Matteo SIMONE
Nella mente degli atleti ci sono sempre limiti da superare, tempi da abbassare, persone da battere, gare da scegliere.
Di seguito Giuseppe racconta la sua
esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei
sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Mi sento campione ogni volta che supero i miei limiti. Ogni volta che
batto il “PB”.”
Cosa hai scoperto di te
stesso nel praticare attività fisica? “Ho scoperto
che posso correre anche più veloce degli altri e posso correre per davvero, non
sono più jogging ma sono un runner!”
Riesci ad
immaginare una vita senza lo sport? “Non ci ho
mai pensato ad una vita senza sport. Ho lasciato per tanti troppi anni e che
peccato! Ora sarei un top!”
E’
sempre il momento per iniziare a praticare uno sport, e una volta scoperto il
mondo dello sport si viene catturati e coinvolti da amici e conoscenti, si fa
parte di un gruppo che partecipa, si allena, fatica, si confronta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a correre perché volevo modellare il mio corpo. Pian piano la
corsa mi ha appassionato e ho trovato degli amici nuovi che mi hanno spinto,
stimolato, sorretto, aiutato e incitato.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Mia moglie ogni tanto mi dice: chi te lo fa fare? Me lo fa fare la mia
testa. Sto crescendo, andiamo avanti!”
Nella
mente dell’atleta ci sono sempre numeri riferiti a chilometri di allenamento e
di gara e numeri relativi di tempi a chilometro o di tempi di personal best.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance? “I fattori che
contribuiscono sono molteplici: innanzitutto l’ottenimento dei risultati. Ti
spinge a far meglio. Quando ho degli obiettivi di tempo provo a demolirli. Mi
fisso un obiettivo tipo un amico (conoscente) da battere e provo a superare il
suo tempo.”
Cosa ti fa continuare a
fare sport? “Il raggiungimento degli obiettivi
mi fa andare avanti. Quanta strada ho fatto e posso farne tanta ancora.”
Nella
vita dell’atleta ci sono tante storie, tanti aneddoti, tante curiosità e tante
persone che gravitano attorno all’atleta dagli amici che condividono mattinate
e giornate di allenamenti e gare, atleti più esperti e allenatori che
consigliano, alla famiglia che comprende la passione dell’atleta e a volte segue
l’atleta per supportarlo e per condividere i momenti pre e post gara.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance?
“Di sicuro chi ha contribuito maggiormente a
migliorare la mia performance è mio fratello gemello. E’ stato il primo
obiettivo: raggiungerlo e superarlo. Gli amici di ogni mattina danno tanti
consigli. Il mio collega/mister che mi supporta. Poi i miei figli e mia moglie.
Loro sanno incitare e mi danno la forza, voglio che siano orgogliosi di me.”
Gli
atleti sono sempre alla ricerca della miglior prestazione, sempre in cerca di
migliorarsi, di fare meglio, di superare propri limiti.
La
gara dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più
belle? “La gara più bella non l’ho
ancora corsa perché provo sempre a migliorare il personale e non sono mai
soddisfatto. Si può fare sempre meglio. La strada è ancora lunga.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “Ho degli amici con cui
esco e che allietano ogni allenamento, ma non vi sono episodi divertenti
durante allenamenti o gare, quando si corre si corre.”
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo
sport? “Bisogna stare attenti a
non farsi male, altrimenti poi non riesco ad allenarmi e non riesco a
migliorare.”
Lo
sport ti mette sempre davanti a scelte di gare e di allenamenti; lo sport ti fa
incontrare momenti belli e momenti brutti, buone prestazioni e pessime
prestazioni, comunque si impara sempre da una parte ad accettare quello che c’è
in quel momento e dall’altra parte a prepararsi nel miglior modo possibile
prevedendo le variabili più diverse.
La tua gara
più difficile? “Rapone, ultramaratona
delle fiabe, sono stati mesi di allenamento estenuante e il risultato è stato
orribile: ritirato al 32° km quando ero primo di categoria. La più brutta
perché non conoscevo il percorso, non avevo mai affrontato 800 mt di
dislivello. Poi ci sono i sé, se mi fossi iscritto alla 23,2km sarei stato tra
i primi tre, il mio ego è stato preso a schiaffi.”
Una tua esperienza che ti può dare la convinzione che ce la
puoi fare? “Rapone, aver visto che
sulla mezza ero nei primi 3 mi ha fatto capire di spingere per migliorare sui
10 km perché posso crescere e migliorare ancora.”
Per
gli atleti è sempre una continua sfida, gara dopo gara sperimentando un mondo
di sensazioni, pensieri ed emozioni che si affollano nel cuore, nella mente e
sul corpo dell’atleta.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara? “Le sensazioni nel pre-gara sono molto simili tra loro. Ho lavorato tanto
prima e arrivo sicuro che farò meglio della gara precedente. Si parte, pronti,
via, gola secca e si tira, affanno, sto andando bene, dove avevo tutta questa
forza, ca… non ce la faccio a chiuderla così forte, sto rallentando, porca
vacca, orologio, tempo medio ok, quanto manca all’acqua, si tira ancora, quanto
manca all’arrivo? Ok posso accelerare, dai è fatta, eccolo lì l’arrivo, dai
accelera, ok è fatta! Dopo l’arrivo puntualmente mi ricordo di non aver fermato
l’orologio e dico porca vacca devo aspettare le foto per vedere il tempo
effettivo e di quanto ho migliorato. Martedì si ricomincia.”
Nelle
gare di ultramaratone bisogna trovare un equilibrio tra mente, cuore e corpo
per far sì che si proceda senza troppe pretese né troppa scarsa fiducia in sé
né con demotivazione, importante è essere motivati, avere una elevata
consapevolezza, una forte fiducia in sé ma non troppa e una resilienza
sufficiente.
Quali condizioni fisiche o ambientali
ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “La mia testa non mi fa fare prestazioni ottimali, a Rapone sono partito
troppo forte e le gambe non hanno retto.”
Al
ritorno da gare di ultramaratone si porta a casa sempre qualcosa, ricche e
intense esperienze, insegnamenti, conoscenze di se stessi e degli altri.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Bisogna cercare sempre l’aspetto positivo, se è andata male al massimo
è valso da allenamento e di solito anche se è andata male la gara è il migliore
allenamento che uno possa fare perché si dà il massimo.”
Sono
tanti i benefici dello sport che diventa molto utile per i ragazzi per
distrarli dal mondo virtuali e dargli un’opportunità di sperimentarsi e
mettersi in gioco per confrontarsi con gli altri e apprendere sempre
dall’esperienza viva.
Un
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Con tutti i dispositivi informatici che ci sono ora i ragazzi hanno
pochi stimoli e socializzano meno rispetto a noi. Lo sport è libertà, uscire
dal display e mettersi alla prova costantemente, sfidarsi con gli amici, fare
le ripetute, dispensare consigli anche a chi ne sa più di noi. Perché non
provarci? E poi ti fai due polpacci!”
Sono
tanti i motivi per sconsigliare l’uso del doping sia etici che sanitari, perché
ammalarsi di doping e rischiare patologie e limitazioni per ingannare prima se
stessi e poi gli altri.
Un
messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “So che tra
le controindicazioni c’è il rischio di impotenza, solo per questo non lo
prenderei mai. Lo sport più bello è sotto le lenzuola.”
Come
nella vita quotidiana anche nello sport è importante avere delle figure di
riferimento sia per prevenire eventuali difficoltà, crisi, disagi; sia per
sostenere, supportare, consigliare l’atleta.
Hai mai
pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “No, l’infortunio è un rischio, speriamo di evitarlo.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti
e in quali fasi? “L’attività sportiva è
condizionata dalla testa. La testa dirige tutta la macchina, quindi serve
qualcuno che ci aiuti a superare la fatica, serve qualcuno nell’infortunio,
serve qualcuno nella sconfitta, perché nelle vittorie si lavora facile, quando
si cade invece bisogna rialzarsi il prima possibile e riprendere a correre e
non sempre da soli ci si riesce.”
Gli
atleti sono sempre alla ricerca di obiettivi sfidanti, di far meglio, di
superare se stessi e gli altri, di andare sul podio, di ornare a casa con un
trofeo o una medaglia la collo.
Prossimi
obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Sogni sportivi realizzati finora nessuno, obiettivi raggiunti si, tutti
i PB migliorati gara per gara. Il prossimo obiettivo a fine ottobre proverò ad
arrivare al podio di categoria, per il momento 'Run boy run'".
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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