martedì 15 ottobre 2024

William Cattini: Ho corso per anni con amici fantastici, tutti emiliani doc

Matteo Simone 
 

La pratica di uno sport permette di trovare tanti amici per condividere fatica e gioia, per apprendere da loro, per divertirsi e faticare insieme. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di William attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Percorso amatoriale, sia da ragazzo (calcio) che da adulto (corsa, ciclismo). 
Quando ti sei sentito campione nello sport? Tutte le volte che sono riuscito a rispettare i programmi prefissati, compatibilmente con un lavoro di responsabilità e un obiettivo salutista. 
Cosa e chi contribuisce al tuo benessere e performance? Quello che io chiamo il mio senso della misura, allenato nel tempo e anche oggi che passati i 70 anni tendo a sentire come una costrizione. 

Quando si sposa uno sport e si sale su un treno dello sport che fa star bene, fa divertire, fa faticare con la consapevolezza che si ottengono vantaggi in termini di performance e di benessere psicofisico e relazionale, non si vuol più smettere, non si vuol più scendere dal treno dello sport, ci si sente quasi costretti a continuare uno stile di vita piacevole anche se comporta fatica, ma si apprezzano di più i vantaggi che ne derivano, per il corpo, la mente, le relazioni. 
Cosa pensano familiari, amici, colleghi del tuo sport?
Finché ho praticato le maratone la reazione degli altri era spesso di perplessità: uno pensa ai 42 km e molto meno al fatto che se ti prepari bene non sono una stramberia. 

Si può fare tutto con gradualità, con preparazione adeguata, con fiducia elevata in sé, con responsabilità, con consapevolezza dei propri mezzi, capacità, risorse, caratteristiche. 
Un episodio curioso, divertente, triste del tuo sport? Non ho ricordi veramente tristi. Di divertenti tanti, anche perché ho corso per anni con amici fantastici, tutti emiliani doc. Abbiamo corso maratone spesso sotto l’acqua, ci siamo persi nella nebbia del carpigiano ritrovando il percorso guidati dall’abbaiare dei cani delle cascine… robe così. 

Le esperienze attraverso lo sport, a volte, sono molto ricche e intense, soprattutto in compagnia dove ci si confronta, ci si sostiene a vicenda, si raccontano le imprese passate, uscendone soddisfatti e resilienti. 
Quali capacità e caratteristiche possiedi nel tuo sport?
Regolarità e costanza nella pratica, capacità di ascoltare il bisogno di … pause e .. provvedere! 
Quali sono le difficoltà e i rischi? Cosa e chi ti ostacola? Premesso che non mi sono mai posto obiettivi esagerati, dal punto di vista della salute ho sempre avuto rispetto di una aritmia cardiaca che mi accompagna dalla nascita.  Tutti vorremmo invece avere più tempo libero per lo sport e spesso ho dovuto sottrarlo alla famiglia. 

Importante essere in ascolto del proprio corpo, rispettosi di se stessi, trovare spazi e tempi per la pratica di uno sport senza troppa dipendenza ma trovando un sano equilibrio tra altri contesti di vita, quali ad esempio lavoro e famiglia. 
ùRitieni utile lo psicologo nel tuo sport? A livello amatoriale mi è venuto spesso da pensare che a certi colleghi, oggettivamente troppo assorbiti dalle loro performance, una inquadratina  😊 potesse farli star meglio. A livello di sport assoluto è fuor di dubbio l’utilità di una persona che aiuti a superare i muri che l’attività di vertice prima o poi mette davanti. Basti l’esempio di Schwazer: al quale forse è mancato quel tipo di aiuto che, alla vigilia di Londra, gli avrebbe forse evitato  gli  errori che poi ha pagato ben oltre la sua responsabilità. 

A volte gli atleti sono sottoposti a pressioni da parte di se stessi, fan, mass media e si sentono costretti a dimostrare di valere, di confermare prestazioni eccellenti, di restare
ai vertici.
 
La tua situazione sportiva più difficile? Da amatore puro e semplice non mi è mai venuto da classificare come difficili tante piccole situazioni negative. Non ho un buon ricordo degli infortuni, anche perché diventavo insopportabile 😊 per chi mi stava vicino. 
Come hai gestito eventuali sconfitte e infortuni? Avendo sempre avuto obiettivi strettamente personali e non di valore assoluto, definisco sconfitte magari i risultati mancati per una condotta di gara presuntuosa (in maratona gli amatori sono sempre a rischio, sotto tale profilo). Il recupero dagli infortuni l’ho sempre rispettato, anche se diventavo facilmente nervoso! 
Cosa hai scoperto di te stesso nello sport? Risposta facile: la capacità di resistenza, di autogestione, di autocorrezione e la conferma che dovevo stare molto attento a una certa irregolarità nell’impegno che già mi avevano diagnosticato ai tempi delle scuole primarie 😊 

Per ottenere successo anche se solo personale è importante essere determinati ma soprattutto costanti negli allenamenti. 
Quali allenamenti mentali utilizzi?
Un training autogeno faidate per rilassarmi. In allenamento, ho usato tantissimo il lavoro come antidoto contro la noia. Nella vita mi sono occupato di credito alle imprese e la sintesi di tante istruttorie l’ho tirata mentalmente durante un lungo serale.  L’avessero saputo certi clienti…😊. 

La pratica di uno sport come la corsa aiuta a riflettere, elaborare, progettare, programmare, una sorta di meditazione in movimento per cercare di risolvere situazioni. 
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Alla mia età l’obiettivo è di poter continuare ad andare in bici e fare trekking con mia moglie, visto che abbiamo la fortuna di vivere tra Trentino e Alto Adige. Sempre roba di resistenza, quindi. Corsa no, sarei ripudiato dal mio ortopedico…. 

Nella vita ci sono fasi e treni da prendere e da lasciare, c’è il momento e il periodo dove si corre, si ha forza, si è esplosivi e ci sono momenti e periodi dove è più opportuno rallentare. 
Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? Rispondo al passato:  pre, calmo e in scarico; gara, ascolto continuo; post-gara: qualche recriminazione quasi sempre, ma di brevissima durata. Per gli amatori veri ci pensano di norma famiglia e lavoro a tenere la testa a piombo. 
Quali sono gli ingredienti del successo?
Il successo, in senso lato, penso sia figlio sempre di lavoro e di equilibrio. C’è anche il successo episodico, figlio di combinazioni astrali. E in quei casi, se non hai equilibrio, possono  essere guai…. Tra gli amatori ho visto andare in crisi dei matrimoni! Sembra assurdo… 
A quale personaggio ti ispiri? Per la mia generazione (sono del 1953) gli sport podistici di lunga lena cominciano con il nome di un marciatore, Abdon Pamich e finiscono per modo di dire con Pizzolato, Poli (che abita vicino a casa mia tra le dolomiti e si allena tranquillo tuttora regolarmente) e soprattutto Bordin. Localmente il traino di personaggi come i Gennari, come Rossano Galli e altri  è stato importante, soprattutto per la loro normalità. Grazie per avermi dato l’occasione di recuperare la memoria di  un periodo felicissimo della mia vita. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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