Matteo Simone
Il mondo degli ultrarunner appare sempre più bizzarro e sorprendente.
Gli ulrtarunner sembrano essere sempre più consapevoli
delle proprie capacità e dei propri limiti e sempre pronti a mettersi in
discussione e a decidere momento per momento quello che può essere meglio per
loro continuando a fare sport ma allo stesso tempo continuando a sperimentare
benessere individuale e collettivo.
E sì perché lo sport che vogliamo non è
fatto solo di fatica, sofferenza, performance ma anche di partecipazione, aggregazione,
inclusione, uno sport che avvicina persona dal Nord al Sud passando per il
centro, che abbatte barriere culturali e generazionali.
Valentina racconta la sua esperienza
rispondendo ad alcune mie domande che mi permettono di dar voce ad atleti
considerati più o meno strani, più o meno normali, più o meno bizzarri e io
stesso sento di farne parte piacevolmente e resilientemente.