mercoledì 12 febbraio 2014

Lo sport dev’essere occasione educativa e culturale



Gli allenatori si occupano di persone, del loro rendimento sportivo come singoli e come squadra, sono deputati innanzitutto all’educazione, ad un corretto stile di vita nello sport ma anche al di fuori del contesto sportivo.
Si possono occupare di bambini, ragazzi, adolescenti, adulti, professionisti.
Devono prima di tutto dare un buon esempio, correttezza negli appuntamenti, negli impegni, condivisione di obiettivi personali e di squadra, identificazione di motivazioni, gestione dello stress in allenamento ed in competizione, modulare i carichi di lavoro, continuo feedback con i propri atleti o squadra, disponibili ad accogliere domande, dare spiegazioni su particolari esercizi, tecniche, modalità di lavoro.
Sapere costituire gruppi di allenamento sia per sport singoli che di squadra, sapersi relazionare con figure che gravitano intorno al mondo degli atleti.
Devono considerare che la formazione personale e professionale non finisce mai, c’è sempre qualcosa da apprendere, da conoscere.
Devono saper essere buoni leader sapendo valutare come comportarsi con le diverse persone ed i diversi contesti.
Graziano Delrio, Ministro per gli affari regionali e le autonomie con delega per lo Sport, sulla rivista l’Arbitro n. 5/2013 (1) riporta alcune considerazioni relative allo sport: “Lo sport dev’essere occasione educativa e culturale, parte fondamentale dell’educazione civica del Paese. Lo sport deve abituare, fin da piccolissimi, che i risultati nella vita si conquistano con impegno, fatica e rispetto degli altri, senza truffare.
E, nello sport, quella del doping è senz’altro la truffa da combattere e da cancellare.
In questo campo in particolare voglio segnalare l’attività svolta dalla Commissione Nazionale Vigilanza Doping, istituita presso il Ministero della Salute che predispone e sottopone a revisione periodica la lista dei farmaci e delle sostanze biologicamente e farmacologica. Lo sport deve abituare, fin da piccolissimi, che i risultati nella vita si conquistano con impegno, fatica e rispetto degli altri, senza truffare.
E, nello sport, quella del doping è senz’altro la truffa da combattere e da cancellare.
In questo campo in particolare voglio segnalare l’attività svolta dalla Commissione Nazionale Vigilanza Doping, istituita presso il Ministero della Salute che predispone e sottopone a revisione periodica la lista dei farmaci e delle sostanze biologicamente e farmacologicamente attive e delle pratiche mediche il cui impiego è considerato doping; effettua i controlli anti-doping e quelli di tutela della salute, in gara e fuori gara; individua le forme di collaborazione in materia di controlli anti-doping con le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, mantiene i rapporti con gli organismi internazionali e promuove nelle scuole campagne informative e formative per la tutela della salute nelle attività sportive e di prevenzione e lotta al doping.”

(1)    l’Arbitro, n. 5/2013, Roma, p. 4.

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