport tranne il calcio / calcetto che quelli sono giochi. Provateli tutti, uno vi farà innamorare e non potrete più farne a meno".

Lo sport è davvero tanto per la persona, un sano stile di vita che fa star bene fisicamente e mentalmente, è decidere obiettivi sfidanti da cercare di raggiungere impegnandosi, è uno sfogo al di là della vita lavorativa e familiare.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport? "La risposta dovrebbe essere felicità, leggerezza, benessere ma io cerco di migliorare e mi spingo sempre oltre il limite  e quindi devi imparare a soffrire delle volte fino a stare male anche dopo aver finito, devi sopportare i dolori e, parlo per me, controllare l’emotività e quindi l’ansia, il mal di stomaco che mi colpisce anche giorni prima di un confronto serio tipo test  o gare".

E' interessante la testimonianza di Fabrizio, per tanti lo sport non è solo rose e fiori ma anche tanta fatica e sofferenza per cercare di spingere oltre, per avvicinarsi e conoscere propri limiti, per forzare un po', sperimentare sensazioni forti prima, durante e dopo la gara e ognuno ha le sue sensazioni, emozioni, ansie, preoccupazioni.
A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? Quali sono le difficoltà e i rischi? "Nel triathlon la cosa dove devi stare molto attento è la bici, devi stare sempre attento. Io ho imparato sulla mia pelle con i segni dell’asfalto/terra, devi sempre pensare che le cose non succedono solo agli altri e allora l’attenzione sale".

Il triathlon è uno sport di resilienza, bisogna cambiare sempre dal nuoto alla bici e dalla bici alla corsa, bisogna cavarsela in acqua, a cavallo della bici, e sulle propri gambe quando si corre ma in particolare la bici è uno strumento dove bisogna stare in equilibrio con qualsiasi condizione atmosferica e qualsiasi terreno.
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? "Non potrei stare senza, fa parte di me, del mio carattere, c’è sempre stato".
Hai rischiato di mollare? "Mollare mai, mi è capitato di allentare un po’".

Infatti prima di mollare si può provare a rallentare, recuperare un po', prendersi una piccola pausa e poi ripartire con più stimoli, energie rinnovate, risorse interne.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi? "Non so darti una risposta perché non l’ho mai utilizzato ma penso sì molto utile e sinceramente sono molto incuriosito da cosa potesse servirmi, per le fasi di fatica estrema e sullo stare male nel recupero post allenamento o gara  e l’ansia pre-gara".
Nello sport ci sono tanti problemi, dubbi, difficoltà, sensazioni negative, blocchi a cui l'atleta a volte si trova a dover gestire, affrontare e superare e a volte da solo non riesce e ha bisogno di una guida, di qualcuno che gli fa intravedere diversi scenari futuri, riesce a far canalizzare le energie, forze e resistenza in modo giusto soprattutto quando si tratta di osare e avvicinarsi a limiti sfidanti e pericolosi.
Si tratta di incrementare consapevolezza, fiducia in sé, resilienza, gestire sensazioni, definire obiettivi insieme all'atleta.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? "Non ti so dire la gara più bella, ogni gara ha la sua parte critica e la parte stupenda ma alla fine sono tutte stupende specialmente il percorso per arrivarci".

Concordo con Fabrizio è importante apprezzare il percorso per arrivare alla gara, il programma di allenamento costante e impegnativo che permette di presentarti allo start con la coscienza a posto.
La tua situazione sportiva più difficile? "Olimpico di Ostia 2018, brutto tempo, ritarda la partenza quindi sballa tutta l'alimentazione programmata per dare il 200%, mare mosso. 
Ok si parte uguale, la frazione è stata durissima e ho avuto paura però riesco ad uscire abbastanza bene, nei 40km in bici recupero, faccio la gara della vita 40km / h di media, sui 40km recupero, spingo, mi scordo totalmente della corsa, mi ricordo di correre solo quando metto le scarpe.
Parto bene, supero, sono 4 giri da 2,5k, faccio il primo senza esagerare pensando fisicamente di poter incrementare molto ma già al quinto km sentivo qualcosa che non andava, stavo 'perdendo i pezzi per strada', provo a prendere un gel ma peggiora la situazione oltre ad aver preso 'il muro più duro' della mia vita vedevo doppio, mi veniva da vomitar, e arrivo al giro di boa per gli ultimi 2500metri e solo al pensiero guardavo l'arrivo e mi veniva da piangere.
Avevo fatto la gara della vita e invece stavo camminando e strusciavo i piedi a terra, il rumore dell'asfalto quando toccava la suola, ho ripreso a corricchiare piano piano gli ultimi 300 metri perché c'era il tifo della famiglia". 

Questo racconto spiega quanto può essere difficile una gara di triathlon e quanto bisogna starci con il fisico, con la testa e con il cuore in gara. Il fisico ti può spingere fortissimo per fare la gara della vita ma poi si mette in conto la realtà della lunghezza della gara e le altre discipline che aspettano per il regolamento dei conti, ti può salvare solo il cuore verso al famiglia che attende all'arrivo per accogliere e coccolare l'atleta, esperienze comunque ricche e intese da cui si apprende tantissimo.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? "Le sconfitte sono moltissime ma sono quella a farci crescere. Infortuni, per fortuna sono uno molto meticoloso, scarpe nuove, posizione in bici giuste, massaggi anche da solo con olio di arnica anche nei momenti che sto benissimo e mi permette di stare bene. Non si può pensare di curare il corpo solo quando c'è il problema perché nel momento che è serio combatterci è dura".

Molto meticoloso e scrupoloso Fabrizio per quanto riguarda il suo corpo, e fa bene, bisogna coccolare se stessi e anticipare eventuali infortuni altrimenti poi è dura.
Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? "Nel nostro gruppo si usa: 'A vita persa', questa è una frase che mi motiva parecchio o: 'Daje Mostro' perché nell'ambito sportivo mi chiamano così".
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? "Prossimi obbiettivi vorrei fare almeno 2 gare in questo anno molto sfortunato per questa situazione, una per entrare in modalità, una per fare la gara della vita ad ottobre e chiudiamo il 2020 e ci mettiamo in gioco alle corri per il verde. Io sono un sognatore quindi sogno continuamente e cerco di farli avverare".

L'atleta è sempre alla ricerca di gare per testarsi ma anche per fare un'ottima prestazione e anche per contribuire a la squadra di conquistare podi importanti come la vittoria a squadra maschile dell'atletica la Sbarra alla 'Corri per il verde'.
Come ti vedi a 50 anni? "A 50 anni porterò i miei figli a fare sport, li seguirò e cercherò di farli crescere in questo mondo e continuerò ad allenarmi e sfidarli fino a vederli sorpassarmi, non perché io ho mollato ma perché loro si sono impegnati".
Come hai scelto la tua squadra e che intenzioni hai? "Le mie squadre: quella per la corsa 'Atletica La Sbarra', tramite Ambretta che è stata reclutata da Andrea rincorsa a Villa De Sanctis e allora sono stato risucchiato. 
E quella di triathlon 'Ironteam Italia A.S', cercando una squadra che mi desse fiducia con un bel gruppo affiatato Ironteamitalia ed un allenatore Luca Marino che mi allena nel nuoto molto competente tecnicamente perché, a differenza degli altri sport, per il nuoto serve tanta tecnica per poter applicare forza e resistenza".

Fabrizio sembra essere in buone mani con una famiglia che lo sostiene, un gruppo che lo stimola, anzi più gruppi praticando corsa, bici e nuoto. Inoltre è assistito da allenatori competenti. 
Con Fabrizio ho in comune questa grande passione per lo sport e il triathlon in particolare, abbiamo in comune la stessa squadra di atletica a cui apparteniamo, Atletica La Sbarra e anche l'allenatore di nuoto Luca Marino da cui ho appreso le basi per poter portare a termine un Ironman e conoscere il fantastico Ironteamitalia.

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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