mercoledì 13 novembre 2019

Sarah Giomi, Campionessa Italiana Maratona 2019: Sono seguita da un grande allenatore

Un sogno sarebbe arrivare a indossare una maglia azzurra
Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it

Un titolo Italiano è un grande prestigio, un grande risultato, sia per l’atleta che per l’allenatore, un’accoppiata vincente che torna a casa carichi di sensazioni ed emozioni positive a seguito di un investimento in termini di tempo, fatica per arrivare ad esprimersi al massimo della forma in una gara di maratona che è considerata insidiosa per diversi aspetti, da quello climatico alle condizioni fisiche e mentali dell’atleta durante la gara. 
Di seguito Sarah racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Complimenti Sarah, che intenzioni avevi solo titolo o anche personal best?Ciao Matteo! Personalmente sono sempre alla ricerca del Personal best...fare sforzi, anche se con passione, e vedere un miglioramento cronometrico da soddisfazione e carica di ottimismo. Sapevo che la gara non era scorrevole ne veloce...quindi sono andata con l’idea di gestirla al meglio per vincere, soprattutto nella prima parte e valutare le sensazioni in corsa...ma con il forte desiderio di abbassare il personale.”

Sarah sta costruendo la sua personalità vincente applicandosi quotidianamente innanzitutto con passione che è il grande motore che la motiva e anche con forte determinazione e fiducia in se di poter fare sempre meglio gara dopo gara cercando di conquistarsi il meritato ingresso in nazionale.
Soddisfatta?Sono soddisfatta, per il titolo, ma anche per quei pochi secondi di miglioramento, mai scontati.” 
Criticità?La fatica si è fatta sentire con qualche dolorino al fianco gli ultimi km, un ultimo cavalcavia verso la fine, molto duro sulle gambe...ma vicino all’arrivo il tifo era molto caloroso e l’emozione ha preso il sopravvento e non si sentiva più ne fatica ne dolore.”

In ogni gara, soprattutto in un campionato nazionale di maratona, c’è la resa dei conti. Durante gli allenamenti per un periodo di 2 o 3 mesi, si fanno proiezioni, supposizioni, test ma il giorno della gara è importante ed è quello che decreta lo stato di forma dell’atleta.
Cosa hai lasciato a Ravenna e cosa hai portato via?Spero di aver trasmesso la passione e la gioia che per me rappresenta la corsa. Ravenna mi ha lasciato la sensazione che facciamo tutti parte di una comunità grandissima di persone che amano questo sport, ognuno con le sue possibilità e ritmi... ognuno con il proprio ruolo...tutti uniti dall’amore per l’atletica. Bellissima sensazione!

Sarah sembra essere proprio una persona che non tiene tutto per lei ma che trasmette piacevoli sensazioni a chi gli sta accanto o a chi la segue da vicino o da lontano, un esempio per tanti atleti, soprattutto donne, che vogliono ottenere qualcosa nella vita impegnandosi e credendoci.
Come fare il salto di qualità? Un paio di mesi in Kenya? Il salto di qualità? Sono seguita da un grande allenatore e sto attenta ad alimentazione e riposo...credo che arriveranno ancora miglioramenti e soddisfazioni. Il vero cambiamento potrebbe essere dedicarmi solo all’atletica, facendo la professionista...Ma vorrebbe dire rimettere in discussione la mia vita e cambiare ciò che sono ora...non so se farebbe per me. Il Kenya non credo che cambi la vita, se non come esperienza umana.”

Sarah è giovane e può progredire un po’ per volta verso l’eccellenza migliorando in allenamento e in gara grazie anche alla presenza attenta e costante del suo allenatore che la segue.
Cosa dice l'allenatore, la famiglia, gli amici?Le persone che mi vogliono bene sono felici se mi vedono contenta...mi sono state vicine e mi supportano, anche se non è sempre facile comprendere il ‘perché’ io faccia tutto questo.” 
A chi dedichi questo titolo?Dedico il titolo e ringrazio chiunque abbia avuto un ruolo (grande o piccolo che sia) in questi mesi di preparazione...anche i corridori che mi incrociano in strada mentre mi alleno e mi salutano. Un grazie particolare al mio allenatore è al suo team, all’angelo custode (atleta) che ha corso i 42 km con me, al mio ragazzo che mi ha ‘sopportato’ in un periodo di preparazione intensa.

Dietro l’atleta ci sono tante persone che supportano, consigliano, coccolano.
Cambia qualcosa ora?Se cambierà qualcosa lo vedremo...intanto ho ripreso la mia vita quotidiana.”
Prossimi obiettivi e sogni da realizzare?Un sogno sarebbe arrivare a indossare una maglia azzurra....so che ci vuole sacrificio e costanza, ma non mi spaventa, amo le sfide, soprattutto con me stessa.”

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230

1 commento:

Mistercamp ha detto...

Complimenti Sara, sono d'accordo stimo molto il tuo allenatore e la sua fosofia che conosco da decenni... Continua così un abbraccio... Camillo Campitelli

Translate