Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non
riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.
William
Hart (1)
Lo dice
anche SHARAPOVA: “E’ facile avere solo successo, ma in realtà è quante
volte sei in grado di tornare dai momenti difficili, dalle sconfitte e dagli
infortuni che definiscono l’atleta che sei”. (2)
Se un
atleta è fortemente motivato nel voler praticare il suo sport che comporta
lavori, sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta,
complimentandosi con se stesso per quello di buono che è riuscito a fare
finora, complementandosi con l’avversario per la bravura dimostrata in
quell’occasione, anche perché prima o poi lo trovi uno più forte o che comunque
riesce a batterti; in questo caso un aspetto importante del vero campione è la
resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a
significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia
riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha
mostrato carenza; il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che
subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno
incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più
forti, con un valore aggiunto.
L’atleta
può sentirsi soggetto attivo nel definire un piano di ripresa, di ripartenza,
sviluppare un piano per un’azione futura efficace può individuare le risorse
occorrenti da pontenziare, sia personali che esterne, allenatore,
fisioterapista, psicologo, medico.
L’atleta
può fissare obiettivi minimi di ripresa rispettando i tempi e le modalità
occorrenti, senza fretta di riscattarsi o di dimostrare a qualcuno. Fissare
obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei
modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
Persuasione
verbale da parte di altri, dei quali si hanno fiducia e stima attraverso gli
incoraggiamenti verbali che tendono a sottolineare gli elementi positivi di un
gesto o una azione.
A
partire da oggi costruisci il tuo piano per il tuo futuro successo, crea un
calendario per raggiungere il tuo obiettivo.
John
Whitmore nel suo libro Coaching elenca alcune domande utili per passare
all’azione:
“Che
cosa intendete fare?
Quando
lo farete? Questa è forse la domanda più ‘impegnativa’. Tutti possiamo avere
grandi idee su ciò che ci piacerebbe fare o che faremo, ma è soltanto quando fissiamo delle scadenze
precise che la nostra azione passa a un livello di realtà.
La
vostra azione vi condurrà all’obiettivo?
Quali
ostacoli potreste incontrare? E’ importante essere preparati ad affrontare
tutte le difficoltà che potrebbero insorgere e impedire di condurre a
termine l’azione. Potrebbero incombere
scenari catastrofici legati a fattori esterni, ma possono anche palesarsi ostacoli
originati da fattori interni, come per esempio eccessivi timori.
Chi
dovrà essere al corrente dell’azione? Il coach deve pertanto assicurarsi che
venga stilato un elenco di tutte le persone che resteranno in qualche modo
coinvolte nell’azione e che si predisponga un piano per informarle tempestivamente.
Di quale
aiuto avrete bisogno? Il fatto stesso di condividere con un’altra persona
l’azione che intendete intraprendere sortisce spesso l’effetto di rendervi più
sicuri di attuarla.
Come e
quando otterrete tale aiuto? Non ha molto senso desiderare un aiuto senza
compiere i passi necessari per riceverlo.” (3)
Studi
hanno dimostrato che, se un giocatore di golf immagina più volte se stesso
mentre colpisce con energia la palla o la fa entrare in buca con un colpo
difficile, il suo gioco migliorerà realmente. Analogamente, esercitandosi a
immaginare di colpire un bersaglio con le freccette, si migliora la propria
mira nella realtà. (4)
(1) William Hart, LA
MEDITAZIONE VIPASSANA come insegnata da S.N. Goenka Un’arte di vivere,
Edizioni ARTESTAMPA, 2011, Modena.
(3) Whitmore J., Coaching. Per le aziende e
le persone che vogliono: crescere e apprendere, migliorare le prestazioni,
trovare scopo e significato, Sperling &Kupfer, Torino, 2006, pp. 128-130.
(4) Arnold Lazarus L’OCCHIO DELLA MENTE
Astrolabio, Roma, 1989.
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