Matteo Simone
Il lavoro
affrontato con acume d’ingegno, con sottile perspicacia e con intento
didattico-sperimentale-filosofico, dà adito ad approfondimenti e a percorsi
culturali di grande caratura, poiché fa conoscere il mondo degli sciamani e le
loro concezioni filosofiche e terapeutiche della vita.
Attraverso la
descrizione dell’apprendistato di CASTANEDA al cospetto di don Juan per la
realizzazione della sua tesi in antropologia, l’autore rivela come i saperi
prendono vita a seconda delle potenzialità e delle valenze di chi li comprende
al di là del TONAL, isola felice ma limitatamente dal momento che non è
evidente il NAGUAL, spazio irrazionale.
Sono spiegati i
metodi, non quelli accademici occidentali, ma quelli che gli hanno aperto
strade non usuali nell’esperienza e nella consapevolezza su se stesso e
sull’universo intorno.
Lo stile è
lineare, anche se in alcuni punti diviene articolato poiché si tratta di
argomenti psicologici e poco accessibili ai lettori di livello culturale non
elevato.
I concetti, se
approfonditi con una certa imperturbabilità, hanno un valore dottrinario,
incommensurabile perché sono stilati con compostezza e con ragionevolezza.
Il linguaggio
presenta correttezza di grafemi e di regole grammaticali e logici.
La parte conclusiva, di primo acchito, sembrerebbe avulsa dal contesto e con un’argomentazione sui generis senza alcun legamento logico con i concetti precedenti. Però, dopo un’attenta disanima e, quindi, a posteriori emerge un risultato sintomatico, confacente ed adeguato alla trattazione.
La parte conclusiva, di primo acchito, sembrerebbe avulsa dal contesto e con un’argomentazione sui generis senza alcun legamento logico con i concetti precedenti. Però, dopo un’attenta disanima e, quindi, a posteriori emerge un risultato sintomatico, confacente ed adeguato alla trattazione.
Stralcio Prefazione di Sergio Mazzei
Confia, confia,
Confia no Poder
Confia no Saber,
Confia na Força
Aonde pode ser.
Esta Força è muito simples
Todo mundo vê
Mas passa por ela
E nâo procura compreender (1)
Mestre
Ireneu (Santo Daime)
Un fatto ben riconosciuto da
svariati studi psicologici sulla percezione viene anche sostenuto dal Maestro
di Castaneda e cioè che la percezione che le persone hanno della propria vita,
di sé e del mondo, è fortemente condizionata dal modo in cui ognuno ha vissuto,
fatto esperienza di sé stesso e soprattutto dal modo in cui ci si è descritti e
raccontati.
La visione del
mondo di Don Juan aveva le sue radici nell’antica cultura Tolteca ed il corpo
delle sue conoscenze si era senza dubbio formato attraverso una trasmissione
diretta e ininterrotta da maestro ad allievo. Secondo un rituale antico egli
introdusse Carlos ai suoi misteri attraverso l’uso di varie sostanze psicotrope
e in modo particolare con il Peyote (Mescalito) e la Yerba del Diablo (Datura).
L’uso delle piante sacre nelle pratiche iniziatiche per lo sviluppo della
coscienza (Peyote, San Pedro, Ayauasca, Psilocibe, Ibogaina sono tra le più
note), benché spesso pregiudizievolmente discusso e condannato dalla nostra
attuale cultura occidentale, è di fatto un metodo diretto ed efficace alla
conoscenza, che sappiamo essere sempre stato utilizzato nelle pratiche
sciamaniche e in generale per l’aumento della consapevolezza nelle più svariate
culture e certamente in modo assai diverso dall’atteggiamento tossicodipendente
per scopo ricreativo o compensatorio che caratterizza invece l’immatura
posizione della nostra cultura rispetto ad esso. Personalmente sono convinto
che un uso appropriato e professionale delle “piante sacre”, potrebbe
senz’altro portare un grande beneficio sia nella pratica psicoterapeutica, ove
lo sviluppo della consapevolezza risulta fondamentale, che peraltro in
qualunque altro processo conoscitivo.
A ben vedere
anche l’attuale ricerca psicofisiologica sulle differenti funzioni degli
emisferi cerebrali avvalora questa caratteristica polare delle potenzialità
dell’individuo: “l’emisfero sinistro, che regola la parte destra del corpo, è considerato
“categoriale”, con funzioni di logica e di razionalità. presiede al linguaggio e al calcolo e
sembrerebbe prediligere il processo secondario, il principio di realtà
freudiano. L’emisfero destro invece, che controlla la parte sinistra, è
“rappresentazionale”, onirico, raffigurativo, e si esprime con modalità
artistiche e creative, istintuali prediligendo piuttosto il processo primario”. (2)
Risulta evidente che l’attuale atteggiamento
scientifico e culturale verso la conoscenza predilige l’uso dell’emisfero
sinistro con le sue funzioni logiche e razionali. Si tratta di una via del
“pensare” piuttosto che del “sentire” e ciò inevitabilmente costringe a
rimanere relegati in una ristretta area percettiva del potenziale umano. A
questo proposito voglio ricordare l’ammonimento di Abram Maslow sulle
caratteristiche delle persone sane e sul buon funzionamento della personalità:
“Non
trascurano l'ignoto, né lo negano, né lo fuggono, né cercano di dare ad
intendere che in realtà sia noto, né lo organizzano, né lo dicotomizzano, né lo
catalogano prematuramente. Non si attaccano alle cose familiari, e la loro
esigenza di verità non è un bisogno catastrofico di sicurezza, di certezza, di
definizione e di ordine ... possono essere, quando la situazione oggettiva lo
esige, confortevolmente disordinati, trascurati, anarchici, caotici, vaghi,
dubbiosi, incerti, indefiniti, approssimati, inesatti o imprecisi".
(3)
Non è dunque il caso di limitarci al “credo in
ciò che vedo” senza mettere minimamente in discussione le limitazioni dei
propri occhi. Maturana e Varela nei loro studi sulla percezione del colore
nelle rane e Von Foerster con le
sue ricerche sulle reti neurali hanno dimostrato che “il
cervello non registra le immagini quali esse sono ma piuttosto le elabora in
modo tale che esse siano comprensibili alla propria visione. In modo
particolare a seguito di questi esperimenti risulta che è praticamente
impossibile sapere com’è realmente un’immagine prima di essere trasformata dal
cervello”(4)
In conclusione
voglio ringraziare Matteo per avermi invitato a presentare il suo nuovo libro (Carlos
Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro, Arduino Sacco
Editore, Roma, https://www.unilibro.it/libro/simone-matteo/carlos-castaneda-incontra-don-juan-sciamano/9788869512292 ), (5) intanto per la stima che egli ancora una volta mi dimostra ed anche per
il fatto di avermi offerto questa opportunità di esprimere il mio punto di
vista di decisa “apertura” a potenzialità umane che vanno al di là del pensiero
logico e razionale che sempre più viene vissuto come monotono e noioso, oltre
che fobico all’esplorazione della dimensione interiore e a cui si è stati abituati
nel nostro mondo contemporaneo.
Nella mia
personale esperienza ho avuto molte conferme del valore delle pratiche
estatiche: dalle danze dervisce del Maghreb e di Konya, agli stati di profondo
assorbimento meditativo e di contemplazione nelle pratiche cristiane e
buddhiste, agli insights illuminanti delle peak
experiences, alle percezioni
extrasensoriali sciamaniche e non ultimo alle riflessioni sulla morte
attraverso antichi Insegnamenti tradizionali quali l’ Ars Moriendi, il Bardo
Thodol (il libro Tibetano dei morti), il Per Hem Ru (il libro dei morti degli
antichi Egizi), ecc. dai quali risulta
evidente come un buon lavoro fatto in vita di meditazione e presa di contatto
con la dimensione del Nagual, realtà che peraltro oltre che da Don Juan è stata
ampiamente descritta in modi diversi da molti altri Maestri e Insegnamenti sia
religiosi che spirituali, l’essersi confrontati con il mondo della forza quale
manifestazione trans-egoica della natura della propria mente, aiuta davvero
fortemente a realizzare e ad aprire una via per la propria liberazione dalle
trappole della visione ordinaria per realizzare una migliore condizione di
esistenza in vita oltre che a prepararsi a morire meglio. Mirando più in basso
peraltro, voglio sottolineare che anche nella pratica psicoterapeutica in fondo
l’obiettivo riconosciuto dagli svariati approcci è quello di aiutare il
paziente a disidentificarsi dalla visione cronicamente negativa e frustrante
che ha di sé e della vita per restituirgli una manifestazione della propria essenza
ed energia meno condizionata dalle insidie dei suoi costrutti personali e
dunque senz’altro più vitale.
(1)
Confida, confida,
confida nel Potere, confida nel Sapere, confida nella Forza ovunque essa sia.
Questa Forza è molto semplice, tutto il mondo la vede, ma gli passa davanti e
non la riconosce.
(2)
Mazzei S.,
Rivista “IN Formazione Psicoterapia Counselling Fenomenologia” n.14 “Figure
sullo sfondo”, Giugno/Dicembre 2009, I.G.F. s.r.l. Editore, Roma.
(3)
Maslow A.,
"Verso una psicologia dell'essere", Astrolabio-Ubaldini, Roma.
(4)
Mazzei S.,
Relazione presentata al III Congresso di Gestalt” Oltre le tecniche: lo stile personale, psicoterapia della Gestalt e
Gestalt Counselling” tenuto a Trieste il 5-6-7 ottobre 2007.
(5)
Simone M., Carlos
Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro, Arduino Sacco
Editore, Roma, 2016 https://www.unilibro.it/libro/simone-matteo/carlos-castaneda-incontra-don-juan-sciamano/9788869512292
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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