Me la sono giocata fino all'ultimo
dovendo però cedere il primo gradino del podio
Matteo SIMONE
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Il XXXVI° Triathlon Internazionale di Bardolino si è svolto il 15 giugno 2019 e la vincitrice è stata l’ungherese Zsanett Bragmayer in 2h08’22” che ha preceduto Lilli Gelmini 2h09’08” e Luisa Iogna-Pratt 2h09’58”.
Interessante vedere i parziali delle varie discipline
dove le prime 2 donne sono rimaste insieme fino all’ultima frazione di corsa
percorrendo la frazione di nuoto, rispettivamente 20’07” Zsanett e 20’08” Lilli
perdendo 1 solo secondo dalla prima; durante la prima transizione Zsanett
guadagna un altro secondo impiegando 01’47” contro 01’48” di Lilli; nella frazione
di bici Lilli guadagna 2” impiegando 1h07’08” contro 1h07’10” di Zsanett;
l’ultima frazione ha la meglio Zsanett che impiega 38’17” contro i 39’04” di Lilli.
Di seguito Lilli racconta la sua
esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Fin da piccola i miei genitori mi hanno
portata in piscina e crescendo mi sono data all'agonismo nel nuoto. Quando ero
alle scuole medie ho trovato per caso un volantino di una gara di triathlon e
ho voluto provare: dopo quella gara ho capito che il triathlon mi piaceva
veramente tanto e ho continuato.
Per alcuni anni ho tenuto sia il nuoto, sia il
triathlon, sia l'atletica a livello agonistico per poi dedicarmi esclusivamente
al triathlon entrando a far parte della nazionale giovanile. Finite le scuole
superiori per una serie di eventi ho smesso di gareggiare (nel passaggio da
Junior a Under 23) e mi sono dedicata agli studi laureandomi in Infermieristica
ma sentivo che mi mancava qualcosa.
Con il supporto del mio fidanzato che ho
conosciuto proprio in quel periodo ho ripreso ad allenarmi e ho voluto dedicare
la mia vita esclusivamente allo sport. Per me lo sport è vita, e poterlo
trasformare anche nel mio lavoro è un sogno che piano piano si sta realizzando.
In tutto questo c'è da dire che sicuramente devo ringraziare i miei genitori
che fin da piccola mi hanno permesso di fare sport e hanno sempre fatto tanti
sacrifici per accompagnarmi agli allenamenti e alle gare, rinunciando a molte
cose pur di potermelo permettere.”
Nella vita si fanno incontri e scelte, si
può incontrare uno sport per caso o coinvolti in famiglia, a scuola, da amici.
E’ importante avere una passione, soprattutto se si tratta di uno sport che
comporta un allenamento e un impegno costante fisico e mentale per organizzarsi
e credere nel raggiungere risultati, mete e obiettivi. Importante è sempre
rimodulare i propri obiettivi in base al momento in cui si sta vivendo e in
base a ciò che si può e si vuole fare.
Come
sei cambiata attraverso lo sport? “Non
credo che lo sport mi abbia cambiata, nel senso che penso sia stato il mezzo
che abbia fortificato il mio carattere e il mio modo di essere. Lo sport
semplicemente mi ha aiutata a crescere: mi ha insegnato a dare delle priorità
(il sabato sera non uscivo mai per due motivi: era più importante stare a casa
e studiare/riposare per gli allenamenti ed era meglio cosi per non disturbare i
miei genitori che già facevano tanti sacrifici durante la settimana), mi ha
insegnato l'organizzazione e il rigore (ho sempre ottenuto il massimo dei voti
a scuola e all'università, pur allenandomi), a non arrendermi, a cercare sempre
di superare le difficoltà (ripartire per esempio dopo un infortunio non è
facile).”
Lo sport è una vera scuola di vita,
insegna tanto all’atleta, prima di tutto a conoscere se stesso, capirsi,
comprendersi, valutarsi, sviluppa consapevolezza, aiuta a fare scelte e ad
avere priorità, organizzarsi in tempo e pianificare e programmare periodi di
studio, allenamento, impegni familiari, obiettivi da cavalcare sempre
credendoci.
Nello sport chi e cosa hanno
contribuito al tuo benessere o performance? “I miei genitori in primis (nonostante la mamma non fosse sempre
d'accordo riguardo le mie decisioni) e il mio fidanzato: senza di loro non
sarei un'atleta. L'altra figura è quella del mio allenatore che è entrata in
gioco un po' più tardi ma senza il quale non potrei raggiungere i miei
obiettivi a livello prestativo.”
Importantissimo avere figure di
riferimento e soprattutto familiari che sostengono e supportano.
Qual è stata la gara della tua vita dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “La mia gara più bella è stata il triathlon Olimpico di Bardolino di
questo anno. Volevo vincere e me la sono giocata fino all'ultimo dovendo però
cedere il primo gradino del podio. L'emozione comunque di gareggiare in mezzo a
tantissime persone che mi facevano il tifo e arrivare seconda è stata unica.”
Lo sport permette di trovarsi in situazioni
da cui cavarsela ed emergere con forza, astuzia e resistenza. Le esperienze
insegnano a conoscersi e a valutare di potenziare criticità riscontare. Sono
tante le sensazioni e le emozioni che si sperimentano mettendosi in gioco,
soprattutto se si punta a un podio o a una vittoria.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Fino all'anno scorso mia mamma non era molto
contenta della mia scelta perché avrebbe voluto che dopo la laurea mi fossi
dedicata al lavoro come infermiera o avessi ricominciato gli studi a medicina
(che sarebbe l'altro mio piccolo sogno) poi però ha iniziato a capire. Mio papà
è il mio tifoso numero uno, perciò ci tiene che io sia felice in quello che
faccio e mi sostiene. I miei amici mi reputano un po' pazza a fare ciò che
faccio. Il mio fidanzato mi sostiene anche perché è stato lui a spingermi a
ricominciare a inseguire questo mio sogno.”
Si può fare tutto con attenzione e
mettendo in conto che bisogna investire su più fronti oltre a quello sportivo
infatti bisogna curare le relazioni, gli studi, il lavoro trovando un
equilibrio che faccia sperimentare oltre alla performance anche benessere e
serenità.
Cosa hai scoperto di te stessa
praticando sport? “Facendo sport ho
scoperto le mie paure e i miei timori contro cui ancora sto lottando.”
Hai sperimentato l'esperienza del limite
nelle tue gare? “Si, ho sperimentato
l'esperienza del limite. Alcune volte (rare) sono riuscita ad andare oltre,
mentre molte altre mi sono arresa. Questa è una delle cose su cui sto lavorando
su di me.”
Non si finisce mai di imparare,
soprattutto attraverso lo sport cercando di alzare sempre un po’ l’asticella
con la consapevolezza che lo sport come dà così può togliere, quindi è
importante ascoltarsi bene, sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e
qualità e andare avanti con fiducia e resilienza.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara,
post-gara? “Varie: gioia, dolore,
soddisfazione, frustrazione, principalmente.”
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? “I miei pensieri variano molto a secondo
dello stato emotivo in cui sono, del periodo dell'anno, della mia condizione
fisica. Generalmente in allenamento penso alla gara e al fatto che ciò che sto
facendo mi rende più forte. In gara, se sono davanti penso che devo dare il
massimo e resistere, se sono dietro che devo reagire (a volte ci riesco, altre
no).”
L’atleta è assalito sempre da pensieri in
gara e in allenamento, bisogna sviluppare capacità di accogliere pensieri
positivi, e risolutivi e mettere da parte i pensieri negativi e sabotatori con
lucidità, intenzione e centratura sul momento presente.
La tua gara più estrema o più difficile? “Bardolino: è stata la gara più difficile perché ho dovuto combattere
contro un crampo alla gamba che pensavo mi avrebbe obbligata a fermarmi tra il
3° e il 5° km di corsa.”
Cosa ti ha
fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “La passione mi fa continuare: amo fare sport per me stessa, per la mia
mente e per il mio corpo.”
Forse questo crampo spiega il gap di circa
1’ dalla prima arrivata e quindi credo che per Lilli, il meglio debba ancora
avvenire continuando ad andare avanti negli allenamenti che danno frutti grazie
anche al suo allenatore.
Come hai
superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ho superato i momenti difficili con la vicinanza di genitori, fidanzato
e allenatore ma soprattutto con la mia testa: voglio rialzarmi più forte di
prima.”
Lilli sembra avere un grande team a
disposizione soprattutto nei momenti critici di demotivazione dove assalgono
alla mente dubbi e incertezze.
Un tuo
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Fare sport è una continua sfida contro sé
stessi: si impara che il nostro migliore amico e il nostro peggior nemico siamo
noi stessi. Inoltre lo sport ci permette di essere come vogliamo a livello
mentale e fisico.”
Ritieni utile lo
psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Ritengo che sarebbe utile per affrontare
argomenti e insicurezze che altrimenti l'atleta tende a tenersi dentro, anche
se non ho mai sperimentato delle sedute di questo tipo.”
Lo sport è una grande opportunità per
sviluppare capacità fisiche e mentali che contribuiscono a diventare persone
migliori nello sport e nella vita quotidiana.
Quali sogni hai realizzato e quali sono da realizzare? Prossimi
obiettivi? “Sono un'atleta semi
professionista e vorrei diventare una professionista a tutti gli effetti:
questo è il mio sogno. Poi nel futuro c'è la famiglia con dei figli da crescere.
I miei obiettivi più vicini sono obiettivi legati alle gare e al comprare casa
assieme al mio fidanzato visto che per ora siamo in affitto.”
Sembra avere le idee chiare Lilli, tutto
pianificato bene, ogni fase con priorità da tenere in conto e focalizzarsi per
far bene.
Un messaggio alle donne del
mondo? “Testa alta, sempre. Sono una
donna e sono fiera di esserlo. Non permettete mai a nessun uomo di fare
commenti su di voi come foste donne di strada: se correte con i pantaloncini
corti a bordo strada e qualcuno si permette di fischiarvi o altro, rispondete
come meglio credete (io il mio dito medio lo uso spesso).”
Una frase o parola che ti aiuta nelle
difficoltà? “Dai Lilli, caxxo!”
Sembra molto determinata Lilli grazie a un
lungo percorso fatto di allenamenti e relazioni significative.
Ti ispiri a qualcuno? “Molti atleti mi ispirano, chi per un aspetto
chi per un altro. Ma a me piace ispirarmi a me stessa: ai miei pregi e a miei
difetti.”
Come ti vedi a 50 anni?
“Una bella donna atletica, con una casa
con un grande giardino come quello dove ho vissuto (pieno però di animali), due
figli, un marito che mi ama.”
Un’intervista a Lilli è riportata nel libro
“Il piacere di correre oltre di Matteo Simone. Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport
& Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2022.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Libri:
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
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