mercoledì 26 ottobre 2016

Eleonora Bazzoni, runner: ho subito capito che potevo vincere la gara




 

Lo sport, un mondo meraviglioso che tutti dovrebbero provare, allena fisico, cuore e mente. Fortifica il carattere. Ti fa star bene, sviluppa autoconsapevolezza, autoefficacia e resilienza. Di seguito l’esperienza di una grande campionessa, Eleonora Bazzoni.

Come hai scelto di fare la mezza di Bergamo? “Un po’ per caso, era dalla stramilano che non correvo una mezza ed avendo aumentato un po’ il chilometraggio per la preparazione della maratona avevo voglia di correre una mezza. Quel week end abbiamo seguito alcune atlete ai i campionati italiani di società a Cinisello ed essendo Bergamo vicino ne ho approfittato per correre una gara competitiva e molto partecipata.”

Quando hai capito che potevi vincere la gara? “Ho gestito la gara in modo molto prudente, essendo la prima parte in discesa ho cercato di non lasciarmi andare troppo e invece aumentare il ritmo nella seconda metà ricca di falsi piani. Da metà gara ho iniziato ad incrementare il ritmo e rimontare sulle donne che avevo avanti, piano piano mi avvicinavo alla keniana in crisi. Una volta raggiunta, lei non ha reagito e ho subito capito che potevo vincere la gara, le sensazioni erano ottime.”

 
Troppo forte Eleonora, capace di battere anche atlete del continente Africano.

Come, quando e perché hai deciso di alzare l'asticella con la maratona e come la scelta di Venezia? “Tutto ebbe inizio alla Volaciampino, quando purtroppo un atleta involontariamente mi fece cadere, accusai un brutto colpo alle ginocchia, stavo preparando i campionati italiani di 10000m, ma settimana dopo settimana non riuscivo a correre serena, le ginocchia erano doloranti, ce la misi tutta ugualmente ma la gara non andò nel verso giusto, per me fu una bella delusione. Forse a causa di questa, dei dolori e dei diversi impegni lavorativi decisi di riposarmi per qualche settimana… avevo bisogno di staccare la spina. Ma si sa, un amante della corsa non può staccare la spina per troppo tempo! Avevo bisogno di un obiettivo nuovo, stimolante, di un emozione mai provata personalmente ma sempre ascoltata da altri (persino dai miei atleti), in accordo con il mio allenatore decidemmo di preparare la mia prima maratona. Già solo pronunciare il nome mi emozionava, sembrava un qualcosa più grande di me, ma volevo viverla anch’io ed avere la mia esperienza personale.”

 

Gli infortuni si mettono in conto ed è importante essere disposti a fermarsi un po’, oppure a rallentare i ritmi. La motivazione, la passione, il bisogno spinge la persona a raggiungere un obiettivo nella vita o nello sport. Per attivarsi ed impegnarsi, l’obiettivo dovrebbe essere sfidante e difficile ma raggiungibile, non impossibile.

La maratona, un obiettivo che va maturando nel corso degli anni. Ci si arriva a step, è importante la gradualità, l’impegno, l’adattamento progressivo. Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare. E’ importante considerare la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la preparazione mentale.

La preparazione per la maratona richiede un impegno notevole di tempo e di fatica fisica. Preparare una maratona diventa un investimento di energie fisiche e di tempo finalizzati alla miglior resa nel giorno della competizione.

La preparazione va programmata con la massima accuratezza considerando il proprio potenziale atletico relativo alle precedenti competizioni e ai precedenti programmi di allenamento. Va considerato il periodo di preparazione, estivo, invernale per poter programmare le uscite di allenamento più lunghe o più faticose.

È auspicabile stilare un programma di massima di allenamento che comprenda alcuni test importanti di allenamento o di gara, per valutare il grado di preparazione e in modo da capire i ritmi da poter sostenere nella competizione-obiettivo.

Una volta fissato l’obiettivo-maratona, è importante per l’atleta prestare attenzione ai suoi allenamenti, alle sue sensazioni, è importante sapersi ascoltare, capire quando e quanto fatica, come fatica, come è la sua respirazione, come sente le sue gambe, è importante accorgersi di ogni minimo fastidio e capire a cosa possa essere dovuto, in modo da poter intervenire in tempo e rimediare per evitare di perdere importanti sedute di allenamento e compromettere la prestazione-obiettivo.

L’atleta durante la preparazione per la maratona deve essere attento ai suoi bisogni e cercare di farli coincidere con l’obiettivo prefissato, l’atleta può avere bisogno di partecipare ad una competizione durante il periodo di preparazione, però deve essere attento a non distrarsi dall’obiettivo previsto, quindi avere un occhio orientato al presente ed uno al futuro prossimo.

Una maratona oltre ad essere una competizione atletica è un esercizio fisico prolungato nel tempo che supera le 2 ore, pertanto affrontare/sostenere questo sforzo prolungato nel tempo comporta una preparazione fisica e mentale, direi una preparazione totale dell’essere umano che comprende l’alimentazione, il corretto gesto atletico, una programmazione oculata degli allenamenti per un congruo periodo di tempo che può essere dai 2 ai 6 mesi a seconda della preparazione di base, delle caratteristiche, delle ambizioni dell’atleta.

Ma torniamo ad Eleonora Bazzoni.

Hai sperimentato il muro del maratoneta? Soddisfatta del crono? “Venezia è stata una maratona stupenda, affrontata con il sorriso dal primo all’ultimo metro, battendo il cinque ai bambini che mi porgevano la mano. Ho avuto una leggera crisi attorno al 37^ ma una volta superato il ristoro dove mi son potuta integrare ho reagito, malgrado negli ultimi km ci fossero ben 13 ponti ho perso solo circa 50 secondi rispetto alla prima metà gara. Essendo la mia prima maratona penso di averla affrontata con la testa giusta, senza eccedere in partenza e gestendo i km come previsto con il mio allenatore Fabrizio Adamo.

Soddisfattissima del crono, la maratona ti mette a nudo, mettendoti davanti tutto ciò che di buono hai seminato nella preparazione.”

Cosa cambia ora? “Ora potrò raccontare anch’io di aver partecipato alla maratona, di aver vissuto delle emozioni uniche, un esperienza personale che mi accrescerà sia come persona che come allenatrice, avendo diversi atleti maratoneti.”

Com'è per te allenare e che differenza c'è tra adulti e ragazzi? “Ormai alleno da circa una decina d’anni sia amatori che bambini, entrambi danno tante soddisfazioni e non si finisce mai di imparare.  Sono un allenatrice di 2^ livello Fidal e cerco di arricchire gli allenamenti con la mia esperienza personale, quando posso corro con i miei atleti, mi piace percepire in modo ancor più diretto le loro sensazioni, ascoltarli, capirli. Dicono che sono un allenatrice un po’ severa, ma in fondo voglio solo che raggiungano i meritati risultati percorrendo la retta via! Assieme agli amatori alleno a Tor tre teste i bambini di 5/ 10 anni della runner’s academy, una società il cui presidente è Daniele Troia. Allenare i bambini è completamente diverso, i bambini hanno bisogno di giocare, di divertirsi e non hanno bisogno di vivere le fatiche…. Per questo c’è tempo! La cosa bella è diventare un punto di riferimento per loro. L’obiettivo in entrambi i casi rimane quello di trasferire la mia passione per questo sport.”

Come invogliare adulti e bambini a fare sport? “Lo sport dà tantissimi benefici, combatte l’obesità, riduce i rischi cardiovascolari, aumenta le difese immunitarie, riduce lo stress e favorisce la socializzazione…. Direi che vale la pena provare!”

Cosa diresti ai genitori per far scegliere l'atletica per i propri figli? “L’atletica rappresenta la base da cui nascono infinite attività sulla quale si inseriscono i gesti fondamentali dell’atletica come: correre/saltare; correre/lanciare; correre/superare ostacoli. Nell’età giovanile l’approccio all’atletica non deve avere spirito troppo competitivo, i bambini devono esclusivamente divertirsi, fare amicizia e allo stesso tempo muoversi consolidando a loro insaputa gli schemi motori di base. Le misure e i tempi non contano, i bambini non sono adulti in miniatura, non vanno allenati ma vanno educati, fatti muovere e divertire.”

Com'è avere un compagno top runner? “Malgrado lui abbia 1h08’ sulla mezza, ora che ho il personale più basso di lui sulla maratona non è più top runners!!! Scherzo! Purtroppo Daniele ultimamente non riesce ad allenarsi a causa dei diversi impegni lavorativi, ma rimane sempre nel mondo della corsa, ogni pomeriggio lo si trova al campo di Tor Tre Teste ad allenare un gruppo di ragazzi/e. Stare lontani da questo mondo è difficile quando come persone come lui son cresciute a pane & atletica. Avere accanto una persona come lui per me vuol dire essere capita, condividere gioie e delusioni con una persona che sa cosa c’è dietro ad ogni soddisfazione.”

Cosa dicono di te la tua famiglia ed i tuoi amici? “La mia famiglia è orgogliosa di me, non so se il giorno della mia prima maratona ero più ansiosa io o i miei familiari. Mio padre al vedermi mi ha confessato di essersi emozionato, mia madre correva da una parte all’altra perché fremeva nel vedermi. I miei sin da piccolina son sempre stati i miei primi tifosi. Quando rientro in Sardegna mio padre non esita a seguirmi in macchina negli allenamenti più impegnativi. Avere il supporto della famiglia è molto importante per me perché mi permette di praticare in modo sereno questo sport. Non è stato difficile coltivare questa passione avendo dei genitori e un fratello amanti dell’atletica. La maggior parte dei miei amici appartengono al mondo in cui sono cresciuta, quello della corsa, quindi capiscono la mia passione, mi incoraggiano e mi danno grande carica!“

Prossimi obiettivi, sogno nel cassetto? “In realtà, ancora non ho parlato di nuovi obiettivi con il mio allenatore, ma ne parleremo presto in quanto chi si allena deve avere sempre un obiettivo, uno stimolo forte che ti porti ad allenarti nel migliore dei modi. Per me è stata un esperienza positiva, gratificante e sicuramente prima o poi ne farà un'altra!”

 

La maratona come metafora della vita, un passo alla volta, aumentando autoefficacia e sviluppando resilienza, attivando risorse interne. Le crisi come vengono così se ne vanno. La maratona oltre ad essere una prestazione sportiva agonistica è un’esperienza. Lo sport che rende felice, fa ringraziare a te stesso, a chi ti ha seguito nel lungo periodo di preparazione, a chi ti ha sostenuto in gara, fa ringraziare a qualcuno di superiore. Se riesci nello sport riesci anche nella vita ad aiutare te stesso e gli altri.

 

Matteo SIMONE

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