E’
da qualche anno che scrivo di Francesca Canepa per le sue prestazioni in gare
di ultratrail come la vittoria alla 100
Miglia dell'Istria, considerata la corsa ultra trail più difficile in Croazia;
la partecipazione al
Campionato Mondiale della 100 km a Los Alcazares, in Spagna; la vittoria alla prima edizione della 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta.
Questa
volta è doveroso scrivere di Francesca per ringraziarla di cuore per il suo
gesto, insieme al figlio più piccolo Tobia, di regalare un’enorme quantiutà di
magliette, scarpe, abbigliamento tecnico per il running da consegnare alle
famiglie di Iten, in Kenya, dove sono nati e cresciuti i più grandi campioni di
corsa al mondo.
Grazie a Francesca Canepa per il suo bel gesto e grande contributo al progetto “THE HEART OF KENYAN RUNNING”
Ora,
sarebbe bello vedere Francesca correre sulla terra rossa degli altopiani di
Iten! Partecipare agli allenamenti collettivi di fartlek insieme agli atleti
keniani locali, calpestare la pista di Tambach! Spero che presto possa accompagnarci in
quest’avventura… condividendo con tutti i partecipanti la sua grande esperienza
di donna atleta, che da sempre ha saputo costruirsi e inventarsi carriere
agonistiche di ogni tipo, vincendo trofei e conquistando i più importanti
riconoscimenti internazionali! A presto per gli aggiornamenti dei calendari di
stage running in Kenya con l’eventuale partecipazione di Francesca Canepa.
Lo sport per strada, all’aria aperta in autosufficienza è una grande scuola di vita; bisogna crederci, sognare, realizzare sogni, superare crisi e quant’altro, sviluppare consapevolezza, autoefficacia e resilienza. Francesca ha tanto da trasmettere e insegnare per la enorme esperienza acquisita anche attraverso lo sport: Cosa vuoi dire ai ragazzi e genitori per farli avvicinare allo sport? “Ai ragazzi non voglio dire nulla, perché credo che le parole non siano così utili. Suggerirei loro piuttosto, di leggere le biografie di atleti che raccontano la loro storia. Credo sia molto più potente apprendere grazie all'esempio. Leggere e poi costruirsi un pensiero proprio. Leggere e arrivare a chiedersi ‘perché non io?’. Leggere e poi provare a scrivere la propria storia. Ai genitori vorrei proporre di aiutare i ragazzi ad individuare i propri talenti naturali, anziché magari seguire le masse e fare lo sport che fanno tutti solo per moda. E se si trova questo talento o comunque almeno un interesse, impegnarsi a eliminare la parola IMPOSSIBILE dal vocabolario e ragionare solo sul modo per rendere possibili i sogni. Lavorandoci, ovvio. Ma credendoci tutti: i ragazzi hanno bisogno di sentire il tifo della famiglia. Hanno bisogno di sapere che qualcuno crede in loro.”
E’ importante avere persone vicine che tifano per te, che si fidano di te, che contribuiscono alla tua riuscita con il calore, con la presenza e vicinanza: Vuoi ringraziare qualcuno per il tuo benessere e la performance? “Ovviamente sì! Abbiamo Renato, mamma e papà, Matteo e Tobia. Per citare chi ha fornito un aiuto sostanziale. Secondo me, solo chi divide con me anche la vita normale, quella senza corsa, può essere realmente capace di ESSERCI quando la corsa dura 350 km. Servono persone che sappiano leggere nel mio cuore e che, soprattutto, tengano al mio risultato quanto ci tengo io. E poi ci sono anche tutti coloro che, seppur da lontano hanno voluto starmi vicino, tifare, e sperare nella mia vittoria.”
Nel mio libro “Ultramaratoneti e gare estreme” riporto un’intervista a Francesca Canepa.
http://www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
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