Matteo Simone
Per approfondire il mondo degli atleti di triathlon ironman, ho costruito un questionario e ho raccolto alcune risposte.
Questo ci permette di conoscere più
da vicino le motivazioni che affascinano le persone ad avvicinarsi a questo
tipo di disciplina considerata estrema. L’ironman
prevede 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta e la maratona di corsa a piedi
(42,195 km).
Gli atleti vanno alla ricerca di
sensazioni positive e di benessere, e alla ricerca della sfida per verificare
quanto si è capaci a perpetrare uno sforzo nel tempo.
Il Capitolo 1 ha il seguente titolo “Sperimentare
benessere nello sport” e di seguito riporto alcune testimonianze.
Cezar
Nasuescu:
Quali capacità, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Stabilire
traguardi ogni volta e provare a raggiungerli: in poche parole, combattere con
me stesso.”
Diventa una sfida continua con te
stesso, l’essenza della vita, definire quello che si vuole e provare a
raggiungerlo, sentire di cosa si ha bisogno, e mobilitare le energie e le
capacità per soddisfare i propri bisogni, le proprie aspettative, le proprie
esigenze.
Che significa per te partecipare a una
gara? “Concretizzare i tuoi
allenamenti.”
La gara diventa il momento della verità,
la verifica finale.
Quali sensazioni sperimenti praticando sport? “Carica positiva, stare
bene con te e con gli altri.”
Se non stiamo bene con noi stessi non
stiamo bene nemmeno con gli altri, e ciò accade in ambito sportivo come anche
in ogni altro campo della nostra vita.
Andrea
Pisanu:
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a
praticare sport? “Finché sarò in salute
continuerò a fare sport, mi fa sentire vivo, amo la competizione, e poi è la
mia rivincita, ho passato parte della mia vita all’interno degli ospedali, ho
avuto un brutto incidente da bambino, e ho subito 33 interventi di chirurgia,
affrontando pure un coma. Mi ripeto, ma lo sport mi fa sentire vivo, mi fa
sentire forte.”
La gara della tua vita dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “Ironman
70.3 Barcellona mese di maggio anno 2015. A inizio febbraio mi son fratturato
un piede, mi son fatto in quattro per riuscire a partecipare a questa gara. Era
la gara della mia vita, la gara che ho sognato, desiderato, e che vivevo ancor
prima di parteciparvi. Ho pianto, ho vomitato, son crollato e mi son rialzato
mille volte. Alla fine ero lì. Il 17 maggio ero lì. Prima dello start ho
iniziato a piangere come un bambino, non ci credevo ancora, ero lì, il mio
sogno si stava per realizzare. Ho iniziato a fare un buon riscaldamento in
acqua, le sensazioni erano buone. Ero concentrato, mi sentivo forte, ero
pronto. Affronto la prima frazione con una grande progressione, (sono un buon
nuotatore) inizio a staccare tutti gli Age Group, riprendo le donne Pro, poi
inizio a riprendere gli uomini Pro, esco dall’acqua con i professionisti, primo
degli Age group, il pubblico fa il tifo per me, io magro come un chiodo,
menomato alla mano destra, con un braccio più corto dell’altro di 8 cm. Io ero
primo degli Age Group.
Ero in estasi. Entro in zona cambio come una furia,
felice e entusiasta parto in bici, iniziano le prime salite e cerco di restare
concentrato, abbasso il ritmo, e in tanti mi sorpassano. Penso che la gara è
ancora lunga, devo tenere duro, anche perché poi dovevo gestire una mezza
maratona con un piede non in ottime condizioni. Arrivo in zona cambio ancora
abbastanza fresco, inizio a correre, i primi chilometri li ho fatti a 3’50” al
km, poi il fegato è saltato in aria, ho rallentato per poter respirare meglio,
sono andato avanti per tutta la gara a 4.30’ al km. Ma al 18° mi salta
un’unghia del piede, tengo duro, sto male ho nausea, perdo tanto sangue, ma
ormai era fatta arrivo al 20° e inizio a piangere nuovamente. Ero arrivato, il
tunnel all’arrivo era lì, lo speaker m’incitava, inizio a camminare e taglio il
traguardo. Ecco, questa è la gara della mia vita, (piccolo rammarico, ho perso
la slot per i Mondiali per 3 miseri minuti) ma va bene lo stesso, ero felice, e
questo mi bastava.”
Va bene lo stesso dice Andrea perché sa che il meglio deve ancora venire, questa è la storia di un atleta resiliente, si rialza sempre e va avanti come un treno, più dura è la lotta e più glorioso sarà il trionfo.
Ritieni utile la figura dello psicologo
dello sport? “Sicuramente sì. Ti aiuta a
conoscere meglio te stesso, ti aiuta ad esorcizzare i tuoi demoni, ti rende
consapevole del tuo reale potenziale.”
Lo psicologo dello sport a volte diventa
una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo
staff, tecnici, dirigenti. Lo sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto, possono
capitare infortuni, sconfitte, risultati che non vengono, incomprensioni con
altri atleti della stessa squadra, con l’allenatore, con i dirigenti. Lo
psicologo dello sport può lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle
risorse, sull’autoefficacia, sulla resilienza.
Un tuo messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica, impegno, sofferenze? “Dall’esperienza
personale, gli obiettivi agonistici si raggiungono solo attraverso enormi
sacrifici in tempo impiegato, fatica, solitudine e sofferenze in generale, e
anche quando gli obiettivi sono molto lontani, la perseveranza e la costanza
accorciano i tempi. Anche se il risultato non viene raggiunto, comunque il
tentativo rafforza il carattere e la volontà verso un nuovo obiettivo. Tale
comportamento inevitabilmente o meglio conseguentemente viene applicato anche
nella vita quotidiana.”
In pratica lo sport insegna a non
mollare: punta al tuo obiettivo, ma se non riesci, non demordere.
Yi-ol
Cort: Sono
entrata nel mondo del triathlon e me ne sono innamorata.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno
sport? “La mia passione sono i bambini!
Sono psicopedagoga e sono immersa nello sport dal punto di vista lavorativo,
questo diventa mia routine quotidiana, vivo insegnando i bambini a nuotare. Il
mio messaggio per farli appassionare a uno sport è che lo sport migliora la
forma fisica; apporta un cambiamento totale di abitudini, disciplina, obiettivi
che li rendono migliori acquisendo competenze, trovando amici, facendo
incontri, ecc.”
Lo sport dà tanto: forma il fisico, dà
competenze e amicizie, cambia le persone, educa a stili di vita sani.
Loris
Cappanna: Duathlon a Cagli (PU), quale
occasione migliore per iniziare.
Le sensazioni e le
emozioni che più ti restano addosso? “Quando
ho tagliato il traguardo ho pianto come un bambino e abbracciato forte Stefano.
Due momenti che dicono tutto.”
Due momenti forti, intensi, densi,
liberatori, che fanno sentire sensazioni e emozioni, fanno scorrere liquidi,
fanno sentire umidità, calore fraterno.
Cosa hai respirato? Sentito? Percepito? “Ho respirato l’aria della vita, sentito che
sono vivo e percepito che la felicità è attorno a noi. In conclusione vorrei
ringraziare tutti coloro che mi sostengono, salutano e incitano. Vorrei
ringraziare tutte le mie guide e i loro occhi, per donarmi luce dove luce non
c’è. Grazie.”
E tutti noi non possiamo che ringraziare
Loris per il suo coraggio, per la sua vitalità, per quello che trasmette. La
felicità dipende da noi stessi, da chi ci circonda, ci vuole forza, energia ed entusiasmo
per rendersi felici e per rendere felici gli altri.
Ringrazio la casa editrice “Prospettiva
editrice & c. Sas di Patti Francesca” per la fiducia e per il grande lavoro
che richiede la pubblicazione e la distribuzione del libro.
Ringrazio tutti gli atleti che hanno avuto
la cortesia, la gentilezza e la disponibilità a raccontare le loro esperienze
legate allo sport.
“Un libro positivo,
un inno alla vita, un invito a non arrendersi questa ultima fatica di Matteo
Simone. Un travolgente abbraccio fatto d’amore per la persona, per la sua
meravigliosa unicità, un prendersi per mano e andare, correre là oltre il
confine alla scoperta della meraviglia del vivere.”
Ringrazio l'amica collega Rita Tancredi
per la sua cortesia, generosità, gentilezza, disponibilità nel contribuire alle
correzioni della bozza.
Il libro "Triathlon e ironman. La
psicologia del triatleta", edito da Prospettiva editrice, è stato
presentato a Roma, venerdì 29 novembre presso il Bar Caffetteria via Olevano
Romano 37.
Moderatore: Stefano Spina (runner e triatleta). Relatori, oltre
all'autore: Alessandra Lippa (triatleta e presidente dell'Associazione Woman
EXPERIENCE), Fabrizio Terrinoni (triatleta Ironman).
Servizio fotografico a cura di Aldo Zaino,
runner classe '35. Servizio video a cura di Flavio Gioia.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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