A volte è la testa che spinge il
fisico, puoi essere fisicamente aitante e forte quanto vuoi ma se non ci metti
la testa non vai da nessuna parte, il corpo si rifiuta. La testa può convincere
te stesso ed il corpo che se vuoi puoi, la testa può far credere te stesso
delle tue capacità e quindi farti impegnarti per raggiungere gli obiettivi
prefissati in modo da trasformare i sogni in realtà.
Per essere
performanti e sperimentare successo non basta il fisico ma anche una grande
forza mentale, di seguito Gianluca ci racconta la sua esperienza di atleta.
Qual è stato il tuo percorso per
diventare un Atleta? “Mi è sempre
piaciuto lo sport e ne faccio molto da oltre 15 anni, ma 5 anni fa ho deciso di
provare a spingere un po’ di più di quanto avessi fatto fino a quel momento è
ho iniziato a praticare sport a livello agonistico.”
Hai
dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di una carriera
scolastica o lavorativa? “No, ma ho dovuto rallentare molto, ed in alcuni
momenti anche abbandonare, per la nascita delle mie figlie e i loro primi anni.”
Quali sono i fattori che hanno
contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “I fattori che
contribuiscono maggiormente sono quelli psicologici, cioè il pormi degli
obiettivi e raggiungerli. La motivazione nasce da questo e spinge il fisico.”
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si, quando ho vinto una gara sulla spiaggia organizzata da Radio Deejay. Avevo 25 anni e ho battuto gente molto più in forma di me usando la testa dove il fisico non arrivava, e sono riuscito a stupire anche lo speaker che era smaccatamente contro di me (aveva anche ragione, ero la metà degli altri fisicamente!)”
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? Per quale
motivo? “Prima della gare carico carboidrati (almeno 3 ore prima, o la sera
precedente) e poco prima dell’inizio al massimo consumo un gel. Dopo la gara
reintegro prima che posso i sali minerali e un po’ di carboidrati, poi con più
tempo a disposizione mangio anche altro per completare il recupero. Non faccio
uso di farmaci e nemmeno integratori se si esclude un po’ di soluzione salina.
Non uso farmaci perché per fortuna non ne ho bisogno. Sono piuttosto robusto di
salute e mi ammalo raramente, per cui l’uso di farmaci mi risulta molto raro
per la salute, e totalmente estraneo per altri motivi.”
Qual è
stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La
prima Spartan Race a Roma. E’ stato il mio esordio in questo tipo di gara e ne
conservo un bel ricordo anche se è stata corta e organizzata non benissimo.”
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività? “Che sono un pazzo a
fare queste gare a 46 anni, specialmente per quanto e come devo allenarmi per
poterle fare bene.”
Cosa hai
scoperto del tuo carattere praticando sport? “Che arrivo in fondo in ogni caso.
Ho una buona tenacia e la capacità di portare a termine quello che inizio, o
con il fisico o con il cervello.”
Fisico e
cervello sono complementari devono essere complici nella vita e nello sport,
dove non arriva il fisico poi ci pensa il cervello, così le crisi come vengono
così se ne vanno.
Quali
sono le capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di
possedere? “Sono molto adattabile e imparo subito. Quando trovo ostacoli nuovi
li studio e li supero anche se a volte il mio fisico non sembra in grado di
farlo. Sono molto adattabile, non eccello in nulla ma ho una buona prestazione
in svariate discipline e quindi riesco a passare attraverso vari sport
facilmente e con risultati non disprezzabili.”
Che
significa per te partecipare ad una gara sportiva? “Dare il mio massimo, che
sia per vincere come per arrivare entro un certo tempo che mi sono prefissato o
solo per arrivare in fondo. Se ho dato il mio meglio sono contento anche se non
sono nei primissimi.”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si, a volte sono arrivato
alla fine al limite. Cerco sempre di dare il massimo e quindi non mi è
inconsueto arrivare senza riserve.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento,
raduni, pregara, gara, post gara? “In allenamento, come nei raduni e in tutti i
momenti pre e post gara mi piace molto lo spirito sociale che si respira dato
che solitamente tutti sono amici, anche quelli che poi in gara saranno
avversari. In gara mi piace la solidarietà che c’è a volte tra avversari che
magari in alcuni momenti si aiutano, ma alla fine in gara si va per fare del
proprio meglio e per arrivare più avanti possibile per cui è un momento
abbastanza egoistico.”
Quali
sono i tuoi pensieri in allenamento, in gara? “In allenamento penso a qualunque
cosa per staccare la testa dalla fatica del momento e riuscire a spingere un
po’ di più rispetto a quello che farei stando solo concentrato sullo sforzo. In
gara in parte è la stessa cosa ma entra anche la componente competitiva per cui
leggo i tempi, valuto cosa fanno gli avversari e mi regolo di conseguenza
elaborando quello che credo che sia la migliore strategia.”Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile e quale ritieni non poter riuscire a portarla a termine? “Una delle gare più faticose è stata la Mattacorsa dell’anno scorso in cui ho iniziato ad essere in affanno prima di metà gara e ho fatto fatica a concludere senza rallentare. Non credo invece di essere in grado di portare a termine una maratona dato che al momento mi sono fermato alla mezza maratona perché la mia testa non riesce a portare avanti un impegno monotono come la corsa normale (intendo senza ostacoli che interrompono le varie sessioni di corsa) per più di un paio di ore. Potrei completare una maratona solo andando pianissimo (per sentire poca fatica) e in compagnia (per togliere la noia) e quindi non mi interessa. Preferisco quindi gare più veloci in cui lo sforzo (soprattutto mentale) lo devi sostenere per un tempo più corto o per varie sessioni corte inframmezzate da ostacoli.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva? “Il rischio c’è sempre dato che superando gli ostacoli in velocità non si è mai sicuri al 100% di non farsi male. Saltare giù da un muro di quasi 4m non è banale, così come altri ostacoli. La difficoltà è di riuscire ad avere un buon compromesso tra la velocità della corsa (per la quale più leggeri si è e meglio è) e la prestazione sugli ostacoli di forza (per i quali servono muscoli che pesano).”
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Mi è capitato di gareggiare con pochissime ore di sonno prima della gara e l’ho pagata cara. Così come con scarsa cura dell’alimentazione nelle ore precedenti.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Non ho ancora mollato e non penso di farlo perché oltre alla soddisfazione per la prestazione (non mi classifico male nella mia categoria) c’è anche una componente ludica non secondaria. Il superamento degli ostacoli è quasi un gioco che si somma alla soddisfazione per la prestazione atletica.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con un po’ di pazienza. Mi sono trovato alcune volte a dovermi fermare per infortuni (strappi, distorsioni, ecc…) e ho sempre ripreso appena le condizioni fisiche me lo hanno permesso.”
Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Scegliete ciò che vi piace, non quello che fanno gli altri. Lo sport si porta avanti se piace, altrimenti si smette dopo poco.”
Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping? “Difficile da dire. Personalmente non conosco nessuno che ne fa uso (o magari lo conosco ma lo nasconde bene) e quindi non ne capisco i motivi al livello in cui competo io, che se pure è agonistico, è comunque sempre amatoriale e non professionistico.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo nello sport, se si per quali aspetti ed in
quali fasi? “Si, per aiutare gli sportivi nella ricerca della motivazione,
specialmente all’inizio, quando i risultati sono scarsi.”
Se
potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Inizierei molto prima.
Mi sono avvicinato allo sport seriamente dopo i 30 anni e sono diventato
agonista solo dopo i 40. Con il senno di poi avrei potuto anticipare tutto di
10 anni e mi troverei a gareggiare a 30-35 anni, quindi con un fisico più
giovane e più performante a parità di allenamento. Però farei tutto quello che
ho fatto.”
Quali
sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? Prossimi
obiettivi? “Ho realizzato moltissimi dei mie sogni, mi mancano pochissime cose.
Al momento i miei obiettivi sono essenzialmente di prestazione, cioè voglio
migliorare la posizione di arrivo nelle gare che faccio già che sono quelle che
mi piacciono. A medio termine vorrei integrare con altri sport quali
l’arrampicata che al momento pratico saltuariamente per problemi di tempo e di
contrasto con quelli che faccio già (arrampicare richiede un adattamento fisico
che contrasta con altre cose).”
Ti va di
descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Alla
prima Inferno Run mi aspettavo di trovare delle pozze o punti in cui avremmo
dovuto guadare qualche metro e invece mi sono trovato a dover nuotare 20 metri
e poi ripartire a correre fradicio e con le scarpe allagate. E’ stato comunque
divertente e nuovo.”
Lo sport
ti permette di fare tanta esperienza, sperimentare tante sensazioni ed
emozioni, a volte si torna bambini facendo sport divertendosi e facendo cose
impensabili, ti cambia la vita.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net
www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
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