martedì 5 giugno 2018

Alberto Cervo, 100km del Passatore 2018: Volevo arrivare al traguardo

Matteo SIMONE 

Le gare di ultramaratona mettono a dura prova soprattutto se ci si presenta alla partenza non proprio in perfetta condizione.

Nella mente dell’ultramaratoneta ci sono tanti dubbi e incertezze e anche tanta voglia di partecipare, di condividere allenamenti e gare con amici e sconosciuti, di mettersi alla prova, di provare e riprovare. 
Di seguito Alberto racconta al sua esperienza utile per approfondire il mondo bizzarro e sorprendente degli ultramaratoneti.
Ciao come stai? Come è andata? Soddisfatto? Problemi, criticità?Ciao Matteo, sto un po' acciaccato, ho preparato molto bene questa gara ma dovevo rinunciare per infortunio a tre settimane prima della gara, ma col riposo e le giuste cure sono riuscito a recuperare, il giorno della gara ha fatto abbastanza caldo e un po' perché venivo dall'infortunio un po' perché la giornata non era ideale per correre ho deciso di partire tra gli ultimi camminando, ho iniziato a correre dopo qualche km, poi pian piano ho iniziato a mettermi a passo.”

Le gare di lunga distanza diventano una sfida, a volte logorano il fisico e la mente, a volte diventa una sfida con se stessi, a volte bisogna trovare le giuste strategie per arrivare fino alla fine integri e riportare il proprio corpo a casa, a volte bisogna conoscersi e capire come superare, gestire crisi e difficoltà, a volte bisogna provare e riprovare, sperimentare per comprendere quale può essere la cosa migliore da fare, come aiutarsi e come farsi aiutare per percorrere indenni i lunghissimi chilometri di gara mantenendo alta la motivazione.
Cosa o chi ti ha aiutato?Durante il percorso ho fatto attenzione a cosa bere e cosa mangiare e sono arrivato alla Colla in buona forma fisica e mentale, poi in discesa ho iniziato ad aumentare il passo  fino al km 70 dove un forte dolore al polpaccio mi obbliga a camminare fino a raggiungere il punto massaggi, dove mi faccio fare le dovute cure con massaggiatore veramente bravo. Dopo ricomincio a correre diminuendo la velocità per non avere altri problemi, ma dopo alcuni km avverto dei crampi a tutti e due i polpacci, mi fermo e mi metto a terra con gambe in alto su un muretto, recupero un po' e riparto, ma pochi km e di nuovo i crampi a tutte le gambe, la prima cosa che pensai era che volevo arrivare al traguardo, cammino per un po' poi provo a correre ma poche centinaia di metri comparivano di nuovo i crampi, allora ho capito che non c'era tanto ossigeno nei muscoli, ho provato a camminare 10 secondi e trenta di corsa lenta, ho visto che non mi venivano i crampi e sono andato avanti, poi a un certo punto ho pensato di correre normale ma i crampi si sono subito presentati, a quel punto ho fatto un passo indietro perché ho capito che solo in quel modo potevo arrivare al traguardo.”

Le gare di ultramaratona fanno sperimentare tanta fatica ma poi finisce tutto e si sperimenta la gioia e la soddisfazione di esserci riusciti comunque, nonostante le condizioni fisiche avverse, una prova di coraggio ma con tanta consapevolezza dei rischi che si possono correre sempre pronti a fermarsi o a continuare sempre attenti a se stessi e poi ti accorgi che se non c’è sofferenza e dolore non si apprezza la felicità dell’esserci, si apprezza l’essenza della vita, ogni respiro fino al traguardo, ogni respiro dopo il traguardo che rimette in sesto e si ha voglia sempre di ripartire alla ricerca di una nuova avventura, di una nuova prova di forza per mettersi alla prova, per mettersi in gioco, per apprendere dall’esperienza.
Cosa porti a casa? Immagini, suoni, odori?Alla fine ce l'ho fatta portando a casa una gioia enorme perché sono riuscito a farcela nonostante le enormi difficoltà, tornando a casa avevo già nostalgia del tragitto fatto, dei suoni e la bellezza della natura che avevo visto.”

Nella mente dell’ultramaratoneta ci sono tanti ricordi e tante mete e obiettivi, tante nuove sfide da portare a termine.
Prossimi obiettivi?Adesso penso già al prossimo obbiettivo mezza maratona di Telese e maratona di Verona, sognando di fare la 100 nel Sahara, grazie Matteo per tutto ciò che fai per noi amatori, soprattutto le tue informazioni, i tuoi libri e le tue esperienze ci aiutano tanto, a presto Matteo.”

Ringrazio Alberto per le sue parole e per la sua ricca e autentica testimonianza che aiuta ad approfondire il mondo bizzarro, sorprendente degli ultramaratoneti, uomini di fatica ma anche molto sensibili. 
Un’intervista ad Alberto è riportata nel libro "La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza".  
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su 
se stesso.
 

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta 
Autore di libri psicologia e sport 

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