lunedì 5 giugno 2017

Antonio Trombetta,100km del Passatore: Un modo di sentirmi in salute

Matteo Simone  

Per preparare, pensare, partecipare ad una gara impegnativa e dura di 100km sono importantissime le coccole, la cura di sé, fisica e mentale, durante tutto il percorso di avvicinamento, in qualche modo anche durante la gara e poi soprattutto nel post gara.

Antonio ci racconta la sua impresa di portare a termine una 100km, lui che più che corridore è un camminatore spedito.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? Ciao Matteo, è andata bene. E' un modo di sentirmi in salute e da condividere questo stato fisico e psichico mentale con gli altri.”

La condivisione è importantissima sia dei progetti e degli allenamenti, sia delle fatiche della gara e della soddisfazione di averla portata a termine, una scommessa, una sfida contro tutti.

Alina Losurdo: A ogni gara ci devo arrivare con la giusta preparazione


Alina Losurdo, la sua tanta passione l’ha portata a raggiungere il suo obiettivo, il sogno si è avverato, l’Ironman di Venezia 3,8km nuoto, 180km bici, 42,195 km maratona, un’impresa portata a termine con entusiasmo, ecco le sue parole: “Grazie a Edith Niederfinger io l'Ironman di Venezia l'ho preparato in soli 5 mesi. Mi sono fermata da metà novembre 2015 fino al 7 gennaio 2016, per curare l'anemia ma lei mi ha aiutato a afferrare il sogno senza mai scoraggiarmi, senza disperdere energie in maratone o altro, mi sono dedicata completamente all'obiettivo delle under 12h al primo Iron, obiettivo presuntuoso ricordando i miei tempi in alcuni mezzi ironman e il percorso in bici si prestava bene alle mie doti ciclistiche, sapevo che potevo osare e pretendere ed è stato così. 11h39' per firmare il diploma da Ironwoman e la qualifica per il mondiale 2017 di 70.3 a Samorin del circuito Challenge  direi che la mia testa, il mio fisico e il sapere di un'atleta importante come Edith mi hanno portato molto lontano e fatto un buon lavoro, se pensi che per quasi 2 mesi in cui mi sono curata non ho mosso muscolo e ho preso 10kg, ‘la depressione sportiva’ dovevo sfogarla in qualche maniera.”

domenica 4 giugno 2017

Alessandro Reali, Passatore 2017: Dal 1° al 99° km non ho mai pensato di mollare

Matteo SIMONE

La 100km del Passatore da Firenze a Faenza, diventa un’esperienza intima.

Racchiude delle sensazioni ed emozioni indicibili e personali, è difficile comprendere quello che accade dentro se stessi durante questa lunga e dura prova, quello che succede durante il lungo percorso di preparazione e avvicinamento, tutto ciò che riguarda l’attesa, dall’iscrizione alla preparazione all’acquisto dei biglietti alla prenotazione dell’alloggio, è una scommessa, tutto ciò fa parte del fantastico e bizzarro mondo delle ultramaratone.
Di seguito Alessandro racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? “Ho iniziato a pensare alla 100 km del Passatore dopo qualche anno che correvo le maratone, anche se non nascondo di averla guardata sempre con timore. Il fattore che mi ha spinto a fare l’iscrizione è stato principalmente il fatto che, nonostante chiedessi a tantissime persone che l’avevano già corsa cosa si provasse, io volevo provare in prima persona le sensazioni fisiche e mentali che si provano prima, durante e dopo. Quindi per me la 100 km ha significato conoscere delle sensazioni così personali che nessuno sarà mai in grado di descriverti con le sole parole.”

Nicola Ciuffreda, Passatore: Un viaggio emozionale a contatto con gli amici

Matteo Simone

Lo sport fa sperimentare tante e diverse sensazioni ed emozioni, fa incontrare tanta gente, tanti amici di città e regioni diverse. 

In particolare la 100km del passatore diventa un incontro di popoli, persone provenienti dal sud, centro e nord Italia comprese le Isole e anche da altre parti del mondo.
Di seguito il mio ex amico di scuola Nicola, ora amico di corsa e camminate, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Cosa significa per te la gara di 100km del Passatore? La 100 del passatore rappresenta per me un viaggio emozionale a contatto con gli amici e altre realtà cittadine sportive che lungo il percorso ci unisce un po’ tutti.”

Igor Toppi: La corsa mi fa stare bene e mi regala continue soddisfazioni

Matteo Simone 

Il mondo della corsa diventa un mondo speciale, un mondo che accomuna nella fatica e nella gioia di arrivare, di portare a termine una gara, di fare il personal best, di portare a termine una maratona.

Di seguito l’esperienza di Igor, un ex calciatore che risponde ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, quando ho vinto per la prima volta una gara.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?Dai 6 ai 27 anni ho praticato calcio, poi successivamente mi son dedicato all'atletica leggera.”

sabato 3 giugno 2017

Giuseppe Di Gioia, 100km del Passatore: Godersela km dopo km


 
Un mondo di pazzi questi ultramaraatoneti, ma sembra essere una pazzia curativa, è un equilibrio tra pazzia e sanità, è la cosa giusta per loro in quel particolare momento e in quel particolare periodo della loro vita, una pazzia contagiosa, che fa sentire più vivi, più coraggiosi, più performanti, che dà un senso alla vita in quel preciso periodo, condividendo il tutto con altri.

Di seguito giuseppe racconta la sua esperienza della 100km da Firenze a Faenza, rispondendo ad alcune mie domande.

Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? “La 100 km del passatore per me è stata sempre un obiettivo, da novembre 2014 precisamente all'arrivo della prima maratona fatta, ne sentii parlare da amici, poi da domenico (Martino), pensavo fossero pazzi, poi piano piano la pulce si insinuò nel mio cervello. Fino ad arrivare a Faenza.”

Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici? “Nella gara a dire il vero ho avuto due soli momenti di difficoltà, un momento nel quale ci sono stati degli stressor a cui sono riuscito ad ovviare è stato all'inizio della salita del Passo della Colla (circa il 38/40° km) quando si è manifestato un forte male di testa che aumentava passo dopo passo curato al 50° km con un antinfiammatorio dall'assistenza della Croce Rossa, e il secondo momento al 75° km con una crisi di sonno durante la quale spesso mi è balenato il pensiero di fermarmi per riposare, poi tra una parola e un caffè sono riuscita a superarla e arrivare alla fine.”

Omar Atzori, Passatore 2017: La mia prima ultra a 3 cifre, il meglio deve ancora venire

 

I sogni si possono realizzare se veramente lo vogliamo e crediamo in noi stessi, un po’ per volta si può costruire quello che vogliamo, con buone prassi, buoni allenamenti, pensieri positivi, buone amicizie, stile di vita sana.

Omar racconta il coronamento di un suo sogno a tre cifre rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Omar, gara di 100km del Passatore, cosa significa per te?La realizzazione di uno dei tanti sogni. La mia prima ultra a 3 cifre. Significa avere consapevolezza di se. Amo correre e mi pongo obbiettivi sfidanti ma non impossibili. Vado per gradi. Era il momento giusto per mettermi alla prova su questa distanza. È stata un'esperienza meravigliosa.”

Se fai le cose come si deve, senza improvvisare, curando il più possibile più aspetti possibili, non può che essere meravigliosa l’esperienza.
Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici?Nel finale di gara ho sofferto un po' per i crampi muscolari, con l'esperienza acquisita so come comportarmi. Non insisto con la corsa. Alterno momenti di camminata svelta alla corsa. Inutile agitarsi, mi concentro per superare il momento di crisi pensando cose positive. Siamo partiti da Firenze con un gran caldo, tramontato il sole la temperatura è scesa rapidamente. Sono felice di non aver avuto altri problemi a parte quelli descritti .  Molti hanno sofferto di nausea ed ipotermia. In questi casi andare avanti non è semplice.”

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