Campionati Europei Master Non
Stadia Alicante (Spagna), 18-20 maggio 2018
Matteo SIMONE
Il mondo dello sport è misterioso, è fatto di incontri, di sapori, di fatica, di colori.
Lo sport davvero avvicina
persone, culture e mondi; lo sport davvero fa sperimentare prima benessere e poi
se ci sono le possibilità di allenarsi bene, di seguire un sogno, di farsi
aiutare da persone esperte del settore, tifa sperimentare anche performance e
tutto ciò che c'è attorno la performance.
Di seguito Alessandra, conosciuta
attraverso lo sport e attraverso una conoscenza preziosa in comune racconta la
sua esperienza di sport a livello internazionale.
Che sapore ti ha lasciato
questa gara? “Il sapore dei 'colori': i
colori delle maglie delle varie nazioni, ma anche il colore della pelle, dei
capelli, degli occhi degli atleti, delle atlete, che ancor più di quelli delle
maglie ti facevano vivere il contesto internazionale della gara.”
Quello che rimane dello sport, quello
che si porta a casa dall'esperienza sportiva sono davvero gli incontri che si
fanno, davvero l’esperienza unica e immensa, densa e ricca che si fa attraverso
lo sport, l’attesa, la preparazione, la gara sortiva, il post gara, un sacco di
momenti ricchi e speciali che fanno sentire vivi dentro.
Lo dico sempre che non c’è un’età giusta o un momento migliore per mettersi in moto e dedicarsi a uno sport, è sempre il momento opportuno senza pensare al passato né al futuro, ma solamente focalizzandosi sul momento presente e considerando le risorse del momento, le caratteristiche, le possibilità e le capacità del momento così come anche i propri limiti senza osare, senza esagerare ma semplicemente credendoci tanto con un’apertura mentale ampia e la consapevolezza che si può provare a fare tutto impegnandosi e credendoci.
Avuto problemi, criticità? “Sì, una volta salita sull'aereo mi è arrivato un msg sul telefonico del mio coach: 'non mi hanno fatto imbarcare'. Stop. Partivo da sola per la prima volta in un gara dal respiro internazionale. Panico, tristezza, rabbia, incredulità. Poi, la certezza di aver lavorato sodo e che seppure senza coach il risultato l’avrei portato a casa. Più limitato, perché carico di uno stress maggiore e privo dei suoi preziosi suggerimenti, ma forse proprio per questo ancora più 'mio'. Per fortuna, con me c’erano mio marito ed una coppia di amici, perché l’intenzione era quella di vivere non solo la gara ma anche la vacanza. E non avrei permesso a niente e nessuno di velare il sole che già intravedevamo all'atterraggio ad Alicante!”
Più c’è fatica e impegno e più grande è la gloria, più ci si mette in gioco e più si apprende dall'esperienza, i maestri, allenatori, terapeuti servono per farti vedere la strada, il percorso, poi sta a ognuno di noi darsi da fare per il cambiamento, per il raggiungimento di mete e obiettivi sfidanti ma non impossibili.
Avuto problemi, criticità? “Sì, una volta salita sull'aereo mi è arrivato un msg sul telefonico del mio coach: 'non mi hanno fatto imbarcare'. Stop. Partivo da sola per la prima volta in un gara dal respiro internazionale. Panico, tristezza, rabbia, incredulità. Poi, la certezza di aver lavorato sodo e che seppure senza coach il risultato l’avrei portato a casa. Più limitato, perché carico di uno stress maggiore e privo dei suoi preziosi suggerimenti, ma forse proprio per questo ancora più 'mio'. Per fortuna, con me c’erano mio marito ed una coppia di amici, perché l’intenzione era quella di vivere non solo la gara ma anche la vacanza. E non avrei permesso a niente e nessuno di velare il sole che già intravedevamo all'atterraggio ad Alicante!”
Più c’è fatica e impegno e più grande è la gloria, più ci si mette in gioco e più si apprende dall'esperienza, i maestri, allenatori, terapeuti servono per farti vedere la strada, il percorso, poi sta a ognuno di noi darsi da fare per il cambiamento, per il raggiungimento di mete e obiettivi sfidanti ma non impossibili.
Cosa lasci e cosa porti a
casa? “Lascio sorrisi e riporto sorrisi,
oltre alla medaglia di partecipazione ed ancor più la medaglia dell’Italia 1 W
55.”
Grande prestazione da parte di Alessandra
(Pod. Eretum Monterotondo) ai Campionati Europei Master Non Stadia Alicante
(Spagna) che con altre due atlete
italiane, Nadia Dandolo (Asi Atl. Roma) ed Elena Fustella (Atl. Lecco Colombo
Costruzioni), ha vinto la medaglia d’oro a squadra in una gara di 10 km di corsa
a squadra categoria W55.
Hai conosciuto altri atleti? “Sì, di ogni nazionalità. Fantastici e bellissimi. Soprattutto la
squadra spagnola che si è divertita ad adottarmi quasi sostituendosi a quella
italiana, e che mi ha guidato nei vari step burocratici e logistici. Gracias!”
La lingua dello sport è universale, è la
lingua del movimento, della condivisione, davanti alla fatica si è tutti uguali
e tutti si comprendono, si è tutti sulla stessa barca.
Quali sono ora tue mete,
direzioni, obiettivi? “Sto meditando
di....rallentare e dedicarmi agli studi. Vorrei laurearmi. Altro mio grande
sogno.”
E’ importante focalizzarsi sull'esigenza
e il bisogno del momento, a volte è importante rallentare e forse anche
fermarsi per ricaricarsi, per recuperare, per intravedere nuovi interessi e
motivazioni che spingano a rimettersi in moto seguendo proprie direzioni che
portano dove vogliamo, a volte l’autoefficacia si estende in altri settori
della nostra vita come lo studio, se riusciamo nello sport diventiamo più
sicuri in altri ambiti della nostra vita.
C'è un alimento particolare che hai
assunto in gara? “Sì: Acqua!”
Come ti
prendi cura di te ora dopo questa gara di corsa? “Con addominali mirati,
stretching. E…lavatrici, cucina, famiglia, lavoro in BRT, che comunque
ringrazio per tutte le volte che mi ha permesso di entrare in ufficio in scarpe
da ginnastica!”.
Cosa hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara
di corsa? “Le foto hanno parlato con me e
per me.”
Una bella storia fatta di persone comuni
che riescono a vivere momenti straordinari anche attraverso lo sport.
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Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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