Matteo SIMONE
Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, tecnici, dirigenti.
Lo sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto, possono capitare infortuni, sconfitte, risultati che non vengono, incomprensioni con altri atleti della stessa squadra, con l’allenatore, con i dirigenti.
Lo psicologo dello sport può lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle risorse, sull’autoefficacia, sulla resilienza.
Lo stato di forma va e viene; con l’impegno, la passione e la determinazione si riesce a stare in forma il più a lungo possibile cercando di durare fino all’obiettivo ambito, così come anche le crisi vanno e vengono e si può cercare di essere pazienti, fiduciosi, rimodulare lievemente gli obiettivi per rifarsi in momenti migliori.
Di seguito alcune testimonianze.
Pensi che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? Ecco la risposta di un maratoneta: “Lo psicologo può avere un effetto importante sull'atleta. Subiamo carichi di lavoro enormi e spesso viviamo momenti difficili. Può farci vedere sempre la luce in fondo al tunnel e darci messaggi positivi.”
Alessandra Penna, oltre a essere valida ingegnere, è anche ed è sempre stata un’atleta competitiva, prima forte nuotatrice ed ora notevoli sono i suoi risultati nell’atletica leggera, anche lei intravede la figura dello psicologo dello sport utile per diversi motivi:
“Si credo che ogni squadra debba avere uno psicologo dello sport soprattutto nei periodi prossimi alle gare o nei mesi più intensivi di allenamento. Inoltre credo che lo psicologo serva di più agli allenatori che spesso non sono in grado di capire certi meccanismi psicologici dell’atleta o dell’atleta inserito nel gruppo. Spesso inconsapevoli delle loro azioni hanno rovinato moltissimi atleti nella fase della loro crescita per non essere riusciti a capirli nel modo giusto.”
Ecco
cosa ne pensa l’ultrarunner Luisa Balsamo: “Si, potrebbe essere utile in fase
di preparazione, per riuscire a capire i punti deboli e come affrontarli,
magari con dei dialoghi informali.“
Onofrio
Carnevale, giocatore di basket: “Si. Dovrebbe far consapevoli i ragazzi di
riconoscerne i propri limiti e accettarli come tali e che alla fine l’impegno
ripaga.”
La
testimonianza di un altro atleta: “Lo psicologo dello sport dovrebbe essere
alla base dell'allenamento, fin dalle prime fasi. Anche se si pensa che i
ragazzini siano troppo piccoli la cosa si potrebbe improntare sul gioco, anche
collettivo magari, ma sarebbe l'ideale iniziare anche quel tipo di allenamento
quanto prima.”
In
effetti è importante il lavoro di consapevolezza dei propri limiti e delle
proprie risorse e porre l’accento oltre al talento personale, alla passione e
motivazione che ti portano ad impegnarti negli allenamenti e nelle gare sperimentando
benessere.
Di seguito il triatleta Gian Luca Di Nunzio ci dice la sua opinione in
merito: “Un supporto psicologico
potrebbe essere utile in periodi di infortuni, soprattutto per atleti di
livello; ma anche, per il medesimo tipo di atleti, per coloro che dopo un
periodo di gloria stanno per finire il loro corso e finiscono in sordina.
Alcuni potrebbero risentire di questo stato di cose. Ma non è assolutamente il
mio caso, dal momento in cui non sono un professionista.”
Altra testimonianza di un triatleta, Francesco:
“Sicuramente è un aiuto in più a favore dell’atleta e può essere utile in
qualsiasi fase (dalla preparazione al post-gara). In generale può essere di
supporto in un momento di difficoltà personali dell’atleta e poi nello
specifico per il miglioramento della prestazione e curare ogni fase di
preparazione della stessa.”
Il maratoneta
Alessandro Di Meo parla di coccole, urla, sproni da parte dello psicologo, ecco
la sua risposta alla domanda se pensa che potrebbe essere utile lo psicologo
dello sport: “Molto, ma li subentra la conoscenza dei propri atleti, uno
psicologo deve capire, come spronare, se coccolare, se urlare, se assecondare,
e non te lo insegno certo io, ognuno deve essere gestito differentemente.”
Altra
testimonianza di un’atleta di livello nazionale: “Penso che lo psicologo dello
sport sia utilissimo specialmente nell'alto livello e personalmente lo reputo
indispensabile.”
Ancora
un’atleta professionista dà il suo parere in merito: “Nei momenti di ripetuta
difficoltà e calo di motivazione, il supporto di uno psicologo può essere
utile.”
Molti atleti riportano l’utilità dello psicologo in caso di infortuni.
L’ultrarunner
Gianni Girod, appassionato di trail e di lunghe distanze, afferma l’importanza
di parlare ed esprimersi con amici fidati e perché no con uno psicologo di
fiducia che possa aiutare in momenti e situazioni delicate:
“Non lo so, non
l’ho mai sperimentato. Certo che ci sono momenti o situazioni che anche solo
parlarne con amici aiuta molto. Quindi credo che possa essere molto utile e
penso che possa essere utile in tutte le fasi, negli allenamenti, nel pre-gara,
nel post-gara, infortuni, sconfitte.”
Di seguito la
testimonianza di un altro atleta: “Si potrebbe essere utile, soprattutto prima
di una gara importante ma ancora di più possono essere fondamentali nei casi di
infortuni seri nel quale l atleta magari pensa di non poter essere più forte
come prima o di mollare.”
Da alcuni lo
psicologo è ritenuto importante per gestire lo stress delle gare, di seguito
alcune testimonianze.
La
testimonianza di un atleta di tennis tavolo: “Penso che possa essere utile nel
gestire la tensione delle gare e aiutare come supporto nei momenti più
difficili quando non si è al massimo della forma fisica.”
Bogdan Chiorean ha fatto dello sport
la cura alla sua malattia, l’essenza della vita, la scommessa di arrivare a
destinazione, la sfida da superare, la gara estrema più di tutte da
organizzare, Ultra Marathon Trans Italia 09/06/2017, la sua
gara da Ravenna a La Spezia nata per caso guardando il mare ad Est di Italia e
partendo all’avventura segnandosi su un braccio le città da attraversare per
arrivare ad ovest di Italia, precisamente a La Spezia.
Ecco cosa risponde alla
domanda su cosa ne pensa sull’utilità dello psicologo dello sport
nell’organizzazione della sua gara? In che modo e in quali fasi?
“Si, lo vedo
molto utile, ti spiego tutto. Innanzi tutto lo psicologo sportivo deve essere
presente anche durante la gara, non solo prima. Però cominciamo da prima. lo
psicologo deve spiegare agli atleti in dettaglio cosa succede con la loro mente
durante lo sforzo psichico, ma ti rendi conto che l’80% degli atleti non
conoscono il significato di sforzo psichico? Quando un muscolo fa fatica a
lavorare gli impulsi nervosi lo portano ad alti livelli, porta più ossigeno al
muscolo con problema ecc., invece quando si stanca il psichico la maggior parte
degli atleti non sa cosa fare, come procedere, come riprendersi, dove fermarsi
ecc., io ho incontrato un sacco di gente alle gare che era seduta e piangeva,
gente che aveva perso il psichico e doveva essere aiutata, se loro avessero
saputo dallo start come procedere, come non perdere le emozioni ecc. quella
cosa non sarebbe successa, non diamo sempre la colpa all’organizzatore.”
Con
la sua esperienza estrema Bogdan ne ha sperimentato e ne ha visto di tutti i
colori.
Sa cosa entra in gioco in gare estreme, non solo la componente fisica
ma tantissima la psiche, la testa, la mente, quindi è importante l’allenamento
mentale volto a una forte e sviluppata autoconsapevolezza, utilizzo di
tecniche che permettono una visione introspettiva, una scansione sensoriale
corporea e meditativa volta a monitorarti momento per momento le capacità,
le motivazioni.
C'è tutto un mondo che
entra in gioco in una gara di endurance e la testa deve essere in grado di
mettere a posto tutto, di sistemare tutto, di organizzare, di fare il punto, di coordinare se stesso e parti di se
stesso, sono prove estenuanti che richiedono capacità multiple, non solo
fisiche.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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