Matteo
SIMONE
In questo sport considerato anche estremo e non alla portata di tutti, bisogna essere cauti, è importante essere in contatto con il proprio corpo, le sensazioni corporee, ed è importante approcciarsi con umiltà e gradualità, monitorarsi.
Gare
lunghe, molto impegnative, con un’attenzione elevata al percorso,
all’alimentazione, al vestiario, durante la gara si corre con diverse
condizioni climatiche e quindi, bisogna fare attenzione al freddo, al caldo,
all’integrazione alimentare, a non distrarsi lungo il percorso, a monitorarsi
attentamente.
Il Tor
des Géants con partenza e arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail
più duro al mondo", il tempo limite è di 150 ore, in regime di
semi-autosufficienza, il tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000
metri di dislivello positivo, e la Regina nel 2016 è la padovana Lisa Borzani
che ha tagliato il traguardo dopo 91 ore e 9 minuti, classificandosi 7^ nella
classifica generale e arrivando alle 5,10 del mattino.
Completano il podio femminile la canadese Stephanie Case 98h15'27" e la francese Maria Semerjian 100h18'42". Il vincitore assoluto è stato Oliviero Ignazio Bosatelli in 75h10'22", precedendo due spagnoli: Oscar Perez Lopez 81h14'50" e Pablo Criado Toca 83h11'40".
Le gare di endurance ti
consumano sia fisicamente che mentalmente, ti logorano, per questo è importante
non solo la preparazione fisica ma anche un sano approccio mentale ed una
preparazione nutrizionale. Vengono mobilitate tante energie fisiche e mentali
durante una gara della durata di 91 ore pertanto è indispensabile successivamente
un sano recupero, prolungato e tante coccole.
Approfondiamo
la conoscenza della Regina del Tor 2016, Lisa Borzani (Bergamo Stars Atletica) attraverso le risposte ad alcune
domande.
Cosa cambia ora? “Dopo
il Tor, non credo cambierà nulla, tornerò alla vita normale fatta di ufficio e
allenamento.”
Lisa appare sempre positiva, sempre con il sorriso, amante della natura, libera di correre nei sentieri naturali partecipando a gare sempre più ardue ed impegnative, atleta della nazionale Italiana Ultratrail già salita sul podio il 2015 con il resto della squadra femminile per ricevere un bronzo mondiale, corona anche il sogno di arrivare prima donna al Tor dei Giganti della Valle da Aosta dopo essere arrivata nei due precedenti anni sempre seconda.
Hai avuto cedimenti,
rischi, malori? “In gara non ho avuto malori, solo qualche crisi di testa che
sono però riuscita a superare.”
Se sei un atleta esperto e sai a cosa vai incontro e conosci i tuoi limiti e le tue potenzialità, le crisi come vengono così se ne vanno.
L’anno
scorso conobbi Lisa e le chiesi di rispondere ad un questionario le cui
risposte riporto di seguito molto interessanti che trasmettono la passione e
l’amore per lo sport outdoor di endurance.
Cosa ti
motiva ad essere ultramaratoneta? “La voglia di pormi degli obiettivi anche ‘importanti’
come distanza o dislivello (nell’ultratrail) e di cercare di lavorarci su per
raggiungerli.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “La
voglia, l’entusiasmo, la serenità interiore e con chi ti sta accanto sono per
me elementi psicologici fondamentali.”
Passione, entusiasmo, serenità diventano meccanismi psicologici indispensabile per continuare a far bene ed avere sempre stimoli che ti spingono a fare di più e sempre meglio.
Cosa ti
spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “La curiosità e la
voglia di vedere se ce la posso fare, sempre con la consapevolezza che non sono
un super eroe e che quindi posso anche fallire perché fa parte del gioco.”
Cosa
pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme? “Paolo,
il mio compagno, condivide tutto con me: allenamento, gare, preparazione e
questo oltre ad essere stupendo per me è anche una bellissima fonte di forza.
Mia mamma dice il rosario tutte le sere affinché il Signore mi convinca a
smettere perché teme che io, abbastanza minuta, possa consumarmi del tutto!!
Mio papà però è mio segreto complice! I miei amici che praticano anche loro le
ultra mi capiscono benissimo. Gli altri un po’ meno ma mi supportano ed
incoraggiano.”
Che
significa per te partecipare a una gara estrema? “Significa mettermi in gioco,
provare a raggiungere l’obiettivo prefissato, iniziare un’avventura ‘programmata’
e preparata.”
Come è
cambiata la tua vita familiare e lavorativa? “Devo cercare di ‘incastrare’ tutto:
lavoro, famiglia e sport perché le ultra richiedono indubbiamente tante ore da
dedicare all’allenamento. Ho però la fortuna di condividere tutto con il mio
compagno perciò risulta tutto più facile.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport
fatto di fatica e impegno? “In questo sport, come nella
vita, è importante mettere passione, dedizione, voglia ed impegno in ciò che si
fa perché la cosa importante non è vincere (anche se ciò può far piacere
ovviamente!) ma sentire di ‘aver dato tutto’ quando si taglia il traguardo.
Credo che sia importante passare questo messaggio perché, appunto, la società
di oggi è quella che esalta solo chi appare vincente a scapito di chi invece
mette impegno, fatica e cuore in quello che fa.”
Qual è
stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta? “Sono partita dalle
gare su strada e dalla maratona corse per le prime volte per seguire le ‘orme’
di mio padre, anche lui maratoneta. Poi con il tempo mi è venuta voglia di
provare una 50km e poi il mitico Passatore di 100km. Infine, grazie al mio
compagno Paolo amante della montagna, ho scoperto l’ultratrail.”
Il 12 dicembre 2010, Lisa ha corso la maratona di Reggio Emilia in 2h58'03" e nel 2011 ha alzato sempre più l'asticella: 25 aprile - 50 km di Romagna 3h53'34"; 28 maggio - 100 km del Passatore, Firenze-Faenza - 12h26'58"; 26 giugno - Pistoia-Abetone Ultramarathon 50km - 4h41'52"; 15 ottobre Torino -Saint Vincent 100 km - 9h37'55". Tra le sue ultime prestazioni da menzionare nel 2024 il 21 gennaio la 6 ore della Maremma totalizzando 71,213 km e il 17 febbraio l'ottima prestazione alla 100km del Conero - 3° Memorial Mimmo Strazzullo in 8h20'32".
Lisa
scommette continuamente su se stessa, allenandosi e preparandosi continuamente
per percorrere e gareggiare su sentieri sempre più lunghi ed impervi.
Quale è
stata la tua gara più estrema o più difficile? “Il Tor des Geants, ma è stata
anche l’esperienza più bella che abbia mai sperimentato!”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si, credo di sì. Al Tor des Geants quest’anno (2014) sono arrivata al ‘limite’ non tanto dal punto di vista della gestione della fatica bensì da quello della gestione del sonno. Le prime tre notti di gara ho gestito la carenza di sonno con dei micro sonni ma l’ultima notte (la quarta) è stata dura e credo di essere arrivata proprio al limite delle mie possibilità in tal senso.”
Il 7 settembre 2014, Lisa fa l'esordio al Tor des Géants - 330 km Endurance Trail della Valle d'Aosta, classificandosi 2^ donna in 94h43'46", preceduta dalla francese Elimie Lecomte 85h53'14", completa il podio la svizzera Denise Zimmermann 98h27'16".
Il vincitore assoluto è stato Franco Leo Colle in 71h49'10", precedendo lo statunitense Nickademus Hollon 76h29'38" e il francese Antoine Guillon 79h02'29".
Ti va di
raccontare un aneddoto? “Uno che mi piace è questo. Alla fine del mio primo
tentativo di ultratrail di 50km arrivai al traguardo 3 ore dopo il mio compagno
e, quasi in lacrime per la troppa fatica provata gli dissi: ‘mai più! Asfalto
tutta la vita!’. Poi l’anno successivo cominciai ad allenarmi per il Tor des
Geants.”
Lisa ha corso il suo primo ultratrail il 9 luglio 2011 - Gran Trail Valdigne 55 km in 11h15'32" mentre il suo compagno Paolo Pajaro in 8h21'38".
Cosa hai
scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Che a volte (non
sempre purtroppo!) io (come chiunque altro) posso trovare dentro me delle
risorse fisiche e mentali che non immaginavo lontanamente di possedere.”
Usi
farmaci, integratori? “Integro le vitamine A, C ed E perché sono potenti
antiossidanti che servono per combattere le vagonate di radicali liberi che
produciamo con la corsa.”
Hai un
sogno nel cassetto? “Si ma non si dice senno non si avvera!”.
Come la maggior parte degli ultramaratoneti anche Lisa ha sperimentato l’esperienza del limite perché ti puoi preparare quanto vuoi, puoi avere passione, predisposizione ma dietro l’angolo ci può essere sempre un imprevisto che ti coglie di sorpresa, l’importante è non farsi trovare impreparato e cercare di gestirlo nel miglior modo possibile facendo leva sull’esperienza acquisita nello sport e nella vita e considerando che per ogni problema c’è almeno una soluzione a disposizione e che quando sembra di non poterne proprio più, se sei fiducioso una porticina da aprire per attingere nuove energie, nuove soluzioni la trovi.
Lisa è menzionata nei libri:
"Cosa spinge le persone a fare sport?"
"Maratoneti e ultrarunner"
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR