venerdì 1 luglio 2016

Gabriele Lilli: importante scollegare la testa dal corpo negli sport di endurance


Matteo SIMONE

 

Dico sempre che lo sport avvicina persone, culture, popoli e mondi, ed infatti lo sport mi ha avvicinato a tante persone ed uno di questi è Gabriele Lilli durante una corsa a piedi della lunghezza di 50km dove c’erano lunghissime salite e bisognava fare attenzione al percorso per non rischiare di sbagliare strada, bisognava idratarsi perché era tanto caldo. Di seguito Gabriele ci spiega il suo approccio allo sport.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione no, però ho avuto stadi estatici importanti. Sbalorditivi, una sorta di sensazione di onnipotenza. Sia nella pesistica che in bici, in piscina o tanto più nella corsa, sia brevi/veloci che lunghe/lente. I campioni vanno a podio, a me non è mai capitato, ma non è un problema, perché pratico sport per battere i miei limiti, chiaramente rispettandomi.”

In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Attraverso la fatica. Quando si fatica, la tua mente forgia nuove alternative, nuove possibilità, per cui anche nuove forme di benessere e quindi di felicità.”

Lo sport di endurance permette di conoscersi, di sperimentare la fatica insieme, accomuna, c’è condivisione nella fatica e nella soddisfazione a riuscire nel portare a termine la gara, considerata un’impresa, un obiettivo da raggiungere.

Come hai scelto il tuo sport? “Ho solo seguito l’istinto e ascoltato ciò che avevo nel cuore.”

Intervista ad Annalisa Gabriele dopo la staffetta 12xmezz’ora – 4 Giugno 2016


A cura di STEFANO SEVERONI

 

  
Sabato 4 Giugno 2016 presso l’impianto sportivo Nando Martellini in Roma c’è stata la Staffetta 12xmezzora dalle ore 16 alle 22.00. 54 squadre hanno partecipato alla manifestazione, un evento non solo sportivo, bensì una manifestazione culturale della durata di tre giorni (3/5 giugno) il cui obiettivo è coniugare in sé sia lo sport, sia l’attività di promozione sociale e culturale dedicata agli sportivi e a tutta la cittadinanza. Per la cronaca agonistica, in campo maschile ha vinto Podistica Solidarietà 1 (94˙226 m) davanti a Ozimo Team (91˙377 m) e Atletica La Sbarra Team Black (89˙538 m) e in campo femminile Atletica La Sbarra Team Purple (76˙037 m).

 
  Abbiamo intervistato Annalisa Gabriele dopo la gara, al fine di cogliere cosa rappresenta partecipare a una manifestazione, che ha visto tanti protagonisti, dagli atleti, agli organizzatori, allo speaker, ai Giudici di Gara, agli espositori nei numerosi stand, che hanno coinvolto tante persone. L’atleta tesserata per ASD Amatori Villa Pamphili ha gareggiato alle ore 20.00 con Ozimo Team, coprendo la distanza di 7˙953 m = 3’46” al km = 15˙897 km/h.

Una gara ‒ la Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturali Sport Against Violence. Raccontaci la tua esperienza personale. È il secondo anno che partecipo a questa splendida manifestazione e la trovo davvero stupenda. Quasi sempre si corre per il proprio piacere, per raggiungere un obiettivo personale. Ma sabato sera questo traguardo si amplia. La nostra corsa può assumere un significato più importante. E diventa il pretesto per portare avanti i diritti e le problematiche di chi non a voce.

STEFANO SEVERONI dopo la Staffetta 12xmezzora 4 GIUGNO 2016

a cura di STEFANO SEVERONI

La Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturali Sport Against Violence. Ho corso dalle ore 20 alle 20.30, con condizioni meteorologiche favorevoli, non mettendo neanche il cappellino e gli occhiali come sono abituato in altre occasioni. Ho apprezzato la presenza dei numerosi stand all’interno del campo e le varie attività, partecipando a una seduta di yoga. Mi sono venute in mente le edizioni della Staffetta 24x1ora, a cui già partecipai negli anni Ottanta, qui alle Terme, poi alla Farnesina, allo Stadio delle Aquile (ora Paolo Rosi) e a Ostia. Allora alcuni campi erano addirittura in terra battuta.
Ero reduce dalla Maratona di Sicilia di due giorni prima. Il giorno precedente avevo corso un’oretta più dieci allunghi: l’obiettivo era ora di correre a sensazione senza assilli cronometrici.
Una volta a settimana corro le ripetute in pista. In passato ho corso una decina di staffette e una decina di gare di mezzofondo prolungato. Per la mia tecnica di corsa sono più adatto alla strada. Ma una volta ogni tanto non mi è sgradito cimentarmi nelle gare in pista all’aperto. L’unico luogo mai frequentato è la pista indoor. Bellissimi i trail, ma pericolosi. Essendo stato investito nel 2010 da un’auto sulle strisce pedonali e riportato la frattura del femore destro, cerco di evitare situazioni non agevoli quali appunto i trail.
Staffetta 12xmezzora: la definizione è un po’ impropria, in quanto non c’è scambio di un testimone come nelle staffette 4x100 m e 4x400 m, ma un avvicendarsi di atleti appartenenti a un team a una prova di corsa di resistenza.

Francesco Bona: essendo l'atletica il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare allo sci


Francesco Bona vanta quattro belle prestazioni che considera le gare della sua vita: 

mezza maratona di Belgrado,
terzo posto alle Universiadi, 
titolo italiano di mezza di Cremona,
titolo italiano allievi sui m. 2000 siepi. Di seguito si racconta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho praticamente sempre fatto atletica fin da bambino 6 anni. Facendo una attività ad alto livello ho dovuto rinunciare ad altri sport che da giovane praticavo come hobby ad esempio lo sci che mi piacerebbe ripraticare.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa?No, o meglio essendo l'atletica il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare ad esempio allo sci.

giovedì 30 giugno 2016

INTERVISTA A TIZIANA BINI DOPO LA STAFFETTA 12XMEZZORA – 4 GIUGNO 2016

STEFANO SEVERONI

Una gara ‒ la Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturale Sport Against Violence. Raccontaci la tua esperienza personale. Le gare di questo tipo sono sempre una bella sfida. Io sono “di resistenza”, adoro le maratone e le ultra, ma non sono velocissima e non faccio allenamenti in tal senso, per cui mettermi alla prova e dire “hai 30 minuti per dare tutto” è un’esperienza ogni volta nuova.
Cosa hai pensato durante la gara? Hai prestato attenzione al tuo corpo, al ritmo di corsa, all’ambiente o agli altri? Ascolto sempre me stessa quando corro. Corro perché mi piace la sensazione che mi trasmette il corpo quando corro. Ha dato un po’ fastidio il caldo (ho corso al turno delle 16:00) e sono stata ben attenta a mantenere la testa fresca.
Correre in pista per mezz’ora in un anello di 400 m e in senso rigidamente antiorario. Ti risulta più difficoltoso che correre su strada o in un parco? Decisamente si, anche se svolgo molti allenamenti sulla monotonia del tapis roulant, ma in pista c’è l’aggravante delle curve sempre nella stessa direzione che stressano le articolazioni.
Staffetta 12xmezzora: la definizione è un po’ impropria, in quanto non c’è scambio di un testimone come nelle staffette 4x100 m e 4x400 m, ma un avvicendarsi di atleti appartenenti a un team a una prova di corsa di resistenza. Hai percepito lo spirito di squadra? Si, la regola si sapeva e sapevo di dover far bene per mia soddisfazione, ma anche soprattutto per le colleghe dei turni successivi.
Alla gara hanno partecipato anche atleti con alcune forme di disabilità. Hai apprezzato la loro presenza e il loro supporto? Lo sport è di tutti e tutti ne hanno diritto. Questo messaggio dovrebbe passare ad ogni manifestazione.
Lungo il percorso c’erano ristori con acqua. Ma purtroppo anche nel mondo dell’atletica leggera c’è chi non si accontenta di ciò che offre la natura, ma assume sostanze dopanti, un fenomeno da debellare. Cosa ne pensi? Condanna assoluta. Lo sport dev’essere pulito, al di sopra di ogni sospetto di illecito. Non è un obbligo praticarlo, non è un dovere vincere. Mezzi propri. Tolleranza zero per chi bara, in qualsiasi modo lo faccia.

MATTEO SIMONE, DIRIGENTE SPORTIVO

Stefano Severoni


Matteo è dirigente della società Atletica La Sbarra, che ha sede in via R. Lombardi, 57 nella zona sud-est di Roma, di cui è presidente Andrea Di Somma. La maggior parte degli atleti si allenano all’interno dell’immenso Parco Tor Tre Teste - Alessandrino, uno dei tanti polmoni verdi di Roma, situato tra v.le Palmiro Togliatti, via di Tor Tre Teste e le due vie consolari Casilina e Prenestina. Il Parco ‒ il cui perimetro ha una lunghezza di circa 8 km ‒ è un ritrovo per tanti appassionati della corsa e della camminata. Circa una decina di anni fa un gruppo di corridori ha deciso di costituire una squadra podistica e ha individuato un nome semplice, ossia Atletica La Sbarra, in quanto il ritrovo è sempre stato in corrispondenza di una sbarra orizzontale, che stava a significare un ingresso del Parco. I componenti di questa squadra, più o meno giovani, riescono a ben figurare nelle varie competizioni podistiche. Da segnalare la loro partecipazione a gare che portano avanti dei progetti sociali, culturali o naturali quali Corri per il Verde, Staffetta 12 x mezz’ora Against the Violence, Roma Tre Ville Run per finanziare il Progetto Filippide, La Corsa di Miguel per ricordare il poeta corridore, Miguel Benancio Sanchez. Inoltre è notevole l’attenzione nei riguardi di persone che per diversi motivi sono esclusi da altre società per eventuali comportamenti scorretti.

Così l’Atletica La Sbarra mette da parte stereotipi e pregiudizi, offrendo a queste persone la possibilità di non ricadere nell’errore, di non essere emarginate, bensì di continuare a restare nel mondo dello sport, scoprendo l’esistenza di altri valori quali le relazioni, la correttezza, la solidarietà, il benessere psicofisico. L’attenzione dell’Atletica La Sbarra è rivolta altresì verso i migranti; infatti in passato sono stati tesserati atleti del Marocco, quali Zhara Akrachi. Inoltre ‒ come ultimo acquisto nella società ‒ si segnala la coraggiosa e determinata atleta non vedente Ada Ammirata, che da circa un anno è scesa da cavallo dopo un’esperienza a livello internazionale e ha scoperto la corsa a piedi, applicandosi con entusiasmo, dedizione nonché determinazione. L’esperienza di corsa con Ada consente agli atleti della squadra di scoprire cosa significa correre con una disabilità come la mancanza della vista; ogni atleta del team si sperimenta come accompagnatore negli allenamenti e in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con dedizione e generosità. Ada è capofila dell’Achilles International Roma, un gruppo che da alcuni mesi è operante all’interno del Parco degli Acquedotti romano, con l’obiettivo di far gustare a non vedenti/ipovedenti la bellezza di correre assieme.
INTERVISTA
Quando hai iniziato l’attività di dirigente e le motivazioni? Da circa un anno su invito di alcuni atleti, ho accolto con piacere l’invito in occasione di una cena di società e accettato con piacere. Le motivazioni sono trasmettere buone prassi nello sport, tenere unita gli atleti della squadra, moderare eventuali incomprensioni, organizzare eventi, aderire a progetti con tematiche sociali, cercare di integrare persone, culture e mondi.

STEFANO IACOPONI

a cura di STEFANO SEVERONI


SCHEDA ATLETA
NOME Stefano COGNOME Iacoponi DATA DI NASCITA 28/11/1959 CATEGORIA SM55
ALTEZZA MT 1,64 PESO KG 63 SOCIETÀ Purosangue Athletics Club
SPECIALITÀ corsa su strada STATO CIVILE celibe
RECORD PERSONALI
DISTANZA
TEMPO
ANNO
DISTANZA
TEMPO
ANNO
DISTANZA
TEMPO
ANNO
100 m
15”3
2005
3˙000 m
12’43”2
2007
10˙000 m
49’41”9
2007
200 m
33”4
2005
5˙000 m
49’41”9
2006
21,097 km
1h46’41”
2013
800 m
2’50”9
2005
peso
5.63
2008
42,195 km
3h46’52”
2007
1˙500 m
5’43”5
2007
disco
16.98
2010
100 km
18h50’37”
2016

ATLETICA LEGGERA
Quando hai cominciato a praticare l’atletica leggera? 17 anni fa, all’età di quarant’anni. È allo stadio delle Terme di Caracalla di Roma, che ho incontrato Luciano Ciccone, che mi ha tesserato per l’Atletica G. Castello.
Quali motivazioni ti hanno spinto a iniziare? Perché mi piace lo sport.
Quando corri ti concentri: a) sul gesto atletico; b) sull’immagine interna; c) sull’ambiente circostante? Mi concentro sul corpo.
Quante volti ti alleni a settimana? 5 volte corro e 2 volte lancio. Inoltre il sabato mattina partecipo spesso all’allenamento con la mia squadra Purosangue Athletics Club a Villa Ada.
Com’è il tuo allenamento? Corsa lenta, più due lavori a settimana di ripetute o fartlek. La domenica o gareggio o faccio il lungo.
Quanti chilometri percorri a settimana? Una sessantina.
Quante gare fai ogni anno? Circa un paio al mese su varie distanze. Nel 2015 ho corso una decina tra maratone e ultra: Strasimeno di 58 km, Ultra Serra di Celano di 65 km e la 100 km del Passatore, che ho corso negli ultimi tre anni (2014-2015-2016).
Esegui esercizi di stretching, ginnastica, circuit training, yoga o altro e con quale frequenza? Stretching e ginnastica un paio di volte a settimana dopo la corsa per circa mezz’ora/1ora.

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