Si sta
svolgendo a Policoro (MT) il Festival dell’Ultramaratona e tra le varie corse
di lunga distanza terminata vi è la 100 miglia che si è svolta con partenza
alle ore 15.00 del 11 settembre 2020 con un tempo massimo di 48 ore.
Il 2°
atleta classificato è stato Giuseppe Mangione in 20h41’29” classe 1961 che
vince il titolo italiano, a seguire Antonio Curcio in 23h59’58” classe 1977 e
Giovanni Battista Torelli in 24h21’10” classe 1955.
La gara femminile è stata
vinta dall’ex atleta della nazionale italiana Sonia Lutterotti in 25h45’56”.Io avevo
fatto un pensierino nel partecipare ma non sono riuscito ad organizzarmi ed ero
un po’ dubbioso sia per la preparazione sia per la compromissione di successive
gare tra cui la staffetta del Lago di Resia.
Il
vincitore della 100 miglia è stato il polacco Damian Kaczmarek in 14h51’52”
classe 1980, stabilendo il nuovo record della manifestazione che apparteneva a
Nicolangelo D’Avanzo di 16h26’47” nel settembre 2018, classe 1971.
Il 2°
atleta classificato è stato Giuseppe Mangione in 20h41’29” classe 1961 che
vince il titolo italiano, a seguire Antonio Curcio in 23h59’58” classe 1977 e
Giovanni Battista Torelli in 24h21’10” classe 1955. La gara femminile è stata
vinta dall’ex atleta della nazionale italiana Sonia Lutterotti in 25h45’56”. Il
record mondiale della 100 miglia è di 11h19’13” detenuto dallo statunitense
Zach Bitter classe 1986 ottenuto il 25.08.2019 a Milwaukee, WI (USA). Per quanto riguarda la categoria M55 il
record del mondo è detenuto dal britannico Andy Jordan in 14h57’38” classe
1963, ottenuto il 07.09.2019, il secondo miglior tempo al mondo di categoria è
di Giuseppe Mangione in 18h38’58” ottenuto il 16.09.2018 a Policoro (MT). Il
primatista mondiale indoor è Antonio Tallarita in 17h14’02” classe 1960
ottenuto il 26.11.2017 a Oslo (NOR). Il record
mondiale femminile della 100 miglia è di 12h42’40” detenuto dalla statunitense
Camille Herron classe ottenuto il 12.11.2017. Monica Casiraghi detiene la 8^
posizione al mondo e il record italiano di 15:07:14 ottenuto il 11.09.2011 a
Nykoebing Mors (DEN), il secondo miglior tempo di 17h04’31” è di Luisa Zecchino
ottenuto il 30.11.2013 a Palermo, il 3° miglior tempo di 17h20’10” è di Lorena
Brusamento ottenuto il 27.05.2018 a Timisoara (ROU).
Ho
scritto tanti articoli e tante interviste su Giuseppe Mangione, tanti incontri
in gara, insieme abbiamo scritto anche un libro che non è altro che la sua
autobiografia integrata con alcuni aspetti della psicologia dello sport,
soprattutto lo sport di endurance quale è l’ultramaratona.
Continuiamo
ad approfondire la conoscenza di Giuseppe attraverso risposte ad alcune mie
domande. Ciao Giuseppe, come hai gestito il periodo del
covid? “E rieccoci volentieri qui caro Matteo e
volentieri ti rispondo, allora per quanto riguarda il periodo del covid, beh
dal punto di vista morale come tutti con allarmismo per questo virus misterioso
e brutale, anche molta comprensione per tanta gente che stava rimanendo senza
lavoro insomma come tutti abbastanza preoccupato, io personalmente ero in zona
rossa a Parma per cui puoi immaginare 3 mesi senza vedere la mia famiglia i
miei affetti più cari solo ore di servizio. La mia fortuna e stata dal punto di
vista sportivo quella di poter continuare ad allenarmi non fuori ma bensì in
una bellissima struttura cioè la scuola di polizia penitenziaria di Parma dove
alloggiavo dotata di pista di atletica e parco con erbetta x cui sportivamente
tutto bene”.
In
effetti, in caso di calamità o avversità la prima cosa da fare sarebbe
salvaguardare se stessi, la propria famiglia, i propri cari e poi cercare di
aiutare anche altri che hanno bisogno o comunque cercare di accettare
l’accaduto e riorganizzarsi per una quotidianità diversa.
Si fa quel che si può
intravedendo nuove soluzioni e opportunità cercando di accusare il meno
possibile il colpo con l’intenzione di riprendere al più presto come o meglio
di prima le attività di routine continuando a cercare obiettivi e sogni da
realizzare. Come hai tenuto alta la motivazione per
continuare ad allenarti? “La motivazione per continuare ad allenarmi è
stata semplicemente la speranza che tutto doveva finire prima o poi e ritornare
alla nostra vita e nello stesso tempo allenarmi per il semplice piacere di
correre che io amo tanto”.
In
effetti lo sport ha un grande potere distraente e terapeutico soprattutto nei
casi di avversità e calamità, dove sembra che tutto va storto e male, si
intravedono poche speranze future, si spengono interessi ed entusiasmi.
A chi dedichi il titolo italiano 100 miglia? “Questo
titolo italiano assoluto sulla cento miglia per me alla mia età è davvero una
bella soddisfazione, gara di attesa proprio come Campobasso in pista ceri anche
tu ricordi? La mia svolta positiva in gara è stata di notte quando ho rimontato
il primo italiano che ormai aveva dato tutto e da lì felicità assoluta sapendo
ormai che nessuno poteva più prendermi e nonostante la sofferenza del caldo ero
felice, al settimo cielo. Senza alcun dubbio questo risultato lo dedico a mia
moglie Mariella che mi ha fatto compagnia, i miei 2 gioielli Michela Mangione e
Alessandro Mangione, ora devo aggiungerne altri 2, perché la famiglia si sta
ingrandendo, al compagno di mia figlia Nicola Morollo e la compagna di mio
figlio Rachele Leotta a cui voglio bene.
Una dedica a tutti gli atleti della
mia società per cui gareggio da quest'anno, la Riccardi Pedone Bisceglie col
presidente Gianpaolo Graziani e consorte Marisa Conto che ringrazio per la
fiducia che mi ha dato e per avermi supportato, non dimentico mai sportivamente
gli amici barlettani perché con loro ho davvero dei bei ricordi, un grazie
all'olimpionico Alberico di Cecco per i suoi consigli, non per ultimi a tutti
gli amici coratini ma quelli che mi vogliono davvero bene e a tutta Corato
visto che è un coratino che ha portato questo titolo in città”.
Giuseppe
ha dimostrato più volte di essere un vero campione, uno che ha tanta esperienza
di corsa ma soprattutto di corsa di lunghe distanze, senza fretta ma con
attenzione e pazienza riesce ad avvicinarsi a chi lo precede e come un agguato
li supera e si presenta davanti all’arrivo quasi sempre sul podio e a volte
occupando il gradino più alto continuando a collezionare titoli italiani, di
seguito alcuni articoli dove descrivo le sue gesta:
Quali sono stati i momenti più difficili e
come li hai gestiti? “È stata una gara molto dura non tanto per i
km quanto per il notevole caldo davvero eccessivo, infatti i momenti più in
difficoltà, e non solo io, li ho vissuti un po' dopo la partenza che è stata
alle 15 del pomeriggio e il giorno dopo, subito dopo l’alba, il sole molto
forte in certi punti, non si doveva fare altro che bere e bagnarsi
continuamente”. Le gare
di ultramaratone come la corsa a piedi della distanza di 100 miglia sono gare
durissime, difficili da interpretare, bisogna conoscersi bene, bisogna capire
l’andatura migliore che non faccia consumare troppe energie e che possa
permettere di arrivare sani e salvi al traguardo, bisogna saper pazientare,
attendere i momenti difficili per essere lucidi e capire come affrontarli senza
disperarsi e senza mollare.
Cosa hai scoperto ancora di te stesso? “Di me stesso ormai conosco bene la mia
caparbietà, il mio modo da guerriero in gara, quando le gambe girano non mi
risparmio. Ora magari specialmente in questa gara mi sono emozionato e commosso
all'arrivo, non ci potevo credere di aver raggiunto un bel risultato non
cronometrico comunque per via del caldo ma per la mia età non più giovincello
insomma”.
In gara
si diventa guerrieri per combattere, senza farsi del male, contro l’avversario,
contro il clima, contro la fame e la sete, contro il freddo e il caldo. Sei più soddisfatto, entusiasta, affaticato? “Ovviamente
molto molto soddisfatto e molto affaticato ma solo fino al giorno dopo tante
vero che ho già ripreso tranquillamente ad allenarmi ed essendo credente
cattolico ringrazio Dio tutti i giorni per il grande dono che mi ha dato almeno
fino ad ora, cioè la salute”.
La
salute è un bene prezioso ma anche la capacità di sapersi riguardare con
attività fisica e alimentazione è un gran bene prezioso da apprendere,
coltivare e poi insegnare e trasmettere ad altri.
Cosa puoi migliorare? “Di
migliorare non credo ormai molto, l’anno prossimo compio 60 anni per cui ampi
margini non ne vedo, dobbiamo essere obbiettivi l’età avanza e bisogna essere
razionali e prudenti però penso positivo continuerò a divertirmi correndo”.
Passa il
tempo, passano gli anni, si cambia, si evolve, si matura ma è importante
continuare ad avere la voglia di divertirsi e mettersi in gioco. Quindi l’anno
prossimo Giuseppe non sarà mio avversario, per modo di dire, mi dispiacerebbe
non essere sul podio insieme a lui in un’eventuale gara come successo in
passato. Famiglia e amici in che modo si interessano a
te e ti supportano? “Beh la famiglia sicuramente è entusiasta,
mia moglie dice che esagero con tutti questi km, gli amici quelli veri si
complimentano e chiedono consigli che io nel mio piccolo e con molta umiltà
elargisco”.
Quanto conta il sostegno di famiglia, amici,
fan e come contraccambi? “Indubbiamente il sostegno della famiglia è
importante, anche per il semplice fatto di tornare al proprio focolare domestico,
magari sentire qualche rimprovero per i miei dolori muscolari nel dopo gara.
Agli amici, quelli veri, non posso fare altro che ringraziarli davvero di cuore
e dare giusti consigli. Non posso reputarmi un allenatore, ma in base alla mia
esperienza cerco di costruire qualcosa facendo sempre rispettare la salute a
tutti”.
Certo in
famiglia si dà più penso alle assenze per gare e allenamenti che ai risultati,
bisogna trovare un sano equilibrio per essere sereni e continuare a coltivare
entrambi gli orti, sportivi e familiari in modo da continuare ad avere frutti
ricchi, densi e intensi da entrambi i contesti. Cosa diresti a Giuseppe di 10 anni fa? “A
Giuseppe di 10 anni fa, come ho già fatto, direi: ‘smettila di fumare, butta
sto pacchetto di Marlboro e comincia a vivere’, e così è stato, tu sai bene
l’ho scritto anche sul nostro libro, io ero un buon fumatore”.
In
effetti campione non è solo chi vince una gara, ma tutti quelli che decidono di
fare un cambiamento importante nella propria vita, soprattutto se riguarda un
nuovo stile di vita più salutare che aiuta a star bene fisicamente e
mentalmente.
Ecco cosa scrive Giuseppe nel nostro libro
“L’ultramaratoneta di Corato”: “La mia è stata una vera
rinascita, un vero ritorno alla vita l’essermi appassionato alle ultra, dopo
varie vicissitudini della vita, pensa che ero arrivato a fumare più di un
pacchetto di sigarette al giorno e ora sono semplicemente felice, a 56 anni sto
semplicemente vivendo in serenità, ora con questo vorrei davvero mandare un
messaggio positivo, con questo nostro scritto”.
Quanto soffri negli allenamenti e gare? A
quale campione ti senti più vicino? “Devo dire la verità, quando
preparo una gara, un obbiettivo importante, in allenamento do davvero tutto, do
il massimo e anche di più a volte e in gara è la stessa cosa, per questo mi
ispiro molto a 2 grandi campioni: uno è Emil Zatopek, un campione polacco che
in una olimpiade vinse 5000, 10000 e maratona, correva malissimo, brutto da
vedere, ma aveva una forza straordinaria fuori dal comune, ho visto certi
filmati vecchi, degli arrivi impressionanti, anche Zatopek in allenamento non
si risparmiava, lui faceva ripetute in quantità industriale, fino a 60 volte i
400 metri, io di lui non sono nemmeno la minima parte ma, come lui, mi alleno
tanto; l’altro grandissimo campione è il nostro grande Pietro Mennea. Mennea
diceva la fatica non è mai sprecata, soffri ma sogni, ed è semplicemente il suo
esempio quello che seguo”.
In
effetti per ottenere qualcosa bisogna lavorare duramente, faticare, essere
costanti, simulare la fatica della gara, crederci, impegnarsi e non mollare.
Prossimi appuntamenti? “Ora si
spera che pian piano tutto si risolva, vediamo nei prossimi mesi che novità ci
saranno e sicuramente sarò presente, a presto grande Matteo, resta il fatto che
rivedersi mi sarebbe davvero piaciuto”.
Ci
saranno altre occasioni anche a me fa sempre tanto piacere. Da
diversi anni conosco Giuseppe Mangione, un carissimo amico e un fortissimo
atleta, conosciuto prima attraverso i social e poi personalmente incontrato in
qualche gara e insieme abbiamo realizzato anche una grande opera dal titolo
L’ultramaratoneta di Corato.
Interviste
a Giuseppe sono riportate nei libri:
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici
di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, edito
da Aracne Editrice.
Matteo SIMONE
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