Felice ed emozionato per essere
riuscito nuovamente a completare una 100 km
Matteo Simone
Una gara di corsa a piedi della lunghezza di 100km è sempre una sfida, uno sforzo di lunga durata ed entrano in gioco tante varianti sia in allenamento che in gara.
Il periodo di allenamento è faticoso e
impegnativo in termini di tempo da dedicare alla corsa e di sforzo da sostenere
sia fisico che mentale, si tratta di allenarsi a correre per più ore, anche più
di una decina di ore, cosa che sembra strano per i non addetti ai lavori.
Damiano
racconta la sua esperienza alla 100km del Passatore rispondendo ad alcune mie
domande.
Complimenti come stai ora? “Grazie per i complimenti, mi sento felice ed
emozionato per essere riuscito nuovamente a completare una 100 km.”
Come è andata? “Direi molto bene, ho migliorato la prestazione dell’anno scorso di
oltre 1h20min, tagliando il traguardo in un tempo effettivo di 12h26min.”
Nella mente del maratoneta ci sono i chilometri e il tempo, i minuti per percorrere un chilometro, il tempo in gara da abbassare per fare una prestazione migliore ma oltre al tempo e ai chilometri c’è un mondo attorno all’ultramaratoneta fatto di immagini ì, suoni e odori, c’è l’alba e il tramonto, la luce del giorno e il buio della notte, amici che condividono la stessa esperienza che vengono superati o che ti superano.
Soddisfatto? “Sono molto soddisfatto non tanto per il risultato in termini di tempo, ma per le sensazioni durante e dopo la gara. Ovviamente il risultato ti consente di avere una base per ragionare rispetto alla volta precedente, ma non può che essere analizzato insieme alle sensazioni vissute durante e dopo la gara.”
Le gare sono punti di arrivo ma anche punti di partenza, sono occasioni per sperimentarsi e testarsi ma anche opportunità di consapevolezza per comprendere cosa possiamo e vogliamo fare nel momento presente e organizzarci anche per prendere nuove direzioni, mete, obiettivi sempre sfidanti.
Le gare sono punti di arrivo ma anche punti di partenza, sono occasioni per sperimentarsi e testarsi ma anche opportunità di consapevolezza per comprendere cosa possiamo e vogliamo fare nel momento presente e organizzarci anche per prendere nuove direzioni, mete, obiettivi sempre sfidanti.
Problemi,
criticità? “Per fortuna non ho avuto
particolari problemi né fisici né mentali, ovviamente in una gara così lunga le
difficoltà arrivano sempre: il caldo, la stanchezza, la gestione dei
rifornimenti. Però con calma e senza farsi prendere dall’ansia, metti in fila
le problematiche e le affronti; in fondo hai tempo e strada davanti. Da questo
punto di vista un anno di maratone e ultra in più, ovviamente, ti danno una
mano.”
L’esperienza da una grande mano, aiuta ad aspettarti quello che può succedere, aiuta a fidarti di te stesso per aver superato in passato situazioni analoghe e poi c’è sempre qualcuno dietro l’atleta pronto a supportarlo da casa o sul posto.
Cosa è chi ti ha aiutato? “Fondamentali due elementi: essere partito
con la consapevolezza di avere il supporto e il sostegno di mia moglie, che è
rimasta a casa con i nostri tre figli; avere avuto il mio amico ultramaratoneta
Francesco Di Pierro che mi ha fatto l’assistenza in bici. Francesco ha fatto la
differenza per molteplici aspetti: logistici e mentali. Lo ringrazio di cuore
per il tempo e la passione che mi ha dedicato, reduce la settimana prima da una
grande prestazione alla Nove Colli Running, mi ha seguito, sostenuto e spinto
dall’inizio alla fine. È stata la prima volta che ho avuto l’assistenza
personale ed è stato incredibile vivere gli effetti positivi in termini di
sensazioni e prestazioni. Francesco, da grande 'gestore' di ultramaratone, ha
saputo cogliere il momento giusto per iniziare a farmi da coaching vero e
proprio: è come se avesse individuato l’interruttore all’interno della mia
testa e 'tac' al 65° km 'ha spinto start'.
Mi sono ritrovato negli ultimi 35 km
a correre a un buon passo per le mie aspettative, ma soprattutto ho iniziato a
guadagnare posizioni. Questa circostanza, di nessuna valenza ai meri fini della
classica, ha avviato un loop mentale di positività che ha generato energia
nella mia testa e quindi nel mio corpo. Consiglio a tutti di provare
l’esperienza di vivere una ultramaratona con la personale assistenza in bici,
ovviamente si parla di equilibri molto labili in termini di sintonia; nel mio
caso la mia testa è riuscita a mettersi in comunicazione perfetta con la voce e
le parole di Francesco. Ancora grazie Amico mio.”
Una bella testimonianza di umiltà e
amicizia in uno sport di fatica dove l’altro non è sempre un avversario ma
anche un atleta presente e sensibile, la cui vicinanza e supporto può essere utile
e a volte fondamentale.
Ora cosa cambia?
“Nulla. Le ultra, per l’idea che mi sono
fatto, richiedono esperienza ed umiltà. Si chiamano ultra maratone, ma noi non
siamo “ultra persone”. Mi sento più consapevole e conosco un pochino dipiù il
mio corpo e la mia testa. Avanti così.”
Sempre pronti gli ultramaratoneti ad
apprendere dall’esperienza, a valutare il proprio stato fisico e mentale e a
rimettersi in movimento per prossimi obiettivi e gare sfidanti.
Obiettivi? “Continuare a conciliare questa passione con gli impegni lavorativi e
soprattutto con la famiglia, che è e resterà sempre il mio fulcro. La testa
ovviamente sta già al Passatore 2019 e perché no alla 100 km di Asolo. Vediamo.
Ora riposo sino al prossimo 9 giugno per la 6 ore StranaMarathon.”
Bisogna trovare sempre un sano equilibrio
tra sfera personale, famigliare e lavorativa, cercare di essere consapevole
delle esigenze propri e degli altri, fare attenzione a se stessi e al contesto
circostante, osservare dentro se stessi e le persone con cui abbiamo a che fare
per valutare volta per volta cosa sentiamo e cosa vogliamo e possiamo fare per
sperimentare sempre più benessere psicofisico, emotivo e relazionale.
Alimenti
particolari? “Durante la gara sempre i
soliti: nella prima parte acqua, limoni e banana. Nella seconda parte:
l’immancabile parmigiano reggiano, qualche pezzettino di mortadella e, novità
per me, qualche sorsetto di red bull…che in effetti pare aver sortito un buon
effetto. Grazie come sempre, un caro saluto e buon lavoro.”
Un’intervista a Damiano è riportata nel mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio
e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi
psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La
100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a
Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e
comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi
da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine
la competizione.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e
internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga
distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa
pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione,
preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo
sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e
importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili,
sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare
affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta
Autore
di libri psicologia e sport
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