Con il cuore sono quello che sono, José Luis Tani
Stanghellini. Volere è potere!
José sembra godersi la sua modalità di
fare sport considerato estremo, di endurance con il consenso e il supporto
della famiglia che gli permette di essere sereno e focalizzato nelle sue
imprese sportive. Di seguito approfondiamo la conoscenza di José,
attraverso risposte ad alcune mie domande: Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Fino a 30 anni sono stato un amante del mondo della notte, non che non
lo sia ancora, ma fino ad allora mi piaceva molto andare a ballare, stare
sempre in compagnia, amici, feste e divertimento. Lo sport invece mi ha
insegnato a stare solo. Ho sempre avuto bisogno di persone intorno nella mia
vita, invece da quando ho iniziato a correre, soprattutto in montagna, ho
scoperto il piacere di stare da solo, in silenzio, di ascoltarmi, di conoscermi
meglio, scoprendo dei lati di me che mai avrei scoperto se non grazie allo
sport!”
Interessante testimonianza, lo sport aiuta
anche a conoscersi meglio da soli o in compagnia, da soli si è a contatto con
se stessi durante allenamenti e gare per tratti in solitaria, mentre in
compagnia si condivide fatica, allenamenti: Chi contribuisce nello sport al tuo benessere e performance? “Ho molte figure che mi supportano
costantemente, sono seguito da una nutrizionista, da un fisioterapista, da una
osteopata, da un personal trainer, in più da poco più di un mese ho un
allenatore, il mitico Bussino.” Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Io
ritengo che sia utile, soprattutto secondo che obiettivi un atleta si pone. A
volte purtroppo la nostra mente trova degli ostacoli e si pone dei limiti,
l'aiuto di una figura che ti insegna, ti guida per poter tirare fuori il 100%
di quello che sei, molte volte è fondamentale.”
A volte lo psicologo aiuta a trovare una
strada, un sentiero alternativo, una via di uscita, una via di fuga, risorse
nascoste, aiuta a sviluppare consapevolezza, fiducia in sé, individuare limiti
da poter o voler superare, sviluppare resilienza, sviluppare crescita post
traumatica a seguito di imprevisti, incidenti, traumi: Prossimi obiettivi? “Ne avrei
tanti di obiettivi, purtroppo bloccati sempre da un fattore comune...i soldi. Le
gare sono molto dispendiose, materiale, viaggi, hotel, non considerando
fisioterapista, palestra e molte altre spese che un atleta amatore si trova ad
affrontare ogni anno, in più tutte le tessere che dobbiamo fare! Una per il
podismo, una per il ciclismo, la tessera del gruppo sportivo, e poi se ti
venisse in mente di fare una gara di triathlon ci vuole una tessera solo per
quello con relativo certificato medico, praticamente migliaia di euro che
escono fuori dalle nostre tasche sottraendo queste finanze alla famiglia, siamo
amatori non professionisti.”
E’ vero, è un problema comune, tanti soldi
da spendere per cercare di fare l’atleta e più sei atleta e più spendi, si vuol
correre a piedi, in bici, si vuol fare il triathlon e allora tessera a società
di atletica, di ciclismo, di triathlon completi della società di atletica,
ciclismo, triathlon, completi estivi e invernali, iscrizioni il cui costo
aumenta con l’avvicinarsi della gara, tante scelte da fare, tanti dubbi su cosa
fare: Sogni realizzati e da realizzare?
“Realizzati tantissimi, la famiglia, il
lavoro, a livello sportivo sono andato molto oltre il mio limite, penso che
quando ho iniziato mai avrei pensato di diventare l'unica persona al mondo a
terminare in 2 gare ufficiali, in bicicletta ed a piedi, la mitica
Milano-Sanremo, gara che ho corso nel 2015 in bicicletta e nel 2016 a
piedi...molto oltre! Da realizzare sono tanti gli obiettivi futuri, ma guardo
ai prossimi con un occhio diverso, in finale io ho iniziato a fare sport solo
per tornare un po' in forma dato che quando ho iniziato pesavo circa 95kg per
1.70mt.”
Grandissimo José per tanti motivi, per
essere un fortissimo atleta resiliente di corsa a piedi e in bici, per
programmare i suoi obiettivi e portarli a termine, per aver avuto la
consapevolezza del suo enorme peso, decidendo di darsi da fare praticando sport:
Quali sensazioni sperimenti nello sport?
“Allegria, gioia, rabbia, solitudine,
fatica, vittoria, sconforto, rinascita, vita!” Difficoltà e rischi nel tuo sport? “Difficoltà no, in finale mi diverto, rischi magari quando corriamo sui
crinali è molto facile cadere giù, la montagna non perdona soprattutto quando
c'è meteo avverso.” La gara più
difficile? “100km del Passatore 2016,
venivo dalla mia vittoria personale della Ultra Milano-Sanremo e purtroppo ho
preso troppo sotto gamba la corsa, e ne ho pagato il conto! 100km di
sofferenza! Comunque FINISHER!”
Lo sport da tanto, fa scoprire tante cose
all’interno di se stessi e nel mondo che ci circonda, fa impegnarsi e mettersi
alla prova con attenzione: Come superi
crisi, sconfitte, infortuni? “Per
fortuna, ringraziando Dio, non ho ancora avuto sconfitte, ogni gara sia
ciclistica che podistica alla quale ho partecipato sono sempre riuscito a
portarla in fondo, alcune però non con poche difficoltà. Le crisi in ogni gara
ci sono ma come vengono poi vanno via, mai abbattersi, mai! Io cerco di tenere
concentrata la testa su pensieri positivi, la mia famiglia, i miei amici,
alcune sfide andate molto bene...per esempio; quest'anno alla Pistoia-Abetone
arrivato al 25°km ho iniziato a soffrire di crampi, purtroppo molto frequenti e
molto forti tanto che arrivato al 30°km sono dovuto ricorrere alle mani dei
massaggiatori per andare avanti, ma non ho mollato! Il fisico diceva basta,
pietà, ma la mia testa non ne ha voluto sapere, cavolo ho affrontato sfide ben
più difficili che questa corsa, se non ho mollato li perché dovevo mollare
proprio ora?!? Un passo dopo l'altro, con la forza di mio suocero, di mio
cognato, della mia famiglia sono arrivato all'Abetone! Purtroppo le 3 ultra in
un mese molto impegnative, hanno lasciato il loro segno, il tendine ileo
tibiale è molto affaticato, il tendine d'Achille ha bisogno di taping, il
gemello sinistro ha un vecchio strappo che ogni tanto dà noia, i molti km
accumulati hanno lasciato molti traumi, niente però che non si possa curare con
del sano riposo e con un buon fisioterapista: io ho Rossana Pisani del centro Athena
e Renè Testi del centro medico Martini.”
L’atleta deve sempre comprendere quello
che può fare senza danneggiare il proprio fisico, a volte si è presi dalla foga
di gareggiare, di dimostrare a se stessi e agli altri di valere, di riuscire,
di non mollare, ma a volte il corpo accusa il colpo e bisogna tutelarlo da soli
o contando su amici, familiari o professionisti competenti: Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo
sport? “Io da giovane non ho mai
fatto sport, anzi, molte volte quando tornavo da ballare verso le 6 le 7 la
mattina mi chiedevo come queste persone riuscissero ad alzarsi così presto per
andare a faticare anche durante l'unico giorno di riposo settimanale, poi ho
provato ed è stato amore a prima vista! ‘Lo sport non fa bene solo al fisico ma
anche alla mente, ti aiuta a superare molti momenti di crisi’."
Tutto passa, tutto finisce, tutto cambia,
ecco perché bisogna interessarsi a quello che fanno gli altri senza giudicare, perché
la vita è una ruota e qualcosa che per noi ora è impensabile, un domani
potrebbe interessarci: Quando ti sei
sentito campione nello sport? “Se
devo essere sincero mai, i campioni sono altri, persone che si allenano
costantemente tutti i giorni e riescono a raggiungere degli obiettivi enormi,
vincere medaglie e premi importanti...io sono solo un amatore e nel mio piccolo
mi diverto molto ma sicuramente non sono un campione.” La gara della tua vita? “La
gara della mia vita è stata a settembre 2018, il mitico Tor Des Gèants,
preiscritto senza dare troppo peso alla gara, tanto pensavo di non essere
sorteggiato, poi ripescato alla 2° estrazione, FINISHER in 135 ore e 23 minuti,
sicuramente la gara più bella di tutta la mia vita, non solo per i paesaggi che
sono fantastici ma più che altro perché sei te e la natura e puoi contare solo
sulle tue forze.”
Il Tor
des Géants con partenza ed arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail più duro al mondo". Il tempo
limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il tracciato misura
circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo. Molto
interessanti le parole di José, contentissimo per aver portato a termine questa
lunga gara di ultratrail dove si
apprezza non solo il percorso naturale ma anche l’essere stati capaci di
portare a termine tale impresa della durata di più di 100 ore: Un episodio curioso o divertente nella tua
carriera sportiva? “Di episodi ce ne
sono tanti, uno su tutti però la mia prima gran fondo ciclistica. Essendo la
prima volta che gareggiavo, parto da Lucca con molto anticipo sull'orario di
partenza della gara per prepararmi con calma senza sbagliare niente, ed infatti
avviene tutto così: arrivo, trovo un parcheggio comodo, vado a ritirare il
pettorale e poi di corsa a prepararmi, i molti allenamenti invernali mi hanno
fatto arrivare molto preparato all'evento, tutto sembrava filare liscio, monto
la ruota anteriore alla bicicletta, controllo le pressioni e cerco di partire
per andare a fare un po' di riscaldamento, da lì il dramma...avevo dimenticato
le scarpette a casa! Il panico! Mi ricordo che davanti al ritiro pettorali
c'era uno stand di materiale tecnico da bicicletta e mi ci fiondo subito a
vedere se hanno un paio di scarpe, ed infatti...le hanno! Pago, però solo
allora il venditore mi dice: ‘l'unica cosa è che non ho i tacchetti’. Preso
dall'euforia non faccio neanche caso a quel particolare, pago ed inizio a
cercare i tacchetti...panico di nuovo, nessuno ha i tacchetti! Penso di aver
girato per mezz'ora buona fino a quando un'anima benevola mi fa: ‘io non ho i
tacchetti, ma se vuoi ti presto le mie scarpe da allenamento’, la luce in fondo
al tunnel, io: ‘che numero sono?’ Lui:’47, e poi sono lo scarponcello alto per
gli allenamenti invernali’ ed io: ‘GRAZIE!’ Bene premetto che io porto il 41, era i primi di marzo ma faceva caldo,
completo corto, scarpe alte enormi, 2 borracce...ero inguardabile ma dopo 3 ore
circa avevo la mia prima medaglia al collo, ogni volta che riguardo quella foto
penso che Volere è Potere, niente può fermarti se sei veramente intenzionato a
fare una cosa, qualsiasi cosa sia, anche la tua prima gara ciclistica nelle
peggiori condizioni possibili.”
Molto interessante questa testimonianza, c’è
un mondo dietro una gara, tanti allenamenti, tante insicurezze e dubbi, tante
resistenze al punto di presentarsi alla partenza senza scarpe, nella mente
degli atleti ci sono pensieri a favore e pensieri che remano contro, ma come
dice José: “volere è potere” e quindi l’interrogativo che si dovrebbe fare l’atleta
è: “Sono davvero nelle condizioni di poter fare questa gara? Se la risposta è sì,
non ci sono limiti o impedimenti, si fa a qualunque costo e in qualsiasi modo: C’è stato il rischio di incorrere nel
doping? “Assolutamente no! Il mio
doping è il cibo, il mio integratore si chiama birra! Ad ogni gara almeno una
la bevo, ed alle prima gare podistiche sono sempre arrivato con una birra
Moretti in mano.” Un messaggio per
sconsigliarne l’uso? “Andreste mai a
fare una rapina? No! Ed allora perché doparsi, siete considerati ladri alla
stessa maniera! Non solo con gli altri ma soprattutto con voi stessi!”
Concordo con José, che gusto c’è ottenere
risultati falsati? Che gusto c’è barare in gara? Meglio restare a casa e non
avvelenarsi con il doping: Familiari e
amici cosa dicono del tuo sport? “Ho
la fortuna che i miei familiari ed i miei amici mi supportano in tutto quello
che faccio, anzi, senza di loro forse non avrei portato a termine tante delle
sfide più dure che ho affrontato, mi supportano, mi incitano e quando c'è
bisogno mi spronano sempre ad andare avanti, sono una persona molto fortunata,
ho dei grandi amici ed una famiglia stupenda!” Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Semplice, estate 2006, finita da poco una
relazione ero nella fase del mangiare, BERE e divertirmi e basta, il mio fisico
era tutt'altro che quello attuale, 95kg di peso per 1.70mt, ero completamente
fuori forma. Poi piano piano decisi di dimagrire, prima un giro di mura, per
terminarlo mi fermavo anche 3/4 volte, poi sempre di più sempre di più, nel
2011 ho deciso di iscrivermi alle prime gran fondo ciclistiche...sono arrivato
nel 2016 a percorrere 35 giri di mura NO STOP! Un bel cambiamento ma il mio
obiettivo principale rimane sempre quello, ‘cercare di mantenermi in forma’.”
C’è sempre un inizio, qualcuno che coinvolge,
o qualcosa che stimola e poi il resto viene da solo sperimentando sensazioni ed
emozioni piacevoli e apprezzando quello che si riesce a fare che diventa sempre
più importante: Quale esperienza passata
ti dà fiducia nel raggiungere i tuoi obiettivi? “Se non fosse stato per Giancarlo Ragghianti che mi presentò al mio
futuro papà, forse oggi non sarei qui, solo Dio sa dove potrei essere in questo
momento, ed invece il destino ha voluto per me che la mia storia non fosse in
Perù, ma ben più lontano, esattamente a 10500km da quel paese, Abancay,
capoluogo del dipartimento di Apurímac, che si trova a 2.377 m s.l.m. nella
cordigliera Andina, e più precisamente a Lucca, splendida città conosciuta in
tutto il mondo per la sua cinta muraria. Nonostante il mio futuro fosse però
così lontano dal luogo dove sono nato, mai e poi mai ho perso i legami con la
mia terra; sono molto impegnato nel sociale con il progetto ‘Un kilometro per
il Perù’ che raccoglie fondi per una Onlus di Lucca, gli ‘Amici del Perù’ che
opera nella zona di Mollebamba sostenendo il progetto ‘Adotta un posto a tavola’,
progetto che cerca di dare almeno un pasto caldo al giorno ai bambini ed alla
persone più povere della zona di Mollebamba che si trova a 3000mt sulla
cordigliera Andina. Questo non è l'unico progetto che l'associazione promuove,
anzi, sono molti i progetti supportati in Perù e la richiesta di fondi è sempre
maggiore, ed è proprio per questo motivo che io ad ogni corsa lunga che faccio
attivo una raccolta fondi, l'ultima è stata la 30 ore su tapis roulant che ho
fatto a staffetta con una mia carissima amica Samantha Cesaretti alla palestra
Life di San Filippo...nella mia testa c'è il sorriso di quei bambini ed io non
conosco carburante migliore. Devo dire GRAZIE ai miei splendidi genitori che
non mi hanno mai nascosto il fatto di essere adottato ma anzi, mi hanno
cresciuto con tutto l'amore di questo mondo ed io raramente mi sono sentito il
bambino ‘diverso’. Ovviamente, soprattutto nel periodo dell'infanzia, qualcosa
di diverso in me c'era, guardavo tutti i miei compagni di classe ed io
diversamente da loro avevo la pelle un po' più scura, ma per il resto eravamo
fatti alla stessa maniera: orecchie, bocca, naso, capelli, braccia, mani, ‘GAMBE,
TESTA E CUORE’! Il perché ho voluto evidenziare gambe, testa e cuore...perché è
proprio grazie a queste se sono riuscito a restituire al paese dove sono nato,
alla mia terra, a quei tanti bambini che vivono nella cordigliera delle Ande ed
a volte non hanno più una famiglia, un pizzico di fortuna che ho avuto io. Con
le gambe ho corso, con la testa ho raggiunto i miei obiettivi e con il
cuore...beh, con il cuore sono quello che sono, José Luis Tani Stanghellini. Volere
è potere!”
Queste ultime parole per me sono molto
toccanti e commoventi, benvenuto José in Italia e tanta gratitudine per la sua
disponibilità a raccontare e per tutto quello che fa in Italia e in Perù.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt
ed EMDR
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