lunedì 7 ottobre 2024

Roberto Sagoni: Oggi sono un discobolo, una scelta iniziata a sessantanni

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta 
 

Non è mai troppo tardi per iniziare a praticare una disciplina sportiva, si è sempre in tempo per apprendere e continuare a fare sport con nuovi stimoli e tanto entusiasmo. 

Di seguito Roberto (ASD Atletica la Sbarra) racconta la sua esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho sempre avuto un forte interesse per lo sport in generale, fin da bambino abitavo a Roma quartiere Val Melaina, dove uscivo da scuola, mangiavo e di corsa andavo a giocare a pallone, abitavo al sesto piano senza ascensore. 
Tanti anni fa si stava più tempo per strada, si giocava e si faceva sport con quello che si aveva a disposizione, una palla o pallone, pietre, salti, corse.  
La vita non era tanto comoda come adesso, si camminava di più, si correva, saltava, facevano scale, si avevano meno mezzi di trasporto a motore e si cresceva molto più resilienti. 
Quando ti sei sentito campione nello sport? Mai, soddisfatto delle mie prestazioni spesso.  
Cosa e chi contribuisce al tuo benessere e performance? Una buona alimentazione e un allenamento programmato per la mia <cilindrata>.  
Cosa pensano familiari, amici, colleghi del tuo sport? Ho sempre cercato di fare sport senza danneggiare nessuno, soprattutto la mia famiglia, comunque visto che di sport ne ho fatti diversi, devo dire che sono rimasti sempre contenti.  
Un episodio curioso, divertente, triste del tuo sport? Curioso nel 1984 primo triathlon in Italia a Ostia, dopo la prima prova di nuoto bisognava togliersi il costume in mezzo alla strada per rimanere nudi e indossare calzoncini da bici, triste è stato vedere un amico lanciatore colpito da un male incurabile e perderlo in poco tempo.  

Il 16 settembre 1984 a Ostia prese il via la prima gara di triathlon organizzata in Italia sulla distanza olimpica (1,5 km di nuoto, 40 km di ciclismo, 10 km di corsa) e i vincitori furono Ornella Maiolini e Alain Lorenzati. Il 1985 si costituì l'Associazione Italiana Triathlon (AIT), dal 10 luglio 1984 al 28 gennaio 1989 il presidente dell'AIT è stato Sbernadori, che ne era il fondatore e che aveva introdotto il triathlon in Italia.
Quali capacità e caratteristiche possiedi nel tuo sport? Oggi sono un discobolo, una scelta iniziata a sessant'anni nel 2007/8, le capacità sono concentrazione e pazienza per ripetere ogni singolo movimento e avere una bella statura.  

Ogni disciplina sportiva richiede delle caratteristiche, capacità, qualità da potenziare e rafforzare per il miglior esito della prestazione sportiva. 
Quali sono le difficoltà e i rischi? Cosa e chi ti ostacola? Le difficoltà sono diverse, i lanci si possono fare solo in orari particolari, proprio per evitare rischi per chi gira nel campo di atletica, io mi sono organizzato e mi alleno in campagna.  

Si può fare tutto organizzandosi e trovando tempo e spazi per allenarsi, per portare avanti belle passioni che motivano e incrementano benessere fisico e mentale. 
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Sicuramente si, in particolare nei lanci dove ti devi concentrare prima di entrare in una pedana di mt. 2,30/50 con le spalle rivolte verso la zona lancio e, con un giro complicato, lanciare lontano evitando di fare lanci nulli.  

La prestazione sportiva di lanci prevede una sequenza alquanto complessa, bisogna posizionarsi bene, avere chiaro in mente il proprio giro da fare e il momento esatto del lancio reclutando tutte le energie disponibili e lanciando in modo mirato il più lontano possibile, osservando il realizzarsi della propria prestazione frutto di un periodo di allenamento accurato. 
La tua situazione sportiva più difficile? Agosto 2024 Campionato Europeo Master a Pescara, non ero in ottima forma ma per mia fortuna sono riuscito ad arrivare alla finale quarto, unico italiano.  
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Quando correvo, in una maratona a Cesano Boscone (nel 1983?) superai la crisi di freddo, gelo, nebbia, con la convinzione che il traguardo non era lontano e chiusi in 2 ore e 53 minuti, stanco ma soddisfatto. Le sconfitte fanno parte della vita sportiva, senza non si cresce, gli infortuni per mia fortuna rari. 

Gare di maratone sono molto provanti, soprattutto se ci sono eventi avversi come il clima che può ostacolare la performance ma se si è resilienti si va avanti fino alla fine e concludere una maratona sotto le 3 ore è sempre una grandissima prestazione. 
Si apprende sempre da ogni situazione, anche avversa, sia dalle vittorie che dalle sconfitte, tuto serve a migliorarsi, potenziare criticità. 
Cosa hai scoperto di te stesso nello sport? Ad affrontare sempre con serenità le situazioni difficili. 
Quali allenamenti mentali utilizzi? Il pensiero principale è sentirsi bene e questo è quello che mi spinge a fare sport.  
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Il prossimo obiettivo è arrivare nelle attuali condizioni fisiche il più lontano possibile, il sogno più importante è stato realizzato quando nel 2022, girando l'Italia per gareggiare, sono riuscito a vincere cinque Campionati Italiani di lancio del disco e Pentathlon di lanci, cosa particolarmente bella perché anche mia figlia Simona, oggi lanciatrice, ha vinto nella sua categoria cinque Campionati Italiani, per me è stata una grandissima soddisfazione.  

Tanta roba vincere 10 Campionati Italiani in famiglia tra padre e figlia, ottimo risultato che trasmette messaggi di ottimismo se ci si impegna con costanza e determinazione. 
Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? Serenamente, gli anni insegnano.  
Quali sono gli ingredienti del successo? Pensare a quanto sono stato fortunato, e riesco ancora a lanciare divertendomi. 
A quale personaggio ti ispiri? A me stesso. Sono nato nel 1947 a Roma, W lo sport. 

Un grande esempio di atleta non più giovanissimo ma con tanta voglia di continuare a fare sport divertendosi e competendo. 

Matteo SIMONE 
380-433723021163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

Nessun commento:

Translate