sabato 21 dicembre 2019

Lilli Gelmini: La mia gara più bella è stata il Triathlon Olimpico di Bardolino

Me la sono giocata fino all'ultimo dovendo però cedere il primo gradino del podio
Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it

Il XXXVI° Triathlon Internazionale di Bardolino si è svolto il 15 giugno 2019 e la vincitrice è stata l’ungherese Zsanett Bragmayer in 2h08’22” che ha preceduto Lilli Gelmini 2h09’08” e Luisa Iogna-Pratt 2h09’58”. 

Interessante vedere i parziali delle varie discipline dove le prime 2 donne sono rimaste insieme fino all’ultima frazione di corsa percorrendo la frazione di nuoto, rispettivamente 20’07” Zsanett e 20’08” Lilli perdendo 1 solo secondo dalla prima; durante la prima transizione Zsanett guadagna un altro secondo impiegando 01’47” contro 01’48” di Lilli; nella frazione di bici Lilli guadagna 2” impiegando 1h07’08” contro 1h07’10” di Zsanett; l’ultima frazione ha la meglio Zsanett che impiega 38’17” contro i 39’04” di Lilli.
Di seguito Lilli racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Fin da piccola i miei genitori mi hanno portata in piscina e crescendo mi sono data all'agonismo nel nuoto. Quando ero alle scuole medie ho trovato per caso un volantino di una gara di triathlon e ho voluto provare: dopo quella gara ho capito che il triathlon mi piaceva veramente tanto e ho continuato. 
Per alcuni anni ho tenuto sia il nuoto, sia il triathlon, sia l'atletica a livello agonistico per poi dedicarmi esclusivamente al triathlon entrando a far parte della nazionale giovanile. Finite le scuole superiori per una serie di eventi ho smesso di gareggiare (nel passaggio da Junior a Under 23) e mi sono dedicata agli studi laureandomi in Infermieristica ma sentivo che mi mancava qualcosa. 
Con il supporto del mio fidanzato che ho conosciuto proprio in quel periodo ho ripreso ad allenarmi e ho voluto dedicare la mia vita esclusivamente allo sport. Per me lo sport è vita, e poterlo trasformare anche nel mio lavoro è un sogno che piano piano si sta realizzando. In tutto questo c'è da dire che sicuramente devo ringraziare i miei genitori che fin da piccola mi hanno permesso di fare sport e hanno sempre fatto tanti sacrifici per accompagnarmi agli allenamenti e alle gare, rinunciando a molte cose pur di potermelo permettere
.”

Nella vita si fanno incontri e scelte, si può incontrare uno sport per caso o coinvolti in famiglia, a scuola, da amici. E’ importante avere una passione, soprattutto se si tratta di uno sport che comporta un allenamento e un impegno costante fisico e mentale per organizzarsi e credere nel raggiungere risultati, mete e obiettivi. Importante è sempre rimodulare i propri obiettivi in base al momento in cui si sta vivendo e in base a ciò che si può e si vuole fare.
Come sei cambiata attraverso lo sport?Non credo che lo sport mi abbia cambiata, nel senso che penso sia stato il mezzo che abbia fortificato il mio carattere e il mio modo di essere. Lo sport semplicemente mi ha aiutata a crescere: mi ha insegnato a dare delle priorità (il sabato sera non uscivo mai per due motivi: era più importante stare a casa e studiare/riposare per gli allenamenti ed era meglio cosi per non disturbare i miei genitori che già facevano tanti sacrifici durante la settimana), mi ha insegnato l'organizzazione e il rigore (ho sempre ottenuto il massimo dei voti a scuola e all'università, pur allenandomi), a non arrendermi, a cercare sempre di superare le difficoltà (ripartire per esempio dopo un infortunio non è facile).”

Lo sport è una vera scuola di vita, insegna tanto all’atleta, prima di tutto a conoscere se stesso, capirsi, comprendersi, valutarsi, sviluppa consapevolezza, aiuta a fare scelte e ad avere priorità, organizzarsi in tempo e pianificare e programmare periodi di studio, allenamento, impegni familiari, obiettivi da cavalcare sempre credendoci.
Nello sport chi e cosa hanno contribuito al tuo benessere o performance?I miei genitori in primis (nonostante la mamma non fosse sempre d'accordo riguardo le mie decisioni) e il mio fidanzato: senza di loro non sarei un'atleta. L'altra figura è quella del mio allenatore che è entrata in gioco un po' più tardi ma senza il quale non potrei raggiungere i miei obiettivi a livello prestativo.”

Importantissimo avere figure di riferimento e soprattutto familiari che sostengono e supportano.
 Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?La mia gara più bella è stata il triathlon Olimpico di Bardolino di questo anno. Volevo vincere e me la sono giocata fino all'ultimo dovendo però cedere il primo gradino del podio. L'emozione comunque di gareggiare in mezzo a tantissime persone che mi facevano il tifo e arrivare seconda è stata unica.”

Lo sport permette di trovarsi in situazioni da cui cavarsela ed emergere con forza, astuzia e resistenza. Le esperienze insegnano a conoscersi e a valutare di potenziare criticità riscontare. Sono tante le sensazioni e le emozioni che si sperimentano mettendosi in gioco, soprattutto se si punta a un podio o a una vittoria.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Fino all'anno scorso mia mamma non era molto contenta della mia scelta perché avrebbe voluto che dopo la laurea mi fossi dedicata al lavoro come infermiera o avessi ricominciato gli studi a medicina (che sarebbe l'altro mio piccolo sogno) poi però ha iniziato a capire. Mio papà è il mio tifoso numero uno, perciò ci tiene che io sia felice in quello che faccio e mi sostiene. I miei amici mi reputano un po' pazza a fare ciò che faccio. Il mio fidanzato mi sostiene anche perché è stato lui a spingermi a ricominciare a inseguire questo mio sogno.”

Si può fare tutto con attenzione e mettendo in conto che bisogna investire su più fronti oltre a quello sportivo infatti bisogna curare le relazioni, gli studi, il lavoro trovando un equilibrio che faccia sperimentare oltre alla performance anche benessere e serenità.
Cosa hai scoperto di te stessa praticando sport?Facendo sport ho scoperto le mie paure e i miei timori contro cui ancora sto lottando.” 
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare?Si, ho sperimentato l'esperienza del limite. Alcune volte (rare) sono riuscita ad andare oltre, mentre molte altre mi sono arresa. Questa è una delle cose su cui sto lavorando su di me.

Non si finisce mai di imparare, soprattutto attraverso lo sport cercando di alzare sempre un po’ l’asticella con la consapevolezza che lo sport come dà così può togliere, quindi è importante ascoltarsi bene, sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e qualità e andare avanti con fiducia e resilienza.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara?Varie: gioia, dolore, soddisfazione, frustrazione, principalmente.” 
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? I miei pensieri variano molto a secondo dello stato emotivo in cui sono, del periodo dell'anno, della mia condizione fisica. Generalmente in allenamento penso alla gara e al fatto che ciò che sto facendo mi rende più forte. In gara, se sono davanti penso che devo dare il massimo e resistere, se sono dietro che devo reagire (a volte ci riesco, altre no).”

L’atleta è assalito sempre da pensieri in gara e in allenamento, bisogna sviluppare capacità di accogliere pensieri positivi, e risolutivi e mettere da parte i pensieri negativi e sabotatori con lucidità, intenzione e centratura sul momento presente.
La tua gara più estrema o più difficile?Bardolino: è stata la gara più difficile perché ho dovuto combattere contro un crampo alla gamba che pensavo mi avrebbe obbligata a fermarmi tra il 3° e il 5° km di corsa.” 
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?La passione mi fa continuare: amo fare sport per me stessa, per la mia mente e per il mio corpo.”

Forse questo crampo spiega il gap di circa 1’ dalla prima arrivata e quindi credo che per Lilli, il meglio debba ancora avvenire continuando ad andare avanti negli allenamenti che danno frutti grazie anche al suo allenatore.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Ho superato i momenti difficili con la vicinanza di genitori, fidanzato e allenatore ma soprattutto con la mia testa: voglio rialzarmi più forte di prima.

Lilli sembra avere un grande team a disposizione soprattutto nei momenti critici di demotivazione dove assalgono alla mente dubbi e incertezze.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?Fare sport è una continua sfida contro sé stessi: si impara che il nostro migliore amico e il nostro peggior nemico siamo noi stessi. Inoltre lo sport ci permette di essere come vogliamo a livello mentale e fisico.” 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Ritengo che sarebbe utile per affrontare argomenti e insicurezze che altrimenti l'atleta tende a tenersi dentro, anche se non ho mai sperimentato delle sedute di questo tipo.”

Lo sport è una grande opportunità per sviluppare capacità fisiche e mentali che contribuiscono a diventare persone migliori nello sport e nella vita quotidiana.
Quali sogni hai realizzato e quali sono da realizzare? Prossimi obiettivi?Sono un'atleta semi professionista e vorrei diventare una professionista a tutti gli effetti: questo è il mio sogno. Poi nel futuro c'è la famiglia con dei figli da crescere. I miei obiettivi più vicini sono obiettivi legati alle gare e al comprare casa assieme al mio fidanzato visto che per ora siamo in affitto.”

Sembra avere le idee chiare Lilli, tutto pianificato bene, ogni fase con priorità da tenere in conto e focalizzarsi per far bene.
Un messaggio alle donne del mondo?Testa alta, sempre. Sono una donna e sono fiera di esserlo. Non permettete mai a nessun uomo di fare commenti su di voi come foste donne di strada: se correte con i pantaloncini corti a bordo strada e qualcuno si permette di fischiarvi o altro, rispondete come meglio credete (io il mio dito medio lo uso spesso).” 
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà?Dai Lilli, caxxo!”

Sembra molto determinata Lilli grazie a un lungo percorso fatto di allenamenti e relazioni significative.
Ti ispiri a qualcuno?Molti atleti mi ispirano, chi per un aspetto chi per un altro. Ma a me piace ispirarmi a me stessa: ai miei pregi e a miei difetti.” 
Come ti vedi a 50 anni?Una bella donna atletica, con una casa con un grande giardino come quello dove ho vissuto (pieno però di animali), due figli, un marito che mi ama.

Un’intervista a Lilli è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre di Matteo Simone. Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2022.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Libri: http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo

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