Le immagini che mi restano sono tantissime, i colori dei colli, il
tramonto, l'alba
Nella mente degli ultramaratoneti ci sono sempre sfide e chilometri da percorrere in allenamento e in gara. Esistono lunghissime gare di corsa a piedi come la classicissima classica 100km da Firenze a Faenza o anche gare della doppia distanza come la Nove Colli Running di 202,4km.
Di
seguito, Vincenzo racconta la sua esperienza sulla doppia
distanza rispondendo ad alcune mie domande.
Le
ultramaratone fanno sperimentare tanta fatica nella percorrenza dei tantissimi
chilometri soprattutto se si tratta di percorsi in salita con distanze
lunghissime in cui bisogna correre giorno e notte e sperimentare l’escursione
termica giornaliera con l’eventuale caldo intenso e notturna soprattutto se si
è in cima a un alto colle. Ma la cosa importante è portare a termine la gara, l’impresa
che diventa una grande sfida personale.
Complimentissimi per il
tuo grande traguardo, ora come stai? “Mi sento
benissimo, anche se ancora non ho
recuperato le due nottate perse, quella
tra sabato e domenica mentre correvo e quella tra domenica e lunedì perché ero
felicissimo.”
Il mondo delle ultramaratone diventa un mondo bizzarro fatto di fatica ma anche tanta soddisfazione e tanta esperienza ricca di sensazioni ed emozioni da portare a casa e da ricordare nei momenti sereni, un carico emotivo non indifferente che ti allontana dalla routine quotidiana e ti fa stare solo con te stesso, con la tua fatica, con la tua strada, con la tua direzione da prendere e da percorrere fino al traguardo: Quali immagini ti restano? Colori, odori, suoni? “Le immagini che mi restano sono tantissime, i colori dei colli, il tramonto, l'alba, sensazioni bellissime, ti senti libero, libero da tutto e tutti. Il profumo della natura, il cinguettio degli uccelli, le lucciole che ci illuminavano i colli.”
Nella
mente degli ultramaratoneti ci sono tanti pensieri, tanti dubbi, tante sfide,
tante mete così come nel cuore degli ultramaratoneti ci sono tante persone
care, tanta passione per questo sport usurante.
Hai
condiviso con qualcuno questo traguardo? “Ho condiviso
questa nove colli con la mia nuova compagna,
l'ho chiamata durante tutte le 25 ore e 48 minuti, ma non perché stessi in crisi, perché non l'ho mai avute, ma perché per me è
importante sapere che in qualsiasi momento c'è una persona pronta ad ascoltarti
e a caricarti ancora di più.”
Lo dedichi a qualcuno?
“Lo dedico alla vita, all'amore e ai
cambiamenti, perché anche se vivi
periodi di totale sfiducia in te stesso, cerca di essere forte e di avere
fiducia in te stesso.”
Nelle
corse di ultramaratone non basta solo la forza e resistenza fisica ma anche la forte
passione per questo sport fatto di fatica e di raggiungimento di mete, obiettivi
e traguardi; non si corre solo con le gambe ma anche con il cuore e con la testa.
Cosa è chi ti ha aiutato? “Mi ha aiutato la testa, ma non
perché sono testardo, perché provo
piacere a correre, mi fa stare bene e
desideravo correre un giorno e una notte, e di godere del percorso.”
L’esperienza
di corsa di lunghe distanze è molto ricca, si apprende tanto dai lunghi percorsi,
si contatta il sé più profondo, succede un mondo dentro di sé, si è davvero autentici,
si sperimentano tante sensazioni ed emozioni e si porta a casa sempre tanta roba,
nuove consapevolezze rispetto alle proprie possibilità, capacità, risorse e anche
propri limiti.
Cosa hai portato a casa? “Ho
portato a casa di nuovo la consapevolezza, aumentandola di parecchio e ho
portato a casa un sogno, un sogno lungo 202 km, fatto sempre col sorriso, scherzando cantando ridendo e piangendo pure
per l'emozioni.”
Nella
mente degli ultramaratoneti tante mete e tante sfide, tanti chilometri e non bastano
mai 100 km, 202,4 km, 100 km+200 km in una settimana, 285 km in due giorni.
Prossimi obiettivi e mete? “Prossimo
obbiettivo cercare di chiudere almeno il passatore, 302 km
in una settimana con tantissime salite,
speriamo bene, e poi ho un altro
sogno, la Milano Sanremo ma l’importante
è correre, correre, correre sempre.
...Ciao Matteo, a presto.”
E
Vincenzo nel frattempo ha corso anche la 100 km del Passatore.
Vincenzo è menzionato nel libro “L’ultramaratoneta di Corato.
Esperienze, sensazioni,
emozioni e aspetti psicologici di un atleta di corsa delle lunghe distanze.”
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel mio libro La 100km del
Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100 km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa
significa correre una gara di 100 km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad
allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100 km del Passatore è una
classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore
ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare
sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto
strategie per andare avanti e portare a termine la competizione. È un libro che
racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che
hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste
aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da
avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della
psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie
capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata
degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro
dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Psicologo, Psicoterapeuta
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