venerdì 11 ottobre 2024

Fernando Martínez Román secondo alla Spartathlon (GRE) 246km 2024

 Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta 
 
Il 28-29 settembre 2024, ha avuto luogo la
Spartathlon e il vincitore è stato il greco Fotis Zisimopoulos 20h18'43", precedendo l'uruguaiano Fernando Andres Martinez Roman 23h28'46" e il francese Florian Robin 23h51'31". 
 
Tra le donne ha vinto la finlandese Noora Katarina Honkaka 24h25'08" (settima assoluta), precedendo la spagnola Carmen Maria Perez Serrano 25h34'13" e la norvegese Line Caliskaner 26h24'51". 
Di seguito approfondiamo l’esperienza di Fernando attraverso risposte ad alcune ime domande. 
Ciao Fernando, complimenti per la Spartathlon, soddisfatto? Molto soddisfatto.   
Criticità? Gli ultimi 30 km ho sofferto molto a causa dei dislivelli della corsa che comportavano un sovraccarico dei quadricipiti, gli ultimi 4 km li ho fatti camminando.   

Gare di
ultramaratona della distanza superiore ai 200km mettono davvero a dura prova fisico e mente, soprattutto nel finale dove si è stanchi, forse si è dato troppo durante la lunghissima gara, dove non si vede l’ora di arrivare e riposare dopo lo sforzo perpetrato in tantissime ore.
 
Difficoltà? Alta, una delle sfide più grandi che ho avuto.   

La Spartathlon è considerata una delle gare di ultramaratone più dure al mondo, si può partecipare dopo aver superato prove durissime e aver dimostrato di guadagnarsi la partecipazione. 
Un messaggio per avvicinare gli atleti a questa corsa di 246 chilometri? È un traguardo difficile ma non impossibile, credo che ogni atleta che si candida per questa gara debba riuscire a portarla a termine. Ma cercherò di essere molto chiaro con questi atleti: il successo di un buon risultato in una gara ‘Ultradistance’ è direttamente proporzionale al lavoro svolto per ottenerlo.  
Quale allenamento è stato importante per questa performance?
L'allenamento più importante, senza dubbio, è quello del volume chilometrico, circa 250 km a settimana con 3mila positivi. Questo è stato fatto per 10 settimane di fila. 

Gare durissime che non si possono improvvisare ma prevedono una preparazione accurata e mirata considerando un chilometraggio settimanale elevatissimo con dislivello altimetrico per essere pronti il giorno della gara. 
A chi la dedichi? Alla mia famiglia che è la mia squadra, e anche a tutte le persone che mi mandano stima e affetto.   
Cosa ne pensano la famiglia e gli amici? Sono orgogliosi di vedere come cerco di migliorarmi giorno dopo giorno. Indipendentemente dal risultato di una competizione, vivono la mia passione e la mia felicità come se fossero loro. 
Un episodio curioso o divertente prima, durante e dopo la gara?
Quando stavo salendo verso la base della montagna, era già notte, la mia torcia illumina un cinghiale morto 🐗 che era vicino alla strada, è stato un grande spavento! Poi ho riso da solo 😁.   

Gare della durata di più di 20 ore dove si corre di giorno e di notte e con qualsiasi condizione atmosferica, mettono a dura prova e a volte ci si trova da soli con la propria ombra ed è possibile incontrare animali vivi o morti. 
Cosa significa per te questa performance? La tranquillità di aver raggiunto un obiettivo per il quale mi preparavo da un anno.    

Una gara molto ricercata e tanti si prepararono bene con allenamenti e gare lunghissime e durissime, per arrivare preparati il giorno della gara. 
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì?
Ho riportato alla memoria bellissimi ricordi, nuove esperienze e amicizie, anche l'illusione che si possa andare oltre. Penso di aver lasciato il mio nome e il mio Paese incisi nella storia della Spartathlon. 

La partecipazione e la buona riuscita a gare durissime permettono di sentirsi più preparati e pronti ad affrontare gare ancora più dure, con la consapevolezza che si può andare oltre a quanto si è pensato in precedenza, più si va avanti e si portano a termine gare durissime più si è fiduciosi di poter riuscire a compiere imprese ancora più sfidanti ma non impossibili. 
Grande soddisfazione e orgoglio per Fernando questo grandissimo risultato, rappresentando la sua nazione, l’Uruguay. 
Che sensazioni hai provato prima, durante e dopo la gara? Prima avevo molta ansia, ma avevo la tranquillità di aver fatto una buona presentazione e di essere all'altezza di un obiettivo straordinario. Durante la gara le sensazioni sono state diverse. Mi sono divertito, ho sofferto molto, ma ho provato anche felicità. Dopo la gara calma e godere le persone intorno a me. 

Si investe tanto in questa gara, un anno di preparazione e i giorni che precedono ci
può essere un po’ di tensione, preoccupazione, ansia, dubbi, ma poi quando si parte si scioglie tutto e si va incontro alla fatica ma anche a tanta gioia di essere lì con la consapevolezza che ci si è allenati bene e si + preparati ad affrontare al grande impresa, a fine gara ci si può rilassare e godersi gli amici di avventura ed eventuali accompagnatori.
 
Quali capacità fisiche e mentali sono necessarie per allenarsi per questa gara? Ogni disciplina atletica è sorretta da tre pilastri fondamentali: fisico, metabolico e mentale, e questi sono strettamente correlati tra loro. L’ultradistanza non fa eccezione, ma la parte fisica è più rilevante delle altre. Cercherò di spiegare questo concetto: puoi avere la migliore flessibilità metabolica, essere molto forte mentalmente, ma se il corpo non ti accompagna l'abbandono è quasi certo. Altrimenti, se si è ben allenati fisicamente, la parte metabolica e mentale passano in secondo piano. Insomma: ciò che ti manca fisicamente lo completerai con la mente. Il problema di questo sport è che non puoi allenarti abbastanza per non soffrire, è impossibile! Allora dobbiamo essere preparati per quando arriveranno quei momenti, gestendo molto bene la parte fisica e avendo gli strumenti per sopportare il dolore. Ciò si ottiene stressando il corpo e la mente durante l'allenamento. È l’unico modo che la nostra biologia conosce per evolversi. 

Molto
interessante questa testimonianza, in effetti prima di tutto ci deve essere la predisposizione ad avere un fisico adatto a tali sollecitazioni muscolari e articolari per tante ore a una certa velocità e poi entra in gioco un buon metabolismo e soprattutto la mente che comanda il corpo nell’eseguire ciò che si vuole.
 
Una parola o una frase che ti ha aiutato a credere fino alla fine della gara? Non credo troppo alle frasi e vi spiego il perché. Quando si porta il corpo e la mente a certi limiti di sofferenza, una frase, un ricordo, i tuoi cari, la tua bandiera, ecc. ecc., possono aiutarti proprio nel momento in cui ti ci hai messo a pensarci, ma questo è non servono a molto. Ebbene, sono ore di sofferenza. Allora cosa facciamo? Per farti capire come funziona, ti faccio un esempio: immagina un cavallo e il suo cavaliere, uno di quelli che corrono lunghe distanze, gli obiettivi di entrambi sono diversi. Il cavallo vuole fermarsi a riposare e il cavaliere vuole arrivare al traguardo per vincere. Dipenderà dal cavaliere pianificare, visualizzare la corsa e stimolare il cavallo a raggiungere il traguardo. Questa è la stessa cosa che accade nell’ultradistanza, dove il nostro corpo è il cavallo e la nostra mente è il cavaliere. Allora la soluzione sarebbe: trovare un obiettivo impegnativo ma possibile. Gestisci bene le risorse che abbiamo durante la gara. La ricompensa per aver raggiunto l’obiettivo deve essere molto importante. 

Ringrazio tantissimo Fernando per
questa ottima e utilissima spiegazione con l’ausilio di una interessante metafora del cavallo e il cavaliere che simboleggiano il corpo e la mente. In effetti dipende da noi, dalla nostra mente avere le redini e comandare il nostro corpo per fare quello che vogliamo senza stressarlo troppo ma allenandolo in anticipo e poi chiedendogli e invitandolo a fare la sua parte in gara portandoci al traguardo nel miglior modo possibile, il prima possibile ma soprattutto sani e salvi.
  
Prossimi obiettivi e sogni da realizzare? L’obiettivo principale per il 2025 è il Mondiale in Francia. 

I Campionati del Mondo IAU 2025 di 24h si svolgeranno ad Albi, in Francia, dal 25 al 26 ottobre 2025 https://www.albi24h.fr/wp-content/uploads/2024/06/2025-IAU-24H-World-Championships-announcement-1.pdf  

Matteo SIMONE 
380-4337230 – 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 
 
Fernando Martínez Román secondo alla Spartathlon (GRE) 246km 2024  
Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta 
 
Hola
Fernando, enhorabuena por el Spartatlón¿satisfecho?
Muy satisfecho 
¿Cuestiones críticas? Los últimos 30 km sufrí mucho, debido al desnivel que tiene la carrera, eso implicó que los cuádriceps se cargarán demasiadolos últimos 4 km los hice caminando 
¿Dificultad? Alta, de los mayores desafíos que he tenido 
¿Qué entrenamientos fueron importantes para esta actuación? Los entrenamientos más importantes, sin duda, es el volumen de kilómetros, alrededor de 250 km por semana con 3 mil positivos. Esto hecho durante 10 semanas seguidas. 
¿A quién se lo dedicas? A familia que es mi equipo, y también a todas las personas que me hacen llegar su respeto y cariño 
¿Qué piensan familiares y amigos? Están orgullosos de ver cómo intento superarme día tras día. Independientemente del resultado de una competencia, ellos viven mi pasión y mi felicidad como propia. 
¿Un episodio curioso o divertido antes, durante y después de la carrera? Cuando estoy subiendo hacia la base de la montaña, ya es de noche, mi linterna alumbra un chancho jabalí 🐗 muerto que estaba al lado del camino, fue un susto muy grande! Luego reía solo 😁.  
¿
Qué significa esta actuación para ti?
La tranquilidad de haber logrado un objetivo del cual me vengo preparando desde hace un año.   
¿Qué trajiste a casa y qué dejaste allí? Traje recuerdos lindos ,nuevas vivencias y amistades, también la ilusión de que se puede ir por más. Creo que dejé mi nombre y mi país grabado en la historia del Spartathlon. 
¿Qué sensaciones experimentaste antes, durante y después de la carrera? Antes tenía mucha ansiedad, pero la tranquilidad de haber realizado una buena presentación, y estar a la altura de tremendo objetivo. Durante la carrera fueron distintas sensaciones. Disfruté, sufrí mucho, pero también sentí felicidad. Después de la carrera, tranquilidad y a disfrutar con las personas que me rodean. 
¿Qué habilidades físicas y mentales necesitas entrenar para esta carrera? Toda disciplina atlética, está sostenida de tres pilares fundamentales: físico, metabólico y mental, y estos están muy relacionados entre . La ultradistancia no es la excepción, pero la parte física es más relevante que las otras. Trataré de explicar este concepto: Podés tener la mejor flexibilidad metabólica, ser muy fuerte mentalmente, pero si el cuerpo no acompaña, es casi seguro el abandono. De lo contrario, si estás bien entrenado físicamente, la parte metabólica y mental pasan a segundo plano.
Resumiendo
: lo que te falta físicamente lo vas a completar con tu mente. El problema de este deporte, es que no se puede entrenar lo suficiente para no sufrir, ¡es imposible! , entonces debemos estar preparados para cuando lleguen esos momentos, gestionando muy bien la parte física y teniendo herramientas para soportar el dolor. Esto se logra estresado cuerpo y mente en los entrenamientos. Es la única manera que conoce nuestra biología para evolucionar.
 
¿Un mensaje para acercar a los deportistas a esta carrera de 246 kilómetros? Es un objetivo difícil pero no imposible, creo que todo atleta que aplique para esta carrera debería poder terminarla. Pero trataré de ser muy claro con estos atletas: El éxito de un buen resultado en una carrera de Ultradistancia, es directamente proporcional al trabajo realizado para conseguirlo. 
¿Una
palabra o frase que te ayudó a creer hasta el final de la carrera?
No creo demasiado en frases y explicaré el motivo. Cuando uno lleva el cuerpo y mente a ciertos límites del sufrimiento, una frase, un recuerdo, tus seres queridos, tu bandera, etc , etc, te pueden ayudar tan solo el momento que te llevó pensar en ellos, pero esto no sirve de mucho, pues son horas de sufrimiento. ¿Entonces qué hacemos? Para que entendían como funciona voy a poner un ejemplo: Imaginen un caballo y su jinete, de esos que corren largas distancias, los objetivos de ambos son diferentes. El caballo desea parar a descansar y el jinete quiere llegar a la meta para ganar. Va a depender del jinete el proyectar, visualizar la carrera y estimular al caballo para llegar a meta. Esto es lo mismo que pasa en la ultradistancia, dónde nuestro cuerpo es el caballo y nuestra mente el jinete. Entonces la solución sería: Buscar un objetivo desafiante  pero posible. Administrar bien los recursos que tenemos durante la carrera. El premio de lograr el objetivo debe ser muy importante. 
¿Próximas metas y sueños por realizar? El objetivo principal para el 2025 es el Mundial en Francia. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 – 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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