Un record non esce così per caso
Matteo SIMONE
Portare a termine una maratona è considerata una vera impresa perché richiede un congruo periodo di preparazione atletica con allenamenti di corsa che prevedono ripetute medie e lunghe e sedute di corsa di media e lunghissima durata.
Ci si arriva a step dopo aver iniziato a correre e dopo
aver partecipato alle gare di fondo della durata di 10 km e mezze maratone.
Durante le maratone molti atleti sperimentano la crisi e il muro del 30° o 35°
km perché è difficile conoscersi bene e quanto si vale ed è difficile impostare
un passo di gara costante dall'inizio alla fine.
Luca Parisi ha dimostrato che si può fare tutto con il talento, impegnandosi a dovere, documentandosi, apprendendo da allenatori ma non trascurando altri aspetti mentali quali la motivazione, la fiducia in sè e la resilienza.Gara dopo gara ha costruito il suo record abbattendolo di ben 4’ che in maratona non è facile al suo livello, si tratta di un gran salto di qualità.
Da tempo aveva dichiarato che la maratona sarebbe stata la sua gara e che avrebbe avuto un gran risultato e lo ha dimostrato con convinzione e abnegazione.
Di seguito racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Luca, continui a farti allenare o fai da solo? “Si può dire che mi sono sempre allenato da solo, fin da ragazzo la pista di atletica mi stava stretta, ho provato a fare pista, ma non mi piaceva seguire delle regole e degli allenamenti imposti dagli allenatori e preferivo correre per ore da solo, talvolta con altri podisti dopo la scuola, andavo nel vicino parco di Santa Maria della Pietà a Roma Nord e mi perdevo per ore in corse senza nessun limite e riferimento, correvo e basta, perché mi piaceva e mi piace correre! I ragazzi della pista, miei coetanei mi prendevano in giro definendomi un 'tapascione', termine comunemente usato per definire chi non è un atleta professionista, ma non gli davo peso. Con il tempo quei ragazzi hanno smesso di correre e fare atletica e ora stanno fumando una sigaretta dietro l’altra sdraiati sul divano, io invece sono ancora a macinare km e raccogliere soddisfazioni a ogni gara, competere è bello ma sé sotto manca la passione, quella vera si dura poco.
Ciao Luca, continui a farti allenare o fai da solo? “Si può dire che mi sono sempre allenato da solo, fin da ragazzo la pista di atletica mi stava stretta, ho provato a fare pista, ma non mi piaceva seguire delle regole e degli allenamenti imposti dagli allenatori e preferivo correre per ore da solo, talvolta con altri podisti dopo la scuola, andavo nel vicino parco di Santa Maria della Pietà a Roma Nord e mi perdevo per ore in corse senza nessun limite e riferimento, correvo e basta, perché mi piaceva e mi piace correre! I ragazzi della pista, miei coetanei mi prendevano in giro definendomi un 'tapascione', termine comunemente usato per definire chi non è un atleta professionista, ma non gli davo peso. Con il tempo quei ragazzi hanno smesso di correre e fare atletica e ora stanno fumando una sigaretta dietro l’altra sdraiati sul divano, io invece sono ancora a macinare km e raccogliere soddisfazioni a ogni gara, competere è bello ma sé sotto manca la passione, quella vera si dura poco.
Con il tempo ho capito che avrei dovuto strutturare meglio i miei allenamenti e mi sono affidato a svariati tecnici, tra cui Armando Martini che aveva compreso il mio desiderio di libertà e assecondava totalmente le mie scelte, dando però un metodo ai miei allenamenti, Armando ci ha però lasciati, ho continuato da solo per un po' di tempo e da due mesi collaboro con Massimo Fucili. Il nostro è un rapporto in cui, decidiamo insieme gli allenamenti e sviluppiamo il piano di lavoro confrontandoci e trovando le soluzioni e i mezzi di allenamento migliori per l’obbiettivo che vogliamo finalizzare.”
Sembra essere davvero resiliente Luca,
ha fatto dello sport uno stile di vita che gli ha permesso di sentirsi un vero
campione superando qualsiasi giudizio altrui e trasmettendo le sue conoscenze e
le sue competenze a disposizione di altri che vogliono mettersi in gioco e
migliorarsi attraverso la corsa.
Ti senti più atleta o più allenatore? “Mi sento quindi sì prima di tutto un atleta, ma non voglio tenere tutta l’esperienza e le conoscenze che ho acquisito nel tempo solo per me, voglio metterle a disposizione del prossimo per aiutarli a realizzare i loro sogni, quindi mi sento sia allenatore che atleta allo stesso tempo.”
Ti senti più atleta o più allenatore? “Mi sento quindi sì prima di tutto un atleta, ma non voglio tenere tutta l’esperienza e le conoscenze che ho acquisito nel tempo solo per me, voglio metterle a disposizione del prossimo per aiutarli a realizzare i loro sogni, quindi mi sento sia allenatore che atleta allo stesso tempo.”
Luca sembra essere una persona speciale,
un allenatore che personalizza i programmi di allenamenti in base all’atleta
che li richiede creando un’alleanza e seguendolo sia in allenamento che in
gara, per lui ogni progresso è una vittoria a qualsiasi livello, tutti hanno il
diritto di sperimentarsi e ottenere successi personali:.
Finora cosa hai raccolto come atleta? “Per molto tempo dopo la scomparsa di Armando Martini, persona a cui tenevo molto, mi sono allenato completamente da solo, realizzando i programmi di allenamento e pianificando gli obiettivi a medio/lungo termine. Da solo sono riuscito a realizzare degli ottimi piazzamenti nelle maratone italiane come il campionato Italiano di maratona nel 2018 a Ravenna (medaglia di bronzo) con 2h22’50’’. Oppure il 14’43’’ in pista sui 5000m. Oltre a 30’19’’ alla passata corsa di Miguel, gara a cui Armando teneva particolarmente e che in quest’ultima edizione aveva il nome della griglia top runners a lui dedicata.
Finora cosa hai raccolto come atleta? “Per molto tempo dopo la scomparsa di Armando Martini, persona a cui tenevo molto, mi sono allenato completamente da solo, realizzando i programmi di allenamento e pianificando gli obiettivi a medio/lungo termine. Da solo sono riuscito a realizzare degli ottimi piazzamenti nelle maratone italiane come il campionato Italiano di maratona nel 2018 a Ravenna (medaglia di bronzo) con 2h22’50’’. Oppure il 14’43’’ in pista sui 5000m. Oltre a 30’19’’ alla passata corsa di Miguel, gara a cui Armando teneva particolarmente e che in quest’ultima edizione aveva il nome della griglia top runners a lui dedicata.
La mia filosofia di allenamento, si basa
sul non osare mai troppo durante una seduta, controllandomi, anche quando
potrei spingere di più, l’allenamento viene poi modificato in corso d’opera
anche all’interno della seduta stessa, perché un allenamento deve calzare come
un vestito deve essere fatto su misura. Con Massimo Fucili, vado molto
d’accordo proprio perché condividiamo quest’ultimo pensiero, il non spingerci
mai troppo oltre in allenamento per preservarci dagli infortuni e rendere al
massimo in gara. La mia ultima maratona è stata quella di Valencia dove insieme
a Massimo ho ottenuto il mio record personale di 2h18’01’, migliorando il
precedente primato di 4’.”
Luca sembra essere molto accorto al suo
fisico non cercando a tutti i costi il limite, certo in gara da’ il massimo
perché sente di poterlo fare essendosi risparmiato un po’ in allenamento.
Come si costruisce un record da atleta e da allenatore? “Un record si costruisce mettendo in campo sia le conoscenze, l’esperienza, accumulate negli anni, un record non esce così per caso. Ecco perché non è facile migliorarsi, serve un mix di tutto e quel giorno tutto deve andare perfetto, basta poco per far svanire mesi e mesi di preparazione. Un record inizia molti mesi prima, pianificando e strutturando il piano di lavoro con allenamenti che di volta in volta evolvono e diventano sempre più specifici per affrontare al meglio quella distanza per cui ci si allena. Ma non basta avere un buon piano di lavoro e allenarsi, no, per me sono state fondamentali alcune persone come Chicca Falvo, che alleno e che mi dà le motivazioni giuste nei momenti fondamentali, mi ha ripetuto talmente tante volte i numeri 2h18’ che alla fine ho fatto proprio 2h18’01… e il coach Massimo che a ogni allenamento in pista con l’occhio attento di chi ha visto molte persone correre tanti km mi sa dare le giuste dritte che da solo non potrei avere. Poi è importante anche il fisioterapista, nel mio caso Paolo Perniciano è di grande aiuto quando la muscolazione ha bisogno di avere una messa a punto.”
Come si costruisce un record da atleta e da allenatore? “Un record si costruisce mettendo in campo sia le conoscenze, l’esperienza, accumulate negli anni, un record non esce così per caso. Ecco perché non è facile migliorarsi, serve un mix di tutto e quel giorno tutto deve andare perfetto, basta poco per far svanire mesi e mesi di preparazione. Un record inizia molti mesi prima, pianificando e strutturando il piano di lavoro con allenamenti che di volta in volta evolvono e diventano sempre più specifici per affrontare al meglio quella distanza per cui ci si allena. Ma non basta avere un buon piano di lavoro e allenarsi, no, per me sono state fondamentali alcune persone come Chicca Falvo, che alleno e che mi dà le motivazioni giuste nei momenti fondamentali, mi ha ripetuto talmente tante volte i numeri 2h18’ che alla fine ho fatto proprio 2h18’01… e il coach Massimo che a ogni allenamento in pista con l’occhio attento di chi ha visto molte persone correre tanti km mi sa dare le giuste dritte che da solo non potrei avere. Poi è importante anche il fisioterapista, nel mio caso Paolo Perniciano è di grande aiuto quando la muscolazione ha bisogno di avere una messa a punto.”
Interessante e utile la testimonianza di
Luca, è vero che ottenere un record richiede un progetto e una fiducia alta in
se stessi, bisogna fare progetti credibili e sfidanti pianificando gare e
organizzandosi per seguire un percorso fatto non solo di allenamenti di corsa, forza e
resistenza ma anche di aspetti collaterali da curare ed è importante circondarsi
di persone che consigliano, suggeriscono, sostengono, proteggono, supportano.
Cosa ti servirebbe per fare il record del mondo di maratona? “Il record del mondo? Dovrei rinascere Keniano o Etiope, ma questo non basta, serve una forza di volontà e disciplina notevoli perché il talento non è tutto, i miei due atleti preferiti nella maratona solo Kipchoge e Bekele e loro due sono gli esempi di come il fisico umano quando ben allenato e una mente altrettanto allenata a sopportare situazioni di stress notevoli, possa spingersi fino a quei limiti, impossibili per chiunque oltre a loro due.”
Cosa ti servirebbe per fare il record del mondo di maratona? “Il record del mondo? Dovrei rinascere Keniano o Etiope, ma questo non basta, serve una forza di volontà e disciplina notevoli perché il talento non è tutto, i miei due atleti preferiti nella maratona solo Kipchoge e Bekele e loro due sono gli esempi di come il fisico umano quando ben allenato e una mente altrettanto allenata a sopportare situazioni di stress notevoli, possa spingersi fino a quei limiti, impossibili per chiunque oltre a loro due.”
Luca comunque resta con i piedi per terra, sa che non può inventarsi niente ma comunque è consapevole che può ancora migliorare lui stesso e può tirare fuori dalle persone che allena talenti nascosti incrementando motivazione, forza di volontà, fiducia ed entusiasmo che permettono di continuare a faticare e a superare stress enormi dovuti ad allenamenti intensi e gare impegnative.
Editore:
Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data
di Pubblicazione: novembre 2022.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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