E’ un campione non solo la persona muscolosa che ha fisico ma anche la persona che non trascura nulla, sa che ai ristori bisogna integrarsi, sa che può correre quanto vuole, può andare avanti a tutti ma se ha trascurato di integrare sufficientemente poi sarà costretto a fermarsi è come le gare di formula uno che bisogna avere i serbatoi pieni ed andare alla giusta velocità se consumi troppo la macchina si ferma.
Pertanto
vince chi usa la giusta alchimia tra fisico, mentale e nutrizionale quindi
prepararsi da subito nelle scuole calcio, nelle scuole di triathlon ed in
qualsiasi scuola l’importanza dell’aspetto fisico, mentale e nutrizionale.
Ringrazio
Flavia Salomone per la Prefazione e riporto di seguito
alcune sue parole: “Un libro positivo, un
inno alla vita, un invito a non arrendersi questa ultima fatica di Matteo
Simone. Un travolgente abbraccio fatto d’amore per la persona, per la sua
meravigliosa unicità, un prendersi per mano e andare, correre là oltre il
confine alla scoperta della meraviglia del vivere.”
Il Capitolo 3 ha il seguente titolo “Aspetti
psicologici nel triathlon” e di seguito riporto alcune testimonianze.
Gian
Luca Di Nunzio: Il triathlon è una
condizione mentale. Quali sono le difficoltà e i
rischi? Quali abilità bisogna allenare? “Uno
sport multidisciplinare come il triathlon presenta molte ‘variabili’ da
allenare. Dal punto di vista emotivo, motivazione e costanza sono fondamentali.
Trattandosi poi di uno sport di resistenza per antonomasia, particolarmente
rilevante è l’alimentazione, prima, durante (idratazione) e dopo la gara.
Quanto ai rischi, nella versione campestre, ce ne sono diversi da considerare:
anzitutto il nuoto in acque libere è di per sé ansiogeno per taluni soggetti;
temperature basse, colpi inaspettati di altri concorrenti, fondale profondo,
possono generare attacchi di panico (io riconosco la mia capacità di non
incapparci e gestire con lucidità situazioni critiche); il mountain bike
richiede abilità tecniche diverse dalla bici su strada: problema tipico è l’abbassamento
della soglia dell’attenzione da stanchezza, soprattutto verso la fine della
sessione di bici, considerata la fatica data anche dalla sessione di nuoto (nel
mio caso di ‘distanza olimpica’ pari a 1˙500 m), che potrebbe causare anche
incidenti gravi. La corsa infine (la più faticosa) dev’essere gestita con una
certa strategia. Fondamentale in tal senso l’idratazione, considerato che in
genere si svolge a fine gara, dunque nelle ore più calde della giornata (le
gare iniziano solitamente verso le ore 10:30, pertanto, per un triathlon su
distanza olimpica, si corre sotto il sole delle ore 13:00) con seri rischi
d’insolazione e disidratazione.”
Quali condizioni ti hanno indotto a fare
una prestazione non ottimale? “Il
triathlon è anzitutto una condizione mentale. Il ‘non ce la faccio, adesso mi
fermo…’ è sempre in agguato. Io sono entrato nell’ottica del piacere. Non mi
costringe nessuno. Fatto salvo lievi infortuni (scivolata in bici), che mi
hanno impedito di concludere la gara, preferisco arrivare pur senza grossi
risultati di classifica, piuttosto che fermarmi. In una sola occasione ho
interrotto una gara a causa di un allenamento sbagliato o, più
specificatamente, a causa di un ‘sovrallenamento’ (il cosiddetto
‘overtraining’): sono arrivato alla gara stanco e scarico, dunque demotivato.
Ma si tratta di un caso isolato che, anche se negativo, costituisce comunque
esperienza.”
E’ importante avere fiducia in sé,
incrementare l’autoefficacia, essere veramente sicuri di quello che si vuol
fare e di come poterlo fare, sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e
capacità.
Filippo
Dal Maso: Un traguardo prima si passa con
la testa, poi con le gambe. Qual è stata la gara
della tua vita? “Sicuramente è stato il
mio primo Ironman alle Hawaii, campionato mondiale, esattamente dove è nato il
triathlon. E’ stata la coronazione di un sogno lungo 10 anni, voluto,
progettato e ottenuto con tantissimo sacrificio, visto anche che era a rischio
causa infortunio da caduta in bici due mesi prima della gara.”
Quale è stata la tua gara più difficile? “Decisamente il mio primo Ironman, nel 2003
in Austria. Voluto fortemente come traguardo che un triatleta deve raggiungere
nella propria vita, è stato il coronamento di 8 mesi di duro lavoro e
sacrificio. Al tempo non c’erano i mezzi e le conoscenze di adesso in fatto di
lunghe distanze, ho dovuto improvvisare, studiare e sperimentare di tutto.
Dall’alimentazione ai materiali tecnici, integratori, allenamenti combinati,
lunghe sessioni e strategie gara…tutto da solo, semplicemente leggendo riviste,
chiedendo a persone esperte del singolo settore e combinando il tutto provando
e riprovando fino a trovare il giusto compromesso.”
Più dura è la lotta, più glorioso il
trionfo, posso capire Filippo.
Ringrazio la casa editrice “Prospettiva
editrice & c. Sas di Patti Francesca” per la fiducia e per il grande lavoro
che richiede la pubblicazione e la distribuzione del libro.
Ringrazio tutti gli atleti che hanno avuto
la cortesia, la gentilezza e la disponibilità a raccontare le loro esperienze
legate allo sport.
Ringrazio Flavia Salomone per sua gradita
Prefazione e soprattutto le sue parole di conclusione: “Un libro positivo,
un inno alla vita, un invito a non arrendersi questa ultima fatica di Matteo
Simone. Un travolgente abbraccio fatto d’amore per la persona, per la sua
meravigliosa unicità, un prendersi per mano e andare, correre là oltre il
confine alla scoperta della meraviglia del vivere.”
Ringrazio l'amica collega Rita Tancredi
per la sua cortesia, generosità, gentilezza, disponibilità nel contribuire alle
correzioni della bozza.
Il libro "Triathlon e ironman. La
psicologia del triatleta", edito da Prospettiva editrice, è stato
presentato a Roma, venerdì 29 novembre presso il Bar Caffetteria via Olevano
Romano 37.
Moderatore: Stefano Spina (runner e triatleta). Relatori, oltre
all'autore: Alessandra Lippa (triatleta e presidente dell'Associazione Woman
EXPERIENCE), Fabrizio Terrinoni (triatleta Ironman).
Ospite d'eccezione Beatrice Mallozzi,
campionessa mondiale triathlon juniores.
Servizio fotografico a cura di Aldo Zaino,
runner classe '35. Servizio video a cura di Flavio Gioia.
Segnalo altri miei libri pubblicati con
Prospettiva Editrice: Sviluppare la resilienza; Da 10 a 100. Dai primi 10 km corsi alla 100 km per Milano
(Alberto Merex Mereghetti e Matteo Simone); Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive
e resilienti; Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che
influiscono sul benessere e performance dell’atleta; Ultramaratoneti e gare
estreme.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Nessun commento:
Posta un commento