giovedì 7 luglio 2022

Simone Cataldi porta a termine il suo primo Ironman a Nizza

 Col lavoro duro e costante ce la puoi fare 
Matteo SIMONE  

Domenica 26 giugno 2022, si è svolto a Nizza l’Ironman, vinto da Simon Henry M25-29 - FRA in 9h00’34” (nuoto 3,8km 53’04” - bici 5h02’04” - maratona 42,195km 2h58’05”), precedendo Manuel Schreiber M30-34 - AUT 9h11’59” e Florent
Rabany M30-34 - FRA 9h20’18”.
 

Il primo italiano è stato Lorenzo Carboncini M45-49 classificatosi al 5° posto in 9h28’10”. 
Tra le donne ha vinto Mathilde Hanuise F30-34 - BEL in 11h01’52” (nuoto 1h03’13” - bici 6h22’14” - maratona 3h22’15”), precedendo Cassandre Payen F35-39 – FRA 11h03’52” e Ines Wick F25-29 - FRA 11h11’27”. 
 Tra i partecipanti anche l’amico di Roma Tor Tre Teste: Simone Cataldi M55-59 che conclude il suo primo Ironman in 13h11’47” (nuoto 1h20’38” - bici 7h24’08” - maratona 4h00’13” e di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte ad alcune mie domande.  
Ciao, complimenti per il full Ironman, è stato come te l'aspettavi? Si, lungo e faticoso. Dalla “battaglia” in acqua contro tutti, alle amicizie che nascono nella frazione bici e con la corsa solitaria cercando le ultime energie anche con l’aiuto dei punti ristoro (Santa Coca Cola). 

In una gara lunga e faticosa come l’Ironman più o meno si sa a cosa si va incontro, tante ore di sport partendo in acqua con il nuoto, passando per la bici per 180km che potrebbero sembrare infiniti ma se dietro c’è un adeguato allenamento tutto diventa fattibile, e al termine una maratona di 42, 195km che in genere dicono che bisogna arrivarci riposati me nell'Ironman si arriva con diverse ore sulle gambe, sul corpo, sulla mente, ma si può fare tutto preparandosi e credendoci. 
Come è nata l’idea?
L’idea è nata dopo il primo Half IM, soprattutto pensando alla sfida dei quasi 4 km in mare (si, il mare spaventa più del lago) e della maratona dopo 180km di corsa. Maratona che ormai conosco ma che mi sarebbe piaciuto affrontare dopo una lunga frazione di bicicletta. 

Davvero una grande sfida, dopo un mezzo Ironman si può pensare e mettere in conto di poter preparare un full Ironman con allenamenti adeguati e aiuto di amici più esperti o tecnici esperti e competenti. 
Da quando ci lavoravi? Iniziato l’allenamento da dicembre. Anche se il primo IM avrebbe dovuto essere Francoforte nel 2020, rimandato per Covid. 
Come ti sei allenato? Preparato seguendo una tabella di un preparatore (coach) specifica per l’IM. Un vero e proprio lavoro. 

Preparare un Ironman è molto impegnativo, bisogna fare le cose fatte bene, ogni uscita è un allenamento serio con specifiche peculiarità e propedeutico a un prossimo allenamento per poter gradualmente arrivare pronti per affrontare e gestire la gara.
Qual è stato il prezzo da pagare?
Sparisce, o meglio è molto limitata, la vita familiare e con gli amici. Hai sempre un allenamento da fare nei weekend, hai la piscina la sera tardi. E devi lavorare. È un lavoro di incastro di impegni che un po’ logora. È come fare un altro lavoro dopo il tuo. 
Quanto eri motivato nel raggiungere questa metà/obiettivo? Molto motivato. Se non lo sei non riusciresti a gestire tutti gli allenamenti e le limitazioni che ti comportano sulla vita quotidiana. 

È un grande equilibrio tra famiglia, lavoro e allenamenti, bisogna stabilire priorità limitare nel tempo, mettere in conto che per alcuni mesi bisogna lavorare duramente per ottenere un grande risultato sfidante, difficili ma non impossibile. 
La frazione più difficile? Difficile non so, quella che spaventa di più, per chi ha iniziato a farlo a 50 anni, è la frazione di nuoto. Speri che il mare sia calmo, che quando sei dentro a 800mt dalla riva vada tutto bene, e che ce la fai a farla per due volte. E che non arrivi a riva già stanco. Ognuna ha avuto l sua difficoltà: nuoto, una battaglia per lunghi tratti 😂; bici, per il dislivello e le lunghe salite; corsa, una maratona è sempre una maratona, da gestire. Non ne ho considerata una più difficile dell’altra. 
Quali sono state le tue qualità e caratteristiche utili?
La costanza di andare due volte a settimana in piscina la sera tardi, di uscire presto in bici col freddo, di correre in orari “strani” col buio (fino all’ultimo minuto dell’orario della pista quando andavo solo). 
Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi? Dicono che sono matto (chi fa sport meno “endurance”), che ho avuto tanta costanza, che neanche pensano di provarci 😂. 

La sfida nella sfida, a 50 anni mettersi in gioco con il nuoto e pensare di provare a fare un Ironman davvero richiede una grande prova e fiducia in se stessi costruita nel tempo allenamento dopo allenamento, gara dopo gara come mattonelle che si mettono insieme per costruire coraggio e resilienza fino a fine gara.
Come hai affrontato, gestito, superato eventuali imprevisti? L’imprevisto più grande è stato il secondo ristoro in bici, quando ho trovato l’acqua caldissima. Non si poteva bere, e neanche buttarla addosso per quanto era calda. Ho resistito bevendo quella che era rimasta nella borraccia; ho pensato che se anche il terzo fosse stato così sarebbe finita presto l’avventura, ma fortunatamente da lì in poi è andata bene. Altro imprevisto: crampetti al polpaccio destro al ventiduesimo km della maratona, che mi ha fatto rallentare un po’. Gestiti con l’esperienza delle maratone fatte. Diciamo che questo è il mio unico e solo rammarico. Sono contentissimo del tempo impiegato, ma sarebbe andata un pochino meglio senza 😉. 

Una grande gara nonostante gli imprevisti che fanno venire la voglia di rifarne subito un’altra per far meglio grazie all’esperienza e sperando in condizioni migliori.
 
I momenti più belli? Momenti più belli? Quando esci dall’acqua, quando in bici per le stradine di un paese di montagna la gente è lì che ti aspetta e ti fa la ola come nel giro d’Italia, quando sento e vedi bambini che ti applaudono e ti dicono “Courage Simone, bravó!”. E quando arrivi e nel corridoio degli ultimi 50mt la gente ti incita e si sporge per darti il 5. Una cosa ricordo in particolare: buona parte dell’ultimo tratto in discesa fatto con una signora di una sessantina d’anni che scendeva con me a palla di cannone. 
Cosa e/o chi ti ha aiutato? Pensieri, immagini, persone? Il supporto di Simona, la mia compagna, gli stimoli del mio compagno di allenamenti (ah, lo abbiamo preparato e siamo andati in due), l’immagine del traguardo finale e una costanza e tenacia che non pensavo di avere. 

Una lunga gara di Ironman molto faticosa contempla anche momenti indimenticabili delle tre frazioni di tre discipline diverse, dal nuoto in acqua con sensazioni ricche e intense alla bici, restando in equilibrio per diverse ore percorrendo 180km e la maratona finale che porta al traguardo con la consapevolezza che tutto finisce, finisce la gara, finisce un periodo di allenamenti, pensieri, aspettative, sacrifici. 
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì?
La consapevolezza che col lavoro duro e costante ce la puoi fare. Le belle immagini degli incitamenti lungo il percorso. Lasciato solo il sudore per finire la gara. 
Ora cosa cambia? Mah, direi nulla. Ho la consapevolezza che lavorando si possono raggiungere obiettivi che a prima vista pensi siano quasi impossibili (lascio la parola “quasi”, perché in fondo pensi comunque di farcela quando ti iscrivi). 

Ogni gara finita porta nuove consapevolezze e nuovi inizi di percorsi, si volta pagina, si pensa al quotidiano, ma ci si sente arricchiti dentro per quello che si è riusciti a fare con tanto lavoro, passione, motivazione, impegno, costanza, fatica, sacrifici. 
A chi dedichi questo traguardo? Simona, che ha dovuto sopportare la mia assenza. 

C’è sempre un pensiero e un ritorno per le persone care, un pensiero in allenamento, in gara, si è consapevoli delle proprie priorità e scelte per periodi definiti rincorrendo sfide e sogni che fanno sperimentare sia benessere che performance. 
Prossimi obiettivi?
Obiettivi ancora da definire, per ora riposo. 
Ti ispiri a qualcuno? Direi di no, è una questione con te stesso fare un IM. 

A volte arriva la chiamata per un certo qualcosa, per una maratona, per un Ironman, per una 100km. 
Come ti vedi tra 10 anni? Oddio, spero come ora, anche se un po’ invecchiato. Che ancora faccio attività, anche se in modo più soft. In fondo la categoria IM 64-69 c’è. 
Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Daje, dopo la curva spiana! 😂È l’ultimo giro, dai che è finita! Sei uscito dall’acqua, puoi farcela! Non collassare ora che ti aspettano a casa! 😂. 

Tutto è bene quello che finisce bene, complimentissimi a Simone per questo grande traguardo grazie ad allenamenti costanti in pista a Tor Tre Teste, al parco e in altri luoghi e contesti. 

Matteo SIMONE 

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