Matteo SIMONE
A volte lo sport diventa quasi una droga, non se ne può fare a meno, sono notevoli i benefici che ne derivano ed allora perché farne a meno, l’importante è scegliere quello che fa per te, cosa che non è tanto semplice, bisogna provare e riprovare fino a che si scopre in quale sport si può sperimentare benessere e performance.
Di seguito Alessandra racconta la sua storia
sportiva, sogni ed obiettivi.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno
della tua vita? “Mi sono sentita una
campionessa ogni volta che sono riuscita a raggiungere un obiettivo che mi ero
prefissata. Ho dei momenti che mi sono rimasti impressi nella memoria ad
esempio quando nuotavo ed ho fatto per la prima volta i tempi per i Campionati Italiani
giovanili oppure ogni volta che nell’atletica ho raggiunto un personale.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Tutto è iniziato con il nuoto a livello agonistico a 6 anni, era un impegno
quasi a tempo pieno, poi alle scuole medie il professore mi iniziò a portare
alle corse campestri ed ai i giochi della gioventù riconoscendo in me delle
qualità da mezzofondista.
Mi dividevo tra la mattina a scuola con la corsa e il
pomeriggio con gli allenamenti di nuoto, questo per i 3 anni di scuole medie
poi all’inizio del liceo ho deciso di non correre più e concentrarmi solo nel
nuoto. Ho nuotato fino a 21 anni, con tante soddisfazioni e traguardi raggiunti
poi decisi di smettere e tornai a correre a 23 anni con gli allenamenti in
pista e anche a gareggiare. Per il momento l’atletica leggera, è diventata
quasi una droga, però non mi dispiacerebbe praticare il triathlon che anche il
mio allenatore di nuoto mi consigliò di fare quando smisi.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di studi o lavoro? “Una volta finite
le scuole superiori, e iniziata ingegneria, il nuoto non si conciliava più
benissimo con gli orari e forse è stato uno dei motivi per cui ho smesso. Il
ritorno all’atletica leggera è stato anche perché mi tornavano comodi gli orari
e potevo allenarmi da sola.”
Un bell’esempio di sport positivo
che concilia anche il successo scolastico e lavorativo.
Che consiglio daresti a coloro che devono fare scelte importanti nello sport? “Consiglio di seguire
sempre le proprie passioni e di non smettere mai per problemi di mancanza di
tempo o per allenatori sbagliati o compagni di squadra sbagliati perché la
soluzione per praticare sport come si desidera si trova sempre quando c’è la
volontà e la passione, ma soprattutto la determinazione nel voler raggiungere
un obiettivo.”
Importante stabilire obiettivi da raggiungere che ti
permette di allenarti bene e seriamente, importante la passione nel fare le
cose, se una cosa ti piace veramente il tempo lo trovi.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Lo
sport mi fa sentire sempre bene, dopo una giornata stressante, un allenamento
mi rende sempre felice e mi dà una bellissima sensazione di benessere. Lo
stesso quando gareggio, la stessa preparazione della gara mi rende entusiasta e
tutte le emozioni che ogni volta provo e il divertimento con gli amici mi
spingono a voler raggiungere sempre nuovi piccoli traguardi personali.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “No non
potrei farne a meno a costo di dovermi alzare alle 5 di mattina.”
Sono tanti gli atleti che riescono a trovare il tempo
per fare sport, per coltivare la propria passione prima o dopo l’attività
lavorativa, se vuoi, puoi, il tempo lo trovi.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una
gara? Usi farmaci, integratori? “Cerco di essere attenta a mangiare leggero
ed evitare i latticini prima della gara, se gareggio di mattina di solito bevo
una tazza di thè e mangio una fetta di pane di kamut con la marmellata e una
banana, mentre se di pomeriggio mangio un piatto di pasta in bianco e una
fettina di carne bianca. Gli unici integratori che uso sono i sali minerali che
inizio a prendere nei periodi più caldi.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “Sicuramente la mia famiglia che c’è sempre stata sia nel
nuoto che nell’atletica leggera. Il più grande sostegno me lo ha dato mia nonna
che quando nuotavo c’era sempre e aveva sempre le parole giuste per darmi la
carica ma anche il mio ex allenatore di nuoto Massimo Melloni che era riuscito
a farmi tornare la voglia di nuotare a un certo livello dopo un lungo periodo
di crisi sportiva.”
Le parole giuste sono importanti, a volte smuovono
montagne, ti permettono di rialzarti ogni volta, di trovare energie nascoste.
La gara della tua vita? “La gara più bella
in assoluto è stata quando a nuoto feci il tempo per gli Italiani per la prima
volta, fu assolutamente inaspettato perché le gare precedenti erano state
completamente un disastro invece all’ultima prova disponibile lo feci in ben
due gare. Anche nell’atletica una bellissima esperienza quando partecipai ai Campionati
Italiani di società a Legnano insieme a tutte le atlete più forti di Italia.”
Le esperienze di successo sono indimenticabili, così
come sono le esperienze di partecipazione a gare con atleti di livello
nazionale, ti senti parte di loro, di una squadra vincente.
Quale esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare? “Il fatto di aver fatto sport da piccola ad alti livelli
mi ha dato la capacità di affrontare le situazioni con impegno non solo nello
sport ma anche in tutto il resto. E’ grazie allo sport che dopo ogni sconfitta
sono sempre riuscita a tornare più forte sia nello sport che nella vita.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? Come è cambiata la tua vita? “I miei familiari mi sono
sempre stati accanto e anche in tutte le trasferte che ho fatto da più piccola.
La mia vita riesce sempre a cambiare in funzione dello sport, uno spazio lo
riesco sempre a trovare anche quando ho dovuto cambiare gli orari per
l’università o il lavoro.”
Un episodio curioso o divertente
della tua attività sportiva? “In un Campionato Italiano di nuoto quando
dovevamo fare la finale della staffetta 4x100 mista al foro Italico ha
diluviato tutto il pomeriggio con fulmini e lampi, le gare erano state sospese
per più di due ore. Alle dieci di sera si decise che le gare avrebbero ripreso
nonostante la pioggia fosse ancora molto forte e nonostante tutte le squadre
avessero già cenato. Io avevo ancora gli occhialetti specchiati adatti per il
pomeriggio, di notte e con la pioggia non si vedeva assolutamente nulla, l’atmosfera
era surreale sembrava quasi un sogno. Ero la prima frazionista facevo dorso e
l’acqua arrivava da tutti i lati per la pioggia forte, per fortuna alla fine
tutte quante siamo riuscite anche a fare una bella finale.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare
atleta? “Ho scoperto di essere molto competitiva e questo mi permette di
divertirmi sempre a prescindere dal livello. La cosa più importante è stato il divertirmi
attraverso lo sport, stare con gli amici, praticare uno sport proprio perché è
divertente farlo.
Quali qualità hai dimostrato di possedere?
“L’essere perseverante, quando punto a un obiettivo è difficile che qualcuno mi
possa distrarre dal raggiungerlo.”
Alessandra ha sperimentato tanto benessere e
divertimento attraverso lo sport, con gli amici di squadra con episodi
divertenti, ma quando si tratta di focalizzarsi su una gara, su un obiettivo da
raggiungere si impegna seriamente per centrare il suo obiettivo e tanti ne ha
centrati sia con il nuoto che con l’atletica ed ora anche nella vita e nel
lavoro.
Che significa per te partecipare a una gara? Hai sperimentato il limite? “La gara è sempre il momento in cui testi gli
sforzi fatti in allenamento, è ogni volta un turbine di emozioni ma anche tanto
divertimento. L’esperienza limite l’ho sperimentata spesso sia nel nuoto che
nell’atletica ma direi che la più estrema è ogni volta che ho fatto un 400 in
pista (non a caso lo chiamano il giro della morte).”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara,
gara, post-gara? “Nel pre-gara penso a tutto ciò che non riguarda la gara
magari chiacchiero con gli altri atleti oppure ascolto la musica. Quando
mancano una decina di minuti e chiamano le batterie le cose cambiano, inizio a
ripercorrere la gara mentalmente e penso a tutti i passaggi che devo fare. Una
volta sui blocchi sono concentrata solo a far bene e durante la gara cerco di
spingere al massimo. Il post gara è la parte più bella sia se la gara è andata
bene sia se è andata male, perché è un momento di puro relax in cui posso
divertirmi con gli amici e andare a mangiare a volontà.”
La gara è gara, bisogna mettere tutto da parte e
focalizzarsi per il tempo necessario per portare a termine la prestazione
sportiva nel miglior modo possibile, poi si può fare tutto il resto.
Quali sono i tuoi pensieri? “E’ bello pensare alla
costruzione di un obiettivo, credo che la parte più bella sia il periodo di
preparazione per una gara che comporta molto impegno e sacrificio ma anche
tanto divertimento e gratificazione.”
La gara più estrema o difficile? Quale ritieni non poter portare a termine? “La gara più estrema è stata un cross a
Latina dove per la pioggia si era formato un fango appiccicoso e denso che ti
portava via anche le scarpe, è stato durissimo. Non credo che ci sia una gara
che non riuscirei a portare a termine forse la 100km e le gare ancora più
lunghe.
A cosa devi fare attenzione nella tua disciplina? “Nella mia
disciplina, ovvero i 400 metri le cose a cui devo far attenzione sono il
cercare di distribuire le forze in maniera più omogenea possibile altrimenti si
rischia di sparare tutto ai primi 200 metri e poi non averne più alla fine".
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? "Le
condizioni peggiori indubbiamente sono state il freddo e la pioggia.”
Come hai superato
eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Hai mai pensato di smettere di essere
atleta? “Con l’atletica leggera ho iniziato a convivere con gli infortuni
mentre quando nuotavo era difficile infortunarsi. Con un infortunio ho rischiato di dover rallentare la mia attività sportiva, era il periodo in cui facevo i 400 ostacoli e saltando male un ostacolo mi sono fatta molto male alla schiena. Dopo un anno di stop sono riuscita a riprendermi e ora va tutto bene sempre facendo molta attenzione a non caricare troppo la schiena.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? "Ciò che mi ha fatto ogni
volta continuare è stata la grande passione per lo sport e il fatto di tornare
per continuare a divertirmi con il gruppo di amici".
Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il
modo addosso? “Si molte volte mi è capitato, ma ho un carattere che mi fa
dimenticare in fretta delle delusioni, anzi proprio da quelle riesco a cogliere
più energia per ripartire. Tutti i miei insuccessi sono stati sempre preziosi
perché mi hanno permesso di migliorami sia caratterialmente che sportivamente.”
Sembra essere molto resiliente Alessandra, ogni volta
paziente e pronta a ripartire gradualmente con i suoi allenamenti rimodulando
volta per volta i suoi obiettivi.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi
per avvicinarli a uno sport? “Il mio consiglio è di iniziare al più presto
perché è vero che si fatica ma la gratificazione per un risultato di sicuro
cancella tutte le sofferenze. Inoltre attraverso lo sport si fanno tantissime
amicizie, nel mio caso le amicizie più grandi sono tutte quelle nate con lo
sport. Lo sport è aggregazione e divertimento non solo fatica e abnegazione!”
Mi piace lo slogan di Alessandra, anch’io spesso dico
che lo sport rende felice ed avvicina persone, culture e mondi.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? “No ma
quando nuotavo c’erano molti miei compagni che hanno provato anche da molto
piccoli.”
Un messaggio per sconsigliare
l’uso del doping? “Se tutti quanti seguissero le regole sicuramente le
competizioni sarebbero più giuste, il doping è solo per chi vuole la
scorciatoia, solo per chi ama vincere facilmente. Credo che vincere da dopati
sia un’umiliazione, chi lo fa si dovrebbe sentire l’ultimo degli ultimi in
quanto la sua prestazione non vale nulla.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? “Si
credo che ogni squadra debba avere uno psicologo dello sport soprattutto nei
periodi prossimi alle gare o nei mesi più intensivi di allenamento. Inoltre
credo che lo psicologo serva di più agli allenatori che spesso non sono in
grado di capire certi meccanismi psicologici dell’atleta o dell’atleta inserito
nel gruppo. Spesso inconsapevoli delle loro azioni hanno rovinato moltissimi
atleti nella fase della loro crescita per non essere riusciti a capirli nel
modo giusto.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non
faresti? “In realtà rifarei tutto quello che ho fatto fin ora, credo che tutto
mi è servito a essere la persona che sono oggi. L’unica cosa che forse avrei voluto
fare è di iniziare a fare atletica prima, quando tutti mi dicevano che avevo
potenzialità, ma forse era giusto che andasse così.”
Sogni realizzati e da
realizzare? “Nel nuoto il mio sogno era quello di riuscire a partecipare ai
Campionati Italiani e ci sono riuscita, mi sarebbe piaciuto arrivare più in
alto ma forse non ci tenevo più di tanto perché il mio obiettivo principale era
quello di diventare ingegnere e ce l’ho fatta. Oggi che pratico atletica
leggera mi piacerebbe rifare il personale sui 100, 200 e 400 metri.”
Alessandra ha avuto il privilegio di eccellere in diversi sport, di
ottenere ottimi risultati e ora l’atletica è la sua passione.
Alessandra è menzionata nel libro “Il piacere di correre oltre”, 9 novembre 2022, di Matteo Simone (Autore).
Unitevi a noi correndo o donando, insieme è molto meglio.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Matteo SIMONE
Nessun commento:
Posta un commento