Soddisfatta per come si è
comportata la squadra Italia
Dott. Matteo Simone
Sabato
26 e domenica 27 maggio 2018 si sono svolti a Timisoara in Romania i Campionati
Europei di 24 ore di corsa a piedi su un circuito di circa 1.200 metri.
Per
quanto riguarda la gara femminile, la Polonia ottiene il titolo europeo conquistato
dalla detentrice del titolo mondiale Patrycja Bereznowska che totalizza 243,355
km e la terza posizione ottenuta da Malgorzata Pazda-Pozorska 240,697 km,
mentre la danese Stine Rex 241,921 km ottiene il secondo posto.
Per quanto riguarda la classifica a squadre, la Polonia conquista l’oro squadra femminile precedendo Germania e Gran Bretagna. Bene l’Italia che si classifica al sesto posto squadra femminile.
Tra le italiane, Francesca Innocenti (Bergamo Stars Atletica) si classifica al 24° posto totalizzando 203,987 km, Lorena Brusamento (Gs Gabbi) 26^ km 200,028, Elena Fabiani (Woman Triathlon Italia), 32^ km 190,023 km, Valeria Empoli (Bergamo Stars Atletica) 34^ km 186,197, Sara Lavarini (Atl. Leone San Marco Pordenone) 36^ km 186,110.Di
seguito Lorena racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Tutto passa, tutto cambia, nella mente
degli ultramaratoneti ci sono tante gare più o meno importanti e si tratta
sempre di organizzarsi e prepararsi per arrivare nelle migliori condizioni
possibili alle gare importanti.
Ciao
Lorena come stai? “Sono, ormai
passati 15 giorni e sto bene. La settimana successiva all'europeo non è stata
facile.”
Importante portare a casa sempre ricchi
insegnamenti e trascorrere un po’ di tempo per riflettere, per recuperare, per
riorganizzarsi, per riattivarsi, per prendere nuove direzioni verso nuovi
obiettivi e mete stimolanti, motivanti e sfidanti.
Come è andata? “È stata una
esperienza positiva in generale, l'organizzazione rumena è stata praticamente
impeccabile; c'era tifo, c'era la musica, lo speaker, i passaggi aggiornati ad
ogni giro, il live, insomma tutto ha funzionato benissimo. Ha fatto caldo,
molto caldo e il percorso non era affatto 'amichevole': fondo duro e
due salitine che a lungo andare sono diventate la salita al passo Pordoi!”
In gare internazionali dove si
rappresenta la propria nazione indossando la maglia nazionale e diventa
importante il clima di squadra, non solo la prestazione individuale ma anche la
buona riuscita delle squadre femminili e maschile.
Soddisfatta? “Soddisfatta per
come si è comportata la squadra Italia, non soddisfatta del mio personale
risultato anche se ho fatto e dato tutto ciò che potevo.”
Le gare di ultramaratona sono
lunghissime e si può andare incontro a tanti imprevisti dovuti a malanni
fisici, ambientali, atmosferici, quindi bisogna essere sempre pronti ad
accogliere, affrontare e gestire qualsiasi situazione facendo del proprio
meglio per se stessi e la squadra Italia.
Problemi,
criticità? “Caldo a parte, che in
effetti ha condizionato tutta la competizione, notte compresa; io ho avuto un
problema (se così posso definirlo) al polpaccio destro. Un fastidio che con il
passare delle ore e con il ripetersi delle salite, una delle quali su una curva,
è diventato dolore forte fino a non permettermi di correre. Ho terminato
camminando per quasi tre ore.”
L’esperienza che si fa correndo per un
giorno intero è ricchissima, intensa e unica, c’è un mondo fatto di luci e bui,
suoni e silenzi, dolori e gioie e tanto altro che riempiono il cuore e la
mente.
Cosa porti a casa? Immagini,
suoni, odori? “Ho tante immagini
nella mia mente, dai bambini che ci facevano il tifo seduti sui ponti
provvisori costruiti per il passaggio dei tifosi da una parte all'altra del
percorso, alla musica, agli incessanti incitamenti dei volontari, al profumo di
lavanda che sentivo subito dopo il passaggio nel tratto di percorso dove erano
posizionati i bagni chimici, alla donna che continuamente e sempre con il
sorriso puliva quei bagni, al dolore che ho provato. Insomma, è tutto molto
vivo e ancora molto forte dentro di me.”
Importante è essere in contatto con i
propri bisogni ed esigenze, c’è un tempo per fare e un tempo per pensare, un
tempo per attivarsi e un tempo per rallentare, importanti sono anche
l’autoprotezione e le coccole.
Prossimi
obiettivi? “Ora voglio solo pensare a
correre senza particolari obiettivi, divertirmi e fare esperienze diverse! Al
resto ci penserò dopo questa piccola pausa di svago!”
Complimenti comunque a Lorena, per
quello che ha fatto e la sua disponibilità e sensibilità a raccontare, molto
utile sia a me che a chi legge per approfondire questo mondo incompreso e
bizzarro.
Interviste a Lorena sono riportate nei miei
libri:
“Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti” di Matteo Simone. Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: 2018.
“Cosa
spinge le persone a fare sport?”, Edito da Aracne Editrice
Inoltre Lorena è menzionata nel libro
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni
Psiconline.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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