Matteo SIMONE
Non si inventa niente, per riuscire bisogna applicarsi, impegnarsi, essere costanti, determinati, credere in se stessi, affidarsi ad un bravo allenatore e nel caso anche nutrizionista o psicologo dello sport.
In gare estreme non si inventa niente. Importante la preparazione comprensiva di tutti gli aspetti, non solo fisica. Sulla linea di partenza devi avere la coscienza a posto, lo spiega anche Dean Karnazes nel suo libro Ultramarathon Man: "...quando sei alla linea di partenza di una qualche gara estrema, psicologicamente aiuta sapere di non aver trascurato la preparazione".
Importante far parte anche di un
Team, gruppo o squadra che ti dà una mano, ti permette di allenarti
serenamente.
Di seguito
alcune testimonianze di alcuni atleti che rispondo alla domanda su quali meccanismi psicologici ritengono li
abbiano aiutano nello sport.
Un
atleta di livello Nazionale parla di tecniche utilizzate con lo psicologo: “Sono
molte le tecniche affrontate nei 7 anni con il mio psicologo, ma tra tutte
sceglierei quelle più introspettive e che portano alla consapevolezza del
momento che sto vivendo, tra queste il training autogeno.”
Importante
il lavoro sullo sviluppo di consapevolezza e delle proprie risorse ed anche
l’attenzione ed il focalizzarsi sul momento presente per dedicarsi pienamente
su quello che si sta facendo che in quel momento è prioritario rispetto a tutto
il resto, è come immaginare di chiudere tutto il resto in un barattolo e immaginare di aprire il barattolo al termine della prestazione sportiva
qualunque sia la sua durata.
Importante
anche il lavoro di rilassamento e gestione di ansia pre-gara e tensione
attraverso tecniche specifiche di visualizzazioni guidate e immaginative.
Per
Angela Gargano, una ultramaratoneta la risposta è la seguente: “La fatica non
esiste. E’ un fatto psicologico. Basta non pensarci, e svanisce. In gara, può
essere tanta, ma appena da lontano intravedo lo striscione d’arrivo mi sento
fresca come una rosa, e felice taglio il traguardo.”
E’
quello che emerge dalle interviste a tanti ultramaratoneti, la fatica non
esiste, c’è la voglia di misurarsi con se stessi, con gli altri, con le
difficoltà, ma la stanchezza e le crisi come vengono così se ne vanno nella
maggior parte dei casi.
Per
l’ultrarunner Nazionale Sara Valdo è importante per addomesticare fatica una
buona dose di divertimento, ecco la sua risposta: “Con l’impegno, il
sacrificio e il divertimento nulla è così difficile, per non dire impossibile.”
Anche
per la triatleta Raffaella si tratta di addomesticare la fatica e non mollare:
“Ho scoperto di essere testarda, volitiva, non mollo mai, forte nel resistere alla
sofferenza della fatica grande.”
E’ sempre importante una buona dose di divertimento e di umorismo anche
quando si fatica, anche quando le cose vanno per il meglio, aiuta a continuare
a perseguire i propri obiettivi.
Molti atleti continuano
ad impegnarsi nello sport duramente per raggiungere obiettivi ambiziosi e
trasformare sogni in realtà.
Il
triatleta Francesco parla di obiettivi, sfide, continuo miglioramento: “Sicuramente
il continuo desiderio di migliorarmi, di raggiungere sempre nuovi obiettivi, di
accettare nuove sfide, di vedere veramente fino a dove posso arrivare.”
Riccardo
Vescovo, Istruttore di Karate e grado di 1° Dan (Cintura Nera) parla di
obiettivi da raggiungere che motivano a impegnarsi duramente nello sport: “Ho
scoperto una grande forza di volontà, ciò che mi ha aiutato a livello
psicologico è stato fissarmi degli obbiettivi e la continua sfida contro me
stesso, il cercare di raggiungere i propri limiti e superarli.”
Per Carmen è importante superare qualsiasi momento
e imparare dall’esperienza, ecco la sua risposta: “La
convinzione che si deve sempre imparare. Nelle vittorie, nei progressi ma
soprattutto nelle giornate ‘no’ e nelle cadute. Ho fatto leva proprio su questo
per superare dei mesi difficili.”
Se avete problemi con qualcuno a
casa o al lavoro mandatelo a correre, a fare sport, fategli sperimentare la
fatica ma anche la gioia, le sensazioni collegate all’impegnarsi, all’essere
determinati, fategli nascere una passione, la voglia di essere, di
sperimentare, di essere presente, di occupare spazio. Ritornerà a casa o al
lavoro più responsabile, più maturo, più collaborativo, più persona. La
palestra dello sport forgia e costruisce non uomini duri ma sensibili,
rispettosi e collaborativi.
Nella
pratica sportiva, da una parte ti devi testare e capire cosa puoi fare, ma a
volte è importante anche crederci ed osare, a volte arrivano risultati
insperati. Anche a me è successo diverse volte di portare a termine gare
considerate estreme per me, o avere risultati non alla mia portata. E’
importante avere un’elevata fiducia in se stessi, non troppa.
Per il runner Vincenzo, si tratta di un esercizio di confidenza con se
stessi: “L’introspezione
psicologica, il sapermi ascoltare sono per me fondamentali.”
La
corsa diventa il confidente di Vincenzo, il suo posto sicuro, il suo rifugio
per elaborare situazioni, pensieri e situazioni. Una medicina naturale, delle
pillole a costo zero con autoprescrizione e senza effetti collaterali.
Nessun commento:
Posta un commento