Si sono svolti sabato 29 ottobre i Campionati Mondiali di Ultra Trail, al parco nazionale di Peneda-Geres (Portogallo), 85 km e 4800 metri di dislivello.
In questo sport
considerato anche estremo e non alla portata di tutti, bisogna essere cauti, è
importante essere in contatto con il proprio corpo, le sensazioni corporee, ed
è importante approcciarsi con umiltà e gradualità, monitorarsi.
La
Francia ottiene il titolo individuale femminile per merito della fortissima
Caroline Chaverot che impiega 9h39'40" e i titoli a squadra maschile e
femminile, inoltre riesce a piazzare sul secondo e terzo gradino del podio
maschile Nicolas Martin e il campione uscente Sylvain Court.
La
Spagna ottiene il titolo individuale maschile con la vittoria di Luis Hernando
in 8h20'26", seguito da quattro atleti Francesi, inoltre si aggiudica i titoli
di vice campione a squadra maschile e femminile, e Azara Garcia, riesce a
conquistare il titolo di vice campionessa del mondo.
Luis
Alberto Hernando Alzaga (Burgos, 27 settembre 1977) è un atleta di skyrunning,
specializzato nell'ultratrail, ed ex sciatore nordico, ha debuttato a livello
agonistico nella corsa in montagna nel 2005 e nel 2013 si è laureato campione
europeo di "ultraskymarathon" ex aequo con Kilian Jornet Burgada alla
Trans d'Havet 80K.
Il
podio femminile individuale vede al terzo posto l’olandese Ragna Debats.
Per
quanto riguarda sempre i titoli a squadra, gli atleti della Norvegia
conquistano il terzo posto, mentre il terzo posto della squadra femminile è
ottenuto dalle altete della Gran Bretagna.
L’Italia
si è classificata al quinto posto per quanto riguarda il titolo a squadra
maschile e all’8° posto si è classificata la squadra femminile.
Una
gara lunga, molto impegnativa, con partenza all’alba e con un’attenzione elevata
al percorso, all’alimentazione, al vestiario, durante la gara si corre con
diverse condizioni climatiche partendo all’alba e considerando che ci si può
impiegare dalle 8h20’, tempo del primo arrivato alle 15 ore tempo degli ultimi
atleti arrivati e quindi, bisogna fare attenzione al freddo, al caldo,
all’integrazione alimentare, a non distrarsi lungo il percorso, a monitorarsi
attentamente.
Tra
gli italiani, Georg Piazza, proveniente dalla mountain bike, si classifica al
17^ posto con un crono di 9h23’50”, l’atleta esperto Giulio Ornati 29° in 9h48’01”,
a seguire Luca Carrara 32° in 9h51'05", Carlo
Salvetti, 38° in 10h09’00” e Giuliano Cavallo, 42° in 10h18'08".
Tra
le donne Italiana arrivano quasi insieme Cristiana Follador, 25° posto con il
crono di 11h32’27”, e Virginia Oliveri, 26^ in 11h33’07”,
argentina di origine, al suo terzo mondiale di trail conferma il suo valore arrivando
sempre tra le prime tre italiane (un terzo posto e due secondi posti),
a seguire Lara Mustat Parma, in 12h45’46” e Lisa Borzani 50^ in 13h37’55”, mentre
Simona Morbelli a causa di una caduta intorno al 38° km è costretta a non
concludere la gara.
Per
quanto riguarda altri atleti di interesse, l’argentino Paolo Barnes, residente
in Italia, arriva 39° in 10h10’48”. Il forte atleta Tom Owens si è fermato al
75° km a causa di problemi muscolari, tendinei e di stomaco. Nathalie Mauclair,
campionessa del mondo di Ultra-trail 2015 ad Annecy, quest’anno si classifica
al 4° posto con il crono di 10h13’37”.
I
risultati sono disponibili all'indirizzo https://lap2go.com/en/event/trail-world-championships-2016/live-results.html
L’anno
scorso feci alcune domande a Nathalie, ne riporto un paio.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme? “Motivazione, perseveranza e … un pizzico di follia.
È necessario impostare solo uno o due obiettivi per la stagione, prepararli
fisicamente e mentalmente nel miglior modo possibile. Faccio sofrologia e
ipnosi per proiettarmi nel futuro e visualizzare la competizione. Mi vedo
riuscendo in modi difficili. Mi vedo finisher. Aiuta a superare momenti di
dubbi durante le gare.”
E’ importante per la
persona acquisire consapevolezza del proprio corpo, delle proprie sensazioni,
delle proprie tensioni nel corpo e nella mente, delle proprie emozioni e dei
propri pensieri.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “Dipende dagli obiettivi che mi pongo. Per rimanere
motivati durante l'allenamento, io diversifico la mia attività (corsa, bici
da strada, mountain bike, canoa) e quella specifica sessione (interval
training, lunghe sedute, da soli o formazione di gruppo). Quando si inizia a
praticare sport, è solo per sentirsi bene. E allora, si cerca di migliorare i
tempi, i gesti, i risultati. E’ positivo per spingere i propri limiti: è una
sorta di gioco.”
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt
ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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