Michele
Fontana
(pluricampione
italiano in pista e nel cross)
Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e
quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo
diverso.
William
Hart
In fisica il termine resilienza indica la proprietà
di un materiale di resistere a stress, ossia a sollecitazioni ed urti,
riprendendo la sua forma o posizione iniziale.
Generalmente la persona resiliente tende a “leggere”
gli eventi negativi come momentanei e circoscritti e ritiene di possedere un
ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda
(locus of control interno-dipende da me); inoltre, tende a vedere i cambiamenti
come una sfida e un’opportunità, piuttosto che come una minaccia. Di fronte a
sconfitte e frustrazioni questi individui sono capaci di non perdere la
speranza.
Abraham Maslow: “Lo stress è in grado di annientare
le persone se queste sono fin dall’inizio troppo deboli per tollerare l’ansia e
le difficoltà; altrimenti, se sono già sufficientemente forti da affrontare le
avversità a viso aperto, esse le supereranno e si ritroveranno rafforzate,
temprate e ancora più forti”
Lo
psichiatra William Glasser ha intervistato
decine di persone uscite in eccellenti condizioni da svariate esperienze di
pressione estrema, nel tentativo di scoprire come hanno fatto a evitare
l’esaurimento (il cosiddetto burnout).
E’
emerso che la maggior parte di costoro era affetta da una sorta di “dipendenza
positiva”, ossia avevano un’attività
prediletta, come per esempio la bicicletta o il jogging, che si sentivano
tenuti a praticare.
Tra
le attività emozionali gradevoli si possono
annoverare iniziative come trascorrere del tempo in compagnia di un caro amico,
portare i figli in posti che amano, cucinare una cenetta per una persona che ci
piace, godersi una festa in famiglia, vedere un film divertente o fare qualcosa
di speciale con la persona che si ama. Ridere è una potente medicina!
Le
persone più resilienti sono come bambini mai cresciuti,
uno spirito curioso e giocoso contribuisce direttamente alla resilienza,
perché il non prendere le cose troppo sul serio e il porre domande aiuta a scoprire come uscire da
circostanze difficili.
Gli
individui che dopo aver vissuto un evento negativo attivano un processo
resiliente non rimangono “intrappolati” nel dolore ma risanano le ferite
assumendosi il controllo della propria esistenza e riorganizzando la propria
vita.
Essere
resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio,
affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali, relazionali e
contestuali.
Se un atleta è fortemente motivato nel voler
praticare il suo sport che comporta lavori, sacrifici, rinunce, affronterà le
sconfitte a testa alta, complimentandosi con se stesso per quello di buono che
è riuscito a fare finora, complimentandosi con l’avversario per la bravura
dimostrata in quell’occasione, anche perché prima o poi lo trovi uno più forte
o che comunque riesce a batterti; in questo caso un aspetto importante del vero
campione è la resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”,
che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più
voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha
mostrato carenza; il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che
subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno
incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più
forti, con un valore aggiunto.
Il dottor Siebert, psicologo clinico
fondatore del Resiliency Center of Portland, spiega come si possono trarre
lezioni preziose dalla scuola della vita in cinque passi:
·
Passo
1: dopo aver avuto un’esperienza importante, rivivetela mentalmente, in modo da
chiarirvi bene cosa è accaduto. Poi ripercorrete la scena come un osservatore
esterno.
·
Passo
2: descrivete l’esperienza. Raccontatela a u amico o riportatela sul diario.
Siate osservatori obiettivi. Non si impara né quando si giustificano le proprie
azioni né quando si è ipercritici nei confronti di se stessi. Quando riuscite a
osservarvi con distacco vi ponete in condizione di elaborare delle opzioni di
comportamenti diversi.
·
Passo 3:
domandatevi: “Che cosa posso imparare da questa esperienza? Se ricapitasse la
stessa cosa, che cosa potrei fare in modo diverso e che cosa alla stessa
maniera?”
·
Passo
4: Immaginate di parlare o agire con maggiore efficace la prossima volta.
·
Passo
5. Provate a raffigurarvi mentalmente la vostra risposta migliore e più
efficace. Nella vostra immaginazione, guardatevi compiaciuti mentre, la
prossima volta, padroneggiate al meglio la situazione.
Essere resilienti significa essere duttili e flessibili, accettando di sbagliare, sapendo di poter rivedere e correggere le proprie azioni.
Sentimenti come il piacere, l’allegria, l’appagamento, la
soddisfazione per il proprio lavoro, l’amore e l’affetto, unitamente a qualche
bella risata e a momenti calorosi trascorsi con gli amici, rafforzano le
capacità mentali essenziali alla soluzione dei problemi.
Alcuni tipi di attività gradevoli accrescono la forza di
resilienza, il gioco, per esempio, contribuisce a sviluppare capacità fisiche,
autocontrollo e conoscenze, oltre a migliorare la salute. I piacevoli momenti trascorsi
con gli amici rafforzano il sistema immunitario e arricchiscono il patrimonio
di risorse sociali cui si può attingere in tempi difficili.
Tra i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono:
avere relazioni sociali intime, flessibilità/adattabilità (essere cooperativi,
amabili e tolleranti e inclini al cambiamento), essere assertivi e saper
chiedere aiuto, sensibilità interpersonale, autoefficacia, locus of control
interno, capacità di porsi degli obiettivi e di trovare strategie adeguate per
conseguirli, progettualità futura, ottimismo, senso dell’umorismo, rete sociale
di supporto informale.
Tutte queste caratteristiche possono essere incrementate con un
lavoro di mental training che permette al campione di eccellere partendo da un
lavoro di autoconsapevolezza per individuare e cercare le proprie risorse
personali e proseguendo con un lavoro sul goal setting e sviluppo di
autoefficacia personale.
Bibliografia
Hart
W., LA MEDITAZIONE VIPASSANA come insegnata da S.N. Goenka Un’arte di vivere,
Edizioni ARTESTAMPA, 2011, Modena.
Sielbert
A., Il vantaggio della resilienza, come uscire più forti dalle difficoltà
della vita. Edizioni AMRITA, Torino, 2008.
Simone
M., Psicologia dello sport e non solo, Aracne editrice, Roma, 2011.
Simone
M., Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla
prestazione ottimale, Sogno Edizioni, Genova, 2013.
Simone
M., O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per
raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Edizioni ARAS, Fano, 2013.
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