domenica 17 luglio 2016

Matteo Colombo: correre fa bene al mio corpo, al mio spirito, alla mia mente


Matteo Colombo, un atleta amante della montagna, dei sentieri, delle ultra trail e ultra sky marathon, una sorta di superman della corsa capace di correre in libertà nei boschi, sentieri e montagne alla ricerca di sensazioni particolari, per sperimentare sempre nuove emozioni ed alla caccia della pura adrenalina che va in circolo e ti permette di andare avanti instancabilmente.

Un po di tempo fa ho invitato Matteo a rispondere a un questionario che ho predisposto che mi sta permettendo di conoscere questo fantastico ed affascinante mondo degli ultrarunner di strada, di sentieri, di pista. Ecco cosa raccontava Matteo Colombo.

giovedì 14 luglio 2016

Simona Morbelli, ultrarunner felice e resiliente

Buon compleanno Simona

Simona è un amante della corsa al naturale, per sentieri, per montagne. L’ho conosciuta in occasione di un raduno premondiale della nazionale italiana ultratrail, simpatica, sempre solare, di corsa facile e veloce in piano, salita e discesa.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? Essere un ultratrailer significa non solo amare la corsa in natura ma, nel mio caso, l'essere attratta dalle incognite che quest'ultima riserva, dal meteo alle difficoltà del percorso, alla capacità che ha il proprio corpo ad adattarsi all'imprevisto.”

L’arte del riposo e del recupero con l’aiuto di pensieri ed immagini

Matteo SIMONE
 Dedicato a Mary Moor

Nella vita ciò che conta è la capacità di ricominciare dopo essere caduti” José Mujica (Presidente della Repubblica dell’Uruguay) 

L’atleta vincente riesce a trovare la determinazione, la calma, lo spirito di sacrificio per ricominciare dopo ogni stop prolungato, dopo ogni sconfitta. Importanti sono la meditazione, la visualizzazione, il lavorare sull’autoefficacia, esercizi di rilassamento.

Attraverso la meditazione la persona riesce ad aspettare i tempi occorrenti per il recupero, riesce a comprendere che tutto passa, tutto sorge e tutto muore, riesce a non reagire agli eventi spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a programmare una formulazione del goal setting, un piano degli obiettivi graduali con una giusta scansione temporale.
L’atleta può sentirsi soggetto attivo nel processo di riabilitazione, definire un piano di ripresa, di ripartenza, sviluppare un piano per un’azione futura efficace può individuare le risorse occorrenti da potenziare, sia personali che esterne, allenatore, fisioterapista, psicologo, medico.
Sviluppare  risorse interne allo scopo di aiutare a stabilire un senso di efficacia e di possibilità per il Futuro, creare un suo Consigliere Interiore o un “Allenatore Interiore”, creare una “Squadra Interiore” di aiutanti o di sostenitori, ognuno in grado di apportare un’influenza positiva.
L’atleta può fissare obiettivi minimi di ripresa rispettando i tempi e le modalità occorrenti, senza fretta di riscattarsi o di dimostrare a qualcuno. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
Persuasione verbale da parte di altri, dei quali si hanno fiducia e stima attraverso gli incoraggiamenti verbali che tendono a sottolineare gli elementi positivi di un gesto o una azione.
La persona che avrà sviluppato un forte senso d’autoefficacia sceglie obiettivi più elevati, è più motivata, usa le proprie capacità con maggiore efficienza, è meno ansiosa, gestisce meglio i fallimenti, è più tenace e ottiene risultati più soddisfacenti di chi invece ha una percezione negativa delle proprie possibilità.

Patrick Kahoro, runner: ogni paio di scarpe è utilizzato da due atleti

Please try to help us just a little bit, as our team is lacking gears most shoes

Matteo SIMONE



Inizio questo articolo con una richiesta di aiuto per un gruppo di corridori del Kenya che chiedono scarpe per allenarsi, ecco la loro richiesta: “Please try to help us just a little bit, as our team is lacking gears most shoes. In Kenya one new pair costs 55€”
Adriano Celentano cantava: “questa è la storia di uno di noi”, ed io ora dico: “questa che state leggendo è la storia di uno di loro”. Trattasi di un atleta del Kenya che racconta la vita degli amici runner che amano fare sport, che attraverso lo sport guadagnano per vivere, che attraverso lo sport stanno lontano dalla droga e prevengono anche l’obesità. Ma per fare tutto ciò è importante avere almeno un paio di scarpe ed anche dei medici ben formati per risolvere i problemi di salute che ogni tanto nella carriera di sportivo atleta si va incontro, di seguito la storia di Patrick.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si ho vinto molti eventi in Kenya e paesi confinanti come la Tanzania, ho creduto in me stesso, vincere una gara in Kenya è molto molto duro e pertanto sento che sono un campione, vincere una gara in Kenya non è possibile.
Come hai scelto il tuo sport? “Fin da piccolo ho avuto una marcia in più rispetto agli altri bambini, sentivo il piacere di correre che man mano che crescevo aumentava sempre di più e correvo ovunque senza sapere che era il mio talento migliore.

mercoledì 13 luglio 2016

Sandro: Grazie alla generosità degli atleti dell'Atletica La Sbarra ho iniziato a correre

Sandro M: Essendo io un ipovedente era impensabile correre per me

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Io sono un neo sportivo, ho iniziato a correre da 2 mesi, ma in 2 occasioni mi sono sentito un campione: 1 metro dopo il traguardo delle mie 2 uniche prime gare (Staffetta 12x30 e maratonina 10km). Non avevo mai provato niente di simile. Enorme gratificazione interiore. Io non avevo mai partecipato ad una gara di corsa. Era contemplata anche l'eventualità che non riuscissi a completare il percorso. Invece ce l'ho fatta! Sono riuscito ad arrivare a traguardo. E' stato molto difficile per me. Ad entrambi i traguardi sono arrivato senza fiato, senza energia e senza più forza nelle gambe, ma ce l'ho fatta!!! Aver completato l'impresa mi ha fatto percepire intimamente di essere un Campione. A modo mio ma un Campione.

domenica 10 luglio 2016

Orazio Bogdan, Ultra Marathon Trans Italia 266 km, Marina di Ravena - La Spezia!

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta

Una gara che attraversa l'Italia, una storia per l'Italia. La più difficile in Europa, 266 km non stop!

Marina di Ravena - La Spezia!
Approfondire gli aspetti psicologici che incidono sul benessere e la performance della persona, permette di conoscere gente sorprendente e straordinaria, ho avuto modo di conoscere Bogdan Chiorean che ha fatto dello sport la cura alla sua malattia, l’essenza della vita, la scommessa di arrivare a destinazione, la sfida da superare, la gara estrema più di tutte da organizzare, di seguito ci racconta la sua iniziazione allo sport e la sua gara da Ravenna a La Spezia nata per caso guardando il mare a Est d'Italia e partendo all’avventura segnandosi su un braccio le città da attraversare per arrivare ad ovest di Italia, precisamente a La Spezia. 

Roldano Marzorati, 58 anni: Campione Italiano corsa a piedi 48 h


Lo sport che sviluppa consapevolezza ed autoefficacia, è questo che continua a sperimentare Roldano Marzorati ancora all’età di 58 anni con competitività e performance, umilmente con dieta vegana e tanta attenzione, apprendendo dai più forti ed esperti come la fortissima atleta di endurance Brenda che il 2016 ha vinto la gara durissima di 202 km di corsa a piedi, la nove colli running.

E tutto ciò Roldano lo fa condividendo la sua passione con la sua compagna Sonia anche lei vegana e performante delle corse di lunghe distanze, di seguito alcune impressioni rispetto alle ultime gare di Roldano ed ai suoi prossimi obiettivi.

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