Dott. Matteo Simone
La preparazione per la maratona richiede un impegno notevole di tempo e di fatica fisica.
Preparare una maratona diventa un investimento di energie fisiche e di tempo finalizzati alla miglior resa nel giorno della competizione.
La preparazione va programmata con la massima accuratezza considerando il proprio potenziale atletico relativo alle precedenti competizioni e ai precedenti programmi di allenamento. Va considerato il periodo di preparazione, estivo o invernale per poter programmare le uscite di allenamento più lunghe o più faticose.
È auspicabile stilare un programma di massima di allenamento che comprenda alcuni test importanti di allenamento o di gara, per valutare il grado di preparazione e in modo da capire i ritmi da poter sostenere nella competizione-obiettivo.
La preparazione mentale può curare diversi aspetti che contribuiscono alla migliore riuscita della prestazione.
È importante partire dalla consapevolezza dell’atleta nell’impegno che si appresta a prendere. Si può invitare l’atleta a considerare le precedenti preparazioni a competizioni simili considerando i momenti di difficoltà, di eventuali crisi, di eventuali infortuni, di eventuali rinunce e pensare a come sono stati affrontati, gestiti e superati.
Si può invitare l’atleta a confrontarsi con altri atleti che hanno sperimentato una preparazione simile, a persone più esperte.
Una volta fissato l’obiettivo-maratona, è importante per l’atleta prestare attenzione ai suoi allenamenti, alle sue sensazioni, è importante sapersi ascoltare, capire quando, quanto e come si fatica, come è la respirazione, come sente le gambe, è importante accorgersi di ogni minimo fastidio e capire a cosa possa essere dovuto, in modo da poter intervenire in tempo e rimediare per evitare di perdere importanti sedute di allenamento e compromettere la prestazione-obiettivo.
L’atleta può avere voglia di partecipare a una competizione durante il periodo di preparazione, però deve essere attento a non distrarsi dall’obiettivo previsto, quindi avere un occhio orientato al presente ed uno al futuro prossimo.
Una maratona oltre a essere una competizione atletica è un esercizio fisico prolungato nel tempo che supera le 2 ore e che può protrarsi anche per 6-8 ore, pertanto affrontare/sostenere questo sforzo prolungato nel tempo comporta una preparazione fisica e mentale, direi una preparazione totale dell’essere umano che comprende l’alimentazione, il corretto gesto atletico, una programmazione oculata degli allenamenti per un congruo periodo di tempo che può essere dai 2 ai 6 mesi a seconda della preparazione di base, delle caratteristiche, delle ambizioni dell’atleta.
Importante suggerimento è credere in quello che si fa, essere convinti di quello che si fa. Partire con il freno a mano tirato e rilasciarlo un po’ per volta, cercare di avere la sensazione di correre con il freno a mano leggermente sollevato per non bruciare eccessivamente benzina già dai primi km.
Questi suggerimenti sono semplicemente delle proposte di piccoli cambiamenti che a qualcuno potrebbe essere utile, potrebbe fruttare una migliore prestazione.
Dietro un atleta e un successo, c’è il talento ma anche il duro lavoro con l’aiuto di persone capaci e competenti che sanno motivare, indirizzare, consigliare, allenare.
Le parole di Giusto Simone il 20 marzo 2023, giorno dopo la maratona: “Sono molto felice. Ieri per la prima volta ho tagliato il traguardo con un sorriso. Mi sono dimenticato della gara, mi sono trovato catapultato in un mare di emozioni. Ero in prima fila con i corridori più forti, un tenore mi ha cantato l’inno di Mameli a qualche metro di distanza, e prima di partire mi sono passate sopra le frecce tricolori. Indescrivibile. Potevo osare di più in gara? Forse sì, ma ero in una delle città più belle del mondo a correre una maratona, con le persone che volevo ad aspettarmi al traguardo, mi sono sentito un privilegiato e ho voluto ridere e godermi dal 1° al 42° km questa splendida gara, dimenticando un po’ il crono finale. Ma sono felice, in qualche modo secondo me abbiamo fatto un altro forte passo avanti”.
Alessandro Giacobazzi: Complimenti per il titolo italiano di Maratona 2022? Soddisfatto? “Grazie mille! Sono molto contento del risultato ottenuto a Ravenna. L’obiettivo era quello di vincere il titolo italiano e finalmente è stato raggiunto. Il tutto è iniziato a fine maggio quando ha iniziato ad allenarmi Piero Incalza che mi portò subito nella sua terra d’origine, Francavilla Fontana, paese di grandi campioni oltre che allenatori.
Proprio lì mi disse di cercare una motivazione/ambizione che mi spronasse a correre forte, di cercare un qualcosa che mi portasse a sognare in grande e che se tale motivazione non c’era e che se sentissi già di essere arrivato, avremmo solo perso tempo. Inizialmente rimasi molto traumatizzato e impaurito da questo suo discorso, ma poi iniziai a fare mente locale e a cercare quella motivazione. Io di sogni ne ho tanti ma un obiettivo che sentivo alla mia portata, a cui ho sempre ambito e che in passato ho solamente sfiorato (nel 2021 a Reggio Emilia nel campionato italiano arrivai 2^) era quello di vincere il titolo italiano di maratona.
Dunque, qualche mese più avanti (settembre), andai da Piero e gli spiegai questa mia ambizione e da lì iniziammo a lavorare per raggiungere tale obiettivo. Piero è entrato a gamba tesa nella mia vita e modo in cui ero abituato ad allenarmi. Lui ha visto immediatamente che sono un tipo schematico e preciso e a lui questa cosa non piace; quindi, cercò di rivoluzionarmi totalmente, creandomi tante situazioni di disagio, facendomi uscire dalla mia zona di comfort. Inizialmente lo subii molto questo suo modo di lavorare, passando tanti momenti difficili in cui mollare era un attimo. Invece continuai a insistere e a resistere, perché credo tanto nel suo metodo di lavoro, affascinato molto dal suo modo di essere ‘scienziato’, in quanto è una persona che calcola ogni minima cosa, dalla frequenza cardiaca, all’ampiezza del passo, dal cibo che mangiamo, ecc..”.
Un grande risultato, un grande obiettivo raggiunto, un sogno trasformato in realtà dopo averci creduto ed essersi impegnato con determinazione, passione, grinta ed entusiasmo dimostrando che si può fare se ci crediamo e se siamo altamente motivati.
Fabio Serafinelli: La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Sicuramente la maratona è la gara che ti regala le emozioni più belle (ho fatto New York e Roma), è un vero e proprio viaggio che ti lascia ricordi indelebili. Il meglio di me a livello di prestazioni riesco a darlo nelle gare di 10km in particolare alla ‘Granai Run’ di Roma dove ho fatto il mio miglior tempo sulla distanza.”
La maratona, in effetti, è un lungo e intenso viaggio già nel periodo di preparazione, alcuni mesi dedicati agli allenamenti che con il passare dei giorni diventano sempre più difficili e faticosi per testarsi in allenamento e abituare il fisico e la mente al lungo viaggio della gara maratona.
Carlo Poddighe: Cosa ti ha insegnato la corsa e la maratona? “La corsa, e in particolare la maratona e le lunghe distanze mi hanno insegnato tantissimo: mi hanno aiutato a capire me stesso, i miei limiti, o miei punti di forza, hanno aumentato la capacità di concentrazione e mi hanno insegnato che la fatica è inevitabile, e che però non bisogna evitarla ma imparare a gestirla”.
Ottima maestra la corsa e soprattutto la maratona e l’ultramaratona dove bisogna essere concentrati e focalizzati per far bene e non mollare proseguendo metro dopo metro, chilometro dopo chilometro con la consapevolezza di aver lavorato bene e duramente e che quindi la gara è solo il risultato di quanto investito in termini di impegno e costanza.
Nicla Gellotto Gentile: Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? “Il mio obiettivo realizzato è la Prima Maratona appena conclusa, quella delle 5 Cattedrali. Sono molto felice di essere riuscita a portarla a termine discretamente, nonostante le avversità del tempo e i problemi familiari che mi hanno distolto dagli ultimi allenamenti. Vorrei tornare alle consuete gare domenicali, di cui ci ha privati per troppo tempo la pandemia. E correre presto una seconda Maratona, sempre senza grandi pretese…anche perché la prima Maratona mi ha piacevolmente sorpresa, rivelandosi meno pesante di quanto immaginassi, e risparmiandomi il tanto preannunciato (dai veterani) quanto temuto “muro dei 30 km”.
Se le cose sono fatte bene, si affrontano le maratone serenamente senza sbattere contro il muro della crisi del 30°-35°km, basta sapersi allenare sufficientemente e adeguatamente con allenamenti di un chilometraggio sufficiente per comprendere a cosa si può andare incontro, alcuni allenamenti lunghi di 32-34km e ci si può presentare in partenza con la coscienza a posto per affrontare la lunga gara.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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