Più difficile è la prova, maggiore
è la soddisfazione
Il 04.05.2018 alle ore 12:00 ha avuto
inizio la 48 48 Ore Internazionale “Uruguay Natural” presso Montevideo (URU) su
una pista di 400 metri. Il vincitore è stato Jonathan Camejo Peralta
dell’Uruguay che ha totalizzato 335,857 km precedendo Marco Antonio Zaragoza
Campillo, Messico 315,003 km e Ricardo Luis Umanti, Argentina categoria M50-54
304,440 km. La gara femminile è stata vinta da Carla Dadomo, Uruguay che arriva
4^ assoluta totalizzando 295,640 km precedendo Cecilia Celeste Navarro,
Argentina 5^ assoluta 282,499 e Diana Monica Celeiro, Argentina categoria
W60-64 258,064 km.
Di seguito Marco Antonio racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. Com'è andata la gara? “La gara è stata molto dura a causa della durata di 48 ore. In questa edizione il clima è variato in 48 ore: clima mite, pioggia, vento, freddo e molto caldo nelle ultime ore di gara. Personalmente, ho sofferto molto a causa della pioggia e della notte, perché il sonno arriva sempre in questo tipo di competizione così a lungo. Ma, alla fine, arriva la ricompensa e più difficile è la prova, maggiore è la soddisfazione per il raggiungimento dell'obiettivo dichiarato.”
Più è la fatica e più c’è soddisfazione nel raggiungere un obiettivo impegnativo e difficile. In gare considerate estreme dove si tratta di correre e camminare continuativamente per 48 ore attorno a una pista della lunghezza di 400 metri ci vuole tanta testa che ti permette di avanzare totalizzando più chilometri possibili: Sei felice? “Alla fine di una competizione ci sono sentimenti contrastanti, da una parte si sente felice con lo sforzo dato nella competizione, ma dall'altra parte c'è un po' di frustrazione per la sensazione di non aver dato un po' di più. Penso che la combinazione di sentimenti sia ciò che permette all'atleta di sfidare costantemente se stesso, che lo fa crescere con ogni sfida.”
Più è la fatica e più c’è soddisfazione nel raggiungere un obiettivo impegnativo e difficile. In gare considerate estreme dove si tratta di correre e camminare continuativamente per 48 ore attorno a una pista della lunghezza di 400 metri ci vuole tanta testa che ti permette di avanzare totalizzando più chilometri possibili: Sei felice? “Alla fine di una competizione ci sono sentimenti contrastanti, da una parte si sente felice con lo sforzo dato nella competizione, ma dall'altra parte c'è un po' di frustrazione per la sensazione di non aver dato un po' di più. Penso che la combinazione di sentimenti sia ciò che permette all'atleta di sfidare costantemente se stesso, che lo fa crescere con ogni sfida.”
Nella testa degli ultrarunner ci sono sempre dubbi, riflessioni, incertezze su cosa
sarebbe stato meglio fare, su cosa si poteva evitare, su cosa migliorare. Gli
atleti ultrarunner sono sempre alla
ricerca di far meglio per le prossime volte: Cosa e chi ti ha aiutato? “Nel
primo caso, l'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) mi ha supportato
con il trasporto aereo, poi con amici, corridori e compagni, e gran parte delle
spese è stata pagata da me. Tornato in Uruguay, Marco Santana e la sua famiglia
mi hanno aiutato, Marco Santana mi ha prestato una tenda ed era a conoscenza
del mio soggiorno in Uruguay, oltre ad accompagnarmi alla gara.”
C’è un mondo dietro l’atleta, ci possono
essere eventuali sponsor che contribuiscono al benessere e alle spese
dell’atleta, ci possono essere famigliari o amici che supportano e sostengono
sia materialmente che con la presenza. Hai
mangiato qualcosa? “Ho mangiato ciò
che era offerto dalla ristorazione: frutta, patate, pizza, semi, acqua, caffè,
soda, ecc.” Come è stato il percorso?
“Il percorso era una pista di 400 metri,
lì abbiamo gareggiato per 48 ore. Era un percorso eccellente, nel senso che
avevamo tutto ciò che serve a un corridore per ottenere un buon risultato:
bagni, ristorazione, cure mediche, ecc.”
In gare considerate estreme dove si fa
sport per due giorni continuativi è importante avere a disposizione strutture
adatte per rifocillarsi, per soddisfare bisogni primari: Cosa dici ai tuoi amici e alla tua famiglia? “Che correre su una pista o su un circuito è qualcosa che devono fare
almeno una volta nella vita.” Come
festeggi? “Pianificare un'altra sfida
di maggiore calibro, una sfida più grande e che implica una crescita personale.”
Dedicherai questo risultato a qualcuno?
“Lo dedico a mia madre, dal momento che
ho deciso di ottenere un record nazionale mi sono detto che avrei dovuto essere
dedicato a lei.”
Si apprende sempre dalle esperienze di
vita, soprattutto dallo sport, soprattutto da sport considerati estremi che
mettono a dura prova, vere sfide da superare per conoscersi meglio: Con l'esperienza è cambiato il modo di
allenarsi? “Sì, ora l'allenamento è
mirato a generare molta resistenza, poiché è l'aspetto in cui sono molto
competitivo.” Nella tua preparazione
e durante la corsa post, c'è un posto per la cura del corpo? Come? “In una competizione la cura del corpo sarà
sempre essenziale, dobbiamo tener conto dei cambiamenti climatici per evitare
la disidratazione o l'ipotermia, dobbiamo evitare vesciche, mangiare
costantemente per evitare un calo di energie.”
Nella mente degli ultrarunner ci sono sempre tanti chilometri da percorrere, tante
gare da partecipare, tanti record da stabilire: Quali sono i prossimi obiettivi ora? “I miei prossimi obiettivi sono di battere il record messicano di 72
ore, 345,6 km e il record di 6 giorni 727 km, entrambi detenuti dalla messicana
Silvia Andonie. Oltre a migliorare i miei personali in 100 km e in 24 ore.”
Hai il tuo idolo, modello da seguire,
qualcuno ti ispira? “Nella mia vita
quotidiana Che Guevara mi ispira, il suo esempio di vita e di lotta mi motiva a
superare le sfide che devo affrontare. E nello sport, mi ispiro a Yiannis
Kouros (il dio della corsa), è il maratoneta ultra con praticamente tutti i
record di ultra-distanza, persino avvicinarsi a uno qualsiasi dei suoi record
sarebbe favoloso.”
La partecipazione a gare considerate
estreme e il mettersi in gioco sviluppa sempre di più l’autoconsapevolezza
delle proprie possibilità, competenze, capacità, risorse, limiti e incrementa
sempre più la fiducia in sé stessi: Soddisfatto?
Hai avuto problemi, difficoltà? “Sono
soddisfatto dei miei recenti risultati, ma non abbastanza. So che posso
migliorare molto di più. La mia principale difficoltà è economica, perché non
ho sponsor e solo l'UNAM e gli amici mi hanno sostenuto per le mie
competizioni. Non ho supporti sicuri e stabili.” C'è una parola o una frase da qualcuno che ti aiuta a credere? “La frase che mi motiva è: fino alla vittoria
sempre! di Che Guevara.”
Lo sport permette di costruire obiettivi con impegno, determinazione, passione, fiducia in sé e trasformare sempre più sogni in realtà: Sogni realizzati? “Sì, correre un campionato del mondo (24 ore di corsa a Belfast, Irlanda del Nord), correre la Spartathlon (246 km da Atene a Sparta in Grecia) e ottenere il nuovo record messicano di 48 ore, tutti erano sogni che diventavano realtà.”
Lo sport permette di costruire obiettivi con impegno, determinazione, passione, fiducia in sé e trasformare sempre più sogni in realtà: Sogni realizzati? “Sì, correre un campionato del mondo (24 ore di corsa a Belfast, Irlanda del Nord), correre la Spartathlon (246 km da Atene a Sparta in Grecia) e ottenere il nuovo record messicano di 48 ore, tutti erano sogni che diventavano realtà.”
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Marco
Antonio Zaragoza Campillo 48 Horas Uruguay
Natural récord mexicano
Más difícil sea la prueba mayor es
la satisfacción
¿Cómo
estuvo la carrera? “La
carrera fue muy dura por el hecho de correr por 48 horas. En esta edición tocó
de todos los climas en 48 horas: clima templado, lluvia, viento, frío y mucho
calor en las últimas horas de carrera. En lo personal, sufrí mucho por la
lluvia y por la noche, pues siempre llega el sueño en este tipo de competencias
tan largas. Pero, al final llega la recompensa y entre más difícil sea la
prueba mayor es la satisfacción por lograr el objetivo planteado.”
¿Estás
feliz? “Al final de
una competencia hay sentimientos encontrados, por un lado te sientes contento
con el esfuerzo dado en la competencia, pero por otro lado, hay un poco de
frustración por la sensación de haber dado un poco más. Creo que esa
combinación de sentimientos es lo que permite que el deportista se esté retando
constantemente, que lo hace crecer con cada reto.”
¿Qué
y quién te ayudó? ”En
primera instancia me apoyó la Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM)
con el transporte aéreo, luego amigos corredores y compañeros, y gran parte de
los gastos los pagué yo. Allá en Uruguay me ayudó Marco Santana y su familia,
Marco Santana me prestó una casa de campaña y estuvo al pendiente de mi estadía
en Uruguay, además de acompañarme a la carrera.”
¿Comiste
algo? “Comí lo que
ofrecían en el abastecimiento: fruta, papas, pizza, semillas, agua, café,
refresco, etc.”
¿Como
estuvo la ruta? “La
ruta fue una pista de atletismo de 400 m, ahí dábamos vueltas por 48 horas. Fue
una ruta excelente en el sentido de que teníamos todo lo que un corredor
requiere para lograr un buen resultado: baños, abastecimiento, atención médica,
etc.”
¿Qué les dices a tus amigos y familiares? “Que correr en una pista o en un circuito es algo que tienen que hacer
al menos una vez en la vida.”
¿Cómo
celebrar? “Planeando
otro reto de mayor calibre, un reto más grande y que implique un crecimiento
personal.”
¿Dedicas
esto a alguien? “Se
lo dedico a mi madre, desde que me propuse obtener un récord nacional me dije a
mí mismo que tendría que ser dedicado a ella.”
¿Cuáles son los próximos objetivos ahora? “Mis próximos
objetivos son romper el récord mexicano de 72 horas que está en 345.6 km y el
récord de 6 días que está en 727 km, ambos en poder de la mexicana Silvia
Andonie. Además de mejorar mis marcas personales en 100 km y en 24 horas.”
¿Satisfecho? ¿Tenido problemas, dificultades? “Estoy
satisfecho con mis recientes resultados, más no me conformo con ello. Sé que
puedo mejorar mucho más. Mi
principal dificultad es el económico, pues no tengo patrocinadores y sólo la
UNAM y amigos me han apoyado para mis competencias. No tengo apoyos seguros y
estables.”
¿Sueños
realizados? “Sí,
correr un mundial (24 horas corriendo en Belfast, Irlanda del Norte), correr el
Spartathlon (carrera de 246 km desde Atenas hasta Esparta en Grecia) y obtener
el nuevo récord mexicano de 48 horas, todos fueron sueños que se volvieron
realidad.”
¿Con
la experiencia ha cambiado la forma de entrenar?
“Sí, ahora el entrenamiento va dirigido
hacia generar mucha resistencia, pues es el aspecto en donde soy muy competitivo.”
¿En
su preparación y durante la carrera de post hay lugar para el cuidado del
cuerpo? ¿Cómo? “En
una competencia cuidar el cuerpo siempre será esencial, hay que tener en cuenta
los cambios de clima para evitar la deshidratación o una hipotermia, hay que
cambiar los tenis cuando sea necesario, evitar las ampollas, comer
constantemente para evitar un bajón de energía, etc.”
¿Usted
tiene su propio ídolo, modelo a seguir, alguien te inspira? “En la vida diaria me inspira el Che Guevara,
su ejemplo de vida y de lucha me motiva para superar los retos que se me
plantean. Y en lo deportivo, me inspira Yiannis Kouros (el dios de la carrera),
es el ultramaratonista con prácticamente todos los récords de ultradistancia,
acercarme siquiera a alguno de sus récords sería fabuloso.”
¿Hay
una palabra o una frase de alguien que le ayuda cree?
“La frase que me motiva es: ¡Hasta la
victoria siempre! del Che Guevara.”
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