L'obiettivo che rincorro ormai da due anni è la Nove Colli Running
Lo
sport permette di sperimentare, mettersi in gioco, approfondire la conoscenza
di se stessi, sviluppare la consapevolezza delle proprie capacità, bisogni e
limiti. Di seguito Lucia racconta la sue esperienza rispondendo ad alcune mie
domande: Ti sei sentita campione nello sport? “Non mi sono mai sentita un campione, ma, al di là dei risultati
raggiunti, mi sono sempre sentita felice e fiera del percorso fatto.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare
sport? “Ho scoperto di essere
molto più forte di quello che avrei mai pensato. Da adolescente estremamente insicura,
sono diventata finalmente una persona molto più equilibrata che riesce a
reagire di fronte a situazioni di stress e di pressione.”
Nella vita si prendono treni, si inizia a pratica sport, non c’è un’età per iniziare o per cambiare uno sport, importante è quello che si sperimenta e a volte le sensazioni e le emozioni sono ricche e intense: Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a correre dopo una dieta in cui avevo perso parecchi chili. Per molti anni ho usato la corsa come modo per mantenere il peso forma e sfogo dopo una giornata di studio o di lavoro, finché mi sono accorta di essere arrivata a un buon livello e mi è venuta la curiosità di capire fin dove sarei potuta arrivare, così mi sono iscritta alla mia prima maratona. Con la maratona è stato amore a prima vista e da quel momento la passione è cresciuta in modo esponenziale. Ho iniziato a cercare di vivere più tipi di esperienze di corsa possibile, provando anche vari trail fino a che ho trovato la mia reale dimensione nel mondo dell'ultramaratona. Trovo che l'ultramaratona, oltre che adattarsi bene alle mie caratteristiche fisiche (sono più portata per la resistenza piuttosto che per la velocità), rispecchi il mio modo di concepire la corsa, che è soprattutto un viaggio, sia fuori che dentro la propria testa. Un mondo dove più che ascoltare tempi e medie, si cerchi di percepire i messaggi del proprio corpo e ci si possa perdere in paesaggi da favola.”
Lo
sport è una palestra di vita, una modalità per sperimentarsi e mettersi alla
prova, un’opportunità per apprendere dall’esperienza e portare a casa sempre
insegnamenti: Chi contribuisce alla tua performance?
“Per ora non mi sono mai affidata a un allenatore,
ho imparato dagli errori e facendo vari esperimenti, anche se dopo il secondo
ritiro alla Nove Colli Running (NCR) sto valutando se apportare qualche
cambiamento in questo senso. Perciò il maggior contributo alla mia performance
è soprattutto la mia testa che spinge le mie gambe a fare sempre di più.”
Le
gare di ultramaratona mettono alla prova, si tratta di fare sport per ore e
ore, di giorno e di notte e a volte il fisico si ribella o non si sente pronto
o qualcosa non va come vogliamo e allora bisogna essere sereni e pazienti e
capire cosa è meglio per noi se aspettare e ripartire, se abbandonare la gara,
se riprovarci un’altra volta in modo diverso, le gare di ultramaratona sono
sempre sfide prima di tutto con noi stessi: Qual è stata
la gara della tua vita? La gara più difficile? “La gara che
mi ha dato più soddisfazioni nel passato recente è la 100 km delle Alpi, una
corsa che ho preparato con grande impegno perché credevo di poter riuscire a
stare sotto le 12 ore (un obiettivo che fino a poco tempo fa mi sembrava
irraggiungibile). Non solo sono riuscita a raggiungere il risultato
cronometrico che mi ero prefissata, ma è stata una giornata ricca di amicizia e
incontri (quando ho trovato alcuni amici che mi aspettavano al km 94 per farmi
il tifo è stato incredibile), ma soprattutto è stata una di quelle rare giornate
perfette, senza crisi e senza fatica. Correre così, quando ti sembra di volare,
ti regala sensazioni bellissime. La gara più difficile per me è stata la NCR
2018, dove mi sono dovuta ritirare al km 84. È stato molto difficile perché
avevo passato 4 mesi e mezzo a prepararmi nel modo più accurato possibile, con
sveglie assurde e in qualsiasi condizioni meteorologica, mi ero impegnata come
mai prima di allora, eppure a un terzo di gara mi sentivo già male e facevo
fatica a correre persino in discesa. L'unica scelta dopo 20 km in questa
situazione era fermarsi, la delusione però è stata grandissima e a distanza di
10 giorni faccio ancora fatica a trovare un punto dove ricominciare.”
E’
importante ricordare e fare riferimento a precedenti situazioni di successo, di
benessere per incrementare l’autoefficacia, per essere sempre più fiduciosi in
sé soprattutto nei momenti o periodi bui dove si sta come in un tunnel: Quale esperienza ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Ogni volta che ho una crisi e la supero, queste sensazioni mi danno la
forza per continuare ad andare avanti. Penso sempre che se ce l'ho fatta in
quel momento di difficoltà, in cui credevo di dovermi fermare perché non ero
più in grado di proseguire, allora posso farcela di nuovo, che nessun ostacolo
è realmente insormontabile se si ha la giusta determinazione.”
Lo
sport regala momenti belli e momenti brutti, a volte da e a volte toglie è
importante focalizzarsi nel momento presente e prendere quello che c’è ora con
serenità cercando di fare del proprio meglio e godendosi quello che c’è in
attesa di momenti migliori: C’è un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Forse
l'episodio più assurdo mi è capitato al Tuscany Crossing 2016. Al decimo km
della gara, su un percorso così fangoso da sembrare di correre sul sapone, sono
scivolata scendendo un semplice gradino. Cadendo sono rimasta aggrappata alla
ringhiera come un pesce appeso all'amo, strappandomi un quadricipite (ma questo
l'avrei scoperto solo dopo) ed elongando i muscoli del braccio. Quell'anno mi
sono ritirata al km 50 perché la lesione al muscolo della gamba mi impediva di
proseguire, ma la cosa più ridicola è stata che non ero più in grado di
sollevare il braccio al di sopra della spalla e a ruotare il polso, quindi mi
sono dovuta far aiutare a vestire dopo la doccia da mia mamma, mi sembrava di
essere tornata bambina.”
Il
mondo delle ultramaratone è unico, intenso e bizzarro, ognuno fa la sua
esperienza che può essere di fatica, di gioia, di approfondimento della
conoscenza di se steso, di pace e serenità, è un mondo dove si condivide la
fatica e i percorsi dentro se stessi ma anche al di fuori calpestando strade,
circuiti, sentieri, colline e monti: Quali sensazioni
sperimenti nello sport: allenamenti, pregara, gara, post gara? “Normalmente gli allenamenti mi danno sempre sensazioni positive, al di
là di come vanno a livello atletico, riescono sempre a rilassarmi e a
sgombrarmi la mente. Nel pregara, soprattutto quando si tratta di una corsa cui
tengo, tendo ad essere nervosa, ma tutto passa una volta partita, quando corro
tendenzialmente sono sempre felice perché sto facendo qualcosa che amo, anche
quando sono in difficoltà. La cosa più curiosa è che quando corro smetto di
percepire il passare del tempo, è come se rimanessi racchiusa in una mia bolla
personale dove il tempo si ferma. Razionalmente so che il tempo passa, perché
magari vedo anche l'alternarsi del giorno e della notte, ma emotivamente mi
sembra di essere sempre ferma nello stesso istante. Il post gara, invece, è
sempre un momento di gioia, al di là del risultato ottenuto, perché normalmente
è sempre un momento di condivisione. Si rivedono gli amici, ci si racconta la
gara, si gioisce o ci si deprime insieme.”
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Nello
sport, soprattutto nello sport di endurance come le maratone dove si tratta di
sovraccaricare fisico è mente è bene trovare un certo equilibrio tra sforzo
fisico e mentale e opportuno recupero psicofisico, c’è un tempo per forzare e
resistere e c’è un tempo per mollare, rilassarsi coccolarsi: Quali sono difficoltà e rischi? “Direi che
per me la difficoltà è soprattutto riuscire a trovare un bilanciamento tra il
carico chilometrico necessario a preparare un certo tipo di corse e il rischio
di sovrallenamento e infortuni. Il mio fisico ha bisogno di arrivare
gradualmente a certi carichi di lavoro e ha tempi di recupero abbastanza
lunghi, quindi ciò che trovo più difficile è proprio trovare un equilibrio tra
tutte queste esigenze.”
Se
si ha chiaro i propri obiettivi, motivazioni, potenzialità tutto diventa più
fattibile e niente può fermare l’avanzata dell’atleta verso il raggiungimento
dei propri obiettivi sfidanti ma non impossibili: Come superi
eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi,
sconfitte e infortuni si sconfiggono cercando di capire ciò che si è sbagliato
e provando la prossima volta di fare la cosa giusta per evitarla. In fondo
bisogna sempre dirsi che le crisi e le sconfitte sono momentanee, ma lavorando
sodo i risultati arrivano prima o poi.” Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Non ho molta esperienza in
merito, ma credo che a volte ci siano alcune crisi di motivazione o di fiducia
in sé stessi che non è semplice risolvere da soli, quindi in questi casi
potrebbe essere utile.”
Lo
sport è come un treno che bisogna prendere il prima possibile per sperimentare
un mondo di sensazioni ed emozioni piacevoli, per conoscere se stessi e
sviluppare capacità e potenzialità, per condividere con altri gioie e fatiche: Quale può essere un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
“Io mi sono avvicinata allo sport solo da grande e
me ne sono pentita perché credo di aver perso molto negli anni in cui non
facevo un passo più in là del divano. Lo sport mi ha cambiato e sempre in
meglio, mi ha reso la persona che sono quindi credo sia importante praticarlo
anche da giovani.”
E’
importante essere onesti con se stessi e con chi crede in te, si può fare tutto
con attenzione, passione, impegno, determinazione e non serve a niente
raggiungere obiettivi o ottenere risultati falsati: C’è stato il
rischio di incorrere nel doping? “Mai, perché
lo trovo un comportamento assolutamente riprovevole.” Quale può essere un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Chi si dopa, non solo rischia seri danni per la sua salute, ma non
ottiene nemmeno risultati reali perché non sono ottenuti contando solo sulle
proprie forze. Sono risultati ottenuti imbrogliando, quindi non hanno valore.”
Lo
sport fa ritrovare le proprie dimensioni, fa diventare consapevoli e
responsabili, fa avvicinare a persone che condividono la stessa passione: Familiari e amici cosa dicono del tuo sport? “Mia mamma è la persona che mi ha spinto ad iniziare e spesso corre
insieme a me. Mio padre è sempre stato uno sportivo ed è stato il primo ad
essere stato felicemente sorpreso di questa mia passione. Ho conosciuto il mio
compagno correndo, quindi la famiglia mi appoggia moltissimo. Gli amici invece,
come spesso capita, si dividono in due grandi gruppi: quelli che condividono la
tua passione, la vivono con te e sono felici per te, e quelli per cui la corsa
è una cosa totalmente estranea, quindi a volte fanno fatica a capire il tempo e
l'impegno che è necessario dedicarvi.”
Nella
mente degli ultramaratoneti sempre più chilometri da percorrere, gare da
portare a termine: Quali sono i tuoi prossimi
obiettivi? Sogni da realizzare? “L'obiettivo che rincorro
ormai da due anni è la NCR, realizzare finalmente il salto dalla 100 km alla
200 km, l'ultramaratona per eccellenza. Sarà sicuramente lo scopo per cui
lavorerò d'ora in poi.”
E’
un salto che vorrei provare fare anch’io e chissà se l’anno prossimo non ci
incontriamo sul lungo percorso della Nove Colli Running, grazie Lucia per la
disponibilità a raccontare.
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