domenica 14 agosto 2016

Silvia Bortolotti: La maratona, corrine una e ti cambia la vita dico sempre io

Matteo SIMONE 

Come ho detto qualche volta, soprattutto in base all’esperienza personale ed approfondendo il mondo degli ultramaratoneti, a volte la corsa chiama ed è difficile rinunciare, quindi ben venga. 

Succede che la si incontri da soli la corsa, si ha passione, si è motivati, e poi si incontra qualcuno che ti permetta, che ti aiuti a far meglio ed allora la corsa ti può cambiare la vita come è successo a Silvia incontrando il suo coach e la maratona, di seguito ci parla della sua passione.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? Si tutte le volte che riesco a superare qualcosa che non credevo di riuscire."
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Mi sono iscritta a una squadra ed ho iniziato a fare gare, ma la svolta vera e propria è avvenuta con l'incontro con il mio attuale coach, con lui ho iniziato davvero a sentirmi un atleta.
Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di studio o lavoro?No riesco anche con grandi sacrifici a conciliare tutto.

venerdì 12 agosto 2016

Martina Dogana: Ironman Nizza, vittoria che ha dato una svolta alla mia carriera


Tante cose in comune con Martina Dogana, la passione per il tiathlon in particolare per le lunghe distanze e nel 2015 tesserati con la stessa squadra la Forhans Team, l’unica differenza importante è che io sono un atleta comune mentre Martina è una winner, vince con tempi eccezionali sia in gare di triathlon che in gare running. Dal 2016 è tesserata con il CY Laser Triathlon Schio.
Martina Dogana, Nazionale Azzurra dal 1996 al 1999 con Naz. Juniores dal 2002 nella specialità Long Distance. Nonostante il suo elevato impengo in ambito sportivo martina è riuscita a portare avanti gli studi, laureandosi in Lingue Straniere e Letterature Straniere all’Università di Verona con il massimo dei voti. Martina lavora come istruttrice FITri e FIN seguendo bambini, ragazzi e adulti.

Cezar Nasuescu: Ho corso con una gamba, al traguardo è stato fantastico

Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta

Lo sport che rende felici praticandolo con ogni modalità e facendo tanta fatica che si può addomesticare. 

Lo sport accomuna tante persone, culture e mondi, rompe barriere ed avvicina distanze. Cezar, come me, è un atleta ironman e un amante di lunghi viaggi in bici, ci spiega le sue passioni ed emozioni.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Amare lo sport e  fare dei sacrifici tante volte.”

Se ami qualcosa sei disposto a fare tanta strada felicemente e tanti sacrifici.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance?Allenamenti…a volte non facili.”
Cosa pensano familiari e amici? “A volte dicono: ma chi te lo fa fare.” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Sono stato fortunato, non ho avuto grandi problemi, però cerco di avere intorno persone positive che ti danno buoni consigli.

Vitta Simone: ho tagliato traguardi che non avrei pensato di poter raggiungere

Matteo SIMONE

Sto chiedendo a diversi atleti come vivono lo sport, la passione, la motivazione, come superano infortuni, come decidono i loro obiettivi, i sogni realizzati e da realizzare, chi gli aiuta nello sport, come si alimentano per approfondire lo strano mondo dello sport fatto di gioie, sconfitte, vittorie, amicizie e tanto altro. Di seguito 

Simone Vitta ci racconta la sua esperienza da atleta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Campione no, mi sono sentito soddisfatto quando ho tagliato traguardi che non avrei pensato di poter raggiungere.. Ma la parola Campione la associo ad un livello sportivo che decisamente non mi appartiene!

La gara della vita il campionato italiano pre mondiale kendo


Attraverso lo sport si sperimenta tantissimo e si fanno esperienze straordinari sia in allenamento che in gara ed anche quando arrivano gli infortuni, ci si può rialzare e gradualmente i risultati arrivano, di seguito la testimonianza di un praticante arti marziali.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si, a 19 anni quando, successivamente ad un infortunio grave, recuperai e ottenendo i podi giusti nelle gare successive, mi convocarono per il mondiale nello stesso anno.”
Mai abbattersi, se c’è un infortunio, il vero campione è fiducioso e serenamente trova la strada per ricostruire le fondamenta ottimale per raggiungere la performance.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato da piccolo e non ho mai lascitao la disciplina che facevo, alternavo altri sport solo per preparazione fisica generale come ad esempio il nuoto. Quando si sono presentate le prime gare, ho capito che potevo avere la possibilità di essere competitivo se avessi continuato. Grazie ai miei genitori ho potuto fare delle esperienze di allenamento all’estero in Giappone ed in Korea, che per le arti marziali sono il posto migliore.”
Esplorare il mondo dello sport e confrontarsi con altri, soprattutto di altre culture è fondamentale, lo sport avvicina persone, mondi e culture.
Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si, recentemente ho abbandonato il kendo per la carriera lavorativo.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “La tranquillità e la calma contribuiscono a stare bene, non avere timore di un infortunio è determinante per stare tranquilli. Per la performance è fondamentale la costanza, nell’allenamento e nell’alimentazione. Anche nelle ‘giornate no’ mantenere la concentrazione sulla meta finale. Le arti marziali sono uno stile di vita.”
Praticare le arti marziali diventa una filosofia di vita, uno stile di vita, si tende non solo alla performance ma anche al benessere, se c’è un infortunio o una giornata no, li si mette in conto e si va avanti ugualmente senza distrarsi dalla propria meta.

giovedì 4 agosto 2016

Patrizia Ziti: Nello sport non ci si allena solo con il corpo ma anche con la mente ed il cuore

Psicologo, Psicoterapeuta

Belle e significative le parole della mia amica runner e collega psicologa del benessere e dello sport Patrizia Ziti, atleta di corsa, maratone, trail. Ci racconta le sue emozioni attraverso lo sport.

Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “La mia sensazione di sentirmi campionessa non è associata ad una gara in cui sono effettivamente arrivata prima tra le donne ma ad una gara in cui ho raggiunto i miei obiettivi.”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Lo sport mi ha permesso di riprendere contatto con il mio corpo aumentando la sensazione di benessere che ne deriva. I fattori che hanno contribuito in tal senso sono la capacità di sopportar la fatica, di tollerare le frustrazione, l’incremento della determinazione, una maggiore capacità di condividere le esperienze.”

Soprattutto per i bambini è importante praticare lo sport per approfondire la conoscenza del loro corpo e delle loro capacità ma anche da tutti un ripasso ed un approfondimento fa sempre bene, capire quanto si può faticare, quanto ci si può divertire attraverso lo sport è importante, come è importante condividere la pratica sportiva con altri, per stare assieme, per confrontarsi, per essere competitivi, per sperimentare benessere psicofisico emotivo e relazionale.

Michele Debenedictis, ultrarunner: Scoprire il mio limite con molta cautela

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta

Un po' di tempo proposi a Michele di rispondere a un questionario teso a conoscere il mondo degli ultramaratoneti ed interessanti furono un paio di sue risposte alle seguenti domande.


Ti puoi definire ultramaratoneta?Si, penso di essere sulla buona strada.”
Hai un sogno nel cassetto?Si, continuare fino a che il fisico e la mente me lo permettono. La mia soddisfazione più grande sarebbe vincere un giorno un’ultramaratona.”

In effetti era sulla buona strada e da allora ne ha fatta tanta di strada, soprattutto nell’ultimo periodo dove è riuscito a compiere un trittico di gare impegnative e cioè la Nove Colli Running di 202,4 km impiegandoci quasi 30 ore, la settimana successiva la classicissima per gli ultrarunner 100km del Passatore da Firenze a Faenza e la settimana a seguire la Prima edizione del “Molise in pista-6 Ore in pista”, trasformando il suo sogno in realtà e cioè vincere un’ultramaratona.

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