Ho portato a casa la convinzione
che volere è potere…oltre al cappello del Passatore!
Matteo SIMONE
Foto di Sandro Marconi (Scotrofo) |
Si è svolta con partenza da Firenze il 26 maggio 2018 la 46^ edizione della 100 km del Passatore che ha visto arrivare come primo uomo a Faenza Andrea Zambelli in 6h54'34” precedendo il tedesco Benedikt Hoffmann, in terza posizione si classifica Giorgio Calcaterra e quarto Silvano Beatrici.
Giorgio Calcaterra l’ha vinta per 12
volte consecutive e l’anno scorso ha preceduto lo stesso Andrea Zambelli. Tra
le donne vince la croata Nikolina Sustic che si classifica 5^ assoluta 7h53'55 precedendo
Marija Vraijic ed Elisa Zannoni.
Nella mente dell’ultramaratoneta c’è un
mondo di pensieri, sensazioni, emozioni, dubbi, certezze, programmi, obiettivi,
mete, speranze. Importante è la passione, l’avere chiaro una meta e un obiettivo, pianificare e organizzare la riuscita di una gara impegnandosi con
costanza e determinazione.
Sembra che Andrea abbia coltivato questa passione
per la corsa e successivamente per l’ultramaratoneta avendo chiaro che la gara
della sua vita doveva essere il Passatore, e così giorno dopo giorno, si
allena, gara dopo gara acquisisce sempre più esperienze e convinzione di poter
riuscire nella sua impresa ambiziosa, e così nel 2017 sfiora il podio arrivando
2° dietro il RE Giorgio Calcaterra che la vince per 12 volte consecutive. Ma
Andrea sembra essere uno che non molla, uno che apprende dall’esperienza e
così quest’anno si presenta alla partenza con le idee chiare pronto e preparato
per la gara importante.
Parte sereno, così sembra, senza occuparsi degli altri
atleti che scalpitano e corrono forse troppo velocemente nella parte iniziale,
così Andrea imposta il suo ritmo e passo dopo passo, metro dopo metro,
chilometro dopo chilometro, curva dopo curva si presenta primo sulla linea del
traguardo.
Che sapore ti ha lasciato
questa gara? “Gioia, orgoglio,
soddisfazione.”
Era chiaro già l’anno scorso che ci
teneva a questa gara e comunque ha la consapevolezza che la 100km è una gara
che fa per lui, infatti ha rappresentato l'Italia in eventi internazionali con
ottimi risultati continuando a far bene e a sperimentare passione ed
entusiasmo, sempre resiliente.
Che
significato ha per te questa gara? “Per
me il Passatore è la gara più importante.”
Se hai le idee chiare, se sei
consapevole delle proprie capacità, possibilità e limiti non può che andare
bene, serve solo un po’ di fiducia in te stesso e focalizzarti per il momento
della gara che in questo caso dura circa 7 ore, se hai fatto i compiti a casa
se c’è passione e talento non si può che sperimentare il cosiddetto flow dove
tutto fila liscio e arrivi all’arrivo sereno e soddisfatto.
Avuto problemi, criticità? “No, è andato tutto bene e non ho avuto
nessun tipo di problema.”
E’ importante prima volerla una cosa,
poi immaginare di riuscire ad arrivarci e poi impegnarsi, un lavoro di
consapevolezza che ti porta dove vuoi seguendo la direzione più opportuna.
Cosa
lasci e cosa porti a casa? “Ho portato a
casa la convinzione che volere è potere…oltre al cappello del Passatore!”
Importante diventa un lavoro di
osservazione si a interna delle proprie sensazioni e del proprio stato d’animo
e sia esterno di osservazione di altri concorrenti e del contesto in cui si
gareggia.
Le parole di Andrea denotano una persona resiliente che si focalizza
sul positivo e non sul negativo, infatti parla di un tedesco che lo
accompagnava e non di un concorrente che lo ha ostacolato, una corsa insieme con
la condivisione della fatica, ognuno fa prima di tutto gara su di se e poi
anche sull’altro senza aggressività e senza stress in modo da non consumare
energie necessarie che servono per il lavoro muscolare.
Hai conosciuto altri atleti? “I
migliori atleti li conoscevo già, di nuovo solo il tedesco che mi ha
accompagnato per 82km.”
Ora è il momento
presente che permette di capire cosa provi, cosa senti, come stai, dal momento
presente parte tutto, ma c’è un momento dove bisogna essere attivati, bisogna
mettersi in azione, bisogna faticare e c’è un momento dove bisogna recuperare,
godere, riposare, organizzarsi per nuove direzioni.
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi? “Ora mi godo il successo, poi vedremo.”
Non si inventa niente, è importante
sperimentarsi in allenamento e in altre gare per arrivare pronti e collaudati
alle gare importanti, si apprende sempre dall’esperienza.
C'è un alimento particolare che hai assunto in gara? “I miei soliti alimenti durante la gara sono
barrette, gel e banane.”
La vita è ciclica, non si può essere
sempre in attivazione o sempre in riposo, non si può essere sempre allegri o
sempre tristi, importante la ciclicità dopo tanta fatica, va bene recuperare
energie e sviluppare autoprotezione e coccole riprendendo qualcosa che avevamo
lasciato in sospeso considerando anche che la vita è fatta di sfere
individuali, lavorative e famigliari.
Come
ti prendi cura di te ora dopo questa gara di corsa? “Tanto riposo.”
Ringrazio Andrea per aver risposto ad alcune
mie domande che ci permettono di approfondire il mondo del bizzarro, coraggioso,
straordinario mondo degli ultramaratoneti.
Cosa
hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara di corsa? “Non ho avuto bisogno di raccontare nulla,
sapevano già tutto in diretta.”
Ringrazio il celebre fotografo Sandro
Marconi “Scrotofoto”.
Un’intervista ad Andrea è riportata nel libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
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