Matteo SIMONE
La
100km del passatore, gara di corsa a piedi con partenza a Firenze e arrivo a
Faenza, tutti la temono e tutti la vogliono, diventa un progetto ambito e
sfidante.
Una volta fatta la maratona diventa l’obiettivo di molti maratoneti,
una volta nella vita la vogliono provare e quando la provano c’è chi si
accontenta e le basta una e chi se la vuol godere ogni anno, diventa come una
ciliegia una tira l’anno, come il grande Fagnani che a 93 anni ha concluso la
sua 44^ edizione.
Di
seguito Vincenzo racconta le sue impressioni e la sua esperienza di runner
rinato attraverso la corsa e le lunghe distanze, rispondendo ad alcune mie
domande.
Ciao, gara di 100 km del Passatore, cosa significa per te? “Posso dire che in due edizioni che ho
partecipato è stata una gara che ne parlo un anno, 6 mesi prima a sperare e 6
mesi dopo a gioire.”
La
100 km del passatore diventa una impresa, una piccola azienda bisogna lavorare
tutto l’anno per arrivare al giorno della verità della fatica, del lungo
viaggio per portarla a termine, per vedere se anche quest’anno si è in grado di
portarla al termine attraversando il Passo della Colla a quasi 1.000 metri di
altitudine, attraversando pomeriggio e sera e arrivando di notte o la mattina
presto.